Tag: nazismo
Gustav Klimt: Ritratto di Adele Bloch-Bauer
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L’incredibile storia di Hilde e Chris
Questa incredibile storia parte da un gesto anonimo di grande generosità, che è poi continuato con altri gesti, fino a creare un effetto domino pazzesco.
Avete presente quando gettate un sasso in un lago? Le onde accadono. Sia che voi vi fermiate a contarle ed osservarle, sia che voi vi allontaniate.
Ecco: questa è la storia delle onde!
Hilde Back è la donna della foto: ha un dolce sorriso, vero?
Oggi è un’anziana signora ebrea svedese, insegnante in pensione.
Una donna normale, gentile che ha vissuto gran parte della vita da sola.
Nel 1940 lei era una ragazzina. Era ebrea. Era in pericolo.
Ma quell’anno uno sconosciuto benefattore dona dei soldi alla sua famiglia per farla fuggire dalla persecuzione del regime nazista.
Con quel regalo insperato i genitori cercano di rifugiarsi in Svezia fuggendo attraverso il Mar Baltico, ma vengono respinti al confine e solo lei riuscirà ad entrare. Continua a leggere L’incredibile storia di Hilde e Chris
Il pianto di Nedo Fiano
IN RICORDO DI NEDO FIANO, GIUNTO IN CIELO
Lo ricordo bene quel pranzo alla “Taverna da Ivo” del 9 gennaio 2006. Ero con Nedo Fiano, la moglie ed un cameriere gentile che ci stava elencando i piatti del giorno.
Nedo sorrideva e sceglieva. Io mi sentivo una privilegiata della vita ad averlo accanto e poter sentire ancora altre sue testimonianze.
Poi, improvvisamente, tutto è cambiato. Ricordo il cameriere allontanarsi e Nedo scoppiare a piangere.
Così.
Dal nulla.
Un pianto disperato, fatto di lacrime che emergevano da un dolore sovrumano quanto antico.
Io ero senza parole e senza spiegazioni.
Non riuscivo a capire cosa stesse accadendo.
Un attimo prima tutto era rosa ed un attimo dopo tutto era nero.
Ricordo che la moglie gli strinse teneramente la mano ed a me, con un tono delicatissimo fatto di parole sussurrate, mi disse: “Non si preoccupi professoressa. Nedo fa quasi sempre così dopo un incontro nelle scuole. Ricordare è un dolore enorme per lui. Ma lo fa perché i ragazzi devono sapere!”
Quel pianto improvviso mi insegnò più di mille racconti sull’olocausto.
Poi si ricompose, si asciugò le lacrime, la vita riprese il suo colore rosa e la sera, a cena a casa mia, tutto era tornato sereno.
Ma andiamo indietro di qualche mese. Andiamo al settembre 2005 e, precisamente, ad una lezione con una domanda precisa di un mio studente: “Lei prof che cosa ne pensa dei negazionisti? Di quelli che dicono che la Shoah non è avvenuta o che, comunque, non è stata così grave come ce la raccontano?” Continua a leggere Il pianto di Nedo Fiano
Guerrieri della luce contro guerrieri delle tenebre
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Come si salvarono centinaia di ebrei grazie ad un colonnello tedesco, un vescovo, dei frati, un ciclista, delle monache di clausura e una città intera: Assisi.
Sono le 19.30 dell’8 settembre 1943 quando il maresciallo Pietro Badoglio, capo del governo italiano, entra nella sede dell’EIAR, la radio di stato italiana.
Al posto dell’uniforme indossa un abito grigio e un cappello floscio.
In pochi minuti registra un messaggio breve e volutamente ambiguo riguardo l’atteggiamento da tenere verso gli ex alleati tedeschi.
“Il governo italiano, riconosciuta la impossibilità di continuare la impari lotta contro la soverchiante potenza avversaria, nell’intento di risparmiare ulteriori e più gravi sciagure alla Nazione, ha chiesto un armistizio al generale Eisenhower, comandante in capo delle forze alleate anglo-americane. La richiesta è stata accolta.
Conseguentemente, ogni atto di ostilità contro le forze anglo-americane deve cessare da parte delle forze italiane in ogni luogo.
Esse però reagiranno ad eventuali attacchi da qualsiasi altra provenienza.”
Da quel momento tutto precipita.
Durante la notte re, governo e comando supremo fuggono da Roma lasciando alle forze armate, come unica direttiva, quelle oscure parole lette alla radio.
Chi sono ora i nemici? Gli americani o i tedeschi?
Chi bisogna combattere?
E, soprattutto, come bisogna procedere?
Soltanto alle 0:50, in seguito a valanghe di richieste di istruzioni, il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito Roatta fa trasmettere il seguente fonogramma “Ad atti di forza reagire con atti di forza”.
Una confusione totale!
La popolazione è nel panico.
Roma è abbandonata e nessuno ne ha organizzato la difesa.
Una parte dei militari ed alcuni coraggiosi cittadini si mettono subito insieme per difendere Roma dall’avanzata nazista, ritrovandosi lungo le mura di Porta S. Paolo, innalzando barricate e facendosi scudo con vetture e tram rovesciati. Ma nel primo pomeriggio del 10 settembre 1043 questa resistenza spontanea è travolta dai mezzi corazzati tedeschi e il capo di Stato Maggiore della Divisione “Centauro” Leandro Giaccone firma la resa a Frascati, presso il quartier generale tedesco, accettando la richiesta tedesca di cessare il fuoco e di trasformare Roma in città aperta.
Poco dopo i tedeschi rinnegheranno l’accordo e prenderanno il controllo della città
In quei terribili momenti, alcune famiglie ebree decidono di partire alla volta di Assisi.
In quella città sperano di trovare qualcuno disposto a difenderli dalla morte.
Assisi…San Francesco…
Non immaginano che lì davvero cammineranno sulla “Via della salvezza”.
Vi sto per raccontare una storia che, se volete, potrete conoscere da vicino.