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Venerdì 18 settembre 1942… Etty scrive
Sto scrivendo la vita di Etty.
Lo sto facendo soprattutto dando voce alle sue parole.
Etty, Etty…
Sto leggendo il tuo Diario integrale, sono arrivata a pag. 795 e ho capito una cosa.
E’ una cosa che aveva compreso anche santa Bernadette Soubirous, quando diceva: “Vorrei che si scrivessero i difetti dei santi e quanto essi hanno fatto per correggersi; ciò ci servirebbe assai più dei loro miracoli e delle loro estasi”.
Cara Etty, raccontandomi tutte le tue fragilità e le tue modalità per superarle, mi stai raccontando me.
Anzi; ci stai raccontando “noi”.
Oggi posterò quello che tu hai raccontato la mattina di venerdì 18 settembre 1942. Quel giorno hai ancora poco più di un anno di vita. Non lo sai con precisione temporale, ma lo immagini. Auschwitz è sempre più vicino e tu ti stai preparando.
Più è alta la montagna …
ETTY HILLESUM E LA SUA VITTORIA IMMENSA
Partorite dal Padre
Carissima Cristina, io sono una povera donna che ha sempre sofferto. Non c’è un campo che mi sia stato risparmiato. In tutto questo, tuttavia, ho sempre cercato Dio ed è Lui che mi dà la forza, anche se spesso mi lascio andare allo sconforto. Tra i tanti problemi, il più grande è quello di non essermi sentita mai amata. Provengo da una famiglia che, dire che sia arida, è poco.
Le cose si sono complicate quando ho sposato un uomo che non ritenevano alla mia altezza, e me l’hanno sempre fatta pagare. Anche ora che l’ho perso.
Mi hanno allontanato i figli. Hanno fatto in modo che io non potessi vedere crescere il mio nipotino, perché hanno instillato in loro l’idea che io e mio marito siamo dei falliti.
Ho fatto un lavoro immane per riportarli un po’ a me. Con uno ci sono riuscita poco, con l’altro meno e questo mi fa soffrire moltissimo.
Non è bello vederlo trattare i suoi suoceri come se fossero i suoi genitori solo perché sono benestanti e sentirsi mettere ogni volta sulla bilancia perché non ho niente. Il mio atteggiamento è quello del silenzio, ma, credimi, ho proprio bisogno di sentirmi amata.
Ora sto per dirti una cosa che forse ti amareggerà: a volte desidero ammalarmi per vedere nei loro occhi un po’ di amore. Perdonami, non so neanche perché ti ho scritto. Mi mancano intorno persone come te. Che Dio ti benedica e ti dia quello che il tuo cuore desidera più di ogni altra cosa. Paola.
Carissima Paola, non mi hai amareggiata con le ultime tue tre righe. Non mi hai delusa. Mi hai piuttosto stupita per la tua trasparente ed ammirevole sincerità.
Tanto abbiamo tutti la nostra personale fame d’amore ed è per questo che tanti poeti ed artisti l’hanno descritta.
Il 5 luglio 1828 Giacomo Leopardi scriveva ad Antonietta Tommassini: “Io non ho bisogno di stima, né di gloria, né di altre cose simili; ma ho bisogno d’amore”
Erich Fromm diceva che “senza amore l’umanità non sopravvivrebbe un solo giorno“.
Nella piramide dei bisogni di Maslow, l’amore è compreso nel bisogno di appartenenza e accoglienza che precede (e quindi è più urgente) del bisogno di stima e di autorealizzazione.
Tutti cerchiamo l’amore con il lanternino e, consapevoli o meno, ci avviciniamo ad ogni sua possibile forma.
Talvolta prendiamo delle fregature perché lo cerchiamo nei surrogati, ma non sempre si riesce a resistere alla tentazione di trovarlo lì. I surrogati possono essere tanti. Fama, potere, denaro, posizione sociale… ed anche la malattia.
Sembra assurdo, ma si fa di tutto pur di sentirsi un po’ amati.
Di tutto!
Tu almeno hai avuto il coraggio di guardarti dentro.
Ora però c’è da fare la seconda parte: guardarti intorno.
Perché c’è sempre, intorno a noi, una soluzione per superare le nostre difficoltà.
Altrimenti rischieremmo di implodere in una bolla di pessimismo cosmico. Continua a leggere Partorite dal Padre
Fiorisci dove Dio ti ha seminato
“Certe volte mi fermo a riflettere e non riesco a capire perché Dio ha scelto questa strada per me. Perché tanta differenza e tanto dolore… dalla perdita prematura ed improvvisa di mia madre 10 anni (che era tutto per me) all’essermi trasferita dall’altra parte dell’Italia lasciando la mia famiglia… fino al non riuscire ad avere un figlio dopo sei anni di tentativi…Lo so, ho un lavoro, una casa ed un marito che mi adora, e di questo Lo ringrazio infinitamente. Ma poi c’è la solitudine di una vita sterile che mi fa sprofondare in una immensa malinconia. Forse, anzi di sicuro, la mia fede non è abbastanza forte… forse dovrei pregare di più, ma non riesco ad ascoltarLo. Non riesco a capire quali siano i Suoi progetti per me. Forse pretendo troppo, sono presuntuosa, vorrei capire, e non è un bene. Scusami se mi sfogo con te, non voglio angosciarti con i miei pensieri, ma il tuo blog è spuntato così all’improvviso nella mia vita, come un raggio di sole, e ti ringrazio per questo …”
Cara Cecilia, mi sembra che tutta la tua lettera sia sotto l’influenza della tua prima riga: “mi fermo a riflettere e non riesco a capire perché Dio…”
È un esercizio sfinente questo, che facciamo in tanti e per tante volte: voler capire cause, senso e conseguenze di ciò che ci capita.
Comprendere il motivo del tutto.
Vedere l’intero puzzle come fosse già finito.
Collegare tutti i puntini della nostra vita, come nel famoso giochino della Settimana Enigmistica, per vedere già l’immagine che ne scaturirà.
Capire “perché Dio…”
In genere, poi, quando usiamo questa lente d’ingrandimento “mangia serenità” che scandaglia ogni minuto della nostra vita, lo facciamo perché siamo oppressi dalla tristezza.
Di fronte ad una bella amicizia, non ci chiediamo mai “perché?”. Ne godiamo i benefici effetti e basta. Se l’amico muore, subito ci chiediamo “Perché?”.
Quando guardiamo un tramonto, mai ci domandiamo: “Perché?”. Se viene un terremoto, gridiamo “Perché?”
Quando ci alziamo la mattina per andare al lavoro, non ci chiediamo “Perché?”. Ma se lo perdiamo, ci angosciamo disperati con un “Perché?”
E così via…
Il problema è che è faticoso vivere bene.
Il famoso “bene-essere” che tutti cerchiamo con un lanternino sempre acceso, non è qualcosa che si trova sotto un cavolo.
Non è fortuna e non è solo impegno personale. Non nasce dall’allineamento perfetto dei pianeti o dal momento perfetto della vita.
Dove germoglia allora il benessere, la serenità, la pace interiore?
Dove e come si trova la “perfetta letizia”?
Senza scrivere illusioni, proveremo ad essere concreti.
Concreti come la vita e realisti come Dio. Continua a leggere Fiorisci dove Dio ti ha seminato
Il futuro è nelle mani di Dio, non in quelle di maghi ed economisti
“Non posso credere che lei lasci perdere tutto questo! Ciononostante non ho ancora ricevuto sue notizie. Tutto quello che ho visto per lei e che l’attende nei prossimi giorni è questo: Fortuna, Denaro, Serenità…E’ scritto nel suo Cielo!
Se tutte queste visioni su di lei mi sono state inviate, non è per un caso: sono stata scelta per aiutarla, per essere la sua messaggera!
Lei crede che la vita facile sia riservata sempre e solo agli altri? Lei crede di non meritarla?
Legga qui, come le persone fortunate e ricche hanno avuto, un giorno, lo stesso aiuto che io le offro gratuitamente. Entro pochi giorni il suo Periodo di Fortuna Astrale arriverà, quindi c’è urgenza, il futuro della sua vita si decide in questi giorni!
Accetti l’aiuto totalmente gratuito che le offro dal profondo del mio cuore.
La sua amica,
Romalla”
Fino a pochi giorni fa, vivevo amaramente immersa nei mie problemi quotidiani, senza sapere di avere Romalla (il nome l’ho leggermente modificato) come amica e di poter usare i suoi super poteri di veggente per risolvere tutto.
WOW!
Con l’avvento del nuovo anno, questa mitica Romalla mi ha scritto più di una volta via email, annunciandomi di essere stata scelta dal Cielo (sì, avete letto bene la maiuscola della parola “Cielo”) per farmi da guida e messaggera. A leggere ciò che mi scrive, mi chiedo come io abbia potuto vivere senza Romalla, fino ad ora.
In questi giorni. girando per la mia città, mi sono divertita a fotografare i manifesti pubblicitari di maghi ed affini. A leggerli ci sarebbe da invitare tutti a rivolgersi a loro; la vita sarà più bella, i debiti spariranno, l’amore risorgerà, la salute non ci mancherà … e persino i chili di troppo se ne andranno per sempre.
Per analizzare tutto questo potrebbe essere sufficiente solo una facilissima ironia, se non fosse che uno studio parla di circa otto milioni (ventiduemila al giorno) di persone che ogni anno si rivolgono a maghi, astrologi e cartomanti. Il basso livello di istruzione o le debolezze personali possono certamente rispondere a qualche “perché”. Qualche.
Io aggiungo che quando gli uomini smettono di affidarsi a Dio, finiscono per cercare “in ogni dove” un qualche modo per superare paure e insicurezze ancestrali. Continua a leggere Il futuro è nelle mani di Dio, non in quelle di maghi ed economisti