“TERRIBILIS EST LOCUS ISTE”: la casa di Dio e la porta del Cielo è qui, davanti a voi.

3044689090_0db2a3b589 Appena arrivi ti accoglie subito questa scritta: “Impressionante è questo luogo. Qui è la casa di Dio e la porta del Cielo. In questa grotta i peccati degli uomini sono perdonati.”

Guardo questa frase in latino posta all’entrata del Santuario di San Michele Arcangelo, la fotografo e mi chiedo se, entrando, proverò lo stesso effetto misteriosamente mistico di dieci anni fa.

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Quella scritta latina posta sopra la porta di entrata, “Terribilis est locus iste”, dovrebbe allontanarci subito dalla faciloneria umana, per risvegliare in noi l’antico rispetto che si deve al mistero della vita che quella grotta racchiude.

 

Si narra che san Francesco, in pellegrinaggio, non osò entrarvi. Era il 1216 e DSC_0092Francesco era arrivato in questa Santa Grotta del Gargano per cercare il Perdono Angelico ma, sentendosi indegno di accedervi, si fermò in preghiera all’ingresso. Baciò la terra in segno di venerazione e su di una pietra incise un segno di croce a forma di T (Tau).

Nella Bibbia, il segno di Tau è il sigillo impresso sulla fronte ai predestinati all’eterna glorificazione e in tal modo San Francesco, con questo gesto, voleva significare che la santa Grotta era il tempio prescelto dagli Angeli per la salvezza di molti che agli Spiriti celesti sarebbero stati devoti.

san_michele_arcangelo_monte_sant_angeloAnche San Tommaso d’Aquino (grande innamorato degli Angeli), Santa Brigida, sua figlia Santa Caterina Vergine e tantissimi altri, arrivarono in pellegrinaggio in questo luogo di culto, unico al mondo a non essere stato consacrato da mano d’uomo ed insignito, nei secoli, del titolo di “Celeste Basilica”.

Prima di arrivare qui, mi ero riletta le famose sei apparizioni dell’arcangelo.

Le prime tre furono tra il 490 ed il 493 (proprio dove oggi sorge il Santuario a lui dedicato). Le successive interessano Papa Gregorio I Magno, il Duca Logobardo Grimoaldo e di nuovo il Monte Sant’Angelo durante la peste del 1656.

san_michele_arcangelo_monte_sant_angeloTutto inizia con un fatto storico le cui radici sono talmente lontane che leggenda e storia si mescolano un po’.

Nel 490 un ricchissimo del luogo; tale Elvio Emanuele, smarrisce il miglior toro della sua mandria e non la prende per niente bene (come vedremo dalla sua reazione, quando lo ritroverà)

Dopo averlo a lungo cercato, con tanti uomini appresso, lo rinviene all’interno di una impervia grotta (la “nostra” grotta!). Ma Elvio non riesce ad avvicinarsi al suo toro. Qualcosa gli impedisce di entrare e il toro non ne vuol sapere di uscire. Elvio, preso dalla rabbia, scaglia contro il toro una freccia, ma la freccia fa una cosa assolutamente inaspettata: cambia direzione, torna indietro e colpisce Elvio ad una gamba.

Ovviamente il folklore ha diverse versioni del fatto ed un’altra storia cita che mentre infuriava una tempesta, Elvio trovò il toro inginocchiato davanti a una grotta dedicata al culto del dio pagano Mitra. Elvio chiamò ripetutamente il toro che però non si mosse. Allora Elvio impugnò il suo arco e scoccò una freccia contro il toro. Anche in questa versione della storia, la freccia tornò indietro e lo ferì al piede.

A differenza però dell’altra versione Elvio era a cavallo e la freccia, colpendolo, lo fa cadere. Mentre cascava, avvolto in una luce fatta da tutti i colori dell’arcobaleno, Elvio vide un Angelo guerriero che impugnava una spada scintillante.

Comunque, quale che siano i particolari della storia, sappiamo che alcuni testimoni del fatto, terrorizzati dall’evento che probabilmente pensavano fosse demoniaco, si recarono dal Vescovo (San Lorenzo Maiorano) che ordinò tre giorni di preghiera.

Ma al terzo giorno, l’8 Maggio 490, San Michele Arcangelo apparve in sogno al Vescovo e gli disse:

spadaa10“Io sono l’Arcangelo Michele, e sono sempre alla presenza di Dio.

La grotta è a me sacra ed Io l’ho scelta.

Non ci sarà più spargimento di sangue di animali.

Dove si apre la roccia il peccato dell’uomo potrebbe essere perdonato.

Ciò che è stato richiesto in preghiera sarà concesso.

Perciò risalite la montagna e consacrate la grotta al culto cristiano.” 

Da quel momento, per il vescovo e la popolazione di quei luoghi, inizia una misteriosa avventura fatta di protezioni angeliche e di rivelazioni soprannaturali. In rete troverete con grande facilità i racconti.

Si narra di preghiere e digiuni fatti per salvarsi da nemici in guerra, da pesti che mietevano morti…e di interventi angelici evidenti e protettivi, mentre San Michele Arcangelo spiegava al vescovo, che:

La_CMI_nella_grotta_di_san_michele“Non è necessario che voi mi dedichiate questa chiesa che Io stesso ho consacrato con la mia presenza.

Entra e con il mio aiuto innalza preghiere e celebra il Sacrificio.

Io Ti mostrerò come Io stesso ho consacrato questo luogo.”

Quando si raccontano queste storie, il rischio è di annoverare tutto in leggenda per creduloni. Nella realtà, in questo luogo santo, sono successi tantissimi miracoli e sono state esaudite tante preghiere.

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La sala degli ex voto ne dà testimonianza: racconti, disegni, testimonianze, date e nomi, di tantissime persone grate all’Arcangelo per aiuti ricevuti.

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Lo so che in questo casi la disputa tra i razionalisti (“ma chi ce lo dice che realmente l’Arcangelo Michele sia intervenuto?”) e gli spiritualisti (“l’Arcangelo è ben attivo e non occorrono tante prove, quando c’è di mezzo la vera e profonda fede”) si fa acerrima con facilità. 

Io so solo che quando, la prima volta entrai nella grotta, rimasi come stordita dalla grande suggestione spirituale che emanava da quel luogo santo.

Montesantangelo_2Ora, a distanza di dieci anni, l’antica emozione si è rifatta avanti con ancora più vigore.

Certo: non avrei mai immaginato che dopo dieci anni, sarei tornata lì per chiedere una grazia ben precisa all’Arcangelo Michele. La prima volta ci sono entrata quasi per turismo; oggi ci sono entrata per “chiedere”, con grande speranza.

In questi dieci anni l’Arcangelo Michele è entrato prepotentemente nella mia vita.

Direi quasi per forza.

Quel suo nome in lingua ebraica Mi ki el”, che significa Chi come Dio, me lo ha indicato come un potente alleato per combattere il male che assale nella vita.

Questo “Gran Cancelliere del Paradiso” che ottiene grandi grazie da Dio per noi, il 25 settembre 1656 apparve all’arcivescovo Alfonso Puccinelli, dicendogli:

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“Sono l’Arcangelo Michele, chiunque adopererà i sassi di questa grotta sarà liberato dalla peste. Benedici i sassi, scolpendo su di essi il segno della croce ed il mio nome”.

 

Come i sassi di allora salvarono la vita a chiunque li prendeva con vera fede, facendo pure terminare la peste, così oggi la roccia di quella grotta continua a proteggere chiunque chiede con fede, di essere salvato dalle attuali “pesti”.

Pregare lì è facile.

1010012_10200283339426154_2068255190_nL’arcivescovo di Cracovia, il cardinale Karol Woityla, il 2 settembre 1974, vi si recò in pellegrinaggio. Dopo la Santa Messa egli sostò in preghiera e, ai frettolosi suoi accompagnatori, che lo sollecitavano ad alzarsi dall’inginocchiatoio, disse: “Lasciatemi stare ancora un po’, qui si prega bene“. Sul registro dei visitatori illustri, il cardinale scrisse in polacco:”San Michele Arcangelo ci difenda nella lotta, contro la malizia e le insidie ci dia tutela“.

Il 24 maggio 1987, Karol Woityla, diventato papa Giovanni Paolo II, si recò di nuovo in pellegrinaggio al Santuario per incentivare il culto degli Angeli e, in quella papaoccasione, pronunciò uno splendido discorso. Disse fra l’altro: “A questo luogo, come già fecero in passato tanti miei predecessori nella Cattedra di Pietro, sono venuto anch’io per godere un istante dell’atmosfera propria di questo santuario, fatta di silenzio, di preghiera e di penitenza; sono venuto per venerare ed invocare l’Arcangelo Michele perché protegga e difenda la Santa Chiesa, in un momento in cui è difficile rendere una autentica testimonianza cristiana senza compromessi e senza accomodamenti”. 

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“Andate a salutare San Michele”, ripeteva Padre Pio a quanti si avvicinavano a lui invitando tutti a visitare la Grotta dell’Arcangelo.

Un invito che Padre Pio imponeva ai fedeli come “sacramentale penitenza” al termine della confessione e chiedeva spesso a chi sapeva che stava per recarsi a Monte Sant’Angelo una preghiera anche per se stesso. 

 

Ed in questo periodo difficilissimo per i cristiani di tutto il mondo, dove spaventose persecuzioni morali e fisiche sono all’ordine del giorno, non sarebbe sbagliato ricominciare a fare la preghiera del papa Leone XIII.

leone_xiiiUna preghiera scritta nel suo studio privato, dopo aver sbrigativamente lasciato fuori con un “Niente, niente”, tutti coloro che lo seguivano preoccupati chiedendogli Santo Padre, non si sente bene? Ha bisogno di qualcosa?”.

Poco prima, durante la messa, avevano visto Leone XIII (che non stava celebrando ma solo assistendo alla celebrazione) drizzare energicamente ed improvvisamente il capo. Il suo sguardo era fisso su qualcosa. Guardava senza batter palpebra, ma con un senso di terrore e di meraviglia, cambiando colori e lineamenti.

Poi, come rinvenendo in sé, si alzò di scatto e si chiuse nello studio privato.

Dopo mezz’ora fece chiamare il Segretario della Congregazione dei Riti, chiedendogli di stampare e spedire a tutti gli Ordinari del mondo, una preghiera che lui aveva appena scritto.

La preghiera diceva così:

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«San Michele Arcangelo, difendici nella battaglia; contro le malvagità e le insidie del diavolo sii nostro aiuto. Ti preghiamo supplici: che il Signore lo comandi! E tu, principe delle milizie celesti, con la potenza che ti viene da Dio, ricaccia nell’inferno Satana e gli altri spinti maligni, che si aggirano per il mondo a perdizio­ne delle anime».

 

 

La riforma liturgica del Concilio Vaticano II l’ha tolta, ma chi vieta di rimetterla?

Ma soprattutto, chi ci vieta di dirla tutti i giorni, con la saggezza di chi ha capito che «La nostra battaglia non è contro creature fatte di carne e di sangue, ma contro i dominatori e i principi di questo mondo di tenebre» (Ef 6,12)? 

Che l’Arcangelo ci guidi verso la Luce che ci ha creati e ci protegge.

san-michele-arcangeloMi ki el”Chi come Dio?

Già: chi come Dio, può esserci potentemente vicino, liberandoci dal “Maligno”?

Invochiamo San Michele Arcangelo, ogni giorno, con fiducia.

Sperimentare per credere!

Possiamo essere orgogliosi di poter dire: “L’arcangelo Michele è mio amico. Stai attento!”

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