Anoressia e bulimia: il nostro spirito affamato

anoressia-shutterstock-744x445L’altro giorno, alla ricreazione, una ragazza mi è passata vicino e mi ha detto – anoressica, guardati allo specchio prima di uscire di casa – ma io dico, prof, è possibile arrivare ad essere così…così…boh…non ci sono parole”

Chi mi parla è Veronica, la mia bellissima alunna che, da un po’ di tempo a questa parte, ha deciso di non mangiare, illudendosi che facendo a meno di “tutto”, arrivi a cibonon avere più bisogno di “tutto”. Perché questa è l’anoressia: una ricerca spasmodica, con lo stile “faidate”, di una cura che faccia tacere quel grido di dolore e di bisogno.

Veronica è bionda, è bella, è intelligente ed ha deciso di trasformare il suo corpo in una tela dove dipingere il suo spasmodico desiderio di tenere tutto sotto controllo. Ma non lo sa neanche lei che è questo il motivo.

Capita.

foglieA volte siamo un po’ analfabeti riguardo al linguaggio della nostra anima. Veronica aggiunge: “Non so, prof, perché faccio questo. Mia madre mi ha sempre voluto bene. Il mio ragazzo mi è sempre vicino. Si dice che sia mancanza di amore. Ma io non so…non mi sembra…volevo parlarne con lei da un po’…”

E mi racconta tutti i tentativi delle persone che le vogliono bene, di farla ricominciare a mangiare.

Mangiare: sembra quello il problema.

il_piccolo_principe_fraseSiamo un po’ tutti analfabeti dell’anima e ci sfugge spesso che l’essenziale è invisibile agli occhi”.

Questa famosa frase di Antoine de Saint Exupèry la leggiamo, la scriviamo, la postiamo sui social, ci piace…ma non la viviamo.

Perché se capissimo davvero che l’essenziale è invisibile agli occhi, inizieremmo a guardare sul serio il mondo con gli occhi dell’anima.

Ed allora tutto cambierebbe. Continua a leggere Anoressia e bulimia: il nostro spirito affamato

Il teatro è il mezzo…l’unione è il fine!

spazioscenico“Quel giorno, quella che mi aspettava doveva essere una riunione come tante altre.

Mentre guidavo per raggiungere i ragazzi che, nel prossimo spettacolo, avrebbero fatto gli attori, pensavo a come organizzare i lavori del gruppo. 

Una cosa avevo in mente: sul palcoscenico del Teatro della mia città, quei ragazzi avrebbero raccontato le storie che avrebbero scelto loro. Meglio, se storie della loro famiglia!

D’altra parte il titolo dello spettacolo era chiaro: “Storie di dolore e di rinascita!”. Continua a leggere Il teatro è il mezzo…l’unione è il fine!