“Salve mi chiamo Claudia e ci tenevo a ringraziarla. Ho trovato per caso il suo blog poco fa su internet e mi ha molto colpito…
Da tre mesi sono bloccata da una malattia di cui non si capiscono le cause. Nonostante i ricoveri e le cure, ogni mese ho una ricaduta e, per questo motivo, ho dovuto lasciare la città in cui stava iniziando la mia carriera. Tutti i progetti sono caduti.
Mi salva andare ogni giorno in chiesa a pregare e ad abbandonarmi, chiedendo di imparare a offrire e di capire cosa vuole il Signore da me. Le parole del suo blog mi tengono compagnia. Grazie ancora di cuore, la seguo e spero di poterla conoscere di persona un giorno!”
RESILIENZA re·si·lièn·za/ sostantivo femminile
- Capacità di un materiale di assorbire un urto senza rompersi.
- In psicologia, la capacità di un individuo di affrontare e superare un evento traumatico o un periodo di difficoltà.
Carissima Claudia, avrai sicuramente già sentita questa magica parolina che ci è stata regalata in questi ultimi decenni. Perché l’uomo va avanti e le parole nuove ci vengono incontro, dando alla vita concreta nuove sfumature e prospettive.
Dunque: a quanto pare l’essere umano ha la capacità di auto-ripararsi dopo un danno. Ha, cioè, la misteriosa forza di resistere, di riorganizzarsi, di riemergere più forte di prima dopo una difficoltà, di rinascere con più positività in corpo e di ritornare ad essere il capitano della propria anima.
In effetti se la specie umana è arrivata fin qui, lo si deve ad una serie infinita di atti strabordanti resilienza.
Disastri naturali carestie, guerre, malattie… tutto abbiamo superato.
Siamo così ben “programmati” a resistere alle sventure, superarle e convivere quotidianamente con lo stress, che si potrebbe dire che la regola del mondo sia questa: “combattere e rialzarsi più forti di prima”.
Non è la fragilità che comanda il mondo, ma la nostra resilienza.
E’ così inevitabile incontrare le sconfitte e le delusioni che, se non fossimo più forti dei conflitti quotidiani o degli sconvolgimenti esistenziali, non saremmo mai arrivati fin qui.
E anche farsi domande di senso sul questo dolore che spunta da ogni dove, non aiuta molto. Ciò che veramente ci dà l’energia per reagire, è “sfruttare” la sofferenza come valore aggiunto.
Intendiamoci: la sofferenza è sempre una brutta bestia.
Come la giri, la vedi male.
Non voglio fare, quindi, nessun elogio del dolore, se non per tre cose:
- può farci diventare più sensibili verso la bellezza della vita, facendoci aggrappare a lei con tutte le nostre forze;
- può essere una fonte da cui bere l’essenza dell’empatia, facendoci molto sensibili nei confronti della sofferenza altri;
- può darci l’energia per mobilitare tutte le nostre risorse, facendoci trasformare le difficoltà in opportunità.
Un’energia che mette in moto il nostro sistema immunitario “interiore” (a me piace chiamarlo “spirituale”) per difenderci dallo scoraggiamento e farci riorganizzare positivamente il futuro.
E’ una dinamica positiva che ci permette di costruire la vita.
Non si tratta di ricostruire sulle macerie, ma di innalzare un edificio nuovo.
Ogni difficoltà ci provoca a una nuova stanza e, una volta fatta, ci fa dire: “Non posso tornare a ieri perché ero una persona diversa allora” (Lewis Carroll, Alice nel Paese delle meraviglie).
Qualche volta la costruzione si blocca, perché nessuno di noi è un supereroe senza macchia e senza paura.
Può succedere che ci si metta seduti, inermi e sfiniti.
E torna soprattutto se, in passato, le abbiamo aperto la porta già altre volte.
Andiamo tutti avanti grazie alle piccole vittorie messe nella nostra faretra; tutte frecce pronte ad essere scoccate quando una difficoltà vorrebbe renderci inermi e impotenti.
E “quando la tempesta sarà finita, probabilmente non saprai neanche tu come hai fatto ad attraversarla e a uscirne vivo.
Anzi, non sarai neanche sicuro se sia finita per davvero.
Ma su un punto non c’è dubbio… ed è che tu, uscito da quel vento, non sarai lo stesso che vi è entrato”
(Haruki Murakami, Kafka sulla spiaggia)
Carissima Claudia, leggendo la tua lettera ho subito pensato a quanta resilienza ti occorre in questo periodo della tua vita.
Forza Claudia!!!
Harry Potter pronuncia queste parole: “Momenti bui e difficili ci attendono. Presto dovremo affrontare la scelta fra ciò che è giusto e ciò che è facile” (Harry Potter e il calice di fuoco).
Siamo in questa vita come combattenti per spalancare sempre nuove porte al futuro.
Siamo resilienti per natura e per volontario allenamento.
E sai quali sono gli elementi che nutrono la nostra resilienza?
Un buon temperamento, la sensibilità, l’autonomia (unita alla competenza sociale e comunicativa), l’autocontrollo, la consapevolezza che le proprie conquiste dipendono sia dai propri sforzi che dagli aiuti che ci vengono offerti.
Ma tu nella tua lettera mi parli di un altro elemento che fa crescere la resilienza: la fede in Dio.
Dietrich Bonhoeffer (il teologo protestante che, all’alba del 9 aprile 1945, completamente nudo, venne giustiziato nel lager nazista di Flossenbürg, pagando così la sua partecipazione alla Resistenza), diceva che la croce di Gesù è una sconfitta che «racchiude in sé anche la benedizione».
Quando mio marito era tra la vita e la morte ed io ero sballottata tra la disperazione e la speranza, una notte una donna che stava vivendo la mia stessa condizione, nel buio corridoio di un ospedale, mi disse: “Ricordati sempre che una dis-grazia si trasforma sempre in bis-grazia”.
Non mi stava facendo l’elogio del dolore, ma della fede resiliente.
Come Bonhoeffer, mi stava dicendo che se volevo riemergere da quel buio, dovevo costruire (non ricostruire!) una nuova stanza con pietre vive e Dio mi avrebbe aiutata.
Non dovevo lasciarmi paralizzare dalla potenza della paura, perché anche in quel corridoio di ospedale qualcosa di fecondo stava nascendo.
Dovevo collegare intelligenza ed emozioni con il sogno di Dio per me e mio marito, e da lì partire.
La fede resiliente è la capacita di ingegnarsi, giostrandosi tra mille pericoli, affrontando le difficolta ed uscendone rafforzati.
Occorrono astuzia e creatività: due stili di vita che, purtroppo, Gesù fatica a scorgere nei credenti (“I figli di questo mondo, infatti, sono verso i loro pari più scaltri dei figli della luce” Lc. 16, 8).
Ed allora, avanti tutta Claudia!
Avanti con l’ottimismo e che entri l’autostima.
Che crescano i pensieri positivi e si abbia il coraggio di condividere quelli negativi, con gli altri (non c’è niente di meglio per smorzarne l’effetto).
E che la serenità ci vesta ogni mattina, perché “nostro Signore si occupa di ciascuna anima con tanto amore, quasi fosse la sola ad esistere” (santa Teresa di Lisieux)
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Ciao, Claudia.
Mi ha colpito molto il tuo dolore! Sarà perché anch’io stò passando un periodo molto duro e difficile; in un periodo nel quale mi aggrappo a Dio con tutte le mie forze per non soccombere: a volte urlandogli tutta la mia rabbia e il mio dolore per l’ennesima “sconfitta” e “stasi” della mia vita, un pò con dolcezza. Il mio non è un problema di salute, ma, come dice Cristina, la sofferenza, in qualche modo, porta i suoi frutti: io ti capisco nel tuo dolore!
E, se me lo permetti, ti vorrei mandare un forte abbraccio e ti raccomando nelle mie preghiere.
Abbiamo un tesoro inestimabile: Gesù! Facciamoci consolare da Lui e, sempre come dice Cristina, forza, Claudia! 🙂
Claudia anch’io prego per te!
Nel mio caso la resilienza è frutto della preghiera,guardando indietro mi accorgo che la preghiera mi ha cambiata profondamente,adesso affronto cose che fino a qualche anno mi avrebbero distrutta.Vorrei dire qualcosa pro resilienti:alcuni sono nati così,altri lo sono diventati per sopravvivere,ma sotto sotto rimane il desiderio di essere abbracciati,di sentirsi protetti,di poter smettere di essere forti perchè c’è qualcuno che è forte al posto tuo….i resilienti sognano di ricevere un gigantesco mazzo di fiori,una enorme scatola di cioccolatini,sognano di poter fare ogni tanto i bambini viziati…
Ciao, Germana.
Che piacere risentirti! Come va?
Dalle tue parole sembra che tu stia meglio. Sono molto felice!
Quando vuoi, ci sono.
Un abbraccio a tutte e un ringraziamento speciale alla padrona di casa, che ci ha fatto conoscere! 🙂
Ciao cara,
che bello sapere che c’è qualcuno che da lontano ti pensa e prega per te!
Ti h risposto in privato