Categoria: La Comunione dei Santi
Quest’uomo è Yeshua”.

Quel crocifisso a san Damiano


Mani che si toccano, tra Cielo e terra
“Ciao Maria Cristina, torno spesso a “passeggiare” sul tuo blog; trovo sempre anche tra i vecchi post delle perle che la volta precedente mi erano sfuggite…
Sono nella categoria “Comunione dei santi”, e mi viene in mente di raccontarti una cosa.
I nostri santi ce li scegliamo? O sono loro a scegliere noi?
Agli inizi della mia “carriera” di cristiana confesso di aver scelto i santi a cui rivolgermi sulla base delle mie necessità materiali: san Giuseppe per lavoro, economia & co., Santa Rita perchè a quanto pare riesce dove altri falliscono, San Giuda Taddeo perchè risolve presto e bene etc.etc.
Nel corso degli anni però è successo in un paio di casi il contrario: alcuni santi, sconosciuti o ignorati almeno da me, sono venuti a bussare al mio cuore, volevano fare amicizia con me.
Volevano farsi conoscere e starmi vicino…
Il primo è stato il beato Ermanno di Reichenau, sconosciutissimo benedettino dell’anno 1000. persona straordinaria sotto tutti i punti di vista (spirituale ed intellettuale), autore del Salve Regina. Proprio mentre recitavo la Novena alla Madonna di Pompei mi nasce un’onda di amore per questa particolare preghiera, voglio saperne di più, la imparo in latino, voglio sapere chi l’ha scritta, e così incontro “lui”, giovane benedettino geniale e storpio (SLA dicono i suoi biografi), che mi avvolge e mi fa sentire la sua dolcezza e la sua amabilità. Diventa uno dei miei più cari amici, poco importa che sia morto oltre 1000 anni fa e che non abbia idea del suo aspetto …
Proprio mentre scrivo penso a lui e mi assale la commozione, ho quasi le lacrime agli occhi, non vedo l’ora (non appena ne avrò la possibilità) di andare in Germania a visitare il monastero in cui è vissuto.
Stessa cosa con un santo ben più importante: S. Ambrogio, patrono della città in cui vivo (Milano).
Figura importantissima nella storia della chiesa e della città, in 20 anni non gli avevo prestato particolare attenzione. Improvvisamente mi chiama, sento una spinta dentro, trascorro un pomeriggio a S. Ambrogio davanti alla teca che custodisce i suoi resti, gli parlo, imparo a conoscerlo.
Il suo pensiero, ma anche la sua umanità, la sua amicizia con S. Agostino. Mi fa sorridere il fatto che, a distanza di millenni, questi due amici si ritrovino oggi “vicini di fermata” sulla linea 2 della metropolitana. Chissà come ridono lassù!
Mi lascia un messaggio preciso: quando ci si trasferisce, andare sempre a conoscere, a salutare il S. patrono della nuova città nel luogo di culto che egli è dedicato.
Con altri santi invece, che pure ho pregato e “sconcichiato” a lungo, non è nata alcuna relazione.
Ti chiedo cosa significhi questo, se ti è mai capitato e perchè alcuni santi ci cercano e che senso abbiano queste relazioni.
Dio ti benedica!”
Carissima **********, a volte mi faccio mille domande.
Perché mi sono così fissata con san Francesco, al punto che Assisi è la mia seconda patria e se non ci vado almeno una volta al mese mi sento bisognosa nel profondo?
Perché vado sempre più spesso al cimitero, al punto che parlo con tutti che lì sono, e sento nostalgia se manco da troppi giorni?
Perché leggo sempre più storie di incontri tra l’al di qua e l’aldilà, al punto che sono sempre più affascinata dal misterioso invisibile che ci è vicino in ogni dove?
Perché sono attratta dalla vita dei santi?
Sono solo autosuggestioni o spinte divine?
Sono solo curiosità storiche o appuntamenti col Cielo? Continua a leggere Mani che si toccano, tra Cielo e terra
Un sacerdote unico!





Storia vera di un quadretto appeso in casa!
Lui è Giorgio (lo chiamerò così), il medico che con l’ozonoterapia mi ha salvata un po’ di anni fa da un’artrosi importante (se qualcuno volesse delucidazioni, volentieri condividerò le informazioni).
Ieri, come tutti i mesi, sono andata da lui per fare la mia terapia. Con il suo permesso condivido, entusiasta per il mistero degli eventi della vita, una sua storia familiare.
I suoi nonni materni erano una bella coppia con tre bambini piccoli. Vivevano in un paesino collinare: lui falegname e lei maestra del paese. Ad un certo punto, però, arriva una tremenda epidemia di colera.
C’è bisogno che vi descriva il panico? A voi che, come me, state attraversando una pandemia mondiale? Ma anche no!
Ad un certo punto un piccolo alunno di questa appassionata maestra, si ammala di colera. E la maestra che fa? Va a casa sua a fargli lezioni ricche di protezione per il suo futuro. La maestra non voleva che quel bambino rimanesse indietro rispetto ai suoi compagni.
Talvolta l’amore e la passione si alleano così tanto, che non ci permettono più di amare con i conti finanziari a portata di mano: “Rischio – non lo faccio” e “Non rischio – lo faccio”.
Ed è stato così che la maestra si è ammalata di colera, si è aggravata ed è morta.
Il marito resta solo con tre bambini piccoli (di cui la più grande è la mamma del mio medico, una bimbetta di quattro anni e mezzo). La povertà diventa miseria e quell’inverno, per scaldare i suoi bambini, quel falegname dovrà bruciare anche il legno che lui teneva nella sua bottega per lavorare.
Tempi duri. Durissimi.
Un giorno non ne può più. E’ solo. Sta pensando. Non sa più come fare a sfamare i suoi bambini.
Davanti a lui c’è la porta di casa e sopra il ritratto di san Giuseppe. Quante volte gli ha chiesto aiuto! Ma niente. In preda allo sconforto ed alla rabbia, prende un martello che è lì vicino e lo scaglia sul quadro appeso al muro. “Ma dove sei?” Buuum! Il quadro cade.
Ma, proprio in quel momento, qualcuno bussa alla porta. Il falegname apre e si trova davanti ************, l’autorità più ricca del paese. Il signore che possedeva un’immensa villa sulla collina. Il falegname si scusa per il quadro a terra. Non si aspettava questa visita. Ma quel signore arriva subito al punto: “Ho deciso di cambiare tutte le finestre e le porte della mia casa. Me lo farebbe lei questo lavoro?” Continua a leggere Storia vera di un quadretto appeso in casa!
Abbiamo farfalle bianche e luce, intorno a noi
La vita mi ha regalato delle amiche fidatissime. ❤
Sono amiche a cui potrei anche dire di aver fatto il peggio del peggio, sapendo con certezza che non mi lascerebbero mai da sola. Ne ho le prove! Ma, soprattutto, le amo per una caratteristica: con loro posso parlare di tutto ma, soprattutto, di Cielo. E così loro mi raccontano, mi insegnano, mi incoraggiano…insomma: mi aiutano a volare alto e vedere con amore anche ciò che amore non è. ❤
Ieri una di queste super creature, mi ha raccontato due fatti che io cercherò di condividere mantenendo, come al solito, la privacy. Continua a leggere Abbiamo farfalle bianche e luce, intorno a noi








La santità è lasciarsi amare da Dio
Seguo da tempo la tua pagina su Facebook e questo tempo sta coincidendo con un percorso interiore iniziato anni fa. Un percorso lento e faticoso ma che sta andando avanti. Più per caparbietà di Dio che mia, lo devo ammettere.
Ci sono giorni in cui mi frulla in testa una domanda che forse può apparire sciocca, ma che torna spesso a presentarsi nei miei pensieri. Così ho pensato di girarla anche a te.
Ti capita mai di voler pregare per qualcosa, per qualcuno o per te stessa e non trovare le parole? Cosa si fa in questi casi?
Pensa che ti ripensa, l’unica risposta che sono riuscito a darmi è che, dato che il Signore legge nei nostri cuori, allora Lui sente e ascolta anche le preghiere che, per chissà quale ragione, noi non riusciamo ad esprimere con le parole giuste.
Penso che sia così.
Spero che sia così.
Lo spero perché tante volte è così grande il peso che dobbiamo portare addosso che, non riuscire neppure a pregare o a trovare conforto nella preghiera, è un po’ triste. Almeno per me.
Scusa per lo sfogo e per il disturbo. In fondo neanche mi conosci.
Grazie per le bellissime cose che condividi nella tua pagina e Dio ti benedica per tutto quello che fai!!!
Caro Marco, mi chiedi se mi capita mai di avere la sensazione di non pregare nel modo gusto?
Certo!
Se mi venga mai il dubbio di parlare senza il giusto trasporto con Dio, fino a dubitare di essere ascoltata?
E certo!
Ma ti dirò di più. A te capita mai di distrarti, di annoiarti, di non aver voglia…?
Insomma Marco; siamo tutti nella stessa barca.
E’ la fatica del cammino spirituale dei figli della Luce, in lotta con la fragilità e con le nostre paranoie.
Ma “non mi pento dei problemi che mi sono creato, perché mi hanno portato fin dove desideravo arrivare” ha scritto Paulo Coelho.
Chiedersi “Ma sono ascoltato da Dio?” e poi cercare tenacemente una risposta significa non voler perdere di vista l’orizzonte del Cielo. Ed è lì che tutti noi vogliamo arrivare (coscienti o meno).
Ma a volte, per arrivarci, dobbiamo fermarci.
Riposarci.
Rientrare in noi e rimettere daccapo il film della nostra esistenza. Continua a leggere La santità è lasciarsi amare da Dio
“E’ una vita che cerco riparo nella santità” (A. Merini)
A tutti i santi che oggi festeggiano in Paradiso la loro sorpresa per tanta gioia preparata per loro… sappiate che siamo felici per voi!
A tutti i santi che non hanno i nomi scritti sui nostri calendari, ma in Paradiso sono conosciuti uno ad uno… sappiate che siamo felici per voi!
A tutti i santi che nel grembo caldo della loro vita terrena, hanno fatto posto a sogni e rinascite quotidiane in nome dell’amore… sappiate che siamo felici per voi!
A tutti i santi che hanno cantato la lirica perfetta tra il dire ed il fare, amando tutto e tutti… sappiate che siamo felici per voi!
A tutti i santi che sono usciti vincitori nella lotta tra il bene ed il male, acchiappando la palma della vittoria nel metro finale della corsa della vita… sappiate che siamo felici per voi! Continua a leggere “E’ una vita che cerco riparo nella santità” (A. Merini)