LA CASA DELLE FARFALLE!

Se amate la natura…
Se siete attratti dalle farfalle…
Se saprete pazientare ed attendere che le farfalle scelgano di venire da voi e non viceversa …
Se avete dei bambini nei dintorni…
Se la biodiversità è il vostro pallino …
Se siete maestre e volete far fare un’esperienza stupenda ai vostri piccoli studenti…
Andate a visitare la casa delle farfalle! ❤️
La serra ha clima e habitat tipici delle foreste pluviali: una temperatura che oscilla fra 28° e 30° C e un tasso di umidità del 65-70%, che permettono la vita di tante specie di animali e piante tropicali, provenienti da Sud-Est Asiatico, Sud America, Africa e Australia.
In questi 500 mq, vivono e volano in piena libertà circa 60 specie di farfalle amazzoniche, africane e indo-australiane!

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La giornata è fatta di attimi

Se potessimo fermare, come in una foto, un attimo bello della giornata, quale fotogramma sceglieremmo?????
Questa mattina stavo riguardando le foto scattate ieri.
Queste due hanno vinto il Premio del Giorno ????
Mi sembra che i bambini, gli animali e la natura, siano carezze quotidiane per il nostro mondo interiore.
La positività della vita, tramite loro, ci viene incontro vestita di semplicità.
E non è più necessario affannarsi alla ricerca dei pensieri positivi o tentare allontanamenti maldestri dalle esperienze negative.
La semplicità dell’Essenza entra in noi e, piano piano, riusciamo a guardare tutto con occhi di Cielo.
Tutto è armonia.
E la nostra anima, lentamente, smette di scappare e si riposa.
Buona giornata a tutti noi cavalieri della vita (anche se abbiamo le armi spuntate❤)

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I profeti della vita

Lei si chiama Liz Chicaje Churay.
Fa parte di quella porzione d’umanità che mi fa sperare nel futuro.
È una creatura umana che sta lasciando orme belle del suo passaggio sulla terra.

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Ti direi: “Spegni la luce che il Cielo c’è!”

In questi giorni sto finendo di leggere “La fine è il mio inizio” di Tiziano Terzani.
È un dialogo meraviglioso che lui ha fatto con il figlio, nei suoi ultimi giorni passati sulla terra.
Ad un certo punto gli dice:
” L’altro giorno la mamma mi ha chiesto <Se qualcuno telefonasse e ci dicesse di aver scoperto una pillola che ti farebbe campare altri dieci anni, la prenderesti?> e io istintivamente ho risposto <No!>
… guarda la natura da questo prato, guardala bene e ascoltala. Là il cuculo; negli alberi tanti uccellini – chi sa chi sono? – coi loro gridi e il loro pigolìo, i grilli nell’erba, il vento che passa tra le foglie. Un grande concerto che vive di vita sua, completamente indifferente, distaccato da quel che mi succede, dalla morte che aspetto.
Le formiche continuano a camminare, gli uccelli cantano al loro Dio e il vento soffia.
Che lezione!
Per questo io sono sereno.
Da mesi dentro di me c’è un centro di gioia che irradia in ogni direzione. Mi pare di non essere mai stato così leggero e felice. E se mi chiedi: Come stai? ti dico: Io sto benissimo, la mia testa è libera, mi sento meravigliosamente!”

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C’è più gioia nel rinascere che nel nascere

Ricordo che era settembre 2017.
Stavo guardando gli oleandri che avevo piantato sette anni prima.
Belli. Alti.
Appunto: alti.
Io invece li volevo più “larghi”, più folti.
E così quel settembre di tre anni fa, con l’ardire della giardiniera che voleva gli oleandri folti come non mai, li potai come non ci fosse un domani, con tutta la concentrazione possibile sul “tutto&subito”.
Ero decisa: l’anno dopo io avrei avuto gli oleandri foltissimi.
Che disgrazia quando il nostro ego diventa come un blocco di cemento che si muove in una cristalleria.
Quell’anno ho fatto un disastro: ho quasi ammazzato tutti gli oleandri!
Sigh.

La primavera seguente ricordo il giardiniere che non sapeva come dirmi che avevo praticamente distrutto un’intera parete di oleandri.
Lui, delicato e gentile, mi stava parlando come un medico rianimatore che doveva avvertire i parenti stretti che, al loro familiare, non restava che staccare i macchinari e… amen.
Ei fu.
Io, addolorata e pentita, prima di mordermi i gomiti e tagliarmi le mani per quella potatura assurda fatta l’autunno precedente, tentai il tutto per tutto e presi l’estrema speranzosa decisione: “Per ora non li estraiamo. Li curerò. Li concimerò. Li poterò con delicatezza. E vediamo cosa succederà…”.

Rattristata e piena di sensi di colpa, iniziai l’operazione “salvataggio degli oleandri” 

Ricordo che nell’estate 2018 per ogni germoglio che vedevo spuntare, gioivo solitaria e felice.
Piano piano vedevo trasformarsi dei rami rinsecchiti in legni verdi portatori di vita. Continua a leggere C’è più gioia nel rinascere che nel nascere

La guarigione dello sguardo

Ha gli occhi socchiusi tipici di chi è stato abituato dalla Vita a scrutare l’orizzonte con la massima attenzione e le sue rughe raccontano una vita non facile, ma sicuramente “vissuta”.
E’ seduto davanti a me e mi chiede calmo: Siete in tre?
“Sì” rispondo sorridente.

Quest’anno la fioritura di Castelluccio l’ho voluta regalare alle due nipotine più grandi.
Una specie di attestato di garanzia valido per sempre, atto a certificare che la vita è davvero meravigliosa.
Così, per festeggiare il sole ed i papaveri, abbiamo deciso di farci un romantico giro tra i fiori della Grande Piana di Castelluccio, su un carro trainato da fieri cavalli.
Il signore dagli occhi socchiusi e dallo sguardo penetrante, ci accompagnerà.

Ho una specie di sesto senso per le persone.
Mi accade spesso.
Incontro una persona per caso, in circostanze assolutamente fortuite e “sento” con misteriosa certezza che da lei potrò imparare qualcosa di prezioso.
Il 30 giugno 2020, alle 14.30, sotto il sole cocente della grande Piana, ho “sentito” che valeva la pena ascoltare Gilberto (mi dirà il suo nome solo alla fine del giro quando, oramai scesi dal carro, gli ho chiesto il permesso di scrivere almeno un po’ del tesoro di esperienze che mi ha raccontato nella mezzora di passeggiata a cavallo).
Tutto è nato con la mia domanda iniziale, ispirata dal ritmo antico degli zoccoli dei cavalli: “Mi scusi, ma lei è nato qui?”
E poi sono stata catapultata nel film storico di Gilberto. Continua a leggere La guarigione dello sguardo

I mici del cimitero

20160806_092256_resized  Con la piccola Giulia, la mia nipotina di venti mesi, amiamo passeggiare nelle vie poco frequentate.

Meglio se ci sono alberi e fiori.

Perfetto se c’è anche silenzio e assenza di traffico.

Cantiamo, chiacchieriamo, guardiamo uccellini e foglie… ed io reimparo ad essere contenta, senza un motivo.

Una di queste vie perfette, passa vicinissima ad uno dei due cimiteri della mia citta: il cimitero delle Cortine.

 

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E’ antico, è affascinante e mi attrae persino la scritta che si legge nell’entrata principale: Quanti splendidi argomenti sono mancati per sempre”.

 

 

Gatti_Abbandonati-1024x576E’ lungo questa stradina che, da anni, c’è chi vi abbandona micetti appena nati. Situazione davvero problematica.

Potete immaginare il gran numero di gatti che lì, cercano di sopravvivere?

Ogni mattina ci passo per andare a scuola e, sia d’inverno che d’estate, vi vedo persone di buona volontà fare il possibile per sfamare i piccoli e curare i malati.

20160514_152607_resizedMa un conto è passarci con la macchina, con addosso la fretta dell’orario scolastico ed un conto è camminare lentamente con un passeggino, cantando : Ci son due coccodrilli e un orangotango…”, raccogliendo fiorellini qua e là.

Quando si cammina rilassati, il mondo circostante ci entra dentro con i suoi particolari. E’ stato così che nella famosa curva ad “U” (il luogo tristissimo di abbandoni cinici di micetti) ho visto il bellissimo lavoro che hanno fatto, negli anni, un gruppo di volontari.

Delle piantine da siepe sono state messe intorno alla recinzione e, attraverso la rete, si intravede pulizia, piante ornamentali ed ordine.

catmint-cat-whiteMentre camminavo ancora più lentamente, ammirata da quel che intravedevo, mi sento chiamare: “Cri!!! Ciao!!! Vuoi entrare? Vuoi far vedere a Giulia i micetti che sono qui?”

Mi volto e vedo Veronica, una bellissima donna che ancora si muove con la leggerezza di chi ha fatto danza per tantissimo tempo.

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Il suo sorriso è accogliente, la luce del sole illumina i colori dei fiori piantati lì, Giulia si guarda intorno con gli occhi meravigliati di chi non sa su quale gatto concentrarsi…ed io mi ritrovo circondata dai frutti della buona volontà umana. Continua a leggere I mici del cimitero