Stamattina, per non sentirmi “prigioniera per sempre”, prima ho riso con questa vignetta che mi ha mandato una mia amica e poi sono andata a rileggermi alcune righe scritte anni fa da una ragazzina che ha combattuto con coraggio e speranza contro una guerra che le volevano far credere che non sarebbe mai finita.
Anna ha appena saputo che la loro “linea internet” di collegamento con l’esterno, stava morendo. Il signor Vossen, un uomo buono e coraggioso.
In casa avevano bisogno di buone notizie, di giornalisti che scrivessero bollettini impastati di coraggio e di speranza.
Ho pensato come, oggi, tutti noi possiamo diventare veicoli di buone notizie di speranza.
I fautori di fake, pessimismo, critiche, lamenti hanno una grandissima responsabilità sociale.
Prima di scrivere, dobbiamo sapere che siamo come la gallina di san Filippo Neri.
Ma questo è un altro discorso.
Magari domani ne parlerò.
Stamattina beviamo il nostro caffè.
Sorridiamo al suo profumo caldo.
Sentiamoci protagonisti di un’epoca che studieranno sui libri di storia i nostri nipoti e pronipoti.
E poi scriviamo il nostro diario.
Su un foglio, in rete, nella mente, dove ci pare.
Come la giovane Anna.
Per non dimenticare.
Martedì, 15 giugno 1943.
Cara Kitty, sono capitate moltissime cose, ma penso che tutte queste mie chiacchiere ti interessino poco e ti annoino molto, e che tu sia felice quando non ricevi tante lettere. Eccoti in breve le notizie.
Il signor Vossen non è stato operato di ulcera gastrica.
Quando gli aprirono la pancia, i dottori videro che si trattava di un cancro, troppo avanzato per essere operato. Perciò richiusero la ferita, lo lasciarono tre settimane a letto dandogli da mangiar bene e poi lo spedirono a casa.
Mi fa una grandissima compassione e mi spiace enormemente di non potere uscire, perché altrimenti gli farei visita molto spesso per consolarlo. Per noi è una disgrazia che quel buon Vossen non ci riferisca più tutto quello che succede o si dice nel magazzino. Con la sua saggia prudenza, era un aiuto e un appoggio; ci manca molto.
Il mese prossimo siamo di turno per la consegna delle radio. Koophuis ha a casa sua un minuscolo apparecchio clandestino, che noi riceveremo in cambio della nostra grossa Philips. E’ un peccato dover consegnare la bella cassetta, ma in una casa dove si nascondono dei clandestini bisogna fare il possibile per non tirarsi addosso le autorità. Metteremo la piccola radio di sopra. Ebrei clandestini, denaro clandestino, acquisti clandestini: ci sta anche una radio clandestina.
Tutti cercano di procurarsi un apparecchio vecchio per consegnarlo al posto della loro “sorgente di coraggio”. E’ proprio vero; quando le notizie di fuori peggiorano, la radio colla sua voce miracolosa ci aiuta a non perderci di coraggio ripetendo continuamente: “Su, state di buon animo, verranno tempi migliori!”.
La tua Anna.
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