Lezione a scuola, fatta ad una prof

Prima ridono i suoi occhi e poi la sua bocca.☺
Abil (lo chiamerò così) è arrivato ad anno scolastico già iniziato e si è fatto subito largo nel cuore dei compagni.
Simpatico, gioioso, ironico senza mai offendere.
Poi in classe è scoppiato “il caso”.
Niente di grave.
Tutto risolvibile.
Ma si sa com’è l’adolescenza: il mondo è diviso in bianco e nero e se qualcuno non è dalla parte giusta, è spacciato. Così, ogni tanto, bisogna lavorare insieme a loro per ricominciare a vedere anche le sfumature della vita.
Na pazienza!????
Eppure è stato proprio in una di queste discussioni di chiarimento (tra l’altro fatta in DAD, quindi una specie di miracolo cosmico) che ho intrasentito una frase di Abil.
Quasi sottovoce, con lo sguardo profondamente consapevole (della serie: “Ho visto cose che voi umani…!”) ha detto: “Tutti devono superare problemi nella vita, ma non bisogna fermarsi lì” ????

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Giorno 5 – L’inimmaginabile è davanti ai nostri occhi

Oggi non esiste parola che possa essere migliore del silenzio.

Come un film, passano davanti a noi le scene più inspiegabili dell’universo.

Per questo il venerdì Santo non vuole commenti, ma solo accoglienza.

L’inimmaginabile è davanti ai nostri occhi: Dio viene torturato ed ucciso.

La Parola che nel giorno uno aveva dato inizio al Creato con quel Dio disse, ora ha la morte che gli alita affianco il suo disprezzo.

Il sogno di Dio è finito.

Dalle profondità della terra si alza un grido straziante: il paradiso è perduto per sempre e la dolorosissima nostalgia diventa terremoto e pioggia. 

Maria è in silenzio.

E’ finita. Dio non è più. La pace se n’è andata con Lui.

L’Amore è scomparso. Il perdono non ci abbraccerà mai più. 

Giovanni è in silenzio.

Il Maestro è agonizzante e la terra sembra abbia solo roveti e spine. Che ne sarà del nostro futuro da ora in poi? La crudeltà degli uomini avrà campo libero? 

Le donne sotto la croce sono in silenzio.

Chi ci amerà così tanto da ora in poi? Dove lo troveremo un altro Maestro uguale a Lui? Chi ci parlerà di tesori nascosti in un campo e di perle preziose da acquistare direttamente da Dio? 

Gli amanti di Dio sono in silenzio.

Cosa ne sarà della nostra fragilità che, ogni giorno, si illuminava di fiducia nel Regno di Dio che le era vicino? Le parole se ne sono andate via tutte ed è rimasta solo la Parola appesa in croce. Gli unici che urlano sul Golgota sono coloro che insultano, provocano, bestemmiano.

Gli amanti della Vita, invece, singhiozzano in silenzio. 

La terra è un immenso pianto. La Speranza sta morendo. L’Amore è stato inchiodato.

Le tre del pomeriggio saranno ricordate per sempre come l’attimo in cui il sogno è finito.

Le tenebre hanno vinto e stanno intonando sadicamente la filastrocca della morte. 

Oggi è un Santo Venerdì e non ritrarremo i nostri piedi dalla nuda pietra del Golgota.

Non volgeremo lo sguardo da un’altra parte.

Vogliamo rischiare l’angoscia.

Vogliamo sfidare perfino la nostra fede. Continua a leggere Giorno 5 – L’inimmaginabile è davanti ai nostri occhi

“STAMMI VICINO”. “NON TI LASCIO” “MI VUOI BENE ANCORA?” “DI PIU’”

Quando entra in sala insegnanti o in classe non passa inosservata: è troppo simpatica ed allegra per non farsi notare.

Sportiva, spontanea ed amica mia.

Da tanti anni ci conosciamo ed il tempo ci ha piacevolmente legate. All’inizio abbiamo cominciato con il condividere i viaggi d’istruzione ed i progetti scolastici. Poi, pian piano, abbiamo condiviso anche i retroscena delle nostre vite, comprese confidenze intime e lacrime.

Anche quando la scuola ci ha divise, mandandoci in luoghi diversi, la nostra amicizia è rimasta.

Vera e spontanea come è sempre stata.

Quando insegnavamo nella stessa scuola, io l’ammiravo tanto per come riusciva a non farsi fagocitare dalla sua terribile vita privata, dando sempre un’immagine di spensieratezza ed alta professionalità.

Eppure…

Eppure, come tanti di noi, anche lei aveva la sua battaglia personale sconosciuta ai più.

Ancora ricordo le sue lacrime quando mi raccontava di aver trovato polizia ed ambulanza vicino casa sua perché …

Non vado nei particolari ma scrivo solo una parola: tossicodipendenza.

Un figlio bravissimo ed un figlio difficilissimo.

Lo scrivo questo particolare, perchè voglio proteggerla dai giudizi faciloni di chi, baciato dalla fortuna, crede che il proprio bravo figlio sia merito esclusivo della sua bravura educativa.

La crescita di un figlio dipende da così tanti fattori …

Quando si toccano questi tasti, è sempre troppo facile giudicare e sentenziare.

Un po’ di giorni fa la chiamo e lei mi dice: “Cri, ho scritto una lettera a Carolina. Anche lei ha avuto un figlio tossicodipendente e mi può capire. E sai una cosa? …” Continua a leggere “STAMMI VICINO”. “NON TI LASCIO” “MI VUOI BENE ANCORA?” “DI PIU’”

Una figlia muore all’improvviso…

Su questa terra mancano le parole adatte per descrivere quel che accade nell’anima del genitore che rimane.

Qualche mamma prova a descrivercelo.

«Ero come in trance, non parlavo, non sentivo, non pensavo. Il buio totale»

«Sono stata risucchiata dal dolore, un baratro. La mia vita non era più niente, come se fossi caduta in un pozzo e ogni giorno che passava vi sprofondavo sempre più. Vivevo questa realtà nella sofferenza più totale, non avevo né interessi nè stimoli. Non volevo lasciarlo andare via»

Pensavo a tutto questo buio angosciante e mi chiedevo dove avesse trovato la forza di scrivermi certe parole, una mamma a cui è morta improvvisamente la figlia pochi mesi fa. Era venuta alla presentazione del libro In te mi rifugio e la sera mi aveva mandato questo messaggio:

“Brava Cristina! Una bella occasione per credere nelle buone notizie e nelle persone! Mi porto, via oltre al tuo entusiasmo, la bellezza che in ognuno di noi c’è (una Luce che dobbiamo tirar fuori) e la conferma che non ci si salva da soli. Lo sperimento spesso. Continuiamo a credere nel Bene! Ho preso diverse copie che regalerò a famiglie con adolescenti. Buonanotte”

Quelle poche righe raccontavano un cuore di madre che, pur essendo ancora sotto sforzo per il dolore più grande del mondo, riusciva a pulsare ossigeno anche nelle arterie altrui.

Come si può riuscire ad essere così buoni e forti?

Le rispondo in punta di piedi, con il timore di scrivere frasi scontate, ma voglio ringraziarla per quell’overdose di coraggio che mi ha regalato.

Lei mi risponde e mi commuove ancora di più.

“Ho avuto la Grazia di scorgere un
compito Grande per Sara, di vedere che Nulla si sarebbe perso, di percepire che lei ora sta bene… Non penso che tutto questo possa essere un auto-convincimento, ma piuttosto dono di un Dio che molte volte mi aveva già fatto sentire l’abbraccio, la protezione e il conforto. Ammetto però che se non coltivo la mia fede, ho dei periodi giù, bassi e bloccati. Ecco perché sono convinta che non ci si salva da soli… cioè il bene che fanno gli amici, le persone care, tutti quelli che pregano per te, che magari ti mandano un messaggino o una bella immagine al mattino. Quando invochiamo lo Spirito Santo, gli chiediamo di operare, di prendere il comando della nostra vita. Bello quando hai detto il motivo del tuo sorriso Mattutino: in macchina parlare a Dio dei tuoi alunni. Grazie ancora. Complimenti anche per il tuo nuovo lavoro su Assisi! Un abbraccio e continua a far passare l’ Amore!!!!!!

Rileggo la prima riga e mi lascio rasserenare dalle tre verità sulla vita, che questa mamma ha sintetizzato così bene. Continua a leggere Una figlia muore all’improvviso…

Quel figlio che arriva come un miracolo

SONY DSCCara Federica, te lo avevo promesso che ci saremmo risentite. Eccomi qui per parlarti di due modi diversi di diventare “mamma”.

Ti ricordi “come” ci eravamo lasciate nell’ultimo post dedicato a te ed intitolato Quel figlio che non arriva…”? Ti avevo scrittoA presto, con buone notizie dal Cielo”.

Se sei pronta entriamo nella logica della Vita, con un sovradosaggio di amore e di fede. Perché se è vero che la nascita di ogni bambino è un miracolo, le nascite di cui parleremo, lo sono un po’ di più.

casafrancescaIl primo miracolo su cui stiamo per puntare gli occhi, continua ad accadere a Napoli.

Tutto inizia nei Quartieri Spagnoli, cuore del centro storico di Napoli e la protagonista della nostra storia si chiama Maria Francesca (ad essere precisi, alla nascita, il vero nome sarebbe Anna Maria Rosa Nicoletta Gallo, ma è talmente lungo che non volevo complicarti il racconto).

E’ il 25 marzo 1715 quando nasce e niente, per lei, è facile. La sua vita sarà una continua lotta per superare tutti gli ostacoli che incontrerà ma, come tutte le storie in cui Dio si intromette, la vittoria finale sarà come un enorme fuoco d’artificio con colori neanche minimamente immaginabili, all’inizio.

184441545-66c30034-dfa7-445d-9e5e-26d06a6693feLa piccola Maria Francesca ha un papà severo, avaro ed irascibile. Spesso maltratta lei e la mamma, costringendole a lavorare duramente. Per fortuna la madre è dolce, devota e paziente. E’ una bambina strapiena di fede, tanto che viene soprannominata la “santarella”. Cerca forza nei sacramenti, mette pazienza nella sua situazione familiare difficilissima ed offre tutto a Dio per la salvezza delle anime, cercando di trasformare ogni male che la vorrebbe schiacciare, in bene per gli altri.

santa-maria-francesca_2La sua volontà di entrare nel Terz’Ordine francescano alcantarino fu, ovviamente, ostacolato dal padre.

Immagina: una sedicenne contro un papà che la voleva in sposa ad un ricco giovane del luogo. Lotta difficile ma, alla fine, è Maria Francesca che vince, grazie a Padre Teofilo, un Frate Minore francescano che trova parole e tattiche giuste per strappare a quell’uomo duro, il “” alla scelta di sua figlia. Continua a leggere Quel figlio che arriva come un miracolo