Classe prima (avete presente quei quattordicenni che non s’augurano a nessuno?)
Rublëv (avete presente quel sommo iconista russo che in pochi conoscono?)
Natività (avete presente quella durissima tenzone tra Luce e Tenebre che abbiamo quasi tutti superficialmente riassunto in un semplice dolce evento?)
DAD (avete presente quelle lezioni fatte al pc che ora, però, chiamiamo DID perché ci piace più la parola “integrata” che “distanza”?)
Ecco.
Ci siamo.
Tag: Isaia
“Il perdono libera l’anima e cancella la paura; ecco perché è tanto potente come arma” (dal film Invictus”)
“Perdonare, rancore… mai come in questi giorni ho capito l’importanza del perdono
Ci sono un paio di persone della mia vita che non ho ancora perdonato, lo confesso. Ogni tanto, ho chiesto a Dio di aiutarmi a farlo, ma diciamo che con questo “non perdono” ho imparato a convivere. Alla fine, in fondo, tutto si riduce a qualche sporadica esplosione di rabbia, ma nulla più. Al massimo, col tempo, mi verrà un po’ di gastrite, forse il reflusso. C’è di peggio e ci sono cose più importanti da chiedere a Dio. Il perdono, se è volontà di Dio, arriverà!
Questo lo pensavo sino ad un paio di giorni fa quando, improvvisamente, la mia mente si è spalancata ed ho visto i disastri che causa il non perdono. E’come un mostro accovacciato in un angolo buio della nostra anima, il subconscio. Noi non ce ne rendiamo conto ma il “mostro” pian piano dirige le nostre vite, condiziona le nostre scelte, diventa uno schema di comportamento e ci trascina a fondo. Come l’ho capito? Ho osservato con attenzione, forse per la prima volta, il comportamento di una persona (mio fratello) verso cui nutro ancora rancore: ho capito che anche lui ne ha nei miei confronti (ci rimpalliamo le stesse accuse per una vicenda che ci ha coinvolti), e nel suo comportamento ho visto il mio. Siamo lo specchio l’uno dell’altra. Travestiamo la rabbia da razionalità, gli impulsi violenti diventano aggressività passiva, lui è il mio prossimo ed il mio prossimo sono io e senza rendercene conto danziamo seguendo i passi che il “mostro” ci indica, anche in quelle scelte che nulla hanno a che fare con i nostri rancori. Le nostre vite sembrano andare a rotoli, facciamo una fatica tremenda, come a voler far andare la macchina con il freno a mano tirato. Tutte le obiezioni che gli muovo e che pensavo essere considerazioni assolutamente razionali sono invece generate dal mostro, ed alimentano il “suo” mostro.
Come ho reagito dinanzi a ciò? Mi sono staccata da alcuni schemi di comportamento. Volutamente adesso non rispondo e non reagisco secondo quegli schemi, sono disposta a pensare che abbia ragione e gli lascio il suo spazio, sono docile. Perdonare però è diventata la mia priorità, solo così sarò libera, libera dalla rabbia e dall’aggressività passiva. Ti chiedo: cosa può aiutarci a perdonare in fretta, prima che sia troppo tardi, prima che il danno sia irreparabile? Dio ti benedica”
Inutile nasconderselo: il perdono è un lavoro atroce, difficile, dolorosissimo.
Ha bisogno di tempo. Spesso di tempi lunghi. Non esiste il perdono dai tempi giornalistici: “Un’ultima domanda, lei ha perdonato l’assassino di suo figlio?”.
Eppure, pur con tutte le sue difficoltà per arrivarci, il perdono è l’esperienza umana che più ci avvicina a qualcosa che sappia di resurrezione.
Qualcosa che era morto (per esempio un amore fraterno tradito) ritorna in vita. E’ una grazia vitale che spande in giro nuove chances. E’ la possibilità che noi diamo ad una vita, di ricominciare.
Ma per evitare facili frasi-slogan sul perdono (che spesso semplificano maldestramente l’atto del perdonare, ferendo ancora di più chi non ci sta riuscendo) non possiamo non guardare in faccia il rancore.
Dove nasce il livore? Continua a leggere “Il perdono libera l’anima e cancella la paura; ecco perché è tanto potente come arma” (dal film Invictus”)
Da Lucifero a Satana: storia di un fallimento
“Buongiorno prof, volevo sapere solo delle cose su Dio. Stamattina stavo ascoltando una canzone. Ad un certo punto il cantante ha detto: “Su Dio non so molto per questo non prego”, e da questa frase mi sono fatta qualche domanda. Anch’io, come il cantante, non so molto su Dio. So solo che mi ha dato la vita, un tetto e tante altre cose, ma una cosa mi tormenta: perché a me ha dato tutte queste cose mentre alcuni bambini (anzi, tanti) muoiono di fame?
Perché Dio non pensa pure a loro? Lo so che questa “povertà” è opera dell’uomo, delle persone, ma perché Dio non può mettere un po’ di ordine?
Ah, ultima cosa; il diavolo un tempo era un angelo, Dio l’ha scaraventato all’inferno (o purgatorio, non ricordo), ma se Dio è rappresentato come il buono che “perdona tutti”, perché Lucifero non l’ha perdonato?
Non poteva perdonarlo, fargli la ‘ramanzina’ e poi dargli una punizione adatta a lui?
E ultimissima cosa; se il diavolo una volta era un angelo, perché è diventato così cattivo? Che cosa gli è successo?
E perché Dio è rappresentato come il ‘buono’ e Lucifero è rappresentato come il ‘cattivo’?
Scusi se le ho fatto perdere tempo e scusi ancora se ci sono errori grammaticali.”
Carissima Veronica, prima o poi tutti arriviamo alle tue domande. Sono domande urgenti, con risposte profondamente misteriose.
Quando si tratta di Dio, infatti, il nostro cervello non è l’organo migliore per capirci qualcosa. Nel libro di Isaia, il Signore dell’universo dice chiaramente (e senza tanti giri di parole): “…i miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie… Quanto il cielo sovrasta la terra, tanto le mie vie sovrastano le vostre vie, i miei pensieri sovrastano i vostri pensieri” (Isaia 55). Però dobbiamo tentare ugualmente di comprendere qualche mollica caduta per noi dalla grande tavola di Dio.
E allora, iniziamo ad alzare lo sguardo verso il Cielo ed aguzziamo l’intuito spirituale. Continua a leggere Da Lucifero a Satana: storia di un fallimento
Come spiegare la croce ai bambini (e non solo)
“Ieri pomeriggio giocavo con una bimba quando, improvvisamente, con la sua semplicità disarmante, mi ha detto: “Lo chiedo a te…. perché Gesù è morto per noi?”
A me?
Sono rimasta un attimo a bocca aperta, per cercare le parole giuste per una bambina. Ho provato a dirle che Gesù è morto per amore e perché attraverso la sua morte e la sua resurrezione noi potessimo non aver più paura di morire.
“Sì…” ha continuato la bimba non troppo convinta “ma perché è morto in croce così!”
L’ho guardata e deve aver capito qualcosa nel mio sguardo, perché senza neanche darmi il tempo ha aggiunto: “Facciamo una cosa, me lo spieghi un’altra volta…”
“Ci sto pensando da ieri…”
Cara Federica, questa bimba è andata proprio al succo del problema, eh… non ti ha fatto sconti.
Perché morire così?
Perché non morire di vecchiaia… oppure di una varicella fulminante… o anche da eroe leggendario. Ci sarebbero state tante altre di possibilità.
Per intuire qualche risposta per la bambina, può esserci di aiuto rileggere le ultime ore di vita di Gesù, concentrandoci su ogni parola ed ascoltando ogni minuto.
Tutto ciò che disse poco prima che il mondo gli saltasse addosso, infatti, rivela una lotta incombente che lui stava per affrontare.
Era come se fosse giunto alla battaglia finale.
La vittoria era dietro l’angolo e richiedeva l’ultimo micidiale sforzo.
Come in una fiaba reale, l’umanità stava per assistere alla vittoria definitiva del bene, imparando per sempre che “i draghi si possono sconfiggere” (G. Chesterton)
Nelle sue ultime ore di vita, c’era una posta in gioco altissima: la vita eterna aperta a tutte le creature umane!
Satana stava combattendo il tutto per tutto, coinvolgendo in questo conflitto tutti gli umani disposti a diventare suoi complici. Gesù non ha lasciato dubbi su questo:
“Come se fossi un ladro siete venuti con spade e bastoni. Ogni giorno ero con voi nel tempio e non avete mai messo le mani su di me; ma questa è l’ora vostra, è l’impero delle tenebre“ (Lc 22, 52-53)
Il potere delle tenebre era deciso a vincere quello della Luce e, come un drago impazzito, scaraventava schegge di odio a destra e a manca. Continua a leggere Come spiegare la croce ai bambini (e non solo)
Il futuro è nelle mani di Dio, non in quelle di maghi ed economisti
“Non posso credere che lei lasci perdere tutto questo! Ciononostante non ho ancora ricevuto sue notizie. Tutto quello che ho visto per lei e che l’attende nei prossimi giorni è questo: Fortuna, Denaro, Serenità…E’ scritto nel suo Cielo!
Se tutte queste visioni su di lei mi sono state inviate, non è per un caso: sono stata scelta per aiutarla, per essere la sua messaggera!
Lei crede che la vita facile sia riservata sempre e solo agli altri? Lei crede di non meritarla?
Legga qui, come le persone fortunate e ricche hanno avuto, un giorno, lo stesso aiuto che io le offro gratuitamente. Entro pochi giorni il suo Periodo di Fortuna Astrale arriverà, quindi c’è urgenza, il futuro della sua vita si decide in questi giorni!
Accetti l’aiuto totalmente gratuito che le offro dal profondo del mio cuore.
La sua amica,
Romalla”
Fino a pochi giorni fa, vivevo amaramente immersa nei mie problemi quotidiani, senza sapere di avere Romalla (il nome l’ho leggermente modificato) come amica e di poter usare i suoi super poteri di veggente per risolvere tutto.
WOW!
Con l’avvento del nuovo anno, questa mitica Romalla mi ha scritto più di una volta via email, annunciandomi di essere stata scelta dal Cielo (sì, avete letto bene la maiuscola della parola “Cielo”) per farmi da guida e messaggera. A leggere ciò che mi scrive, mi chiedo come io abbia potuto vivere senza Romalla, fino ad ora.
In questi giorni. girando per la mia città, mi sono divertita a fotografare i manifesti pubblicitari di maghi ed affini. A leggerli ci sarebbe da invitare tutti a rivolgersi a loro; la vita sarà più bella, i debiti spariranno, l’amore risorgerà, la salute non ci mancherà … e persino i chili di troppo se ne andranno per sempre.
Per analizzare tutto questo potrebbe essere sufficiente solo una facilissima ironia, se non fosse che uno studio parla di circa otto milioni (ventiduemila al giorno) di persone che ogni anno si rivolgono a maghi, astrologi e cartomanti. Il basso livello di istruzione o le debolezze personali possono certamente rispondere a qualche “perché”. Qualche.
Io aggiungo che quando gli uomini smettono di affidarsi a Dio, finiscono per cercare “in ogni dove” un qualche modo per superare paure e insicurezze ancestrali. Continua a leggere Il futuro è nelle mani di Dio, non in quelle di maghi ed economisti
“Un giorno, io lo so, mi raccoglierai” (Marc Chagall)
“Allora per domani sera è tutto ok? Farai il Figliol Prodigo?”
“Certo! Spiegheremo quello di Chagall; è troppo bello.”
Chagall: ho iniziato ad amarlo un po’ di anni fa, solo dopo aver conosciuto la sua vita.
I suoi quadri fatti di sogni e realtà, di colori ed emozioni, non sono semplicissimi da comprendere con la testa, ma con il cuore, sì.
“Se creo qualcosa usando il cuore, molto facilmente funzionerà; se invece uso la testa sarà molto difficile” diceva Chagall.
E di cuore ce ne ha messo tanto, quando ha dipinto “Il figliol prodigo”.
E’ il 1975 ed il pittore bielorusso ha ottantotto anni. Nella sua lunga vita ne ha passate tante. Era solito dire: “Io sono nato morto” quando, ricordando le sue origini ebraiche, raccontava la sua nascita avvenuta nello stesso giorno in cui il suo villaggio era stato attaccato dai cosacchi durante un pogrom. Era il 7 luglio 1887 e la sinagoga di Vitebsk veniva data alle fiamme.
Poi conobbe l’antisemitismo sovietico, il nazismo tedesco, l’esilio in Francia e negli Stati Uniti e lo strazio della morte della sua giovane ed amatissima moglie Bella.
Eppure la carrellata dei tanti momenti bui, non gli ha impedito di sentirsi, sempre e comunque, dentro quel misterioso abbraccio del figliol prodigo. Continua a leggere “Un giorno, io lo so, mi raccoglierai” (Marc Chagall)
L’amore fedele oltre la morte
“Cara prof, è da tanto che non le scrivo e non so da dove iniziare … beh in questo anno passato con lei ho imparato tanto e sento di essere cambiata tanto… mi ricordo la prima volta che le ho scritto … ero diversa da quello che sono ora.
Ho imparato che non tutto è come ci sembra, non tutti sono quelli che ci sembrano di essere e soprattutto ho conosciuto persone davvero speciali come lei.
Lei mi ha sempre detto che mio padre mi sta vicino, anche quando non lo sento. Beh prof, mio padre è veramente accanto a me! E’ qui quando piango, quando sorrido e soprattutto quando ho bisogno di lui. Sembra che, più tempo passa e più trovo pezzi di lui in qualunque cosa!
Certo, ci sono sempre quei giorni in cui non mi riesco a frenare e le lacrime vengono giù…. ma asciugandole mi dico che sono forte … forte davvero ….
La persona meno forte in questo momento è mamma; ogni giorno vedo il suo sorriso spegnersi. Mi fa paura … prof! Faccio di tutto per renderla felice per farla sorridere… ma delle volte lei sorride per far felice a me … lei sta male … lo sento … la sera quando dormo, piange e chiede aiuto a Dio … perché in fondo lei ci crede ancora in Lui e nel Suo amore.
Sa oggi sono uscita con lei a fare un giretto … lei vedendo una coppietta mi fa: “Tuo padre, se ci fosse ancora, chissà quante cose avremmo fatte ancora insieme…chissà come sarebbe andata”. Io, in quel momento, mi sono sentita morire. Ho sentito che tutto ciò che ho fatto non le è bastato … mi fa stare male … credo che mia madre sia caduta e non riesca più a rialzarsi!
Io senza i suoi sorrisi sono persa…
Prof mi fa male vederla cosi … mi uccide sta cosa …. perché un amore non può durare per sempre? Perché le persone che si amano non stanno insieme per sempre!?
“Ti amo!” disse l’uomo alla donna.
“Ti amo anche io!” rispose la donna al suo uomo.
“Ti amerò per un mesetto sicuro!” riprese l’uomo.
“Io invece sono certa che ti amerò almeno per un anno!!!” gli disse la donna, tutta entusiasta ed innamorata. Continua a leggere L’amore fedele oltre la morte
La paura, nella malattia, è “sacro-santa”!
Sarà che ho una paura matta del dolore fisico (ed ancora non riesco a capire come abbia fatto a partorire tre figli con abbastanza naturalezza); sarà che mio marito ha rischiato di morire nell’arco di pochi attimi per un aneurisma cerebrale; sarà che il sangue posso fare volentieri a meno di vederlo…fatto sta che della malattia ne parlo davvero con grande fatica.
E non trovo mai neanche le parole giuste per parlarne. Cosa puoi dire ad un malato? Che deve farsi coraggio? Che deve essere forte? Che tutto passerà?
Non mi convincono mica tanto, queste frasi.
La malattia è la prova della nostra provvisorietà e fragilità. Continua a leggere La paura, nella malattia, è “sacro-santa”!
Prof, mia madre mi ha riabbracciata!!!
“Salve prof, credo che sia arrivata l’ora che io le scriva. Innanzitutto, come lei avrà saputo (credo) sono ritornata da Modena.
E’ stato veramente un gran coraggio tornare, soprattutto per via di mia madre. Ma certe cose, anche si ti fanno male dentro con un dolore che non riesci ad attutire, contemporaneamente ti fanno stringere i denti e andare avanti.
Ho avuto paura. Mi chiedevo: “E se, tornando, trovassi la porta chiusa? Se lei non mi vorrà più vedere? O parlare?”
Ma è mia madre e, tornando, ho visto la parte migliore di lei da quando sono nata. Tornando, è tutto cambiato!
Ora mi dimostra il suo amore, mi aiuta mi ASCOLTA quando ne ho bisogno ed è molto meglio di una migliore amica o di un ragazzo. Nonostante tutto quello che le ho fatto, lei ha messo da parte tutto e mi ha abbracciata!
Un atteggiamento che non mi aspettavo, mi creda. Lei, sempre manesca, sempre arrabbiata su qualsiasi cosa, per la prima volta invece che toccarmi per darmi uno schiaffo, mi tocca per una carezza, per un bacio o per un abbraccio.
A Modena, le cose con mio padre non sono andate bene. Mi sbagliavo su di lui. Lo vedevo una volta l’anno ed ero la figlia più felice al mondo, ma non conoscevo il suo lato brutto, quello che ha convinto mia madre a prendermi a sei mesi e andarsene da casa, lontana da lui. Mio padre mi aveva promesso oro e argento e io ci sono cascata. Me ne sono andata via da mia madre con mille aspettative e me ne sono tornata piangendo, con la coda fra le gambe ma NON ME NE PENTO.
Vorrei solo continuare a sentirlo o a vederlo, ma non so che fine abbia fatto. “E’ fatto così, facci l’abitudine” mi dice mamma… ma è un dolore incolmabile.
Come vanno le cose prof? Vedo che si sta impegnando molto per lo spettacolo del 30 marzo con Chiara Amirante che non vedo l’ora di vedere!🙂
Scusi per il piccolo sfogo, per essermi arresa, ma sbagliando s’impara. Ho perso tanto ma in cambio sto ricevendo tanto amore dalla persona che mi ha cresciuto da sola, dalla persona che mi accoglie a braccia aperte ogni volta che esco con gli amici e torno a casa, perché ha paura che me ne vada di nuovo. Ma non avrei il coraggio. Le cose belle sono rare, e l’amore di una mamma è la cosa più bella di questo mondo!
Un bacio e in bocca al lupo per lo spettacolo!” Continua a leggere Prof, mia madre mi ha riabbracciata!!!