Categoria: Attualità
MA PERCHÉ PROPRIO IL 25 NOVEMBRE?
MA PERCHÉ PROPRIO IL 25 NOVEMBRE?
La storia dietro la ricorrenza della Giornata contro la violenza sulle donne
È il 25 novembre 1960.
È l’ultimo giorno di vita di tre giovani sorelle della Repubblica Dominicana.
Si chiamano Patria, Minerva e María Teresa Mirabal.
Quel giorno escono insieme per andare a far visita ai propri mariti che si trovavano in carcere in quanto dissidenti politici.
Non faranno mai più ritorno.
Le tre donne hanno 25, 36 e 34 anni.
Stanno viaggiando su una Jeep e, ad un certo punto, imboccano un ponte nella zona di Marapica, subito fuori da Puerto Plata, nel nord del paese.
Su quel ponte, al centro della carreggiata, di colpo si posiziono degli uomini armati che obbligano l’auto a fermarsi.
Poi intimano alle tre sorelle di scendere.
Sono i militari del Sim, acronimo di Servicio de Inteligencia Militar.
Sono quindi agli ordini del dittatore Rafael Trujillo.
Le tre sorelle vengono prima separate una dall’altra, poi portate in luogo montano remoto chiamato La Cumbre, dove oggi sorge il loro monumento, e lì vengono brutalmente picchiate, stuprate e infine strangolate.
I sicari hanno l’ordine di simulare un incidente stradale; così i corpi senza vita vengono rimessi in macchina e questa distrutta in modo da simulare un impatto.
È il 25 novembre del 1960.
LE FARFALLE!
Le tre giovani donne erano attiviste politiche molto esposte.
Coraggiose!
Inizialmente organizzavano riunioni e piccoli comitati per dare vita a un fronte di opposizione ma, in tutta risposta, vennero perseguitate e torturate.
OGNI TRE GIORNI…
Lotta interiore
Fai bei sogni!
Tutto è nato così: da una mia amica che insegna alle medie inferiori di una città che qui non preciso, che mi ha riferito che quando ha detto ai suoi alunni di terza media quel semplice: “Avete sentito che è stato arrestato un importante mafioso?” si è sentita rispondere altrettanto semplicemente: “Che figo!”
Così questa settimana, a scuola, con i miei studenti (anch’essi cresciuti a pane e Gomorra), abbiamo fatto insieme una riflessione.
Siamo partito proprio dall’ABC.
Ma che significa la parola “peccato”? Abbiamo fatto una passeggiata nel sentiero che mi attrae tanto da sempre: l’etimologia ebraica (una lingua molto concreta e poetica nei suoi significati).
“Peccato” ha la sua radice in khaw-taw che significa “mancare, sbagliare il bersaglio (parlando di un arciere) o inciampare”.
E così abbiamo fatto il parallelismo tra due arcieri: Matteo Messina Denaro e fra Biagio Conte.
Entrambi siciliani.
30 anni di fuga e latitanza da una parte.
30 anni di Missione e Speranza dall’altra.
Una vita sterile come un albero secco, che ha creato morte e solitudine da una parte.
Una vita feconda come un albero rigoglioso che ha donato bene e guarigione dall’altra.
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Il vero “merito”!
FINE DELLA GUERRA!
MERCOLEDI 25 MARZO 2022: MARIA, PROTEGGICI DA NOI STESSI
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