Quando, il 25 maggio 1887, in una delle case più umili e vecchie in Vico Storto Valle 28, a Pietralcina, nasce un bimbo alla famiglia Forgione, si decide di chiamarlo Francesco per devozione al santo d’Assisi e per riconoscenza ad un vecchio zio che aveva lasciato quella casa alla poverissima famiglia.
Il futuro padre Pio ha pochi mesi quando la mamma decide di portarlo da Giuseppe Faiella, un vecchio paesano con fama di sensitivo. Faiella “sa leggere la ventura e predire il futuro” e le dice: “Questo bambino sarà onorato in tutto il mondo. Per le sue mani passeranno soldi e soldi, ma non possiederà nulla.”
Pensavo a quest’aneddoto stamattina, mentre passavo davanti a quell’immenso edificio che è la Casa Sollievo della Sofferenza, frutto dell’alleanza tra Padre Pio e Dio.
Un’alleanza tra un frate nato e morto povero ed un Padre Celeste che è diventato Provvidenza per questo figlio che si è affidato a Lui, per fare la sua volontà con fiducia immensa.
Mentre camminavo, cercavo di immaginare quando lì, su quella montagna, non c’era niente… mentre padre Pio già vedeva tutto.
Fede cieca ma con il cuore con undici decimi di vista spirituale.
Sono venuta a San Giovanni Rotondo tanti anni fa e solo per una visita velocissima, per cui (complice la fretta e la giovane età) non avevo capito appieno il mistero divino che aleggia in questo luogo.
Stamattina, mentre passeggiavo lungo la strada che porta al Santuario, mi guardavo intorno cercando di immaginare come sarebbe stata San Giovanni Rotondo, senza la presenza di padre Pio.
Un uomo che ha fatto la differenza.
Riflettevo tra me e me: “Immagina come sarebbe la terra, se tutti gli uomini fossero santi. Se tutti si mettessero sulla stessa lunghezza d’onda di Dio, facendo ciò che l’Amore chiede loro di fare, diventando ciò che l’Eterno chiede loro di essere!”
All’improvviso la preghiera di Gesù :“Padre, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra” mi è sembrata così importante, così concreta e così piena di progetti belli! Dio ha proprio il senso pratico!
Ovunque sia passato qualche santo, lì è nato qualcosa per aiutare la vita pratica degli uomini.
Dio sa benissimo di cosa abbiamo bisogno. Vestiti per coprirci, cibo per vivere, cure per guarire…
Dio l’ha creata la materia ed ha un senso pratico pazzesco!
“Il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno ancor prima che gliele chiediate” (Mt6); tranquilli tutti, quindi!
La vera spiritualità ha il senso pratico!
Padre Pio ce l’aveva talmente tanto che era capace di dare consigli concretissimi per le più disparate situazioni.
E siccome la paura e le preoccupazioni su come pagare tutti i lavori dell’ospedale, non saranno certamente mancate, Padre Pio ha sempre tenuto presente questi consigli di Gesù, per non disperarsi mai:“Non affannatevi dunque dicendo: Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo? Di tutte queste cose si preoccupano i pagani; il Padre vostro celeste infatti sa che ne avete bisogno. Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. Non affannatevi dunque per il domani, perché il domani avrà già le sue inquietudini. A ciascun giorno basta la sua pena.” (Mt 6)
Ogni volta arrivavano aiuti al momento giusto e con la cifra esatta. Ci sono aneddoti pazzeschi su quest’ospedale che padre Pio non esitava a chiamare “miracolo”.
Ma più si conoscono questi episodi e più risulta chiaro che in padre Pio non c’era l’attesa dell’evento straordinario, ma una docilità all’azione dello Spirito.
La provvidenza non è un concetto «passivo» (aspetto che qualcuno mi aiuti), ma un continuo andare a cercare Dio. Casa sollievo è il frutto di questo lento, sofferto, ma totale arrendersi alla grazia.
Chi sono i figli spirituali che aiuteranno Padre Pio in questa missione? Sono persone che hanno imparato ad arrendersi alla grazia.
Il racconto dei primi passi di Casa Sollievo è sempre commovente. Un gruppo di amici e devoti di Padre Pio assegna un nome all’opera nascente: «Casa sollievo della Sofferenza».
Nel 1947 Padre Pio insiste che si inizino i lavori. Finalmente nel mese di maggio don Peppino decide di cominciare a fare una strada (perché – racconta – solo quella sapevo fare).
Si inizia così, senza un progetto, probabilmente perché Padre Pio vedeva intorno a sé tanta povertà e sentiva l’urgenza di cominciare i lavori per distribuire un po’ di denaro a quella povera gente.
Però in tutto questo c’era qualcosa di provvidenziale. La visita di Barbara Ward a Padre Pio, diventa l’occasione per fare intervenire l’UNRRA e dare il primo sostanziale contributo all’Opera. Sarà un segno. Quei pionieri cominciarono a credere e a pensare secondo la mentalità di Padre Pio.
Il verbale della riunione organizzativa del settore sanitario, avvenuta a Roma nel maggio del 1955, testimonia non solo l’accuratezza dell’impegno, ma la fede di quei grandi luminari che sapevano di poter contare sulla Provvidenza di Dio.
L’Ospedale diventa soprattutto questo: raccontare l’opera di Dio.
Oggi l’ospedale è raddoppiato, forse triplicato. I servizi sono di alto valore tecnologico. Casa Sollievo è tra le Cliniche private che ha maggiore afflusso di degenti che vengono da fuori regione. I Gruppi di Preghiera di Padre Pio vengono coinvolti in questo grande progetto.
L’impegno generale è continuare il miracolo.
Anche noi possiamo fare miracoli! Siamo tutti nati per poterli fare, affidandoci al Signore dell’Universo. Ognuno è chiamato a fare miracoli diversi, perché diversi sono i compiti che Dio ci ha affidato.
Fossimo anche malati paralizzati in un letto; lì noi avremmo il potere di fare miracoli. Con Dio tutto è possibile!
“Gli apostoli dissero al Signore: «Aumenta la nostra fede!».
Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granellino di senapa, potreste dire a questo gelso: Sii sradicato e trapiantato nel mare, ed esso vi ascolterebbe.”
Potreste costruire grandi ospedali, amare un coniuge per l’intera vita, fare organizzazioni come “Nuovi Orizzonti”, perdonare voi stessi e gli altri, fare un centro per la pace in un arsenale di guerra come a Torino, essere eletti ed impegnarsi in modo onesto in politica…
Miracoli adatti a ciascuno di noi, a seconda del compito ricevuto dall’Alto.
Siate santi, perché io, il Signore vostro Dio, sono santo”: questo dice il Signore ad ogni uomo perché ogni uomo porta in sé l’immagine del suo Creatore e Padre. Un’immagine che neanche il peccato è riuscito né riesce a cancellare, ma solo a sbiadire o deturpare.
La santità, dunque, non è prerogativa di pochi privilegiati, dotati di doni straordinari; ma è vocazione di tutti e di ognuno e, come tale, è realizzabile.
Diventiamo orgogliosi di noi stessi, fidandoci di Colui che conosce anche il numero dei capelli che portiamo sulla testa!
Forza e coraggio che anche noi possiamo dire con Maria: «Grandi cose ha compiuto in me l’Onnipotente»!
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