La vita si espande o si accorcia in proporzione al proprio coraggio: buon viaggio Andrey!

“Buonasera professoressa, scusi l’orario so che è notte fonda e mi prenderà per un folle a star sveglio a quest’ora, eppure è così. La stavo pensando professoressa. Il 14 luglio farò il mio primo viaggio in 17 anni di vita! (????) E come se non bastasse, lo farò da solooo (peggio mi sento). Vado in Bielorussia prof, alle mie origini. Torno in patria a trovare la nonna che mi ha cresciuto, dopo sette lunghi anni… Dovrò andare a Roma da solo, poi andare a Fiumicino a prendere l’aereo!!! Io che non ho mai visto un aereo da vicino!!! Mai stato in aeroporto ????. Ho finito il lavoro alle 1.20, sono tornato a casa e mi sono fatto una doccia veloce. Alle 1.55 stavo già nel letto. Ma non riesco a prendere sonno, mi rigiro nel letto da un’ora!!

Questo viaggio mi spaventa tantissimo professoressa! Da una parte non vedo l’ora, perché voglio andare a visitare tutti i luoghi dove sono cresciuto. Anche se non sono stati i migliori, voglio vederli lo stesso. Ma, contemporaneamente, la cosa mi terrorizza. Non so come la prenderò, non so cosa mi accadrà. L’unica cosa che so è che ci devo andare. Penso che ritornarci, mi cambierà tantissimo (e la cosa mi spaventa da morire). Dovrò stare là per quattro settimane! Io che, l’unica volta che ho dormito fuori casa, è stato quest’anno, quando sono stato in gita. Il viaggio mi spaventa tanto, anche per il fatto che sarò da solo. Sarò solo io e me stesso. Dovrò affrontare tutti, da solo. Non ci sarà nessuno con me, a dirmi “dai calmati entriamo, è passato”. Fortuna il Signore è ovunque!! E nulla prof, avevo bisogno di scrivere a qualcuno queste cose e lei mi sembrava la persona più giusta. Non tutti sanno quanto fragile io sia. Buonanotte
P.S. non mi prenda per matto eh!! In fondo lo siamo tutti
 

“Papà… Può un uomo essere coraggioso se è spaventato?” “Questo è il solo momento in cui un uomo può essere veramente coraggioso” (da A Game of Thrones, George R.R. Martin; 1996).

Caro Andrey, è bellissima la tua paura! E’ luminosa esattamente come la pazzia che ci porta a fare imprese straordinarie. E non è straordinario avere il coraggio di tornare nel “passato” per guardare in faccia antichi dolori? Vedere se poi è davvero così facile che ci schiaccino ancora? O vedere se, a distanza di anni, la nostra forza interiore ci ha resi predatori incalliti di vita?

Perché tu sei così, Andrey: un cacciatore, un guerriero, un combattente pieno di passione per la vita e la giustizia.

La stragrande maggioranza dei problemi che hai avuto all’inizio, nella nostra scuola, derivavano dalla tua fame di giustizia. Ogni piccolo sintomo di parzialità ti faceva andar via di testa. E, conoscendo la tua difficilissima (quasi romanzesca) storia personale, non occorreva essere geni per comprenderne i motivi.

In pochi mesi sei riuscito a farti amare da tutti. Effettivamente devo ammettere che hai qualcosa di speciale in te. Non te ne accorgi. Non ne sei consapevole. Ma ispiri cose belle.

Così quando la notte scorsa ho letto il tuo messaggio, ho subito iniziato a fare il tifo per te.

Soren Kierkegaard (un filosofo danese – 1813-1855-) diceva che :“Osare è perdere solo momentaneamente la propria strada, non osare è perdere se stessi”

Osa Andrey! Parti! Torna nei tuoi luoghi d’origine e non ti perderai. Non smarrirai nessun pezzo del puzzle della tua vita. Hai abbastanza coraggio per affrontare tutto. Continua a leggere La vita si espande o si accorcia in proporzione al proprio coraggio: buon viaggio Andrey!

Sentirsi amati, a prescindere… (la vittoria dei non amati)

Cara Maria Cristina, stamattina mi sono svegliata con una decisione. Beh, forse DECISIONE è un termine un po’ troppo “deciso”. Però con un AUSPICIO, lo posso dire.

Non voglio più parlare ed affrontare il tema dei miei genitori. L’ho fatto tante volte tra me e me… Spesso anche con persone che, come te, pazientemente, mi hanno ascoltata. Ed alla fine ho dedotto che non è questo che mi aiuta.

Probabilmente mi avrebbe aiutata, se avesse spedito questa dolorosa esperienza di non-amore, nel passato. Ma non è così.

E’ ancora tutto tanto presente.

Presente.

Come all’appello a scuola.

Presente, per ricordarmi che, esattamente come nel passato, le “cose” che loro possiedono, valgono tanto.

Più di tutto.

Più di tutti.

Ma è inutile che io parli di questo. Dopo, sto sempre male.

Perché è dopo, che si fa avanti la ferita interiore che mi divora ogni serenità: il sentire che è giusto che io non sia amata.

Il sentirsi non meritevole di amore.

E il dito puntato su sé stessi è troppo micidiale.

Quel dito sussurra caparbiamente: “Se avessi avuto un carattere diverso… Se fossi stata dolce e pacata … Se …” e capisco che nel mio cuore è in atto una battaglia da quando sono nata.

Una battaglia che non riuscirò a vincere, sfogando ogni volta quel dolore che ripete dal suo banco in prima fila: Presente! Ci sono!”.

Lo sfogo non basta, non serve e mi fa stare pure male… poi.

Mi fa sentire in colpa.

Perché quando non ti senti degna di amore, ogni sfogo diventa l’ennesima prova che sei tu il problema.

E forse è vero.

O forse no.

O forse un po’ ed un po’…come un triste gioco degli equilibri dove non si vuole far torto a nessuno.

Ma questo “gioco” è molto, molto più in profondità di quanto io creda. Quel “non amore” che si è alzato in piedi ogni mattina dicendomi “presente”, mi ha ferita in profondità. Continua a leggere Sentirsi amati, a prescindere… (la vittoria dei non amati)

Voglia di felicità… e quel cromosoma in più che ce l’ha!

E’ lultima lezione di religione nella 2B del Liceo Artistico ed abbiamo voluto finire l’anno scolastico facendo il gioco della sedia che scotta.

I ragazzi se lo aspettano; sono contenti ed agitati, entusiasti ed emozionatiVogliono fare il gioco, ma lo temono anche. Per questo ci siamo dati una regola-base: nessuno è obbligato a farlo.

La seconda regola è che chi si siede sulla sedia che scotta, dovrà essere schietto, vero, leale, sincero.

La terza regola è che tutte le rivelazioni, gli sfoghi, le risate, i pianti, le emozioni e gli abbracci che nasceranno in quei cinque minuti (tale è la durata del gioco per ciascuno), dovranno restare lì! Nessuno dovrà trasformare quei cinque minuti di verità estrema in un pettegolezzo ignobile.

Tutti pronti?

Ragazzi seduti in cerchio intorno alla cattedra; si parte!

A turno, ogni cinque minuti, ognuno si siede al posto dell’insegnante e l’avventura inizia.

“Cosa hai sul comodino in camera tua?”

“Hai vinto un viaggio e puoi portare solo cinque compagni di classe: chi scegli?”

“Sei innamorato?”

“Dicci tre caratteristiche del tuo carattere che vorresti cambiare e tre che, invece, ti piacciono”

“Quando hai pianto l’ultima volta?”

“Sei mai stata tradita?”

“Ti sei mai ubriacato?”

“Da 1 a 10, secondo te quanto è unita la tua classe?”

“Immaginati tra dieci anni: cosa vedi? O comunque, cosa speri?”

“Se fossi la Dirigente Scolastica di questa scuola, cosa cambieresti?”

“Hai mai fatto a botte con qualcuno?”

“Scegli tre persone della tua classe che dovranno dire una tua caratteristica positiva (che pensano davvero, ovviamente)”

“Tu credi che l’amore per sempre, possa esistere?

“Quanti amici veri hai nella tua vita?”

Ed il gioco va avanti. Continua a leggere Voglia di felicità… e quel cromosoma in più che ce l’ha!

Ciò che sorregge il piedistallo d’argilla del mondo è il respiro di Dio.

Dio respira e, ad ogni respiro, attiva un movimento d’amore che s’infila dappertutto.

Lui, proprio come noi, non può vivere senza respirare.

Inspira…espira…

Ogni Suo respiro crea qualcosa che ha a che fare con l’amore.

Noi siamo dentro il suo respiro, come cercatori perenni del suo ossigeno amoroso. Mai sazi.

Dio non ci basta mai. L’amore neanche.

Per vedere gli effetti del respiro di Dio, basta guardarsi intorno.

Stai guardando intorno a te?

Il fiore sul davanzale è cresciuto?

In cucina c’è profumo di cena in arrivo?

Qualcuno sta scrivendo una bella lettera?

Il pancione di quella futura mamma è in crescita?

Due creature stanno facendo l’amore?

Una pediatra sta studiando per capire la cura giusta per quel bimbo?

In camera possiamo guardare un bel quadro appeso?

Tutto è segno del passaggio dell’Amore dell’Universo.

S’infila nelle cose piccole ed avvolge i singoli attimi.

Quest’Amore noi lo chiamiamo Santo Spirito, ma tutto deriva dalla parola ebraica ruach (רוח) che si riferisce al respiro, al soffio, al vento… a qualcosa che si muove e che smuove. Ma non si vede.

Però possiamo osservarne gli effetti!

Nei quattro punti cardinali dell’universo, ogni alito d’amore parte da un respiro di Dio.

Inspira…

Espira…

Una frazione di secondo e tutto cambia.

Tutto è perfetto, pur nel cambiamento continuo. Continua a leggere Ciò che sorregge il piedistallo d’argilla del mondo è il respiro di Dio.

Gli angeli ci sono per liberarci dalle paure!

Prof, ma cosa sono gli angeli?”

 

Jibril è il mio alunno misteriosamente dolce.

Silenzioso, intelligente, sensibilissimo.

Solo dopo i primi tre anni di scuola, mi ha permesso di scoprire alcuni dei tanti doni che la vita gli ha fatto.

Lui ovviamente considera tutto normale e non è per niente generoso con sé stesso (“male comune” a tanti altri ragazzi della sua età).

Comunque quest’anno mi ha scritto una lettera.

Anzi, per essere precisi, prima di scrivermi, un giorno si è fermato in aula con me, dopo aver atteso l’uscita di tutti i suoi compagni di classe, ed ha esordito così: Prof, a volte ho così tante domande nella testa, che mi sembra di impazzire.

Sorride dolcemente mentre mi permette di entrare un po’ nella sua vita.

La lettera che poi mi ha scritto è strapiena di domande.

Un elenco molto impegnativo.

Quello sugli angeli è solo uno dei tanti suoi punti interrogativi.

Gli angeli…

 

Caro Jibril, da sempre paura e fede sono le due antagoniste che si disputano il cuore e la mente dell’uomo.

Se un giorno tu dovessi leggere la Bibbia, vedrai che è stracolma di incoraggiamenti da parte di Dio, per confortarci e per ribadire ad ognuno di noi Non temere. Non avere paura!”

Spesso Dio, per farci capire bene che non dobbiamo arrenderci e che dobbiamo andare avanti perché siamo su questa terra per un scopo, manda degli angeli.

Tantissimi racconti narrano degli incontri con gli inviati di Dio.

Pensa che, nell’intera Bibbia, per 221 volte ricorre la parola «angelo» e 96 volte la parola «angeli». Continua a leggere Gli angeli ci sono per liberarci dalle paure!

“Scusa Dio, una domanda: la mia anima gemella, l’hai creata?”

“Gentile professoressa, sono Claudia, quasi 40 anni, insegnante di scuola superiore. Posso chiederle un’opinione su una cosa che, alla luce di tanti problemi più gravi, potrebbe rasentare la banalità?

Io soffro molto per il fatto di non avere un compagno di vita. A volte sono single, nel senso che comunque vivo bene anche da sola coltivando comunque delle relazioni amicali importanti, ma altre son proprio zitella (mannaggia!) ammassata di rabbia e acidità. 

Secondo lei, è vero che “Dio li fa e poi li accoppia”? Ho la fortuna di conoscere delle coppie stupende che mi sembrano quasi “predestinate” a stare insieme.

Nell’amore sponsale secondo lei, c’è un disegno di Dio? Dio pensa a una persona precisa per chi desidera intraprendere una vita di coppia?

Carissima Claudia, sai quante volte mi sono posta anche io la tua stessa domanda? Tantissime!

Una volta la feci anche ad un mio insegnante universitario di teologia.

Ricordo che, scherzando, gli chiesi: Scusi ma, quel famoso detto “Dio li fa a poi li accoppia”, ha una possibile valenza teologica o è solo una battuta popolare senza troppo valore?”

Credo che, alla fine, nessuno possa dare una risposta certa. A meno che non sia qualcuno che conosce alla perfezione i pensieri di Dio.

Però qualcosa possiamo intuire.

1. Noi tutti sappiamo che non siamo burattini nelle mani di Dio e che le nostre scelte (anche quella del partner) provengono dalla nostra libertà. Eppure, in modo misterioso e provvidenziale, Dio è sempre un nostro compagno di viaggio molto attivo. Non avrà un’agenzia matrimoniale, ma sono certa che non sta nemmeno spaparanzato in poltrona a guardare il film della nostra vita, in attesa di vedere il lieto fine. Dio proprio non riesce a star fermo. Gli viene naturale essere attivo e partecipe. C’è una bellissima frase della Bibbia, in cui l’Arcangelo Raffaele dice a Tobia (riguardo a Sara): Non temere: essa ti è stata destinata fin dall’eternità(Tb 6, 16-18). Che vuoi che ti dica Claudia? Io, fondamentalmente, penso che ogni coppia sia stata pensata da Dio. Non è una verità di fede questa, eh! Prendila come un gioco teologico-spirituale!

2. Continuando con questo gioco, ecco però che arriva una legittima obiezione. Tutti vediamo che le persone, spesso, fanno scelte contro la volontà di Dio. Quindi se Dio avesse pensato per noi una persona ben precisa e noi perdessimo quell’opportunità, tutto il progetto divino sulla nostra vita, sarebbe rovinato? Anche qui ritorna l’instancabile azione di Dio. Noi cambiamo le carte in tavola… ma Lui si adegua e gioca ancora meglio! La Bibbia dice che anche il piano più “stolto” di Dio, è di gran lunga più saggio del piano più saggio che un essere umano possa mai concepire (1 Corinzi 1, 25). In breve: chi conduce la storia è Dio. Anche le storie d’amore. Ci siamo noi, con la nostra libertà e c’è Dio, con la sua fantasia. L’incontro tra queste due scintille, crea la coppia: 1+1=1 Continua a leggere “Scusa Dio, una domanda: la mia anima gemella, l’hai creata?”

“La libertà è amarci, mentre impariamo dagli errori

Carissima M. Cristina, perdonami se ti do del tu senza nemmeno conoscerti, ma da qualche tempo ormai la tua pagina mi è più familiare di tante presenze geograficamente vicine nella mia esistenza. Cercare il tuo blog e scorrere i tuoi post è divenuta un’abitudine ormai consolidata, una routine come quella della sana colazione che ricarica il corpo mentre la tua pagina ricarica lo spirito. Non solo per una mera condivisione e ricevere quei tanti like che piacciono al giorno d’oggi, ma per sentire vibrare quella corda del cuore, quella un po’ risentita, un po’ vulnerabile che tu sembri conoscere in molti di noi, tuoi accaniti lettori. La mia felicità è doppia quest’oggi nello scriverti, perchè rigiro tra le tue mani il tuo libro, ieri giunto a me in un bellissimo pacco regalo. Dunque mi sembrava naturale scriverti per ringraziarti, perchè in un momento tanto precario della storia e in cui noi giovani siamo tanto “orfani” spiritualmente, leggere le tue perdonarsi, mettendo quasi in discussione la bontà di Dio nell’avermi creata.

So che se dentro di me c’è qualcosa di Lui e dunque qualcosa di bello deve esserci da rendere prezioso, custodire e offrire al
mondo. Eppure quanto è difficile spogliarsi di quel lenzuolo di paure, insicurezze e senso di inadeguatezza che ci fa rimanere nel sepolcro, facendo perdere di vista la resurrezione di Gesù
Cristo. Quanta superbia nel nostro cuore nel non accettare i limiti della nostra condizione umana. Eppure potremmo scoprirli come punti di forza, attraverso i quali poterci riconoscere fratelli e figli. Fratelli nell’infinito bisogno di amore, nel desiderio di essere autentici e camminare con Lui.

Cara M.Cristina, la strada è lunga ed è un continuo camminare… ma grazie a persone come te il percorso si fa più luminoso e i passi più certi, anche se non ci conosciamo. Mantieni viva la tua fiamma di speranza e di amore e aiuterai tanti giovani a fare luce dentro di sé, nonostante le proprie ombre. Grazie, con affetto Miriam

Carissima Miriam, in quest’ultimo mese, sono stata più in carcere che fuori. Ed ho imparato tanto. Ma soprattutto, parlando con i detenuti, ho capito che il carcere più duro da vivere, è quello della continua condanna verso noi stessi.

E’ un po’ come vivere sempre nella tomba, senza arrivare mai alla resurrezione. Continua a leggere “La libertà è amarci, mentre impariamo dagli errori

Ognuno di noi, almeno una volta, ha fatto una passeggiata con Dio!

E se fosse tutta una finta?

Se Gesù non fosse risorto e gli apostoli si fossero inventati tutto?

Se tutta ‘sta storia della resurrezione fosse una specie di burla storica arrivata fino a noi e tenuta in vita dall’istintiva voglia di illuderci che la
morte sia solo un passaggio?

Ecco: in questi frangenti penso a quel che disse Charles Colson (politico e collaboratore di Nixon): 

“So che la risurrezione è un fatto e la faccenda del Watergate me lo dimostra. Come? Perché dodici uomini testimoniarono di aver visto Gesù risorto dai morti, poi proclamarono quella verità per quarant’anni, senza mai rinnegarla. Tutti furono picchiati, torturati, lapidati e incarcerati. Non avrebbero
sopportato quelle cose se non fosse stata la verità. Nel caso Watergate furono implicati dodici degli uomini più potenti della terra e non riuscirono a sostenere una bugia per più di tre settimane. Volete dirmi che
dodici apostoli riuscirono a sostenere una bugia per quarant’anni? Assolutamente impossibile
.”

Ha ragione Colson: se la risurrezione di Gesù fosse stata tutta una bugia architettata da un gruppetto di seguaci, avrebbe avuto le gambe cortissime.
(Per chi volesse, in questo link c’è un approfondimento breve, sintetico e realistico, intitolato: “La Resurrezione di Gesù. Un fatto vero!” http://xoomer.virgilio.it/cavalieridellaverita/circolari/Circolare90.htm )

Della resurrezione la cosa che mi affascina moltissimo è l’idea che ora, Gesù, è vivo e sta accanto a me.

Anche accanto a te che leggi.

E’ vivo ed è qui.

Mi guardo a destra e a sinistra.

Quant’è distante l’illusione dalla fede?
L’autosuggestione dalla Presenza?

Il  cristianesimo non è una religione ma una Presenza.

Gli apostoli non si sono fatti ammazzare per testimoniare una morale ma Gesù.

Qualche volta, purtroppo, sono gli stessi cristiani a mettere così in risalto norme e regole morali, da riuscire a far sbiadire la bella notizia della risurrezione.

Il passa parola della gioia si blocca e viene sostituito dalle battaglie dottrinali.

Invece (oggi come ieri) Gesù viene accolto per contagio di Speranza.

E’ quel «Resta con noi perché si fa sera e il giorno già volge al declino» che ha bisogno di sentire ancora «Che sono questi discorsi che state facendo fra voi durante il cammino?».

La nostra anima ha bisogno di passeggiare con Gesù. I nostri piedi stanchi hanno bisogno di risentire «il Signore Dio che passeggiava nel giardino alla brezza del giorno». Ad Emmaus, quella passeggiata dell’inizio dei tempi, interrotta per paura e finita con un Adamo ed Eva nascosti, è stata ripresa. Dio ha ricominciato a camminare con noi.

Ama sentirci riflettere. «Che sono questi discorsi che state facendo fra voi durante il cammino?»   Lui sa tutto. Ma che importa. Pur di stare con noi, fa la parte dell’ingenuo.

E questa volta né Clèopa e né l’amico si nasconderanno dallo sguardo di Dio. Nessuno avrà paura. Ci sarà solo una profonda, immensa, strabordante gioia. «Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture?»

Ogni uomo che nasce su questa terra, anche il più cattivo o il più cretino o il più testardo o il più… che ci sia, almeno una volta nella vita, ha fatto una passeggiata con Dio ed ha “sentito” che quel giorno, in quel momento, lui non era da solo.  Ognuno di noi, almeno una volta nella vita, ha avuto la possibilità di godersi la vita con Dio. Continua a leggere Ognuno di noi, almeno una volta, ha fatto una passeggiata con Dio!

“Vuoi vedere un miracolo figliolo? Sii il tuo miracolo”

“Cara Cristina, è da un po’ che mi interrogo sui miracoli. La mia domanda è: perché è così difficile crederci? Credere che ancora oggi esistano?

Ad esempio, nel caso del miracolo che fece Gesù nel ridare la vista ai ciechi, a volte l’ho interpretata come una vista
spirituale; ma da bambina credevo veramente si trattasse della vista fisica.


Nello stesso tempo, però, non credendo nei miracoli, non si “sminuisce” un po’ l’operato di Gesù? Certe volte ho cercato di
dare una spiegazione umana e razionale, ma così ho tolto la “divinità” a Gesù e così rischio di mettere in dubbio (non so se è il termine giusto), anche la verginità di Maria e tutto quello che è Gesù.

Eppure, se guardo alla mia vita, anche io in passato ho ricevuto dei “miracoli” o “grazie”.

Grazie, Cristina!”

 

Cara Roberta, una volta ero a passeggio per Montecarlo con alcuni miei studenti. Ad un certo punto incrociammo una signora anziana. Era italiana. Hai presente la protagonista (nella versione anziana) di “Titanic”? Ecco: sembrava di aver incontrato quel meraviglioso paio di occhi azzurri!

Le serviva una traduzione in francese per una cosa che doveva chiedere al bar e, sentendoci parlare in italiano, ci chiese aiuto. I miei ragazzi, incuriositi da questa donna dai modi delicati ed eleganti, le chiesero se fosse
in vacanza, lì.
Lei rispose che era solo di passaggio. La sua meta era Lourdes.
Allora uno dei miei studenti, sorridendo, le domandò: Va a chiedere un
miracolo?
. E quella signora, con un tono dolcemente calmo ma deciso, si voltò, lo guardò dritto negli occhi e gli disse: Ricordati, tesoro, che i miracoli ce l’abbiamo sempre intorno. Basta saperli vedere.

Più tardi quel gruppetto di studenti, ripresero il discorso con me e dissero: Prof, quella signora ha ragione.

Ti voglio raccontare una cosa. Quando stavo dando uno degli esami di Sacra Scrittura all’università, mi misi a studiare in modo particolare Il miracolo del mare (quello riportato nel cap.14 del libro dell’Esodo e che noi chiamiamo, tradizionalmente, Il passaggio del Mar Rosso). Continua a leggere “Vuoi vedere un miracolo figliolo? Sii il tuo miracolo”