Il bullismo raccontato da una fragilissima e tosta quattordicenne

Si chiama Alice, ha 14 anni, un aspetto bellissimo (particolare da tenere bene in mente quando leggerete il suo scritto) ed alcune fragilità che l’hanno resa speciale.

Un giorno mi si è avvicinata con un bigliettino scritto a mano.

Me l’ha dato quasi sottobanco dicendomi:Qui prof ho scritto alcune cose che non sono riuscita a dirle a voce. Vorrei che le leggesse!”

Mi sono portata a casa quel bigliettino prezioso e per alcuni giorni non sono riuscita neanche ad aprirlo per le tante corse che sempre mi accompagnano nelle mie giornate.

Poi oggi l’ho aperto e l’ho letto.

Sono rimasta a bocca aperta per quel che mi diceva e per come me lo diceva. Con il suo permesso, farò diventare questo bigliettino, ricchezza per tanti!

“Buonasera prof, le vorrei raccontare una cosa che non ho fatto in tempo a dirle la scorsa lezione, quando abbiamo parlato del bullismo.

Io dalle persone non sono mai stata accettata. Per la mia timidezza. Quando sono con le persone non so mai cosa dire.
Ecco perché ho sempre cercato di legarmi con persone molto
estroverse. Ho cercato, perché in realtà non ci sono mai riuscita.

Osservandomi da cima a fondo, vedendo il mio abbigliamento, il mio silenzio…le ragazze della mia ex scuola (parlo delle medie inferiori prof) mi hanno sempre presa di mira, parlando male di me tra di loro. E siccome in gruppo io non parlavo, loro non mi rivolgevano parola e mi trattavano come fossi un essere invisibile.

I ragazzi, beh…ancora peggio. Mi facevano sentire male per il mio aspetto fisico, facendomi sentire più brutta di quanto io non lo fossi già.

Lo scorso anno, in terza media, tutto è iniziato in un modo che mai mi sarei aspettata. Mi sembrava di vivere un bruttissimo film. Scotch nei capelli, sempre presa di mira nel peggiore dei modi, facevano volare i miei oggetti…arrivai ad un punto tale che piangevo come una bambina e desideravo cambiare scuola. Alla fine dissi qualcosa ai prof e loro presero provvedimenti.

Tutti mi consideravano la più debole, ma ero la più forte.

Lì poche persone mi sostenevano e quelli che si
consideravano forti, si sono poi rivelati deboli e pieni di paura. Avevano paura persino di dire al prof: “E’ stato quel tipo a rubare i libri dagli zaini, per copiare”. Io sono stata l’unica a dirlo. Tutti gli altri avevano paura di quello lì. Stavamo rischiando una nota di classe ed io sono stata l’unica ad ammettere chi fosse il ladro dei libri.

Per me la cattiveria non ha lo scopo di indebolirci ma di fortificarci. Ecco perché non può essere eliminata.

Io quest’anno mi sto trovando bene. La classe è parecchio vivace ma anche divertente e in molti mi hanno accettata. Ho anche più amici. E se io, che in genere ho molta pazienza, arrivo al limite, uso il mio carattere. E’ morta quell’“Alice” che stava
zitta e buona buona.

E non vale la pena uccidersi per quelle persone super deboli. Anzi, rispondete, parlate con i migliori amici, con i genitori, gli psicologi, i professori, i presidi…

Uccidermi, mai e poi mai! Siamo giovani ed abbiamo tutta la vita davanti.

Scusi per gli errori grammaticali; l’ho scritto di fretta. Arrivederci prof e grazie per avermi ascoltata. Alice” 

Carissima Alice, un po’ di tempo fa Linda Sanchez (una politica statunitense di origine messicana) ha proposto una legge federale contro il bullismo. Per motivare questa sua proposta, un giorno ha detto: “Per troppo tempo, la nostra società si è scrollata di dosso bullismo etichettandolo come un “rito di passaggio”. Questi atteggiamenti devono cambiare. Ogni giorno, gli studenti sono vittime di bullismo in silenzio e hanno paura di parlare. Rompiamo questo silenzio e mettiamo fine al bullismo nelle scuole.

Rompere il silenzio…

Ci sono tanti adulti che rompono questo silenzio, con passione e competenza, ma nessuno arriverà mai ad essere chiaro e profondo come voi ragazzi, quando leggete la vostra anima.

Anche nella nostra scuola si sta facendo un bel progetto sul bullismo e, non a caso, la fase di maggior successo è stata quando i ragazzi del 3B Turistico sono andati a parlare agli adolescenti delle medie inferiori.

Quel giorno, sguardi, menti e cuori si sono subito toccati!

Quello che hanno detto è stato semplice: se nella vita non ci sono eroi a salvarci, dobbiamo essere noi gli eroi. E’ vero: ci sono dei momenti in cui è difficile stare dalla parte del coraggio. Difficilissimo!

Anche perché i violenti mettono paura. Non c’è niente da fare.

L’uomo è incline alla paura e alla vigliaccheria e, non appena sente il risveglio della tempesta, striscia nelle crepe e nelle caverne della terra e si nasconde scriveva Khalil Gibran.

Il bullismo è il trionfo della codardia e l’ultimo rifugio degli incapaci; tu lo hai spiegato benissimo.

Una volta capito che chi ci sta mettendo paura, già mezza strada è fatta.

L’altra mezza strada si fa conquistando, metro per metro, il terreno della stima per se stessi. Conquista eroica anche questa. Ma è l’unico modo per buttare giù il muro tra noi e chi ci prende in giro, ci denigra e ci isola a colpi di battute sarcastiche e gesti violenti.

L’autostima, infatti, non ci fa più vedere l’altro come un nemico da combattere, ma come una creatura umana strapiena di difficoltà.

Sto andando troppo oltre in questa riflessione?

Sto esagerando e sto rischiando di diventare buonista?

Sto entrando nel pericoloso sentiero della giustificazione a tutti i costi?

Spero di no.

Ma il fatto è che sabato, a scuola, abbiamo tenuto l’ultimo incontro in preparazione alle visite al carcere che faremo nelle prossime settimane. Abbiamo alzato il tiro parlando di libertà e di prigione. E dopo aver ascoltato detenuti ed ex, figli di detenuti e figli di vittime, volontari ed assistenti sociali, buoni e cattivi, alti e bassi, mori e biondi, abbiamo dedotto che la parola più sentita è stata questa: “amore”.

Sabato abbiamo ascoltato la testimonianza di Pino (un ex detenuto la cui testimonianza si può trovare qui http://www.volontariatogiustizia.it/video_2015/index.htm ). Ad un certo punto lui, parlando del suo lavoro attuale, ha detto: “Qua si possono trovare oggetti che altre persone gettano. Con gli amici andiamo a fare degli sgomberi e poi, quello che è da riparare lo ripariamo e quello che è da smontare, si smonta. Come vedete qua abbiamo ferro, ottone alluminio…tutto viene messo dentro il capannone e quando c’è una buona quantità, si vende… Facendo questo lavoro impariamo che sempre dobbiamo dare una seconda chances, non solo alle cose ma anche alle persone…Io non ho mai visto nessuno in carcere, contento. Neanche quelli che di soldi ne hanno fatti tanti. Ho visto delle famiglie sfasciate. Ho visto gente perdere case, ville… Per cosa? Alla fin fine ti ritrovi solo. Nella vita la cosa più importante è dare agli altri. Fare qualcosa per gli altri. E’ questo che ho imparato…”

Carissima Alice, su questa terra diventiamo tutti facilmente prigionieri, perdendo la libertà di essere se stessi.

Diventiamo prigionieri della paura, della vergogna, dei soldi, dell’apparire, della gelosia, della collera, della droga, della pigrizia, dell’arroganza, dell’insolenza, dell’insicurezza, dell’ignoranza, dell’avidità…

Siamo tutti esseri in cerca di libertà continua.

E la libertà non è altro che amarci per ciò che siamo; in verità.

Sia il bulletto che la vittima, sono creature incapaci di amarsi per come sono. E prima impariamo che siamo pezzi unici arrivati sulla terra per uno scopo bello e prima spazzeremo via questa triste storia del bullismo!

Alice, continua a tenere stretto il timone della tua vita!

Orgogliosa di essere la tua insegnante.

 

“Ero il soggetto preferito dei bulli. Vestivo bizzarro, ero dislessico e molto timido. Facevo di tutto per essere popolare, ma non funzionava. Allora mi sono detto: “Devo trovare un modo perché la mia stranezza lavori per me, invece di distruggermi”. Mia madre era molto preoccupata in quel periodo, mi diceva: “Tu, o finisci in galera o diventi molto speciale” (Mika)

 

 

Chi desidera essere avvisato dei nuovi post che si mettono in questo Blog, può mettere "mi piace" nella pagina facebook "In te mi rifugio"  https://www.facebook.com/intemirifugio o iscriversi alla mailing list.  

La pagina Facebook dedicata al libro è:https://www.facebook.com/intemirifugio.it/   

14915612_1002423623217969_4965364228076507795_nAcquistare il libro “IN TE MI RIFUGIO” è semplice! O in una qualsiasi libreria (se ancora non ce l'hanno, basta ordinarlo: “In te mi rifugio”, Casa Editrice Shalom, codice del libro: 8745, il costo è 7 euro) 

O chiamando direttamente la Casa Editrice Shalom (Numero Verde 800 03 04 05) – tenendo conto che per ordini inferiori a 12 euro si pagano le spese di spedizione  http://www.editriceshalom.it/it/catalog/product/view/id/12479/s/in-te-mi-rifugio-riflessioni-sulla-vita-e-sulla-fede-in-punta-di-mouse/category/1500/

O su IBS https://www.ibs.it/in-te-mi-rifugio-riflessioni-libro-maria-cristina-corvo/e/9788884044211 

O su Amazon https://www.amazon.it/rifugio-Riflessioni-sulla-punta-mouse/dp/8884044219 

20161216_154739Il libro "Nei luoghi di Francesco per incontrare Dio" è in vendita nel sito
http://www.if-press.com/It/Libro/7/22/Nei_luoghi_di_Francesco_per_incontrare_Dio 

Un commento su “Il bullismo raccontato da una fragilissima e tosta quattordicenne”

  1. Buongiorno Cristina,
    anche queste ultime due tematiche trattate potrebbero riempire pagine e pagine …ma credo siano sufficienti ed essenziali le tue espressioni che, come sempre, portano a sane e serie riflessioni, a un viaggio interiore ed infine a quel senso di libertà che ci permette di aprile le ali e volare in quell’immenso cielo che è la VITA stessa con qualche consapevolezza in più!!!
    Sempre GRAZIE di te e un fortissimo abbraccio di bene.

Lascia un commento