Siamo tutti più forti quando ci sentiamo amati

Se c’è un’esperienza commovente è ascoltare i miei alunni quando mi parlano dei nonni che non ci sono più.

In quest’ultimo anno scolastico molte volte ho visto le lacrime scendere dai loro giovani visi, perché il ricordo del nonno o della nonna si faceva avanti.

Lei prof non può capire quello che è stato nonno per me!”

“Nonna c’era sempre quando avevo bisogno di un sorriso e di un incoraggiamento”

“Io ci sono praticamente cresciuta con i nonni e quando improvvisamente sono morti, io sono caduta in un baratro”

“Prof, se sapesse quanto ho pregato perché nonno guarisse. Invece è morto. E’ per questo che io adesso non credo più in Dio

I nonni possono davvero fare la differenza nella vita di un cucciolo d’uomo.

In effetti i bambini imparano dai nonni l’essenziale della vita: l’amore incondizionato, la presenza, la tenerezza… il tutto senza implicazioni educative.

Beati i bimbi che crescono con la presenza dei nonni affianco!

Essi germoglieranno sui rami della complicità giocosa e berranno alle acque fresche dell’autostima.

Si nutriranno di amore protettivo e si tranquillizzeranno anche solo con la routine quotidiana.

Fare una passeggiata con il nonno, andare a comprare i fiori con la nonna, ascoltare i loro racconti, fermarsi in bilico sul loro sorriso …tutto serve per riprendere energie positive e rassicuranti.

Per questo le lacrime dei miei alunni mi sono sembrate sacre e preziose. Mi hanno confermato che i nonni sono dei maghi che creano ricordi preziosi nel cuore dei loro nipoti. Indelebili. Fondati sul passato ma pieni di futuro.

E fin qui, penso che siamo tutti d’accordo.

Ma cambiamo prospettiva.

C’è una cosa importante, infatti, che i nipoti regalano ai nonni. Una cosa che nessun altro ha mai fatto a loro.

Lo spiega bene Ruth Goode: I nostri nipoti ci accettano per come siamo, senza rimprovero o la volontà di cambiarci, come nessuno altro ha mai fatto in tutta la nostra vita, non i nostri genitori, fratelli, coniugi, amici – e quasi mai i nostri figli adulti.”

Quando tuo nipote ti corre incontro con la gioia dentro agli occhi, in quel preciso istante senti che ti sta venendo incontro il Creato intero.

E’ come sentirsi pienamente parte della Vita e vedere tutto come un miracolo regalato.

E’ percepire che tutto ha un senso e che qualcosa di bene l’hai fatto.

E’ poter dire:Valeva la pena vivere, anche solo per arrivare a questo istante”.

Gettarsi tra le braccia di una nipote, è come gettarsi in uno tsunami di energia che ci rammenta che è solo il corpo ad invecchiare.

E’ un appuntamento rigenerante sia per chi sta iniziando a vivere, sia per chi sta preparandosi ad andareoltre”.

E’ un incontro sulla linea di congiunzione di diverse generazioni.

E lì, in quell’abbraccio, c’è uno scambio di tenerezza primordiale. C’è un passa-parola della storia familiare e del senso vitale. 

Ti benedica il Signore da Sion.

Possa tu vedere i figli dei tuoi figli!” dice il Salmo 127 (128).

E’ un augurio che proviene direttamente dal Creatore della vita.

Lui conosce bene le fasi dell’esistenza umana e sa che ad ognuna di esse corrisponde uno scalino verso la sapienza.

Per quanto riguarda la vecchiaia, uno scalino si chiama “realismo”.

Oramai lucidamente libero da illusioni e consapevole che quel che conta non si può comprare, l’anziano si sente sempre più attratto da ciò che è veramente reale. Autentico. Vero.

Ad una certa età, grazie all’esperienza, finalmente si può riuscire a guardare gli eventi della vita con una certa nitidezza e giudicare liberi da disincanto.

Certo: l’età che avanza non è una garanzia di saggezza. Si può diventare vecchi e sciocchi, testardamente attaccati all’apparenza ed ai soldi. Così come si può essere bambini e meravigliosamente saggi.

«E’ meglio un giovane povero ma sapiente, che un re anziano e stolto» ci rammenta realisticamente il libro del Siracide.

Quando una volta (ricordo avrò avuto circa quindici anni) mi sentii porre la domanda: Quand’è che un evento della vita diventa esperienza?” io non seppi rispondere.

Poi un giorno una persona mi disse: “Un evento diventa esperienza, quando ci cambia.

Semplice, no?!

Se corri troppo con la moto ed hai un incidente… ma poi riprendi a correre come niente fosse stato, vuol dire che l’episodio non è diventato esperienza. E’ rimasto lì. Fermo. Statico. Senza sfiorare la tua anima.

Per giorni, tra me e me, continuai a fare mille esempi fino ad arrivare alla certezza che l’esperienza si riconosce perchè ci trasforma.

Diciamo che, in generale, se proprio non opponi una strenua resistenza, gli anni che accumuli ti donano un bonus in termini di conoscenza della vita e sapienza del cuore.

E’ con questo bonus che riesci un po’ meglio a distinguere l’essenziale dal secondario, le poche cose che contano dalle molte illusorie.

In altre età della vita, possiamo reggerci sulle illusioni. Durante la vecchiaia no.

Ed accanto al realismo dei bambini, la saggezza dei nonni ci sta proprio bene.

La mano di una nonna stretta dalla mano di una nipotina, è benedetta.

Guardi la tua mano un po’ rovinata dagli anni e neanche ti sembra la tua.

Fai fatica a riconoscerla.

Ad amarla.

Poi arriva la mano della tua nipotina che la stringe, senza guardare le rughe sparse qua e là o la sua fragilità fisica e conta solo quel contatto d’amore

Siamo tutti più forti quando ci sentiamo amati.

Dice il vecchio Giobbe: «Mi tappo la bocca con la mano. Ho parlato una volta, ma non replicherò. Ho parlato due volte, ma non continuerò» (40,5).

Riconoscere il proprio limite, non mettersi al centro, aiutare e lasciarsi aiutare, non pretendere di spiegare tutto, ringraziare sempre il buon Dio, non rendersi ridicoli nel tentativo di apparire più giovani: la Bibbia lo insegna, i nipotini te lo ricordano.

 

Grazie Dio per la vita e per come l’hai pensata!

 

 

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