La quercia chiese al mandorlo: parlami di Dio. E il mandorlo fiorì

Il mandorlo è il primo albero a fiorire ed è l’ultimo a fare i frutti.
E’ l’albero posto sulla terra per annunciare l’arrivo della primavera.
In ebraico la parola mandorla si dice “shaked” che significa “sveglio”!
I mandorli sono sentinelle vigilanti, anche se spesso solitari in mezzo ad alberi ancora spogli. E ci sussurrano: “Guarda, la primavera arriverà di certo!”.

«Che cosa vedi, Geremia?» gli chiese il Signore della vita.
«Vedo un ramo di mandorlo» rispose il giovane ragazzo ancora intimorito dal fatto che Dio gli stava dando un grande compito da profeta.
Il Signore della vita aggiunse: «Hai visto bene, poiché io vigilo sulla mia parola per realizzarla»
Tutto era paura intorno a Geremia.
La fede si stava allontanando da Gerusalemme, insieme alla sicurezza che tanto tranquillizza gli uomini.
Il re di Babilonia premeva alle porte della città.
E Dio lo rassicurava dicendogli che Lui è come il mandorlo: fiorisce anche in un panorama invernale segnato dalla morte.

Quando a Van Gogh nacque il nipote, figlio dell’amatissimo fratello Theo, per lui fu come rinascere. La vita di quel bambino, a cui era stato dato il suo stesso nome, aveva portato nuova linfa vitale nelle sue arterie.
Era il 31 gennaio 1890
Fu nelle settimane seguenti che dipinse un bellissimo mandorlo su campo azzurro.
Ricoverato a sud della Francia, nell’ospedale psichiatrico di Saint-Rèmy, osservava avido la natura che lo circondava e dipingeva per intere giornate.
L’ultimo inverno gelido della sua vita stava per finire e la fioritura del mandorlo gli annunciava la primavera. Quel mandorlo che vedeva nel giardino dello studio del dottor Gachet e che decideva, poi, di strappare per portarlo con sé e dipingerlo nella sua stanza.
Quel ramo gli raccontava la stessa rinascita e speranza che gli aveva infuso l’arrivo del piccolo Vincent Willem.
Un’immensa e inspiegabile felicità che voleva raccontare come meglio gli riusciva.
Dipinse questa tela pensando a lui, finalmente, come un dono di vita e di gioia.
Per la prima volta viveva di gioia!
Chiuso in un ospedale psichiatrico, schiacciato dalle sue sofferenze, a pochi mesi alla sua morte, lui dipingeva la sua opera incantata di fioritura.

C’è uno sfondo turchese di un cielo brillante, limpido e sereno.
C’è una porzione di pochi rami di un mandorlo in fiore.
Ci sono boccioli bianchi purissimi ad illuminare il tutto.
E c’è la sua parentesi di felicità che viene raccontata con una serenità inusuale.
Le sue pennellate tormentate, vorticose e vibranti qui non ci sono.
Tutto è distensione e serenità.

Il Dio della vita incoraggia Geremia a non fidarsi delle apparenze e a non arrendersi a Babilonia per avere salva la vita.
Una scelta controcorrente che il popolo non sarà poi in grado di fare.
Ma lui sì. Pur tra mille difficoltà, lui lo vedrà il mandorlo fiorito.
Dentro le trame dei nemici lui vi scorgerà la strada della salvezza.
«Che cosa vedi, Geremia?» gli chiese il Signore della vita.
E lui vide il Cielo.

Proprio come Giacobbe che si era addormentato sopra un guanciale di pietra vicino ad una città chiamata Luz, che significa “mandorla”.
Lì fece “il” sogno: una scala poggiava sulla terra, mentre la sua cima raggiungeva il cielo.
Una meraviglia!
E gli angeli di Dio salivano e scendevano su di essa.
Quando Giacobbe si svegliò capì tutto.
“Vide”!
E disse: “Certo, il Signore è in questo luogo e io non lo sapevo”.

Nelle radici di un mandorlo c’è Dio.
Quando ancora tutto deve fiorire, Dio ha già piantato boccioli e colori per noi.

«Che cosa vedi?» chiede ancora oggi il Signore della vita. 

 

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