Vi prego; non vi dimenticate di noi!

stress-e-ansiaSto rincorrendo le tante cose da fare: per la scuola… e per il blog…. e per la casa… e per la famiglia… e per la giornalista che mi ha chiesto di… e per la lezione che devo preparami … e per…

Sto rincorrendo tutti i minuti possibili, perché sono indietro da morire

Indietro da morire

Già…

Ma quanto sono indietro “da morire”?

watsad1Io che sto correndo schiacciata dall’ansia di non riuscire a far tutto, oggi, 14 dicembre 2016, sono stata messa al muro da due messaggi arrivati a distanza di cinque minuti l’uno dall’altro.

Ora io li “incollo” qui nel blog ma, vi prego, leggeteli lasciandovi alle spalle idee politiche, studi di esperti di settore e tutto quello che fa diventare “un morto una tragedia” e “un milione di morti una statistica”.

415745870Leggeteli, contando solo fino ad uno. Uno come ogni essere vivente che sta su questa terra.

Leggeteli, ascoltando queste due ragazze. Buttate via ogni istintivo tentativo di controbattere con un “Sì, però…”.

Ascoltate queste due giovani voci.

Leggete con me queste due provocazioni che mi sono arrivate.

Loro due non si conoscono.

Sono diverse per nome, nazionalità, lingua e religione.

Ma entrambe mi hanno costretta a passare dal mio correre da morire agli altrui correre per non morire”!

Buona lettura. Continua a leggere Vi prego; non vi dimenticate di noi!

Il cielo e la terra non si toccano all’orizzonte, ma dentro il tuo cuore!

chi_sono_ioCara prof, ma io chi sono? … delle volte mi fermo a guardare le mie mani, le muovo leggermente, indice, medio, anulare e mignolo… indice, medio anulare, mignolo e di nuovo ricomincio a muoverli in fila, lentamente, e mi chiedo: siamo burattini? Cioè, sto decidendo io di muovere le dita? Lo voglio io oppure sono solo un robot acceso o spento da alcuni tizi che stanno in alto, sopra le nuvole? Non lo so. E questi continui “non lo so” mi mandano al manicomio! Perché non sappiamo niente? Forse rovineremmo pure quello… del resto l’uomo da quando è arrivato nella terra ha saputo solo fare danni…

i__m_a_star_by_vampire_zombieIo amo il cielo, amo le stelle, amo la notte, amo il sole, gli alberi, gli animali, le nuvole, amo la vita; Dio mio come amo la vita! Si, la amo. Amo la vita, ma non amo vivere. Strano vero? Con questo non dico che voglio ammazzarmi o altro, ma la vita è vita. La vita è come il cielo azzurro, quell’enorme fondale dove tutte le nuvole danzano col vento; perché la vita è anche il vento! La vita è fuoco, è euforia, energia, gioia, è quel film mentale in cui ti vedi saltare da terra fino al cielo con le braccia e le gambe aperte e quel 
1069173_411155369000245_1082708593_nsorriso che spacca le pietre. La vita è quella soave serenità con cui uno guarda il cielo. Di notte, di giorno, quando piove o quando c’è il sole, da incazzati, tristi, amareggiati… ma se guardi il cielo, andrà tutto bene. Alzi la testa. Ti entra quella purezza negli occhi che attraversa la gola, scende nei polmoni e li purifica e subito dopo scende nelle gambe, ti da quel brivido ai piedi e vola via. C’è e non c’è; sono istanti. Ma vivere è un’altra cosa. Perché non siamo soli e a me le persone fanno schifo. Puramente schifo… Non so se la sto annoiando. Può anche non leggerla e non rispondermi, ma avevo bisogno di parlare con lei perché è una di quelle poche persone che, nella sua semplicità, 4085_previewdà risposte di un secondo a domande formulate in una vita. Lei è un po’ come mio padre, cioè lui è un po’ come lei. E’ un uomo forte, coraggioso, darebbe la vita solo per vedermi sorridere e vederlo mentre fa su e giù con la macchina per portare mio fratello a calcio, dagli amici o dovunque e, subito dopo, pensare che si alza a mezzanotte, torna a casa dopo 12 ore di lavoro con gente di merda e, quando torna, 54214803-disegno-a-mano-cartone-animato-padre-felice-di-giocare-con-la-figlia-ather-illustrazione-day-vettorinon dorme, ci prepara il pranzo… E in tutto questo, ci mette così tanto amore che sembra passi la vita in paradiso.

Ovvio che certe volte c’è anche mamma per il pranzo e Luca, ma anche lei lavora tanto. Va due volte a settimana a Perugia e fa una bella mangiata di traffico per poi tornare alle 16 e mezza. Però mamma è sempre nervosa, spesso litighiamo perché mi sta addosso e perché, appunto, non è tranquilla come babbo. Facendo molto meno, dovrebbe strasorridere, solo che ognuno ha le sue capacità. 

2q2oahsNon mi lamento, ho una bella famiglia, però delle volte mi piace isolarmi. Staccarmi da tutto e da tutti. Ascoltare il silenzio, com’è bello il silenzio! Mio Dio come è bello! E le dicevo che con lei mi sento libera di parlare di tutto.

Non so che strano essere è lei, ma è come se non avessi muri… io li chiamo cosi, “muri”. Le distanze di “sicurezza” che teniamo tra noi stessi e gli altri.

1139a873446Io sono una ragazza diffidente pure con le persone che conosco ma con lei ho avuto uno strano impatto… non so, ma mi son sentita libera di scriverle questo noioso poema abbastanza inutile. Ma davvero non so chi sono.

Ciò che so è che sono vera e non credo di essere un burattino. Sono meteoropatica: col caldo sono hippie e col freddo cambio stile di vita. A poco a poco, infatti, con l’arrivo dell’inverno mi vedrà un po’ isolata e tutta nera, dalle mutande ai calzini. Quando mi vedrà cambiare, preferirei evitasse commenti in classe… faccia come fosse tutto normale…

mano-che-scriveProf, se mi ha letta, grazie per l’interesse; se non l’ha fatto, la ringrazio comunque perché è stato un momento di sfogo. Grazie mille per tutto e scusi il disturbo”

Cara Jamila,

2c759759-b2d9-428f-a0ea-cc58b8f40cb7grazie per avermi aperto la stanza con i tuoi punti interrogativi ed esclamativi! Mi hai ricordato da dove sono partita anche io: un materasso colmo di punti interrogativi. Anche io, come te, spesso fissavo il soffitto della mia camera e mi ponevo delle domande. Tante domande! Continua a leggere Il cielo e la terra non si toccano all’orizzonte, ma dentro il tuo cuore!

Non ho la più pallida idea di dove io stia andando, ma so che, prima o poi, arriverò da qualche parte

libri-da-leggere-amore“Salve Prof, si ricorda di me? Come sta?… Mi ricordo quando eravamo a lezione e ci raccontava che per lei scrivere un libro, era un sogno che aveva fin da piccola.

Oggi finalmente è uscito il suo libro e questo mi fa sorridere per due motivi:

  1. perchè proprio l’altro giorno mi sono fatta un tatuaggio che rappresenta un libro semi aperto che si trasforma man mano in tre gabbiani a dimostrare la mia passione per i libri e quanto questa passione mi abbia aiutato in diversi20111110-022415 momenti;
  2. perchè in questo libro, seppur minima, c’è anche una parte di me.

Da quando le scrissi l’ultima volta, sono successe tantissime cose. Sono riuscita ad entrare nell’università che volevo e sono riuscita ad uscire da una città in cui mi sono sempre sentita fuori posto.

Tutto è andato alla grande, finché a mio papà è stato diagnosticato un tumore.

Durante quel lunghissimo anno in cui io ero lontano da casa, ho cercato di impegnarmi ancora di più per rendere i miei genitori orgogliosi e per cercare di non pensare. Ora le cose stanno andando meglio, il tumore è stato sconfitto e tutto sembra tornare quasi alla normalità, ma io mi sento persa.

Non sono più così sicura di quello che voglio e la laurea sempre più vicina non fa che aggiungermi tensione. Però quello che volevo dirle è che non sono più la stessa persona che ero prima. Sono sempre insicura di me stessa e ho sempre un’autostima da fare schifo (come direbbero le mie coinquiline ), ma nonostante ciò mi sento diversa. Più attaccata alla vita, alle emozioni e, in un certo senso, anche a Dio. Ho capito che non ho la più pallida idea di dove stia andando e questa cosa mi spaventa da morire, ma so che, prima o poi, arriverò da qualche parte. Lei è stata tra le persone che mi hanno ispirato di più a scuola e le auguro che il suo libro abbia successo e che continui a fare ciò che ama, con la speranza che un giorno anche io troverò la mia strada, come ha fatto lei.
Un bacione prof !

P.S. Nella mia università ho incontrato una professoressa americana fantastica, che il primo giorno di lezione ci ha detto che se avessimo sbagliato a dire qualcosa in inglese non ci sarebbe stato nulla da vergognarsi. Ci avremmo riso su tutti insieme. E avremmo riso anche se, a sbagliare, fosse stata lei quando avrebbe detto qualcosa in italiano… perchè è questo l’unico modo per capire l’errore ed imparare da esso senza sentirsi uno stupido; farsi una risata.

Non vedo l’ora di vedere il libro:) Un bacione

segnali-donnaCarissima Cecilia, mi ricordo di te, dei tuoi occhi concentrati durante le mie lezioni, del tuo sorriso dolce e del tuo cuore sempre in viaggio.

Un cuore in cammino per apprendere la vita ed in corsa per trovare l’essenziale.

VintageCaravan3Seneca diceva saggiamente cheLa vita senza meta è un vagabondaggio.

Eppure può succedere che, pur cercando la meta, viviamo ugualmente con la sensazione del vagabondaggio addosso.

Ci muoviamo, camminiamo, ritorniamo sui nostri passi, ci districhiamo in percorsi tortuosi sentendoci dentro un labirinto e, come nelle cattedrali gotiche, scandagliamo passo per passo l’oscurità dell’incognito, per trovare il centro del mondo.

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E sai cos’è, dov’è e com’è il centro del mondo? Continua a leggere Non ho la più pallida idea di dove io stia andando, ma so che, prima o poi, arriverò da qualche parte

Quando la vita ci cambia le carte in tavola, la fede diventa resiliente

“Salve mi chiamo Claudia e ci tenevo a ringraziarla. Ho trovato per caso il suo blog poco fa su internet e mi ha molto colpito…

vicimismo_cronicoDa tre mesi sono bloccata da una malattia di cui non si capiscono le cause. Nonostante i ricoveri e le cure, ogni mese ho una ricaduta e, per questo motivo, ho dovuto lasciare la città in cui stava iniziando la mia carriera. Tutti i progetti sono caduti.

Mi salva andare ogni giorno in chiesa a pregare e ad abbandonarmi, chiedendo di imparare a offrire e di capire cosa vuole il Signore da me. Le parole del suo blog mi tengono compagnia. Grazie ancora di cuore, la seguo e spero di poterla conoscere di persona un giorno!”  

 

RESILIENZA re·si·lièn·za/ sostantivo femminile

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  1. Capacità di un materiale di assorbire un urto senza rompersi.
  2. In psicologia, la capacità di un individuo di affrontare e superare un evento traumatico o un periodo di difficoltà.

 

17674204-una-lente-di-ingrandimento-trova-la-parola-pu-tra-molti-casi-di-impossibile-simbolo-di-un-atteggiameCarissima Claudia, avrai sicuramente già sentita questa magica parolina che ci è stata regalata in questi ultimi decenni. Perché l’uomo va avanti e le parole nuove ci vengono incontro, dando alla vita concreta nuove sfumature e prospettive.

Dunque: a quanto pare l’essere umano ha la capacità di auto-ripararsi dopo un danno. Ha, cioè, la misteriosa forza di resistere, di riorganizzarsi, di riemergere più forte di prima dopo una difficoltà, di rinascere con più positività in corpo e di ritornare ad essere il capitano della propria anima.

resilienza2In effetti se la specie umana è arrivata fin qui, lo si deve ad una serie infinita di atti strabordanti resilienza.

Disastri naturali carestie, guerre, malattie… tutto abbiamo superato.

fiore-in-parcheggio-e1384292108512Siamo così ben “programmati” a resistere alle sventure, superarle e convivere quotidianamente con lo stress, che si potrebbe dire che la regola del mondo sia questa: combattere e rialzarsi più forti di prima”.

Non è la fragilità che comanda il mondo, ma la nostra resilienza.

E’ così inevitabile incontrare le sconfitte e le delusioni che, se non fossimo più forti dei conflitti quotidiani o degli sconvolgimenti esistenziali, non saremmo mai arrivati fin qui. Continua a leggere Quando la vita ci cambia le carte in tavola, la fede diventa resiliente

Da grande voglio essere proprio come me

autostima “Ragazzi, che sia chiaro: tutta la nostra vita non è altro che la gioia e la fatica di liberare la luce che è sepolta dentro di noi…

Il nostro obiettivo è dare alla luce noi stessi…

Lo facciamo anche quando non ce ne accorgiamo…

Siamo perennemente alla ricerca del bello insinuato tra le nostre pieghe.

E se non lo troviamo, lo fingiamo! Troviamo illusorie scappatoie piene di apparenza, pur di simulare effetti speciali sul palcoscenico della vita. Denis Waitley ha detto “La lunghezza della limousine è inversamente proporzionale all’autostima della persona che la guida”. Quant’è vero!

Ma il gioco dell’apparenza, dopo un po’, è stressante, perché nel profondo noi rimaniamo esseri bisognosi di verità.

Vogliamo sapere se è vero che noi valiamo. Se vale la pena voler bene a noi stessi…”

autostima-5È una lezione complessa quella sull’autostima.

Si deve entrare negli angoli bui delle nostre paure e dare a tutte un nome. Portarle a galla ed affrontarle.

Paure di tutto il mondo, unitevi ed uscite allo scoperto.

Non vi temo!

20161109_073705È una lezione strana quella di oggi: davanti a me ho dei ragazzi del secondo anno e, alla mia sinistra, quattro ex studentesse.

Sono venute a trovarmi per poter prendere il libro In te mi rifugio ed hanno deciso di rimanere a lezione.  

Entro pochi giorni partiranno per Parigi e all’aeroporto Charles De Gaulle vogliono arrivarci con un libro che contenga una parte della loro vita.

tumblr_n5zw5zrpdO1tpe2ozo1_1280Ma mentre parlo dell’autostima, gli occhi di una delle quattro ragazze diventano così lucidi, che è impossibile non notare il travaglio interiore che quelle lacrime, a malapena trattenute, raccontano.

Io faccio finta di niente e continuo. Non voglio certo metterla in imbarazzo davanti a tutti, chiedendole qualcosa.

Immagine1Ma so che c’entra l’argomento della lezione: volersi bene.

Amarsi, dando chances di fiducia a sé stessi.

Chances, possibilità, occasioni, opportunità Continua a leggere Da grande voglio essere proprio come me

Le parolacce dei miei studenti e le dinamiche dominanti

20161028_201123_resized Ridono con il loro porcellino dorato sotto braccio.

“Prof, è giunto il momento di rompere il porcellino e con i soldi… pizza per tuttiii! Olè!”

 

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Cristiano, Joan, Omar, Filippo e Thameur: sono i fantastici cinque del mio cuore.

Fanno parte di una classe che, se potessi, me la porterei pure a casa.

 

Intelligenti, critici, simpatici, scansafatiche q.b., propositivi, ironici, belli, islamici, atei, cristiani, sensibili, cocciuti, curiosi, timidi, estroversi…c’è di tutto.

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Chiedo ridendo: “Ragazzi, cos’è sta storia del porcellino? Che poi…Omar che tiene in mano un porcellino…che è pure islamico…mettilo via!”

Dimenticavo un’altra caratteristica: allegri!

Ridere3In questa classe sono allegri e si può scherzare “di tutto” e “su tutto”.

“Prof, quando parliamo diciamo un sacco di parolacce e allora…”

“Le dirai te un sacco di parolacce; io no!”

“Ma sta zitto va! Che proprio ieri… famme sta zitto va!” e ridono.

“Comunque un po’ di mesi fa abbiamo deciso che, ad ogni parolaccia detta, avremmo messo 50 centesimi nel porcellino”

“Una specie di multa”

“Per le bestemmie 1 euro”

“Perché qui in Italia, prof, voi bestemmiate un sacco! Io non lo so perché fate così”

“E certo, perché voi in Marocco non bestemmiate mai, no?!”

Ridono.

Si divertono.

Si prendono in giro. unti1tled

Sono così uniti che possono permetterselo.

Victor Hugo diceva: “È dall’ironia che comincia la libertà”. Concordo.

Mi spiegano che, dopo un po’, per non pagare multe, nessuno diceva più parolacce.

Si controllavano tra loro.  

Non solo: si erano così abituati a stare attenti che, anche al di fuori della scuola, per allenarsi, non le dicevano più.

Io li ascolto, divertita dal loro divertimento.

Questi ragazzi sono gli stessi che un paio di settimane fa mi hanno detto: Continua a leggere Le parolacce dei miei studenti e le dinamiche dominanti

Mogol, Battisti ed un misterioso messaggio d’amore

musica-400x300 In aula è tutto buio: le tapparelle delle finestre sono abbassate ed i ragazzi sono ad occhi chiusi, adagiati con la testa sul proprio banco.

Ognuno si è creato qualcosa di morbido su cui affondare il viso.

Qualcuno si è anche coperto interamente la testa con foulard o maglioni.

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Sono pronti per risentire la canzone di cui, pochi minuti prima, hanno visto l’official video.

 

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Ora non si tratta più di vedere, ma di “ascoltare”: vedere con le orecchie per intuire con le emozioni.

IL brano musicale si intitola L’arcobaleno ed è cantata da Adriano Celentano.

 

fabio_becorpi_buio_in_sala_fotografando_la_musica_2010_musicastradaPronti?

Silenzio.

Isolatevi dagli altri.

Ci siete solo voi e la musica.

Ascoltate.

Ascoltatevi.

Via.

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Io son partito poi così d’improvviso
che non ho avuto il tempo di salutare
l’istante breve ma ancora più breve
se c’è una luce che trafigge il tuo cuore…”


Do un ultimo sguardo ai miei studenti: sono bravissimi!

Sono scesi perfettamente nel buio dell’aula e si sono lasciati avvolgere dalla musica della canzone.

Mi appoggio anche io sulla cattedra, chiudo gli occhi e ricordo. 

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E’ il pomeriggio del 14 marzo 2012.

Quel giorno ero con Mogol nel Bar del Piano della mia città.

Lui era venuto perché con 150 ragazzi avevamo preparato uno spettacolo sull’amore, nel meraviglioso Teatro Gentile di Fabriano.

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Lo avevamo intitolato “(R)Affiniamo gli affetti” ed avevamo anche fatto un cammino di mesi per entrare nella sfera sessuale ed affettiva di ogni creatura umana.

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Tutto quello che avevamo scoperto lo volevamo dire all’intera città in uno evento dove, tra canti e balli, coreografie e scenografie, ci sarebbe stato un grande ospite d’onore: Mogol.

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Con lui, davanti ad un the caldo e nella calma che precede la tempesta delle Prove Generali, stavamo chiacchierando rilassati.sognare-volare

E se all’inizio mi sembrava di sognare solo per il fatto che io stessi prendendo un the caldo in compagnia di Mogol, alla fine, dopo aver ascoltato un suo racconto, avevo l’impressione di volare in alto, fino in Cielo. 

Dopo la morte di Lucio Battisti (9 settembre 1998) Mogol non ha mai smesso di sentire quel suo amico, vicino a lui. Ma certo non era preparato ad alcuni fatti postumi poi accaduti. Continua a leggere Mogol, Battisti ed un misterioso messaggio d’amore

Come spiegare la croce ai bambini (e non solo)

78471-573x800-214x300 “Ieri pomeriggio giocavo con una bimba quando, improvvisamente, con la sua semplicità disarmante, mi ha detto: “Lo chiedo a te…. perché Gesù è morto per noi?”

A me?

Sono rimasta un attimo a bocca aperta, per cercare le parole giuste per una bambina. Ho provato a dirle che Gesù è morto per amore e perché attraverso la sua morte e la sua resurrezione noi potessimo non aver più paura di morire.

croce-16-300x278“Sì…” ha continuato la bimba non troppo convinta “ma perché è morto in croce così!”

L’ho guardata e deve aver capito qualcosa nel mio sguardo, perché senza neanche darmi il tempo ha aggiunto: “Facciamo una cosa, me lo spieghi un’altra volta…”

“Ci sto pensando da ieri…”

 

 

Cara Federica, questa bimba è andata proprio al succo del problema, eh… non ti ha fatto sconti.

le-domande-dei-bambiniPerché proprio la croce? 

Perché morire così? 

Perché non morire di vecchiaia… oppure di una varicella fulminante… o anche da eroe leggendario. Ci sarebbero state tante altre di possibilità.

Per intuire qualche risposta per la bambina, può esserci di aiuto rileggere le ultime ore di vita di Gesù, concentrandoci su ogni parola ed ascoltando ogni minuto.

Tutto ciò che disse poco prima che il mondo gli saltasse addosso, infatti, rivela una lotta incombente che lui stava per affrontare. 

Era come se fosse giunto alla battaglia finale.

draghi1La vittoria era dietro l’angolo e richiedeva l’ultimo micidiale sforzo.

Come in una fiaba reale, l’umanità stava per assistere alla vittoria definitiva del bene, imparando per sempre che i draghi si possono sconfiggere (G. Chesterton)

Nelle sue ultime ore di vita, c’era una posta in gioco altissima: la vita eterna aperta a tutte le creature umane!

gesu-arrestatoSatana stava combattendo il tutto per tutto, coinvolgendo in questo conflitto tutti gli umani disposti a diventare suoi complici. Gesù non ha lasciato dubbi su questo

Come se fossi un ladro siete venuti con spade e bastoni. Ogni giorno ero con voi nel tempio e non avete mai messo le mani su di me; ma questa è l’ora vostra, è l’impero delle tenebre (Lc 22, 52-53)

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Il potere delle tenebre era deciso a vincere quello della Luce e, come un drago impazzito, scaraventava schegge di odio a destra e a manca. Continua a leggere Come spiegare la croce ai bambini (e non solo)

Per risorgere dalle paure…

20160810_084838Esco dall’auto appena parcheggiata e vedo una croce conficcata nel verdissimo prato, con su scritto Via della resurrezione”.

Già mi piace.

 

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Chi di noi non ha mai passato momenti in cui non abbia avuto bisogno di risorgere dalla sofferenza, dalle paure, dall’insicurezza, dalla malattia o dalle lacrime?

Chi di noi non ha mai faticato a sperare ancora, in certi giorni?

Dove ritrovare se stessi, quando la vita ci ha lasciato solo la nostra ombra su cui appoggiarci?

 

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Sono in Toscana, in un sogno chiamato “Fraternità di Romena”.

 

 

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Mi guardo intorno e mi sento circondata da tutta bellezza: i colori, i fiori, la chiesa romanica che sboccia da quasi 900 anni nel verde della campagna toscana, il silenzio rilassante, le panche accoglienti, il campanile che svetta nel cielo azzurro…tutto è ARMONIA.

 

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E poi, quando si entra nella chiesa, continua l’ondata di serenità e tu diventi una delicata anfora che si ri-riempie di profumi antichi di cui hai un’innata nostalgia.

Una musica delicatissima accompagna la tua apertura all’Infinito; i tappeti sparsi dappertutto sono lì per accogliere qualsiasi posizione tu voglia scegliere per pregare; intorno a te ci sono icone e simboli fatti con tutto ciò che proviene dalla natura o dagli arnesi del lavoro dell’uomo; e poi i colori caldi, le tante piccole stanze abbellite per porgerti l’intimità con Chi ti ha creato e ti sta aspettando… tutto è SPIRITUALITA’.

 

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20160810_084710Quando esco dalla chiesa inizio a girare dappertutto e dappertutto ricevo tanti buongiorno fatti con sorrisi vestiti di ospitalità.

E’ la prima volta che vengo qui, nessuno mi conosce ma ho come la sensazione che questo non importi a nessuno.

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Quel che importa invece, è che oggi io sia qui. Continua a leggere Per risorgere dalle paure…