Michael Jordan ha fatto il suo canestro più bello!

Ha 57 anni, è una leggenda dei Chicago Bulls, è nato a Charlotte e lì sta disputando la sua partita più bella: portare alla vittoria contro le malattie bambini e famiglie che, altrimenti, non se lo potrebbero permettere.
Questo campione di umanità aveva già fornito 7,2 milioni di dollari qualche tempo fa, per l’acquisto del terreno e la costruzione di una prima clinica.
Poi, in conferenza stampa, ha detto: “Quando ci siamo riuniti per celebrare l’apertura della prima clinica lo scorso autunno, nessuno avrebbe potuto prevedere che avremmo affrontato una pandemia globale solo cinque mesi dopo”.
In questa nuova clinica ci saranno 12 sale per gli esami dei pazienti, una sala per i raggi X e uno spazio per la terapia fisica. Oltre ad avere un assistente sociale clinico a tempo pieno sul posto.
Quando la politica non riesce a curare tutti i suoi cittadini, accade a volte che esseri umani dal cuore grande, decidano di non morire come il più ricco del cimitero ma offrano quel che hanno per alleviare lacrime e riportare giustizia.
Sembra facile farlo.
E dal di fuori sembra anche un gesto poetico.
Ma nella realtà tanto semplice non deve essere, se nel mondo ci sono milioni di poveri e pochissimi Paperoni che, fino in ultimo, si tengono stretto tutto quello che hanno. Negli ultimi anni poi questo divario è anche aumentato.
Michael ha pianto all’inaugurazione della clinica.
L’ultima volta che lo avevamo visto piangere era circa dieci anni fa nel suo celeberrimo discorso di introduzione nella Hall of Fame.
Ora lo abbiamo visto commuoversi per l’ultimo dei suoi molti impegni di beneficienza.
Ha detto davanti alla prima delle due Novant Healt Clinics: “Sono andato via e ho costruito la mia vita in Illinois e da altre parti, ma so dove tutto è cominciato. Non ho bisogno che mia madre e la mia famiglia me lo ricordino costantemente… Questo investimento non viene dalle mie tasche, ma dal mio cuore, dalla passione che questa città e questo stato mi hanno dato. Non potrò mai ripagare quello che avete fatto per me, ma è un inizio. Spero che questo progetto cresca e possa toccare il maggior numero di persone possibile, resistendo anche quando noi non ci saremo più”

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Dalle stelle alle stalle? E’ un attimo!

E poi accadde.
Accadde come sempre, purtroppo, nella storia.
Accadde che gli uomini si dimenticarono presto dei ringraziamenti dovuti a coloro che stavano morendo ed infettandosi negli ospedali per curarli.
Si dimenticarono della Spoon River dei camici bianchi.
Si dimenticarono della distesa di croci.
Si dimenticarono delle pelli dei visi trafitte dalle mascherine indossate per ore e della parola “eroi” che era rimbalzata da un terrazzo all’altro e da un post all’altro… e passarono alle denunce.
https://www.corriere.it/…/cor…/spoon-river_principale.shtml…

Viviamo spesso di “pancia” e di istinti.
E l’istinto è istantaneo.
Come si somigliano queste due parole.
Oggi è così…domani sarà cosà.
Del doman non vi è certezza.
In tutti i sensi.
Siamo un’umanità inaffidabile.
D’altra parte se anche con Gesù Cristo siam passati dalla festa delle palme alla croce sul Golgota, in cinque giorni, non è che ci dobbiamo meravigliare poi molto.
Non c’è niente di nuovo sotto il sole. Continua a leggere Dalle stelle alle stalle? E’ un attimo!

Ricordate il post in cui chiedevo di aiutare una neonata ed una mamma in difficoltà? Ecco cosa è successo…

Il suo viso sorridente brilla di spontaneità quando arriva al cancello di casa mia con uno scatolone straripante di vestitini per bambini.

E poi, dopo il suo viso, ne è arrivato un altro ed un altro ancora…fino a perderne il conto. Sono giovani mamme che si sono date da fare, in poche ore, per condividere i vestitini dei loro piccoli, con un’altra madre che resterà per loro una semplice sconosciuta.

Dopo queste giovani mamme, sono arrivate altre donne, di ogni età e situazione personale, ma con lo stesso unico intento: aiutare una creatura nata in pieno luglio ad avere tutto l’occorrente per sentirsi abbracciata e protetta come merita.

Poi sono giunte tante telefonate da amiche ed amici al dentro dei meccanismi degli aiuti sociali, per farmi capire come non fermarsi al “pesce momentaneo ma giungere a dare una canna da pesca alla famiglia in difficoltà.

Infine tantissime altre persone mi hanno contattata per mandarmi pacchi ed aiuti di ogni tipo per questa nascita arrivata in mezzo a tante difficoltà.

Tutto è iniziato con un post che ho messo nel mio profilo Facebook pochi giorni fa. Un SOS preciso: una mamma con una bimba di un anno ed un’altra piccola di pochi giorni, era in seria difficoltà. Pieno agosto. Piena solitudine. Perché era in difficoltà con due bimbe piccole? Non lo posso spiegare bene e pubblicamente, per ovvi motivi di privacy. Però una cosa la posso dire: a volte la vita può cambiare da un momento all’altro ed il problema che l’anno prima sembrava appartenere ad altri mondi, l’anno dopo accade nel tuo.

Il lavoro, la coppia, la fede, la salute… tutto marcia sui binari del “giorno per giorno”. Continua a leggere Ricordate il post in cui chiedevo di aiutare una neonata ed una mamma in difficoltà? Ecco cosa è successo…