Si nasce figli e si rinasce figli di Dio

C’è silenzio.

Talmente silenzio che si sentono anche i respiri delle persone.

Quelle pietre antiche mettono in ginocchio ogni cuore.

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Per entrarci ognuno ha dovuto fare la fila. Ci siamo preparati lentamente, avanzando sotto una cupola strapiena di bellezza e di arte. L’occhio non sa dove posarsi perché tutto è bello.

Sono a Loreto ed intorno alla Sacra Casa il rivestimento cinquecentesco che la protegge è un capolavoro tutto italiano. Lì, i migliori artisti dell’epoca hanno lasciato un segno della loro bravura: Sansovino, Tribolo, Bandinelli, Antonio da Sangallo il Giovane, Aurelio, Girolamo e Ludovico Lombardo, i fratelli della Porta, Raffaele da Montelupo ed il grande ispiratore di questo capolavoro, Donato Bramante.

Eppure, accanto a queste solenni colonne corinzie, festoni, Profeti e Sibille, c’è un’opera marmorea che è molto più affascinante ed è stata modellata da un numero incalcolabile di ginocchia umane: sono i gradini del rivestimento marmoreo. Sono scalini sorprendentemente incurvati dalle ginocchia dei pellegrini.

Fin dall’inizio è stato così.

Gli artisti hanno protetto la Santa Casa rivestendola con la loro arte marmorea, il resto dell’umanità l’ha custodita cingendola con la sua fede “stampata” sui gradini. Una fede penitente che si inginocchia senza vergogna.

Nel 1559 Riera (il famoso storico del santuario lauretano) raccontò di aver visto un gruppo di pellegrini croati «girare intorno alla Santa Casa con le ginocchia» e ripetere tra le lacrime: «Ritorna, ritorna a Fiume, o Maria!».

Questo gesto impressionò tantissimo anche Johann Gaspar Goethe (il padre del celeberrimo Wolfang) che parlò di donne, vecchi e giovani che facevano il giro in ginocchio, recitando il rosario o altre preghiere.

Anche oggi ho visto pellegrini procedere lentamente e faticosamente sulle ginocchia, chini e raccolti in profonda preghiera.

Mio Dio, mi affido a te sembrano dire con quel gesto penitente.

Mi metto in ginocchio e lascio alle mie spalle ogni forma di difesa.”

“A te affido l’anima mia e quel che sto passando nella mia vita.” Continua a leggere Si nasce figli e si rinasce figli di Dio

“TERRIBILIS EST LOCUS ISTE”: la casa di Dio e la porta del Cielo è qui, davanti a voi.

3044689090_0db2a3b589 Appena arrivi ti accoglie subito questa scritta: “Impressionante è questo luogo. Qui è la casa di Dio e la porta del Cielo. In questa grotta i peccati degli uomini sono perdonati.”

Guardo questa frase in latino posta all’entrata del Santuario di San Michele Arcangelo, la fotografo e mi chiedo se, entrando, proverò lo stesso effetto misteriosamente mistico di dieci anni fa.

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Quella scritta latina posta sopra la porta di entrata, “Terribilis est locus iste”, dovrebbe allontanarci subito dalla faciloneria umana, per risvegliare in noi l’antico rispetto che si deve al mistero della vita che quella grotta racchiude.

 

Si narra che san Francesco, in pellegrinaggio, non osò entrarvi. Era il 1216 e DSC_0092Francesco era arrivato in questa Santa Grotta del Gargano per cercare il Perdono Angelico ma, sentendosi indegno di accedervi, si fermò in preghiera all’ingresso. Baciò la terra in segno di venerazione e su di una pietra incise un segno di croce a forma di T (Tau).

Nella Bibbia, il segno di Tau è il sigillo impresso sulla fronte ai predestinati all’eterna glorificazione e in tal modo San Francesco, con questo gesto, voleva significare che la santa Grotta era il tempio prescelto dagli Angeli per la salvezza di molti che agli Spiriti celesti sarebbero stati devoti. Continua a leggere “TERRIBILIS EST LOCUS ISTE”: la casa di Dio e la porta del Cielo è qui, davanti a voi.