TU SEI ABBRACCIO!

Tu non sei un’energia che vibra nel mondo.
Sei l’abbraccio che mi sorregge.
Tu non sei una filosofia da imparare.
Sei l’abbraccio che mi rassicura.
Tu non sei un profeta che dà il buon esempio.
Sei l’abbraccio che mi rende Luce.

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Lo scatto di luce!

Di tutti gli scatti fatti in Terra Santa, questo è quello che più mi piace.
Perché?
Perché non è opera mia.
È davvero frutto del caso.
Io ero lì, ferma, per fotografarlo come compagno d’avventura in giro per Masada, quando lui ha spiccato il volo.
È volato via proprio quando ho scattato.
Io ho esclamato: “Nooo!!!”????
E invece, quando sono andata a vedere la foto, mi sono accorta che le sue ali brillavano di luce riflessa.
Erano ali di luce!????
E tutto è avvenuto grazie a quel suo spiccare il volo.
Mentre io dicevo delusa il mio “Nooo!”, la vita mi faceva vedere qualcosa di ancora più bello!????

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Un cancello azzurro cielo a Gerusalemme

Lo vedete questo cancello azzurro cielo?????
L’ho fotografato al volo mentre passavamo con il pullman.
Lo considero un luogo profetico.
Quello è il cancello d’entrata dell’ospedale Saint Louis.
E’ un ospedale cristiano cattolico della Congregazione delle Suore di San Giuseppe dell’Apparizione. Lì si donano cure palliative ai malati terminali ed assistenza a pazienti cronici ed anziani.
L’ospedale si trova all’esterno della Citta Vecchia, vicino alla Porta Nuova e non lontano dalla Porta di Giaffa.
Quell’ospedale dai cancelli azzurro cielo, ospita pazienti provenienti da famiglie ebree, musulmane e cristiane. Anche il personale è misto e ognuno si prende cura di tutti senza distinzioni.
L’amore e la protezione circolano dappertutto.
E’ un luogo profetico dove ci si lascia baciare dal Cielo.
Poi la terra brilla un po’ di più e si diventa una particella dell’Anima del mondo!????
M.C.????

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LA CHIESA DELLA VISITAZIONE: LA GIOIA DI AFFACCIARSI AL BALCONE DEL NOSTRO FUTURO!

Siamo ad Ain Karem (l’antica Ebron), a circa sei chilometri a sud-ovest di Gerusalemme.
Qui c’è una chiesa che ricorda un incontro gioioso di duemila anni fa, avvenuto tra due donne.
Non vi erano cellulari allora, eppure quando si abbracciano è come se l’una già sapesse tutto dell’altra.
Una si chiama Maria ed un angelo le ha appena detto che sua cugina, oramai avanti con l’età, è incinta.
A dir la verità le ha anche detto che anche lei aspetta un bambino e l’ha chiamata “piena di grazia”.
Quella ragazzina ebrea sarà l’unica donna ad essere “figlia del suo figlio”.
L’altra si chiama Elisabetta e da sei mesi porta in grembo Giovanni Battista. Una gravidanza strana che a raccontarla potrebbe sembrare il frutto di una fantasia spropositata; e invece quel figlio nascerà sul serio.
Maria non va da Elisabetta per aiutarla nel parto. Tant’è vero che lei se ne ritorna via prima.
Lei va per condividere felicità e gioia per il Mistero che le ha visitate, rendendole l’una la madre del “più grande tra i nati di donna” e l’altra la madre dell’unico che lascerà la propria tomba vuota di morte ma piena di risurrezione.
Maria va per abbracciare, raccontare e scambiarsi benedizioni.
Che gioia!
Quanto Cielo è entrato in loro!

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NON DIMENTICHEREMO

Visitare sul Monte Herzl o Monte del Ricordo il Museo Yad Vasham, significa entrarvi dritti con le proprie gambe ed uscirne deboli e con le gambe claudicanti.
Il peso a cui si sottopone la propria anima, è enorme.
Eppure non è uno schiaffo in faccia ma una mano che ti accompagna tra lacrime e morte, sussurrandoti con decisa delicatezza: “Non li dimenticare!”
l Museo dell’Olocausto o Yad Vashem è un vero e proprio simbolo in memoria dei sei milioni di ebrei assassinati durante la seconda guerra mondiale.
Occupa un’area di 4.200 metri quadrati.
È stato creato nel 1953, ristrutturato nel 2005 ed i lavori continuano ancora.
Tra le foto riconoscerete la Cripta del Ricordo: una grande cripta di cemento che contiene solo una fiamma eterna in onore di tutti gli ebrei assassinati.
Per non dimenticare gli orrori dell’Olocausto, sul pavimento della cripta sono scolpiti i nomi di tutti i campi di sterminio costruiti in Europa nella seconda guerra mondiale.
Il Memoriale dei bambini è l’unico luogo dove ho fatto un filmato.
https://www.facebook.com/100044259082466/videos/pcb.626488152169815/600417524761224
Per i miei studenti…
Per il mio cuore…
Per chiunque voglia emozionarsi ❤️

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ATTIMI E ANGOLI DI GERUSALEMME

“Cri, ma perché è la quarta volta che vieni a Gerusalemme?”
Ci siamo appena lasciati il Monte degli Olivi alle spalle e lei è una splendida “pellegrina” che ho conosciuto in questi giorni.
Rimango in silenzio.
“Se non ti va di dirmelo non fa niente. Non volevo essere invadente” mi dice con affetto.
“No, no!” la rassicuro subito ????
“Non ti rispondo subito perché sto pensando”❤️

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UNA VOLTA, IN CARCERE…

Tre anni fa ero in un carcere di massima sicurezza per incontrare alcuni detenuti.

Avevamo preparato quell’incontro per mesi ed i miei alunni erano emozionatissimi e decisi a sfruttare appieno l’occasione, per capire meglio l’animo umano.
Ed in effetti le loro domande furono esplicite, chiare, provocatorie, rispettose … e tante!
Tantissime!!!
Alla fine dell’incontro un detenuto che era in carcere da vent’anni, con un passato difficilissimo, chiese alla direttrice del carcere se poteva andare in cella a prendere una poesia e leggerla ai ragazzi.
Ottenne il permesso.
Andò.
Tornò.
Lesse.
La poesia era la seguente:

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ESSERE FELICI

Sono passate oramai parecchie settimane dalla sera in cui Alexandra (la chiamerò così) mi scrisse uno splendido messaggio.
Ricordo che quella sera lo lessi più volte per prendermi del tempo e riflettere.
Poi qualche sillaba le risposi e lei mi scrisse – tra le altre cose – :
“… La ringrazio ancora per avermi dato la possibilità di raccontarle tutto. Non si faccia problemi a pubblicarlo sul suo fantastico blog, sono pronta a fare conoscere la mia storia. Tutti i bambini orfani devono sentirsi appartenenti a qualcuno e forse leggendo la mia esperienza non si sentiranno soli e sapranno che c’è qualcun altro che li capisce. ❤️❤️
Ora, con l’anno scolastico oramai alle spalle e con tanti ricordi belli che terrò in un angolo della mia anima, mi accingo a far conoscere la storia di Alexandra.
Perché lo voleva lei.
Perché sono tantissimi gli adolescenti affamati di ascolto.
Perché è emozionante imparare l’essenza della vita dai più “piccoli”.
Perché noi adulti abbiamo tutti il compito di innaffiare il cuore dei ragazzi con la Speranza.
In un mondo dove in troppi fanno a gara ad urlare il proprio “ego” in faccia al mondo, i ragazzi “aprono le ali, scendono in picchiata, atterrano meglio di aeroplani. Cambiano le prospettive al mondo! Voli imprevedibili ed ascese velocissime. Traiettorie impercettibili. Codici di geometria esistenziale” (direbbe Battiato).

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Il guerriero della luce crede. Proprio come credono i bambini. (Paulo Choelo): le NDE

Ero in viaggio e su quel treno diretto a Milano ero in compagnia di un solo signore. Alto, con la barba curatissima ed un pizzetto signorile che, insieme ai suoi capelli argentei, gli conferiva un’aria molto elegante.

Io avevo con me un libro. Lui pure.

Il viaggio era lungo ma i nostri libri ci tenevano concentrati

C’era un bel silenzio calmo nel nostro scompartimento.

Ad un certo punto quel signore alzò lo sguardo verso di me e mi chiese cosa stessi leggendo. Poi lui mi fece vedere il suo libro.

E’ iniziato tutto così.

La mia passione per gli studi sulle NDE (Near Death Experience) è iniziata con un incontro casuale, su un treno, con un professore universitario dall’aria affascinante.

All’arrivo nella caotica stazione milanese, lui mi lasciò sorridendo, con un: “Buona giornata Maria Cristina. Ti voglio regalare questo libro. Mi hai detto che non hai mai sentito parlare di NDE. E’ giunto il momento di sopperire a tale mancanza. Goditi la lettura di questo volumetto!”.

Mi sentivo un po’ una privilegiata per il fatto di avere tra le mani, gratuitamente, quel libro mai incontrato prima nel mio cammino.

Quel giorno ancora non sapevo che quella lettura sarebbe stata solo l’inizio!

L’inizio dei miei studi e del mio ascolto di decine e decine di esperienze di NDE.

Quel libro era: “La vita oltre la vita” del dott. Raymond Moody.

Allora non sapevo che poi avrei acquistato, negli anni, decine di libri sull’argomento, che poi avrei ascoltato testimonianze anche io e che … ma andiamo per gradi.

Per alcuni anni non ne ho mai parlato, consapevole che potevano essere esperienze un po’ “avanti” per taluni. L’ho sempre tenuta come una mia passione intima e profondamente spirituale.

Ma ora che il tempo passa, credo che debba fare anche io il mio piccolo passa-parola per chi vorrà.

Perché io lo ricordo quando ******** (scusate se mantengo la privacy), nei suoi ultimi istanti di vita, dopo che la malattia l’aveva trasformata da donna prosperosa in un’anziana pelle e ossa, improvvisamente riprese come le forze e, spalancando gli occhi, iniziò a parlare con il marito, deceduto anni prima.

Improvvisamente lei diceva di vederlo.

Improvvisamente aveva ripreso entusiasmo e vita.

Improvvisamente parlava e raccontava di una Luce che era lì, nella sua camera.

L’infermiere, chiamato da mia zia che le stava facendo assistenza ospedaliera, disse: “Non so se sono illusioni o allucinazioni. So solo che spesso, lavorando con i malati giunti alla fine, mi è capitato di vedere questo strano fenomeno: dicono di “vedere” qualcosa o qualcuno che noi non vediamo. Chissà …”

Dopo alcuni attimi ********* morì con il sorriso.

E ricordo quella bambina che, oramai morente per un tumore, un 26 dicembre chiuse gli occhi di fronte al medico che era lì con lei ed ai suoi genitori. Quest’ultimi uscirono dalla stanza distrutti, per piangere tutte le lacrime del mondo. Quel medico (tra l’altro neanche credente), era rimasto accanto a questa piccola paziente che, nelle ultime settimane, le era oramai entrata nel cuore. Stava preparandosi a redigere l’atto di morte (eravamo negli anni ’80 e non c’era ancora la nostra informatizzazione) quando quella bimba riaprì gli occhi.

Davanti a lui.

Il medico esterrefatto la vide sorridergli felice ed ascoltò emozionato le sue ultime parole: “Dottore, può dire a papà e mamma di non piangere? Il paradiso è bellissimo ed io sono tanto felice di andare!” Continua a leggere Il guerriero della luce crede. Proprio come credono i bambini. (Paulo Choelo): le NDE

NON SO COME E NON SO PERCHÉ, MA TI AMO

Quante volte ho pensato di essere stata derubata da Te.
Per poi scoprire che, per me, avevi in serbo il centuplo.????????
Quante volte mi sono sentita persa nel deserto.
Per poi sorprendermi in sentieri fioriti e inaspettati.????????
Quante volte, nella tempesta, ho urlato: “E’ la fine”.
Per poi sentire la tua mano raggiungermi tra le onde.????????

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