STORIA VERA DI UN MIRACOLO

STORIA VERA DI UN MIRACOLO ❤️
Sabato 27 aprile farò un po’ da guida a 70 persone che saranno con me in visita al Santuario di Collevalenza.
Sì, il famoso Santuario di Madre Speranza!
Sì, la Lourdes d’Italia!
Così è un mese che sto studiando, ascoltando e leggendo tutto quello che riguarda la storia di quel luogo e quello che lì è accaduto.
Ma il racconto del miracolo che ha permesso la beatificazione di Madre Speranza ha davvero dell’incredibile!
Lo so; tutti i miracoli sono incredibili (altrimenti non si chiamerebbero così). Ma questo ha delle caratteristiche davvero strane, soprattutto per un incontro misterioso avvenuto in un giardino.
Comunque, non vi voglio rovinare la sorpresa. La bella sorpresa!⚘️
Ho deciso di condividere tutto quello che ho scoperto in questi giorni su questa storia. Se qualcuno di voi ha bisogno di riposarsi un po’ tra le braccia del Mistero e di Dio…legga!🥰
M.C. 🌻
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Testimonianza di Elena e Maurizio Fossa, genitori di Francesco Maria guarito per intercessione di Madre Speranza.❤️
Francesco Maria nasce il 2 luglio 1998 a Monza (la famiglia vive vicino Vigevano ma il ginecologo che seguiva la mamma era di Monza) ed è un bambino bellissimo che però, dopo aver smesso di prendere il latte della mamma, inizia subito ad aver dei problemi. Ogni cosa che mangia lo fa star male.
Nella ricerca di un latte che potesse andargli bene, i genitori si accorgono immediatamente dei gravi problemi di questo bimbo.
A tre mesi viene ricoverato per la prima volta, per una grave forma di dissenteria, ed i medici diagnosticano il problema del bambino con il latte.
Alla fine riescono a trovare un latte che possa andar bene per lui, ed effettivamente comincia un pochino a crescere. Ma solo per un breve periodo.
Dopodiché purtroppo iniziano i preoccupanti pellegrinaggi nei vari ospedali. Il papà è medico.

Si arriva finalmente ad una diagnosi che vuol dire tutto e nulla: il bambino non può mangiare nessun tipo di alimento perché il suo organismo non riesce ad assimilare nessun tipo di proteina.
Anzi: Francesco Maria risulta allergico a tutti gli alimenti primari per la vita.
I genitori riescono a supplire un po’ a questa carenza con il the e con dei biscotti che fanno in casa con farine particolari e stando bene attenti che non abbiano nessuna sostanza che potrebbe nuocere al piccolo Francesco Maria.
Una volta alla settimana il bambino può mangiare carne di agnello; non perché la digerisca bene ma solo perché è quella che gli fa meno male.
Ma un bambino non può crescere bene con un’alimentazione così povera. Francesco sta male.
Ha coliche in continuazione.
Piange sempre.
Si indebolisce sempre più e, quando mangia qualcosa di estremamente dannoso per lui, rischia il coma.
I medici non danno alcuna speranza ai genitori in merito alla sopravvivenza del loro piccolo.
A un anno circa Francesco Maria pesa intorno a sei, sette chili.
Un giorno la madre di Francesco Maria, sente parlare in televisione del Santuario dell’Amore Misericordioso di Madre Speranza, a Collevalenza. Quel giorno la frase che la cattura in modo sconvolgente è: l’acqua di questo santuario guarisce malattie che la scienza umana non riesce a curare. E lei sente fortemente che deve andare lì! Mentre la televisione parla lei è in cucina ad ascoltare. Quando andrà davanti alla tivù, il servizio però è già finito.
Elena allora chiama subito il marito per dirgli: “Maurizio, ho sentito parlare in tivù di un santuario a Collevalenza e sento che dobbiamo andarci con Francesco!”.
Lui le chiede se abbia capito bene dove si trovi, ma Elena gli risponde di no. Allora Maurizio le consiglia di telefonare a sua madre, perché suo zio è sacerdote e poteva sapere dove fosse questo santuario.
Elena chiama direttamente lo zio, ma non lo trova.
Allora chiama sua suocera e le chiede se lei sappia qualcosa di Collevalenza e lei, con sua grande sorpresa, le dice con precisione che il santuario si trova vicino a Todi, in Umbria. Elena le chiede come mai non le avesse mai detto niente prima ma la suocera le risponde che anche lei era venuta a sapere quelle notizie solo il giorno prima perché lo zio, don Giuseppe, si trovava proprio lì per gli esercizi spirituali.
Proprio lì!
Lo zio di Maurizio fa parte del Movimento Sacerdotale Mariano fondato da don Stefano Gobbi che, inizialmente, teneva gli esercizi spirituali una volta all’anno a San Marino. Poi, essendo cresciuti di numero, avevano cercato un luogo più grande, scegliendo appunto Collevalenza.
Quell’anno era quindi la prima volta che vi andavano, e lo zio aveva avvisato che avrebbe passato dei giorni in questo santuario.
Allora Elena dice alla suocera: “Dì allo zio di portare a casa l’acqua! Poi anche noi, appena riusciremo, andremo lì!”🙏
Elena sente che il suo bambino lì guarirà. Non riesce a spiegarsi neanche lei quella certezza interiore. Sa però che il suo bambino ha i minuti contati e, proprio per questo, lo vuole sempre lei. Non lo dà mai a nessuno.
Arriva l’acqua del santuario di Collevalenza e il piccolo Francesco inizia a berla.
E’ il 28 giugno 1999.
Le Suore che avevano dato allo zio le bottiglie di quell’acqua, gli avevano raccomandato di pregare la Novena all’Amore Misericordioso scritta proprio da Madre Speranza.
Tutta la famiglia inizia a pregare per la guarigione di Francesco.
La situazione è drammatica. Da tre giorni il bambino è a digiuno. Non mangia niente e le sue condizioni peggiorano.
I medici hanno detto che ormai il fisico del bambino è arrivato ad un punto in cui non sarebbe stato possibile alcun miglioramento.
Elena e Maurizio sono in preda all’ansia. La situazione può precipitare da un momento all’altro.
Francesco intanto inizia a bere l’acqua del santuario. Ai genitori non resta che affidare completamente il loro bambino alla volontà di Dio. Quello che umanamente potevano fare, si dicevano, lo avevano fatto.
Si poteva fare altro? Chiedono al Signore di illuminarli…
Sono proprio stanchi. Anche fisicamente.
E’ un anno che non dormono.
E’ un anno che la paura non dà loro tregua.
Nel frattempo il compleanno di Francesco Maria è alle porte. Finirà un anno.
E’ mercoledì 30 giugno 1999.
Elena porta il bambino ai giardini e non sa che quel giorno starà per fare un incontro che mai più dimenticherà!
Arrivata al giardino scorge un signore seduto su una panchina. E’ catturata dalla sua bella presenza. E’ ben vestito. E’ un signore che lei non ha mai visto prima. Elena si siede vicino a lui perché le dà serenità.
I suoi occhi sono meravigliosi!
Mai visti prima. Celesti, chiarissimi, trasparenti; come fossero fatti di acqua. Lui la guarda, poi guarda Francesco e dice: “Francesco, Francesco, che bel bambino che sei!”.❤️
Elena si chiede come faccia a sapere il nome del figlio. Pensa: “Magari l’ha sentito pronunciare da me”.
Poi quel signore le chiede se può prenderlo in braccio ed Elena si stupisce di se stessa; perché glielo permette.
Quel signore lo prende in braccio, lo guarda con molta tenerezza, ci gioca un po’ e dice: “Francesco, sei proprio un bel bambino❤️” e poi dice alla mamma: “Francesco è stato affidato a Maria, vero?❤️
E lì Elena si agita, perché quella era una scelta che aveva fatto con il marito il giorno in cui lei era uscita dall’ospedale dopo aver partorito ed era una cosa che sapevano solo loro due. Un loro intimo segreto.
Risponde: “Si certo che lo è. Ma lei come fa a conoscere queste cose? Ci conosciamo?”.
Lui la guarda e le sorride senza rispondere. Poi chiede: “Perché è preoccupata?❤️”.
Elena replica che non è preoccupata, perchè certi travagli personali non li vai mica a confidare al primo sconosciuto.
Osservandola ancora, si rivolge ad Elena dandole però del tu: “Sì che sei preoccupata, dimmi perché…❤️
Allora le confida tutti i suoi timori per Francesco.
A questo punto l’intervistatrice di Tv2000 chiede ad Elena: “Vedo che lei si riferisce a questo signore, un po’ al maschile e un po’ al femminile; non so se sia un lapsus …vorrei capire, perché questo è un punto importantissimo…Non so se la sua mente ha capito “dopo”, questa presenza misteriosa…”. https://www.youtube.com/watch?v=o24FiUy2IV4
In effetti Elena narra l’incontro, riferendosi al misterioso “signore” utilizzando un po’ i pronomi femminili ed un po’ i pronomi maschili.
Dice: “Allora le chiedo…ma lui rispose…lei sorrise…lui mi domandò…”.
Una cosa strana, no?
Elena sorride alla giornalista e continua il suo racconto, facendole capire che non è un lapsus.
Quel misterioso signore le chiede: “Il bambino prende qualcosa?❤️”.
“No, non prende nulla”.
“Ma voi siete stati da madre Speranza, vero?❤️”.
Elena gli dice di no, che non c’erano mai stati.
“Ma sì che ci siete stati a Collevalenza❤️”.
“No, guardi, le posso assicurare che non siamo mai stati da madre Speranza”.
Ma lui le dice con tono certo: “Francesco sì❤️”.
Elena ribatte di no.
Lui (o lei) la guarda, e di nuovo le dice: “Sì, Francesco sì❤️”.
Poi per la seconda volta le chiede: “Ma Francesco prende qualcosa?❤️”.
Elena risponde di no, ma ripensandoci subito ammette: “Si, guardi, sta bevendo l’acqua di madre Speranza”.
Poi prega quel signore di dirle il suo nome, chi fosse, come potesse sapere tutte queste cose sulla sua famiglia, ma la sua risposta è: “Perché mi fai tante domande? Non pensare a chi sono, non ha alcuna importanza❤️”.
E poi aggiunse: “Non è più il caso di preoccuparsi, perché Francesco ha trovato la sua mamma❤️”.
Elena lo guarda stupita e replica: “Scusi, guardi che la sua mamma sono io..” ma lui ribadisce: “Si, ma l’altra mamma❤️”. Elena è frastornata e confusa. Non capisce più niente. Educatamente gli dice che deve andare via ma lui le dice: “Domenica fate una grande festa vero?❤️”.
“Si – risponde – veramente domenica facciamo una piccola festicciola per il compleanno di Francesco”.
“No – riprese lui – farete una grande festa. Non per il compleanno, ma perché Francesco è guarito❤️”.
Pensa Elena: “Guarito?”.
A quel punto è molto agitata, i pensieri le si affollano nella mente. Ancora una volta gli chiede: “Per favore chi è lei?”. La guardò con tenerezza ma molto serio, e le risponde: “Basta chiedermi chi sono❤️”.
Elena insiste: ”Ma come guarito?”.
Ed egli: “Si, guarito, stai tranquilla. Francesco è guarito❤️”.
In quel momento Elena intuisce che le sta succedendo qualcosa di straordinario. I pensieri sono mille, le sensazioni anche. Ma lì per lì ha paura. Lo guarda e, giustificandosi, gli dice: “Guardi, adesso devo proprio andare via”. Prende Francesco, lo mette nel passeggino. Vede lui che con la mano saluta il piccolo. Le dà come una carezza sul braccio e la esorta ancora: “Mi raccomando, andate da madre Speranza❤️”.
Lei risponde: “Certo che andremo”.
Quel signore si china verso Francesco, con la mano gli fa ciao e il bambino gli risponde con la manina. Poi si alza, la guarda dritta negli occhi e le dice ancora: “Mi raccomando, presto da madre Speranza❤️”.
Elena lo saluta e si avvia verso casa, letteralmente scappando. Si girai per guardarlo. Lui si è riseduto sulla panchina e rivolto verso di lei la guarda e le sorride come per dire “Va tutto bene❤️”.
Elena fa il giro dell’isolato piangendo, perché di tutto quello che le ha detto quella persona, la cosa che l’ha colpita di più è che Francesco ha trovato la sua mamma. Dice tra sé e sé: “Vuol dire che Francesco deve morire? E chi è questa mamma?”. Fa il giro dell’isolato e pensa che probabilmente è stata la stanchezza… il dolore per suo figlio… che sta impazzendo… che ha immaginato tutto…
Torna al parco; ci sono delle persone, ma quell’uomo non c’è più. Si ferma a parlare con le persone presenti e chiede loro se lo conoscessero, se lo avessero mai visto. Un signore le risponde: “Certo che l’abbiamo vista parlare con quella persona, ma non è del posto, perché una persona talmente bella l’avremmo certamente riconosciuta”.
In una delle tante interviste chiederanno ad Elena: “Ma com’era questo signore bellissimo?” http://www.madresperanzadigesu.it/miracoli-2/miracoli/
Elena risponderà: “Non saprei. Non era giovane, ma non so dirle l’età. Non mi sono soffermata sull’aspetto fisico. Posso dire che ero rimasta veramente impressionata dai suoi occhi. Non riuscivo a guardarlo a lungo, perché avevo l’impressione che riuscisse a vedere nel mio intimo. Mi dicevo: “Mamma mia, che profondità”. Tornai a casa e telefonai piangendo a mio marito, che è medico. Lui era in studio e mi disse: “Ora ho dei pazienti, dammi il tempo di concludere e torno subito a casa. Nel frattempo telefona a mia mamma così lei viene subito prima che arrivi io”. Telefonai a mia suocera e cominciai a raccontarle ciò che era accaduto. Ebbe l’impressione che fossi impazzita, che per il dolore, la stanchezza, fossi andata fuori di testa. Le dissi: “Francesco è guarito, ma io voglio capire chi è questa mamma”. Lei mi rispose: “Probabilmente a questa domanda riesco a rispondere”. Le chiesi subito che cosa intendesse dire. E lei mi raccontò quello che segue…
Elena prosegue il racconto:
“Mentre era a Collevalenza, zio Giuseppe aveva pregato per Francesco Maria. Il giorno di sabato, si stava preparando a tornare a casa, ma, arrivato d’avanti al cancello d’uscita della casa del pellegrino, aveva sentito di dover ritornare sulla tomba di madre Speranza. Rientrò così al santuario, andò sulla tomba e pregando disse: “Ti prego di prenderlo come figlio, adottalo. Se è volontà del Signore che lui debba lasciarci, aiutaci a superare questo momento. Se invece tu puoi intervenire, dacci questa possibilità”. Mia suocera concluse dicendo che, probabilmente, quello che era successo era la risposta a ciò che noi tutti e lo zio avevamo chiesta pregando.
Arriva il due luglio 1999, festa di compleanno di Francesco. Quel giorno arrivano gli amici, i nonni, gli zii, tutti quanti. C’è tutto quello che Francesco non può mangiare, ma nessuno trova la forza di dargli qualcosa che potrebbe fargli male. Solo due mesi prima era accaduto che trovasse per terra un pezzettino di fetta biscottata, l’aveva messa in bocca e venti minuti dopo era entrato in coma. Quindi il solo pensare di dargli da mangiare quello che era sulla tavola era impensabile.
Lo zio allora, prende in disparte Elena e Maurizio e dice loro che era arrivato il momento di mostrare la loro fede. Dice che il Signore fa la Sua parte, ma che anche loro devono fare la loro. Non fanno neanche in tempo a dire “va bene”, che la mamma di Maurizio prende in braccio il bambino e lo avvicina alla torta. Francesco ci mette dentro le manine e le porta alla bocca…
I cuori di Maurizio ed Elena impazziscono. Però a un certo punto, si dicono: “Sarà quel che sarà”.
Francesco mangia le pizzette, i salatini, i pasticcini… E man mano che mangia sta bene! Non aveva nessuna reazione!
Conclusa la festa, mettono Francesco a dormire e lui, per la prima volta in un anno, dorme tutta la notte. Quando si sveglia per prima cosa chiede il latte, perché ha fame!
Da quel giorno Francesco comincia a bere un litro di latte al giorno e mezzo chilo di yogurt. E da allora è sempre stato bene. Nella settimana successiva al suo compleanno inizierà anche a camminare.
Due settimane dopo la festa di Francesco, il bambino sarà sottoposto ad una visita di controllo.
Il medico era oramai convinto che Francesco fosse deceduto. Così appena vede Elena le va incontro abbracciandola e dicendole quanto fosse dispiaciuto.
Al che Elena gli dice: “No, guardi, le cose non sono andate esattamente come pensavamo noi”. Quando il medico vede Francesco arrivare, dice che è veramente un miracolo.
Da allora Francesco è stato sempre bene!
Ci sono state tante indagini su questa guarigione che, scientificamente, non è spiegabile e che ha portato poi alla beatificazione di Madre Speranza il 31 maggio 2014.
Oggi Francesco è un bel ragazzo di 25 anni.
Il 3 agosto di quell’anno Francesco poi andò al Santuario di Collevalenza.
E poi? Cosa è accaduto dopo la guarigione? Lo racconta Elena.
“Dopo la guarigione di Francesco ci siamo interrogati su che cosa potessimo fare per rispondere a questa grazia. Abbiamo chiesto al Signore di farci capire quale potesse essere la nostra vocazione. In quel periodo abbiamo cominciato a interessarci e ad approfondire le problematiche dell’affido familiare. E dopo un percorso di preparazione abbiamo dato la nostra disponibilità ad accogliere i primi bambini. Abbiamo conosciuto l’associazione di ispirazione cattolica “Amici dei bambini”. Si occupa prevalentemente di adozione in tutto il mondo, ma da tempo si è aperta anche all’affido familiare. Così abbiamo concepito insieme l’idea di aprire una casa famiglia dove dare la possibilità a più bambini di essere accolti in una famiglia, la nostra, per il periodo del distacco dal nucleo familiare di origine. Abbiamo così aperto la nostra casa famiglia: la “Casa famiglia Speranza”.”

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