“Ciao Cristina, ti ho ascoltata con molto piacere al caffè teologico di don Umberto. Su una cosa non sono d’accordo con te: quando dici che la forma di amore più grande è quello di coppia perché i figli, prima o poi, se ne vanno. Io penso, ma aveva già espresso questa cosa papa Luciani, che l’amore di una mamma (non posso dire di un padre perché essendo donna non lo so) sia l’amore che ci avvicina di più a Dio. A un figlio diamo tutto per fare in modo che viva libero, autonomo e lo ameremo sempre, anche se sceglierà di vivere lontano da noi. Un figlio lo perdoniamo sempre, un figlio è figlio per sempre. Grazie della tua attenzione, ti seguo sempre in “In te mi rifugio”.
Cara Rosaria, grazie per avermi mandato questo messaggio, dandomi così la possibilità di spiegarmi meglio. Quando si fanno queste piacevolissime serate teologiche, l’unico difetto è che sono troppo brevi.
Quindi: benvenuta ad un “secondo tempo” tra me e te (e chiunque vorrà leggerci).
L’amore ha diverse forme? Certo che sì.
Amore per i familiari, amore per gli amici, amore per sé stessi, amore per gli altri, amore per il mondo, amore per la scienza, per un ideale, per un obiettivo, per la politica, per il sociale, per lo sport, per i propri principi, per la patria, per la propria dignità, per un essere divino… e potremmo continuare e continuare e continuare.
L’amore si esprime in diversi modi? Certo che sì.
Amore platonico, amore sensuale, amore spirituale, amore caritatevole, amore incondizionato, amore di volontà, amore corrisposto, amore passionale, amore sessuale…
L’amore è un sentimento così forte che diventa impossibile concentrarlo solo su una persona o solo su un oggetto o un ideale … è qualcosa di “infinito”.
E diventa anche impossibile definirne le modalità (anche se la lingua greca ci ha provato) perché ognuno di noi ama in modo diverso e mai perfetto.
In questo infinito mondo ci può essere un amore che merita il podio?
Un amore che “come lui nessuno mai”?
L’amore di una madre per il figlio può essere quel grande amore che, più di tutti, si avvicina a quello di Dio?
Potrebbe.
Dio è madre? Sì.
Dio è padre? Anche.
Dio stesso ci parla di Lui come di un Padre e di una Madre (quel discorso di Papa Luciani che tu hai citato, a suo tempo conquistò le prime pagine di tutti i giornali italiani per l’inaspettata “maternità di Dio” che raccontava… inaspettata solo per chi non ha mai letto la Bibbia).
Ma è proprio in questo testo sacro che c’è un’affermazione estremamente affascinante quanto precisa, perché indica chiaramente qual è l’amore umano a immagine di Dio.
Se vuoi vedere com’è Dio, guarda un uomo ed una donna che si amano.
«A immagine di Dio lo creò: maschio e femmina li creò» (Gen 1,27)
Papa Francesco nell’udienza del 15 aprile 2015 spiegò così la coppia: “Il testo biblico lo ripete per ben tre volte in due versetti (Gen1, 26 e 27): uomo e donna sono immagine e somiglianza di Dio. Questo ci dice che non solo l’uomo preso a sé è immagine di Dio, non solo la donna presa a sé è immagine di Dio, ma anche l’uomo e la donna, come coppia, sono immagine di Dio. La differenza tra uomo e donna non è per la contrapposizione, o la subordinazione, ma per la comunione e la generazione, sempre ad immagine e somiglianza di Dio.”
È l’amore più completo che esiste perché contiene tutto quello che c’è in ogni “tipo” di amore… e anche di più!
«Per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e i due saranno un’unica carne» (Gen 1, 27; 2, 24).
Lui e lei come un’unica carne.
Nessun altro amore ha questa caratteristica assolutamente misteriosa: una sola carne. «Questo mistero è grande», dice Paolo; «io intendo rispetto a Cristo e alla Chiesa» (Ef 5, 32).
E quando lui&lei diventano uno (a livello affettivo, spirituale, sessuale…) fanno l’amore, fanno una danza sensuale così potente da chiamare alla vita un bambino.
La coppia è un amore che ha nel suo DNA la passione, il dialogo, la sensualità, il perdono, la generosità, il rispetto, la gratuità, la confidenza, l’intimità, il “per sempre”, l’ironia, la gioia… e il potere di moltiplicare la vita.
Mi sembra un’esperienza così divina che anche la Chiesa ne ha fatto un sacramento, una vocazione ben precisa, una vera e propria missione: far vedere a tutti quanto Gesù ami la chiesa (cfr. san Paolo) e quanto Dio sia amore in relazione (cfr. libro della Genesi).
I figli sono destinati a fare una vita propria.
I coniugi sono chiamati a fare una vita in due.
“È davvero un disegno stupendo quello che è insito nel sacramento del Matrimonio! E si attua nellasemplicità e anche nella fragilità della condizione umana. Sappiamo bene quante difficoltà e prove conosce la vita di due sposi… L’importante è mantenere vivo il legame con Dio, che è alla base del legame coniugale. E il vero legame è sempre con il Signore. Quando la famiglia prega, il legame si mantiene. Quando lo sposo prega per la sposa e la sposa prega per lo sposo, quel legame diviene forte; uno prega per l’altro. È vero che nella vita matrimoniale ci sono tante difficoltà, tante… che il lavoro, che i soldi non bastano, che i bambini hanno problemi. Tante difficoltà. E tante volte il marito e la moglie diventano un po’ nervosi e litigano fra loro. Litigano, è così, sempre si litiga nel matrimonio, alcune volte volano anche i piatti. Ma non dobbiamo diventare tristi per questo, la condizione umana è così. E il segreto è che l’amore è più forte del momento nel quale si litiga e per questo io consiglio agli sposi sempre: nonfinire la giornata nella quale avete litigato senza fare la pace. Sempre! E per fare la pace non è necessario chiamare le Nazioni Unite che vengano a casa a fare la pace. È sufficiente un piccolo gesto, una carezza, un ciao! E a domani! E domani si comincia un’altra volta. E questa è la vita, portarla avanti così, portarla avanti con il coraggio di voler viverla insieme. E questo è grande, è bello! …”
(Papa Francesco, Udienza Generale di mercoledì 2 aprile 2014)
P.S. Hai fatto caso come la musica canti, da sempre, l’amore di coppia? Quant’è meravigliosa questa!
“Io e te io e te
perché io e te
qualcuno ha scelto forse per noi
mi son svegliato solo
poi ho incontrato te
l’esistenza un volo diventò per me
E la stagione nuova
dietro il vetro che appannava fiorì
tra le tue braccia calde
anche l’ultima paura morì…”
(Vento nel vento https://www.youtube.com/watch?v=5M6zG5Aranw )
Ed hai mai sentito pronunciare questa frase “Tu sei tutte le mie ragioni per cui esisto”? È la meravigliosa dichiarazione d’amore che il premio Nobel per la matematica John Nash fa a sua moglie. Malato di schizofrenia ma sorretto costantemente dall’amore della moglie, il giorno in cui ritira il premio pronuncia queste parole che commuoverebbero anche i sassi.
”Ho sempre creduto nei numeri, nelle equazioni e nella logica che conduce al ragionamento ma dopo una vita spesa nell’ambito di questi studi, io mi chiedo: cos’è veramente la logica, chi decide la ragione. La mia ricerca mi ha spinto attraverso la fisica, la metafisica, l’illusione e mi ha riportato indietro e ho fatto la più importante scoperta della mia carriera. La più importante scoperta della mia vita. È soltanto nelle misteriose equazioni dell’amore che si può trovare ogni ragione logica. Io sono qui stasera solo grazie a te. Tu sei la ragione per cui io esisto. Tu sei tutte le mie ragioni. Grazie.”
https://www.youtube.com/watch?v=K1hI9jYXv30
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Buongiorno Cristina,
che meraviglia di post…
Condivido TUTTO, e devo dirti con onestà che anch’io ho sempre pensato che l’amore che più si avvicina a Dio fosse quello della Mamma che AMA i propri figli INCONDIZIONATAMENTE, ma riflettendoci…in effetti manca di qualcosa, di quel qualcosa che può essere presente solo all’interno di una coppia.
Grazie come sempre delle tue espressioni, dei tuoi consigli, delle tue conoscenze, delle tue ispirazioni che condividi con ognuno di noi.
Sai Cri, spesso leggendoti, è come leggerti nel cuore …
un affettuoso abbraccio e una dolce carezza cara…a presto
C’è una bellissima poesia di Neruda che rende bene l’idea della profonda unità di coppia. Il finale è meraviglioso!
Non t’amo come se fossi rosa di sale, topazio
o freccia di garofani che propagano il fuoco:
t’amo come si amano certe cose oscure,
segretamente, tra l’ombra e l’anima.
T’amo come la pianta che non fiorisce e reca
dentro di sé, nascosta, la luce di quei fiori;
grazie al tuo amore vive oscuro nel mio corpo
il concentrato aroma che ascese dalla terra.
T’amo senza sapere come, né quando, né da dove,
t’amo direttamente senza problemi né orgoglio:
così ti amo perché non so amare altrimenti
che così, in questo modo in cui non sono e non sei,
così vicino che la tua mano sul mio petto è mia,
così vicino che si chiudono i tuoi occhi col mio sonno.