Tag: Vangelo di Giovanni
Giorno 5 – L’inimmaginabile è davanti ai nostri occhi
Oggi non esiste parola che possa essere migliore del silenzio.
Come un film, passano davanti a noi le scene più inspiegabili dell’universo.
Per questo il venerdì Santo non vuole commenti, ma solo accoglienza.
L’inimmaginabile è davanti ai nostri occhi: Dio viene torturato ed ucciso.
La Parola che nel giorno “uno” aveva dato inizio al Creato con quel “Dio disse”, ora ha la morte che gli alita affianco il suo disprezzo.
Il sogno di Dio è finito.
Dalle profondità della terra si alza un grido straziante: il paradiso è perduto per sempre e la dolorosissima nostalgia diventa terremoto e pioggia.
Maria è in silenzio.
E’ finita. Dio non è più. La pace se n’è andata con Lui.
L’Amore è scomparso. Il perdono non ci abbraccerà mai più.
Giovanni è in silenzio.
Il Maestro è agonizzante e la terra sembra abbia solo roveti e spine. Che ne sarà del nostro futuro da ora in poi? La crudeltà degli uomini avrà campo libero?
Le donne sotto la croce sono in silenzio.
Chi ci amerà così tanto da ora in poi? Dove lo troveremo un altro Maestro uguale a Lui? Chi ci parlerà di tesori nascosti in un campo e di perle preziose da acquistare direttamente da Dio?
Gli amanti di Dio sono in silenzio.
Cosa ne sarà della nostra fragilità che, ogni giorno, si illuminava di fiducia nel Regno di Dio che le era vicino? Le parole se ne sono andate via tutte ed è rimasta solo la Parola appesa in croce. Gli unici che urlano sul Golgota sono coloro che insultano, provocano, bestemmiano.
Gli amanti della Vita, invece, singhiozzano in silenzio.
La terra è un immenso pianto. La Speranza sta morendo. L’Amore è stato inchiodato.
Le tre del pomeriggio saranno ricordate per sempre come l’attimo in cui il sogno è finito.
Le tenebre hanno vinto e stanno intonando sadicamente la filastrocca della morte.
Oggi è un Santo Venerdì e non ritrarremo i nostri piedi dalla nuda pietra del Golgota.
Non volgeremo lo sguardo da un’altra parte.
Vogliamo rischiare l’angoscia.
Vogliamo sfidare perfino la nostra fede. Continua a leggere Giorno 5 – L’inimmaginabile è davanti ai nostri occhi
Da Lucifero a Satana: storia di un fallimento
“Buongiorno prof, volevo sapere solo delle cose su Dio. Stamattina stavo ascoltando una canzone. Ad un certo punto il cantante ha detto: “Su Dio non so molto per questo non prego”, e da questa frase mi sono fatta qualche domanda. Anch’io, come il cantante, non so molto su Dio. So solo che mi ha dato la vita, un tetto e tante altre cose, ma una cosa mi tormenta: perché a me ha dato tutte queste cose mentre alcuni bambini (anzi, tanti) muoiono di fame?
Perché Dio non pensa pure a loro? Lo so che questa “povertà” è opera dell’uomo, delle persone, ma perché Dio non può mettere un po’ di ordine?
Ah, ultima cosa; il diavolo un tempo era un angelo, Dio l’ha scaraventato all’inferno (o purgatorio, non ricordo), ma se Dio è rappresentato come il buono che “perdona tutti”, perché Lucifero non l’ha perdonato?
Non poteva perdonarlo, fargli la ‘ramanzina’ e poi dargli una punizione adatta a lui?
E ultimissima cosa; se il diavolo una volta era un angelo, perché è diventato così cattivo? Che cosa gli è successo?
E perché Dio è rappresentato come il ‘buono’ e Lucifero è rappresentato come il ‘cattivo’?
Scusi se le ho fatto perdere tempo e scusi ancora se ci sono errori grammaticali.”
Carissima Veronica, prima o poi tutti arriviamo alle tue domande. Sono domande urgenti, con risposte profondamente misteriose.
Quando si tratta di Dio, infatti, il nostro cervello non è l’organo migliore per capirci qualcosa. Nel libro di Isaia, il Signore dell’universo dice chiaramente (e senza tanti giri di parole): “…i miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie… Quanto il cielo sovrasta la terra, tanto le mie vie sovrastano le vostre vie, i miei pensieri sovrastano i vostri pensieri” (Isaia 55). Però dobbiamo tentare ugualmente di comprendere qualche mollica caduta per noi dalla grande tavola di Dio.
E allora, iniziamo ad alzare lo sguardo verso il Cielo ed aguzziamo l’intuito spirituale. Continua a leggere Da Lucifero a Satana: storia di un fallimento
“L’occasione che la madre dà al suo bambino, è ogni volta un miracolo” (Alda Merini)
“Sto leggendo il libro “In te mi rifugio”. Me lo sto proprio gustando, ma una cosa non riesco a mandarmela giù: la lettera sull’aborto. Io sono fermamente convinta che l’aborto debba essere un diritto. Ora mi spiego.
Sa benissimo quanto anche io sia credente (e non solo perchè lo dice il Papa). Credo che una vita mancata, sia più mancata per la madre (e per il padre, volendo) che per il figlio stesso che non ha avuto la possibilità di venire al mondo.
Però le donne devono essere libere; libere di vivere il proprio corpo senza dover rendere conto a nessuno. L’aborto lo vedo come un momento così intimo e profondo, in cui la donna deve poter parlare a qualcuno della sua paura. Perché credo che la decisione di abortire, sia frutto di una paura. La paura di rimanere per sempre da soli, con questo nuovo fardello a complicare le cose. Ma se non ci fosse la possibilità di dirlo a qualcuno, se fosse vietato, allora sì che si rimarrebbe veramente da soli.
Se magari si tenesse il bambino senza volerlo, ci sarebbero due vite obbligate e rovinate. E se invece si decidesse di passare per altre vie, ci si ritroverebbe con un po’ di candeggina tra le gambe e morte per intossicazione.
Come può non essere un diritto l’aborto?
Come può essere detto a qualcuno “No, tu non puoi abortire perché se lo fai sei una persona orribile, fuori da ogni legge e giustizia nel mondo; sei stata una sgualdrina e ora tieniti il frutto del tuo comportamento immorale”. Perché, diciamoci la verità, è questo quello che riuscirebbe a partorire il nostro mondo ancora più che maschilista.
Per quanto riguarda la storia della ragazza, che è stata indotta dai genitori, beh questo lo trovo inconcepibile. Io avrei lottato
fino all’ultimo per far andare le cose in modo diverso. Esistono
troppi aiuti, ad oggi, per cadere in queste stupide trappole.Sono pensieri che mi passano in testa mentre leggo e so che le fa piacere avere anche i feedback…”
Cara Veronica, il destino ha voluto che in questo mese, tre ragazze mi abbiano confidato che stanno per abortire. Non vorrebbero, ma… Continua a leggere “L’occasione che la madre dà al suo bambino, è ogni volta un miracolo” (Alda Merini)
“Se non mi sfiorassero i dubbi, la vita sarebbe scontata e la fede sarebbe una cosa da burattini” (A. d’Avenia)
Buonasera, sono Debora ho 17 anni e frequento il quarto anno del liceo delle scienze umane. Ho trovato per caso il suo blog e ho deciso di scriverle perché da questa mattina (precisamente da dopo l’ora di filosofia, durante la quale abbiamo parlato di Cartesio e di Dio) mi sono iniziati a venire dubbi riguardo Dio. Fin da bambina ho sempre creduto. Faccio attivamente parte all’oratorio con i bambini che chiude l’anno con il Grest. Questo mio dubitare mi fa stare male; soprattutto perché non trovo risposte. Sinceramente non so vedere la mia vita da non credente, ma i dubbi che ho sono grandi e, secondo me per ora, senza uscita. Spero che lei mi riesca ad aiutare.
Buona serata
Debora
Carissima Debora, stai crescendo ed è cosa buona e giusta farti un sacco di domande, lasciandoti alle spalle una fede un po’ da bambina, “ereditata” dagli adulti intorno a te.
La tua vita ha bisogno di una tua scelta libera e di una fede personale conquistata anche con domande e risposte intimamente tue.
E’ il momento in cui ci si chiede: “Ma sarà vero tutto questa storia di Dio? Sarà tutta una montatura? Sarà auto-convincimento? Suggestione psicologica?”
Queste domande e questi dubbi sono inevitabili durante la nostra vita (non solo alla tua età). Siamo esseri umani e creature in perenne ricerca.
La fede è qualcosa di vivo ed in continuo movimento.
Non è un oggetto statico: o ce l’hai o non ce l’hai.
E’ conquista ed è dono.
E’ punto interrogativo e punto esclamativo.
E’ cercare Dio continuamente per poi scoprire che, se lo facciamo, è perché Lui già si è fatto trovare (“Nessuno viene a me se il Padre non lo attira” Gv 6,44)
La fede è germe di vita che va curato e nutrito.
E’ riflessione, studio, cultura ed approfondimento teologico, per non essere “creduloni” ma “credenti” « pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi » (1 Pt 3,15).
E’ esperienza, per diventare testimoni entusiasti e non predicatori intellettuali o professionisti del sacro. Continua a leggere “Se non mi sfiorassero i dubbi, la vita sarebbe scontata e la fede sarebbe una cosa da burattini” (A. d’Avenia)
Mia grazia e mia fortezza, mio rifugio e mia liberazione, mio scudo in cui confido
“Ciao Cristina, potresti scrivere qualcosa sulla preghiera di guarigione e liberazione?
Non ne so nulla”.
Lo so, sono passati tre mesi da quando ti risposi, parlandoti della preghiera di guarigione e dandoti poi appuntamento per parlare della preghiera di liberazione.
Tre lunghi mesi, ma eccomi qui.
Io non mi sono dimenticata di te e della tua seconda domanda.
Pronti? Via!
Innanzitutto buttiamo là una bella notizia: la preghiera di liberazione la possiamo fare tutti ed in ogni momento.
In genere la domanda conseguente è sempre: “Ma come? Liberare dai demoni non è un compito esclusivo degli esorcisti?”
In verità no. E’ vero che la nomina a esorcista è riservata solo ai sacerdoti (su delega del Vescovo), ma è anche vero che liberare dalle presenze/influenze diaboliche è un qualcosa che possiamo fare tutti: basta agire con la fiducia in Dio.
Gesù ci ha incoraggiati tanto in questo senso: “Questi poi sono i segni che accompagneranno i credenti: nel mio nome scacceranno i demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano i serpenti e, se avranno bevuto qualcosa di mortifero, non nuocerà loro, imporranno le mani agli infermi e questi saranno risanati” (Mc 16,17-18).
Ma allora che differenza c’è tra un esorcismo ed una preghiera di liberazione? Continua a leggere Mia grazia e mia fortezza, mio rifugio e mia liberazione, mio scudo in cui confido
Come spiegare la croce ai bambini (e non solo)
“Ieri pomeriggio giocavo con una bimba quando, improvvisamente, con la sua semplicità disarmante, mi ha detto: “Lo chiedo a te…. perché Gesù è morto per noi?”
A me?
Sono rimasta un attimo a bocca aperta, per cercare le parole giuste per una bambina. Ho provato a dirle che Gesù è morto per amore e perché attraverso la sua morte e la sua resurrezione noi potessimo non aver più paura di morire.
“Sì…” ha continuato la bimba non troppo convinta “ma perché è morto in croce così!”
L’ho guardata e deve aver capito qualcosa nel mio sguardo, perché senza neanche darmi il tempo ha aggiunto: “Facciamo una cosa, me lo spieghi un’altra volta…”
“Ci sto pensando da ieri…”
Cara Federica, questa bimba è andata proprio al succo del problema, eh… non ti ha fatto sconti.
Perché morire così?
Perché non morire di vecchiaia… oppure di una varicella fulminante… o anche da eroe leggendario. Ci sarebbero state tante altre di possibilità.
Per intuire qualche risposta per la bambina, può esserci di aiuto rileggere le ultime ore di vita di Gesù, concentrandoci su ogni parola ed ascoltando ogni minuto.
Tutto ciò che disse poco prima che il mondo gli saltasse addosso, infatti, rivela una lotta incombente che lui stava per affrontare.
Era come se fosse giunto alla battaglia finale.
La vittoria era dietro l’angolo e richiedeva l’ultimo micidiale sforzo.
Come in una fiaba reale, l’umanità stava per assistere alla vittoria definitiva del bene, imparando per sempre che “i draghi si possono sconfiggere” (G. Chesterton)
Nelle sue ultime ore di vita, c’era una posta in gioco altissima: la vita eterna aperta a tutte le creature umane!
Satana stava combattendo il tutto per tutto, coinvolgendo in questo conflitto tutti gli umani disposti a diventare suoi complici. Gesù non ha lasciato dubbi su questo:
“Come se fossi un ladro siete venuti con spade e bastoni. Ogni giorno ero con voi nel tempio e non avete mai messo le mani su di me; ma questa è l’ora vostra, è l’impero delle tenebre“ (Lc 22, 52-53)
Il potere delle tenebre era deciso a vincere quello della Luce e, come un drago impazzito, scaraventava schegge di odio a destra e a manca. Continua a leggere Come spiegare la croce ai bambini (e non solo)
Da ogni crepa dell’anima, la Luce entra!
“Buongiorno prof, ieri sera mi sono collegata al tuo blog e ho trovato la nuova riflessione riguardante la Sacra Sindone. Dopo averla letta sono andata a nanna e prima di addormentarmi mi è venuta in mente questa cosa: E se fossimo noi la sindone?
Non mi prendere per pazza ti prego…
Ho pensato che se con il nostro amore lasciamo che Gesù risorga dentro di noi, forse LUI risorgendo potrebbe lasciare su di noi un’impronta…. Certo, non diventeremo mai come LUI, ma forse gli altri guardandoci potrebbero scorgere in noi un po’ di quello che è Lui…
Sicuramente sono ancora nel buio Cri, ma non ho smesso di camminare…
Un abbraccio!”
Gabriella, sai qual è la cosa che più mi affascina della sindone? La luce. Quella luce piena di energia che ha portato “fuori” dal lenzuolo di morte, l’uomo che vi era stato deposto.
Un’esplosione di luce, dicono gli scienziati; quelle persone, cioè, che vivono sulla propria pelle quel che diceva Giovanni Paolo II “La sindone è una provocazione per la nostra intelligenza”.
Gli studiosi, in questi ultimi anni, hanno affrontato la madre di tutte le curiosità: “Come si è formata quell’immagine?”
Il prof. Aaron Upinsky, dello STURP, ha detto: “Uno dei più grandi misteri della Sindone è come il cadavere, staccandosi dal tessuto, non lo abbia toccato. Egli è volato via senza alterarne minimamente le fibre, senza strapparle e senza modificare le macchie di sangue già esistenti… Un cadavere coperto di piaghe non potrebbe mai essere portato via dal lenzuolo senza alterarlo e senza lasciare tracce. Questo è un fatto decisivo e non contestato da nessuna scienza. Si spiega unicamente per la ‘dematerializzazione’ del corpo, che vola via dal lenzuolo non essendo più soggetto alle leggi della natura. Orbene, è proprio questo che i cristiani chiamano ‘Risurrezione’”.
Praticamente il cadavere si è come vaporizzato, emettendo una radiazione che avrebbe plasmato l’impronta. Ed è molto probabile che, al momento di produrre questa radiazione, il corpo fosse in levitazione.
La radiazione…la luce…l’energia…che cosa sarà stato mai?! Continua a leggere Da ogni crepa dell’anima, la Luce entra!
Satana? Un destino da perdente. E noi? Noi siamo figli della Luce!
E’ quasi mezzanotte e su FB mi arriva questo messaggio da una mia alunna: “Ho delle domande che io e il mio ragazzo ci stiamo facendo da un po’ e spero riuscirà a rispondermi: perché Satana punisce coloro che hanno compiuto azioni malvagie invece che premiarli? Cioè lui è il male. I satanisti che lo venerano facendo azioni malvagie, perché vengono puniti? Infondo lo venerano come i cristiani venerano Dio.”
Cara Federica, hai detto bene: Satana è il male. Male assoluto. Odio perfetto. Nient’altro che male. Punto.
E nel male totale, non esiste niente di buono.
I premi alla fedeltà non sono presi in considerazione.
La solidarietà di gruppo è fuori circuito.
La venerazione non viene ricambiata con la gratitudine.
Nella logica umana ci riesce difficile capire l’odio assoluto perché noi, anche se arriviamo ad odiare qualcuno, rimaniamo pur sempre capaci di provare ancora amore per qualcun altro.
Non siamo assoluti nelle nostre scelte, ma oscilliamo da una parte all’altra. Continua a leggere Satana? Un destino da perdente. E noi? Noi siamo figli della Luce!
“Basta con le storie dei santi. E’ ora dei peccatori!”
“Lo deve leggere assolutamente! Basta con le storie dei santi; è ora dei peccatori! Dopo millenni che non compro un libro ho avuto una forza attrattiva che mi ha obbligato a comprarlo”
E mi spedisce una foto scattata al libro che ha appena acquistato. “VOLETE SAPERE CHI SONO IO? Racconti dal carcere”.
La settimana scorsa, su whatsApp, mi è arrivato questo messaggio da parte di Daniele, un mio alunno. Ovviamente lo comprerò: sono curiosa!
Daniele è un po’ speciale: intelligente ed ironico, sensibile e razionale, spirituale e pragmatico. Raramente ho conosciuto persone con tutte queste caratteristiche. Quindi con lui ho sempre avuto un feeling particolare.
E’ quindi ovvio che, con il suo provocatorio messaggio, sia riuscito a incuriosirmi. Pensavo: in genere facciamo dicotomie chiare nella nostra vita:
detenuti/liberi
cattivi/buoni
prima/dopo
dentro/fuori
In apparenza tutto sembra semplice, come quando si gioca a scacchi o si formano le squadre di“ Palla prigioniera”.
I gruppi sono due e, alla fine, ci sono i vincitori ed i perdenti. Chiarissimo!
Ma nella realtà le sfumature tra il bianco e il nero sono milioni quanti sono gli esseri umani.
Continua a leggere “Basta con le storie dei santi. E’ ora dei peccatori!”