L’indulgenza plenaria in parole semplici

AFP2638933_LancioGrandeMa che è, di preciso, l’indulgenza plenaria?

Visto che il 2 agosto si può riceverla in regalo da Dio, andando alla Porziuncola (o in qualsiasi altro posto francescano), proviamo a spiegarla con parole semplici.

C’era una voltasì, proprio così.

Iniziamo con “c’era una volta”, lasciamo da parte per un attimo il Catechismo della Chiesa Cattolica al n. 1471 (dove c’è la spiegazione chiara, ma con un linguaggio un po’ da addetti ai lavori) e partiamo da una storia.

Dicevamo…

chiodiC’era una volta un ragazzino con un brutto carattere. Suo padre gli diede un sacchetto di chiodi e gli disse di piantarne uno nello steccato del giardino ogni volta che avesse perso la pazienza e litigato con qualcuno. Il primo giorno il ragazzo piantò 37 chiodi nello steccato.

In seguito il numero di chiodi piantati nello steccato diminuì gradualmente. Aveva scoperto che era più facile controllarsi che piantare quei chiodi. Finalmente arrivò il giorno in cui il ragazzo riuscì a controllarsi completamente. Lo raccontò al padre e questi gli propose di togliere un chiodo dallo steccato per ogni giorno in cui non avesse perso la pazienza. I giorni passarono e finalmente il ragazzo fu in grado di dire al padre che aveva tolto tutti i chiodi dallo steccato.

Il padre prese suo figlio per la mano e lo portò davanti allo steccato. Gli disse: “Ti sei comportato bene, figlio mio, ma guarda quanti buchi ci sono nello steccato. Lo steccato non sarà più quello di prima. Quando litighi con qualcuno e gli dici qualcosa di brutto, gli lasci una ferita come queste. Puoi piantare un coltello in un uomo e poi estrarlo. Non avrà importanza quante volte ti scuserai, la ferita rimarrà ancora lì. Una ferita verbale fa male quanto una fisica.”

lo steccatoUn bel racconto realistico e concreto, così come realistica e concreta è la vita di tutti i giorni.

Ogni chiodo piantato nello steccato rappresenta un peccato che abbiamo commesso e se togliamo questi chiodi (con il pentimento, con il sacramento della riconciliazione, con la conversione…) possiamo vedere i buchi che essi lasciano nel legno e che rimarranno per sempre.

Ecco: l’indulgenza cancella quel per sempre che abbiamo appena scritto e lo trasforma in fino a che non ci mette le mani Dio in persona”.

Nel sacramento della riconciliazione si riceve il perdono di Dio, certo; ma intorno a noi non si cancellano le ferite (i buchi) che abbiamo lasciato…

Come possiamo sanare quelle ferite? Continua a leggere L’indulgenza plenaria in parole semplici

Quando Gesù dice sì, nessuno può dire no

5887 Eccolo che arriva! E’ il 2 agosto: festa del “Perdono d’Assisi”.

Il primo agosto è il mio compleanno e questa festa l’ho sempre vissuta come un bel regalo senza prezzo.

Una specie di full immersione nella gioia di sentirsi perdonati.

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A Santa Maria degli Angeli, in questo giorno, tutto è canto, musica e in ogni siepe ci sono perdoni e abbracci.

 

20140802_160129_resizedMigliaia di ragazzi sudati e stanchi arrivano nell’enorme piazza, con il sorriso di chi cerca la vera felicità. Lo gridano proprio e a chi chiede loro dal microfono della piazza: Cosa volete?”, rispondono insieme come allo stadio di Dio: Gesù e il suo perdono!”

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Io ogni volta piango per l’emozione (e ogni anno è peggio; aiutatemi!); giro tra quell’umanità colorata facendo foto ed immaginando il subbuglio entusiasta di tutti quei cuori.

 

 

 

Oggi sono davanti al pc per scrivere qualcosa di bello su questa festa, quando mi torna in mente che un po’ di giorni fa una mia ex alunna mi ha scritto questo messaggio: Prof, il mio contatto con Dio è la musica e canzoni come questa! E quando l’ascolto e prego Dio, penso a te e desidero fartela sentire, perché hai contribuito a farmici arrivare!”

Mi ero ripromessa di ascoltarla con calma e ora è arrivato il momento giusto.

31Clicco e…mi commuovo (ve l’ho detto che ho bisogno di aiuto).

E pensare che non mi commuovo mai. Mai una lacrima ad un matrimonio o a qualche altro evento significativo. Normalmente, non piango.

Ma quando c’è di mezzo qualcuno che grida di gioia verso Gesù, io mi commuovo.maxresdefault

E’ più forte di me.

Mi fermo e ascolto Beyoncé che canta divinamente “Say yes”: Continua a leggere Quando Gesù dice sì, nessuno può dire no

Nessun buio è fuori dal pensiero di Dio

20140817_200824 Sono ad Assisi, nella piazza della chiesa di santa Chiara ed osservo il sole che sta tramontando.

La sua immensa bellezza è lì; per tutti. Una sensazione di serenità gratuita mi avvolge. So infatti che nessun turista potrà portarselo a casa come souvenir.

E’ un dono di Dio per tutti.

20140817_195352Così come Francesco d’Assisi: sogno di Dio raccontato a tutti!

Ma mica solo Francesco…

 

 

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Dio ci guarda e sogna, riuscendo a vederci già illuminati di Lui.

 

 

 

 

Qualche volta, quel che Lui vede in noi ce lo fa intuire, affinché l’entusiasmo inondi la nostra anima e la fatica non ci blocchi.

Ed ha fatto così anche con Francesco, nel buio di una prigione perugina.

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In una prigione è nato un sole che ancora oggi illumina.

 

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Cosa sarebbe Assisi, infatti, se tra i suoi vicoli, non avesse camminato Francesco, figlio di Pietro Bernardone (ricco mercante di stoffe) e di Madonna Pica Bourlemont (una nobile provenzale, bella e delicata)?

 

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Il padre stravedeva per questo figlio che immaginava già nobile cavaliere.

La madre era innamorata di questo ragazzo che educava alla bellezza della musica, della poesia e della fede.

Tutto sembrava procedere umanamente bene, finché non è intervenuto Dio.

E con l’avvento di Dio, il ragazzo di Assisi è diventato “sole” per il mondo intero. Per tutti noi.

 

Irrequieto come tutti i giovani, pervaso di ideali cavallereschi, entusiasta della vita militare, parte per la guerra contro Perugia con la sfrontata incoscienza dei suoi vent’anni. E’ il 1202 ed il clima è tesissimo ad Assisi.

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Mettersi negli scarponi di Francesco, conoscendo la sua storia, significa togliergli quella serafica aureola per riportarlo tra noi: creature in cammino, sognate da Dio.

Non c’è torto peggiore che si possa fare al Signore dell’Universo, se non quello di isolare i suoi figli santi tra i “perfetti”, relegandoli nella Sua collezione privata di pietre rare.

Siamo tutti pietre rare, sogni di Dio per l’intero creato.

 

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Ma che fatica capirlo. Continua a leggere Nessun buio è fuori dal pensiero di Dio

Vinci la paura, con la fede!

la-luceBuongiorno prof, volevo dirti che sono in un momento di grande confusione. Da una parte ringrazio il Signore perché in questi mesi mi sono avvicinata tanto a lui e ogni giorno scopro cose che mi fanno capire quanto abbia di Lui e quanto Lui sia grande. In altri momenti invece mi dispero e mi chiedo come mai Dio non abbia pietà di me e non aiuta le persone che mi sono così care… piango spesso per loro e ho paura per il loro futuro… Ho paura di avere paura e che la mia debolezza non mi permetta di affrontare con gioia, la vita.

Prima passavo il mio tempo a pregare Dio prima di ogni controllo medico…ora invece per me è più importante leggere testimonianze che mi avvicinino a Lui…quasi volessi toccare con mano la vicinanza di Gesù. Certe storie mi danno questa certezza.

Poi invece ci sono i momenti in cui mi dò della stupida, per non aver capito nulla prima dell’affacciarsi della malattia, per non essere stata sufficientemente felice e aver fatto i capricci quando i veri problemi non esistevano. Alterno quindi momenti in cui mi sento  vicina a Lui a momenti in cui mi sento lontanissima…e questo è terribile.

Nella pratica poi faccio fatica a cambiare la mia vita. Cerco di sforzarmi cercando di fare opere buone molto più spesso di quanto facevo prima…ma dovrei vivere in modo buono sempre… Niente arrabbiature, niente litigi, tanto amore sempre, rinunciare a ciò che è mio per darlo a chi ha assolutamente più bisogno …

È normale quello che mi sta accadendo? Prego tanto il Signore perché mi dia la forza per cambiare di più.

Io ci credo a Lui davvero, ma le persone a cui voglio bene qui sono ancora per me così importanti… Scrivo a te perché sento che puoi comprendere il momento che sto passando e mi sento capita… Scrivo a te, ma scrivo anche a Lui per avere l’appoggio e una mano che mi aiuti a salire. Un abbraccio. Francesca

tempesta-sedata E Gesù disse loro: «Perché siete voi così paurosi? Come mai non avete fede?» Marco 4:35-41

Ogni volta che leggo questo rimprovero di Gesù, qualcosa di tranquillo entra in me.

Questa sgridata di Gesù ai discepoli, mi tranquillizza tanto.

Pensiamoci bene: quel giorno c’era una fortissima tempesta e la barca stava per rovesciarsi. I discepoli mica avevano svegliato Gesù per una quisquilia, una mania di persecuzione o un eccesso di zelo. Eppure Gesù ha sgridato i suoi discepoli perché avevano paura.

letempestenonmifanno-intSappiamo anche che non li avrebbe mai rimproverati per qualcosa in cui non potevano far niente. In realtà la paura è una scelta.

Senza accorgercene, noi accettiamo la paura come fosse un normale aspetto della vita.

Non voglio dire che la paura non faccia parte delle normali reazioni dell’essere umano. Ma non possiamo diventarne prigionieri, perché le conseguenze sarebbero nefaste.

TPM-Yoda“La paura è la via per il Lato Oscuro. La paura conduce all’ira, l’ira all’odio; l’odio conduce alla sofferenza. Ah…io sento in te molta paura! ” dice Yoda nel film “Guerre stellari. La minaccia fantasma”. Continua a leggere Vinci la paura, con la fede!

La perdita del coniuge ci fa nudi ed indifesi

Due cose ci salvano nella vita: amare e ridere. Se ne avete una va bene. Se le avete tutte e due siete invincibili (Tarun Tejpal).

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Quando ho saputo che Marco, il marito di Beatrice, era giunto alla casa del Padre, ho provato una stretta al cuore. Dopo tanti anni quel che ricordo di Beatrice sono sempre due cose: le sue risate e la sua capacità di amare.

Friendship_by_rebela_wanted_amicizia_maschile_femminile_01Bella, intelligente, con due occhi azzurri splendenti spontaneità; è stata la persona che nel mio primo giorno di lavoro mi si è avvicinata con gentilezza. In quella sala insegnanti che io vivevo ancora come non mia, lei mi ha dato la sua mano per presentarsi. Rammento di essermi aggrappata al suo sorriso affettuoso, come un naufrago al salvagente. Allegra, autoironica, gioiosa, profonda, colta, sincera. Quante risate fatte insieme!

lacrimeEd ora?

Dove si sarà nascosta la voglia di ridere di Beatrice, ora che l’amore della sua vita ha concluso il suo passaggio sulla terra, lasciando una moglie innamorata.

In punta di piedi, le scrivo.

 

letteraCarissima Beatrice, ho saputo ora che Marco ti ha preceduta in paradiso. Non so quante lacrime avrai versate (e/o starai versando) ma, proprio perché le vedo impreziosite da un dolore profondo, non voglio scriverti belle parole. Non ne troverei qualcuna all’altezza. Ma un abbraccio, si. Quello ci tengo a mandartelo. Tutti noi arriviamo, prima o poi, alla scommessa finale. Quella per cui ci giochiamo la fondamentale domanda: è vero che siamo nati e non moriremo mai più? Farsi questa domanda mentre qualcuno ci abbraccia, credo che ci aiuti a togliere la risposta dagli scaffali della filosofia e della teologia per riporla lì dove deve stare: sulla nostra scrivania. Sui passi della nostra concreta vita. Sui fatti che ci piombano addosso provocando la nostra anima a reagire. Carissima Beatrice, che Dio benedica la tua anima fino a farle intuire con forza che siete vestiti di vita: tu e Marco. Che il Signore dell’universo apra gli occhi del tuo cuore, facendoti vedere la vicinanza invisibili di colui che la vita ti ha donato come marito. E che tu sia piena di felicità quando, un giorno, lo riabbraccerai ed insieme direte a Dio: “Grazie delle altre vite che sono nate dal nostro amore e di tutto quel che noi due abbiamo costruito insieme”. Hai sempre incoraggiato tante persone…hai aiutato tanti alunni…hai insegnato tante cose…che tutto il bene che hai fatto ti torni indietro inondandoti di coraggio e forza. Ti stimo tanto e ti voglio tanto bene! Un abbraccio ed un bacio! M. Cristina”

 La sera stessa Beatrice mi risponde e, ancora una volta, è riuscita a regalarmi il “senso del tutto”, con poche e vere parole. Continua a leggere La perdita del coniuge ci fa nudi ed indifesi

Dio parla ancora!

“Ma perché Dio, dopo la morte di Gesù Cristo, non ha più parlato con noi? Nemmeno attraverso angeli o profeti prescelti?”

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Un uomo sussurró: “Dio, parlami”. Nello stesso momento, un uccellino cantò. Ma Castiel_parla_con_Diol’uomo non ascoltò. Allora l’uomo gridò: “Dio, parlami”. E dietro una coltre di nuvole si sentì tuonare. Ma di nuovo l’uomo non ascoltò. L’uomo guardò intorno a sé e disse: “Dio, lascia che io ti veda”. E una stella si fece brillante nel cielo, più di quanto lo fosse stata fino ad allora. Ma l’uomo non guardò il cielo e non la vide… Allora l’uomo, arrabbiato, gridò con potenza: “Dio, fammi vedere un miracolo”. E nacque suo figlio! Ma l’uomo non si rese conto della nuova e irripetibile vita che cominciava. Allora gridò disperato: “Dio, toccami, fai ch’io ti senta”. In quel momento, Dio scese dal cielo e toccò l’uomo dolcemente sulla guancia. Ma l’uomo allontanò dalla sua guancia la bellissima farfalla e continuò la sua strada.

anim-amata_2-gifCara Desirée, Dio ci parla.

In ogni istante.

Non può fare a meno di comunicare sempre e qualcosa, a qualcuno: gli piace troppo.

Dio è Amore e l’Amore non è fatto per stare in solitudine o per fare, ogni tanto, solenni proclami. Dio ci comunica qualcosa ogni attimo.

Lui è Parola che quando “fa”, contemporaneamente “dice”, e viceversa.

image080Quando si è divertito a far esplodere vita dappertutto, ha detto: “Sia la luce” e la luce fu.

Ha detto: “Sia Desirée” e Desirée è arrivata!

Ancora oggi, anche adesso, “dice” e “fa”.

A Dio non si confà il famoso proverbio: “Tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare”. Ogni raggio di sole che passa tra i rami di un albero ed arriva fin dentro la nostra camera, è un messaggio di Dio e del suo inguaribile entusiasmo nel continuare a dire e a ridire “Sia la luce” ma anche tanto altro! Continua a leggere Dio parla ancora!

Da ogni crepa dell’anima, la Luce entra!

Sindone-tridimensionale“Buongiorno prof, ieri sera mi sono collegata al tuo blog e ho trovato la nuova riflessione riguardante la Sacra Sindone. Dopo averla letta sono andata a nanna e prima di addormentarmi mi è venuta in mente questa cosa: E se fossimo noi la sindone?

Non mi prendere per pazza ti prego… 

Ho pensato che se con il nostro amore lasciamo che Gesù risorga dentro di noi, forse LUI risorgendo potrebbe lasciare su di noi un’impronta…. Certo, non diventeremo mai come LUI, ma forse gli altri guardandoci potrebbero scorgere in noi un po’ di quello che è Lui…

Sicuramente sono ancora nel buio Cri, ma non ho smesso di camminare…
Un abbraccio!”

sindoneGabriella, sai qual è la cosa che più mi affascina della sindone? La luce. Quella luce piena di energia che ha portato “fuori” dal lenzuolo di morte, l’uomo che vi era stato deposto.

Un’esplosione di luce, dicono gli scienziati; quelle persone, cioè, che vivono sulla propria pelle quel che diceva Giovanni Paolo II La sindone è una provocazione per la nostra intelligenza”.

Gli studiosi, in questi ultimi anni, hanno affrontato la madre di tutte le curiosità: Come si è formata quell’immagine?”

xadinolfi_20150319082015979_jpg_pagespeed_ic_UZa6RAn_frIl prof. Aaron Upinsky, dello STURP, ha detto: Uno dei più grandi misteri della Sindone è come il cadavere, staccandosi dal tessuto, non lo abbia toccato. Egli è volato via senza alterarne minimamente le fibre, senza strapparle e senza modificare le macchie di sangue già esistenti… Un cadavere coperto di piaghe non potrebbe mai essere portato via dal lenzuolo senza alterarlo e senza lasciare tracce. Questo è un fatto decisivo e non contestato da nessuna scienza. Si spiega unicamente per la ‘dematerializzazione’ del corpo, che vola via dal lenzuolo non essendo più soggetto alle leggi della natura. Orbene, è proprio questo che i cristiani chiamano ‘Risurrezione’”.

Praticamente il cadavere si è come vaporizzato, emettendo una radiazione che avrebbe plasmato l’impronta. Ed è molto probabile che, al momento di produrre questa radiazione, il corpo fosse in levitazione.

La radiazione…la luce…l’energia…che cosa sarà stato mai?! Continua a leggere Da ogni crepa dell’anima, la Luce entra!

“Piacere, sono lo Spirito Santo” “Chi, scusi? Può ripetere…”

CresimaSenti, ti va di fare un incontro con i ragazzini della cresima?”.

“Iooo? Io non sono capace di parlare ai preadolescenti… io sono sempre in contatto con ragazzi più grandi… non sono la persona giusta don Gabriè!”

“Allora vorrà dire che verrai e ci darai la prova di non essere la persona giusta”.

Sono in Francia e non posso permettermi telefonate lunghe. Chiudo il cellulare ed ho la sensazione di essere stata fregata alla grande. Ma che si deve dire ai ragazzini della cresima?

dopocomunione2Per caso sono quegli stessi ragazzini che, secondo le statistiche, scappano dalla parrocchia appena fatto il sacramento? Quelli che arrivano alla cresima in overdose di prediche e spiegazioni teologico-spirituali sui sette doni dello Spirito Santo? Quelli che “Finalmente è arrivata ‘sta domenica e poi…cciaooo belli!!!La parrocchia non fa più per me!

Sono arrivata al punto di chiedermi (seriamente!) se abbia un senso far fare il sacramento della Confermazione in un’età in cui tutto grida ribellione verso il mondo degli adulti.

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E così, con questo bagaglio di dubbi educativo-catechistici, per l’incontro con questi ragazzini ho fatto una scelta: racconterò tutte storie realmente accadute che testimonino la presenza dello Spirito Santo nella vita di ciascuno di noi. Voglio evitare il più possibile di ridurre la Terza Persona della Trinità ad una specie di fantasma inafferrabile, una realtà evanescente, una forza misteriosa ed indecifrabile.

 

cropped-tree-of-life-2011-002-woman-walking-towards-sun-back-s1E’ una persona divina! Ha una volontà di bene per noi! E’ Dio! Ci circonda tutti come il vento leggero, ci sostiene in vita come l’ossigeno.

Non lo vediamo ma lo “sentiamo” intorno a noi: esattamente come il vento e l’ossigeno. Continua a leggere “Piacere, sono lo Spirito Santo” “Chi, scusi? Può ripetere…”