A… come acqua. In quel tempo Gesù dalla Galilea andò al Giordano per farsi battezzare e anche noi abbiamo rinnovato le nostre promesse battesimali, toccando e guardando quell’acqua che aveva toccato e bagnato Gesù.
B… come Betlemme “Casa del pane” in ebraico, “casa della carne” in arabo, con significativa allusione a chi vi è nato! E’ la patria di Davide, e del “figlio di Davide“, Gesù.
Di Betlemme parla il profeta Michea: “E tu Betlemme di Efrata, così piccola per essere fra i capoluoghi di Giuda, da te mi uscirà colui che deve essere il dominatore di Israele” (Mic 5,1 ss).
Nel IV secolo san Girolamo, per la grande devozione alla Natività venne a vivere qui con alcuni amici, in forma monastica. Vi dimorò per 36 anni nella preghiera e nella traduzione della Bibbia dall’ebraico (la sua è la “Vulgata“, rimasta testo ufficiale della Chiesa latina fino al Concilio Vaticano II); il suo rigore scientifico e critico ci dà estrema garanzia che questa indicata è la grotta della Natività.
Sotto l’altare della Basilica della Natività, la notte di Natale il Patriarca depone il Gesù Bambino, e segna l’inizio della celebrazione natalizia in tutto il mondo! La visita alla grotta della Natività è momento commovente: ci si inginocchia a baciare la stella d’argento che segna il punto preciso della nascita di Gesù: “Qui dalla Vergine Maria è nato Gesù Cristo”. La grotta è molto malandata, per incendi e fumo, tutta ricoperta di pannelli di amianto. Ma nel silenzio ciascuno vive qui il suo Natale: dalle ingenue capanne dei nostri presepi, a questa semplice grotta, con l’angolo della mangiatoia; forse per molti ancora è un passaggio maturo da una favola dell’infanzia alla realtà storica più grande e più vera che segna la propria vita e la propria fede!
C… come Calvario. L’amore è espansivo di natura. Gesù, amato da suo Padre, dà la prova massima dell’amore nel Calvario. Se il Tabor è il monte dove Dio mostra il suo amore a Gesù, il Calvario è dove Gesù mostra il suo amore per noi. L’unico luogo dove ho pianto.
D…”Domine ivimus! – Signore, finalmente ci siamo!, è l’espressione entusiasta di un gruppo di pellegrini del III secolo arrivati via mare finalmente al S. Sepolcro. La si trova scritta in carbone e color rosso, con disegno di nave a remi, su una lastra di pietra locale inserita nella abside della cappella di S. Elena, nella basilica del S. Sepolcro a Gerusalemme.
E… come Ebrei e palestinesi: esiste al mondo una situazione più complicata ed esplosiva, che perdura così da tantissimi anni? Il passaggio tra le varie frontiere colpisce, lascia di stucco!
F… come Fede e profumo; voglio tentare di spiegarvi perché ho comprato l’essenza di nardo. Mi ha sempre attratto l’immagine della prostituta che cosparge Gesù con il profumo di nardo e le sue lacrime. Il vaso di olio profumato rappresentava la vita di peccato di questa donna, essa aveva comprato quella fragranza con il denaro pagato dai suoi clienti. Ma allo stesso tempo era anche un investimento per il futuro destinato ad attrarre e sedurre uomini, facendoli complici del suo peccato; la differenza è che lei peccava per il denaro, mentre loro pagavano per peccare! Generalmente in questo fatto viene letta la necessità di rinunciare al nostro profumo di peccato per poterci avvicinare a Gesù, oppure di lasciare la cattiveria perché Dio ci perdoni, o ancora di dover pagare qualche cosa per il perdono ricevuto. Si sottolinea l’urgenza di purificarci e prepararci per la venuta del Signore. Ciò che è vero è che lei porta quanto di più prezioso aveva: «il suo profumo di puro nardo» . Non rinuncia a quel bene per ottenere il perdono, ma poiché è già stata perdonata, manifesta amore e ringraziamento a chi le ha rimesso tutti i suoi peccati. Non si tratta poi di un sacrificio, ma di un’offerta d’amore per essere stata perdonata. Il profumo prima era al servizio del peccato e serviva per peccare. Non lo butta, ma lo consegna all’Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo. Non si può abbandonare il peccato, ma lo si può offrire a Colui che solo può perdonare. Quel profumo me lo porterò a casa per ricordarmi di tutto questo…e per profumare la mia vita!
G… gli Ebrei della diaspora nella celebrazione della Pasqua si augurano ogni anno: “L’anno venturo a Gerusalemme!”…anche io ci voglio sperare con tutta me stessa!
H… Ha vinto il deserto! Il premio come miglior protagonista io lo do a lui! Israele vi abitò per quarant’anni; Elia vi si ritirò nei momenti di ricarica; Giovanni Battista vi svolse tutto il suo ministero; Gesù lo consacrò con i suoi quaranta giorni di scelte drammatiche; Paolo stesso vi si ritirò dopo la conversione…, e su su fino al monachesimo egiziano e all’attuale moderno esercizio di deserto che ci deriva dalla esperienza di Charles de Foucauld nel Sahara. Noi ci abbiamo celebrato una Messa che profumava di essenzialità e di meraviglia di fronte allo spettacolo che avevamo di fronte. Nessuna basilica è bella quanto il deserto; nessuna riflessione è saggia quanto il deserto; nessuna opera d’arte ci meraviglia quanto il deserto; nessuna musica è allettante quanto il silenzio del deserto.
E’ un silenzio che scava dentro di noi desideri, aspirazioni, nostalgie di purezza; alla fine è un desiderio di autenticità, di verità, di serenità e sicurezza interiore; è… un desiderio di Dio; è voglia di “toccare” quel Dio che sembra così presente in questo mare d’immenso mistero. Ed è veramente dolcissimo tuffarsi in questo mare!
I… il mio è il diario semplice di un pellegrino che ha ricevuto moltissimo dalla Terra Santa, e che va ripetendo con entusiasmo a tutti: una volta in vita almeno, un ritorno “alle tue radici” è un regalo che un credente si deve fare.
L… come Lago di Tiberiade. Gesù disse ai suoi discepoli: Andiamo all’altra riva del lago. E partirono. Mentre navigavano Gesù si addormentò. A un certo punto, sul lago il vento si mise a soffiare tanto forte che la barca si riempiva di acqua ed essi erano in pericolo. Allora i discepoli svegliarono Gesù e gli dissero: Maestro, maestro, affondiamo! Gesù si svegliò, sgridò il vento e le onde. Essi cessarono, e ci fu una grande calma. Poi Gesù disse ai suoi discepoli: Dov’è la vostra fede? In mezzo al lago anche noi…su una barca anche noi…abbiamo invocato il Maestro anche noi…lì ho fatto benedire dal mio Pastore tre pietre del Lago per i miei tre figli…lì ho invocato Gesù per dirgli di proteggere la barca della vita dei miei tre ragazzi.
M… come Muro del Pianto, il muro occidentale, ultimo ricordo del grande tempio di Erode, luce della religione ebraica. Osservo degli ebrei che si passano intorno alle braccia delle strisce di cuoio scuro (i filatteri) e si legano sulla fronte degli “scatolini” che contengono i rotoli della Legge. Altri, più lontano, si coprono con un drappo chiaro a strisce nere, segno evidente della loro religione. Tutti, ad un tratto, muovono la testa e il corpo avanti e indietro. Sbircio un attimo il libro che uno di loro sta leggendo: “Lamentazioni”. Stanno quindi pregando! Un salmo infatti dice: “Tutte le mie ossa ti invocano, Signore”. Fra i grandi blocchi del muro scorgo dei bigliettini: sono le invocazioni dei fedeli. Sarebbe da rimanere incantati per ore a respirare quest’aria di religione, di mistero! Mi avvicino al muro per pregare insieme ai miei fratelli maggiori. Dietro di me una donna sta cercando di mettere il suo bigliettino tra le pietre ma le cade per terra. Con un sorriso per rassicurarla, glielo prendo io per cercare un posto per la sua invocazione: mi sono sentita davvero sua sorella! Bellissima sensazione!
N… come noia. E’ questo ciò che ho quasi sempre provato nel leggere i resoconti di chi andava in Terra Santa. Sto cercando di fare del mio meglio, ma mi scuso se anche io vi sto annoiando.
O… come olivi; il monte degli olivi! Si trova ad oriente di Gerusalemme. Quaranta giorni dopo la sua morte sulla croce, Gesù risuscitato salì con i suoi apostoli su questo monte per dare le ultime istruzioni ai suoi, promettendo loro che avrebbe inviato la “forza dall’alto” per convertirli, con potenza in testimoni, affinché annunciassero il suo nome fino ai confini della terra. È il monte della promessa della potenza dello Spirito. Da lì, in presenza degli apostoli, ascese alla destra del Padre per celebrare la festa della sua “glorificazione”. Non tutto finisce sulla croce. La pienezza è il monte degli Olivi. La morte è la vigilia della glorificazione. Se nel Calvario Gesù estese le sue braccia morendo per tutti noi, sul Monte degli Olivi il Padre gli apre le braccia per riceverlo, perché ha compiuto la missione a Lui affidata.
P… come pastori: siamo a Beit Sahur, che è già un quartiere di Betlemme, cioè al luogo cristiano chiamato “Campo dei pastori”. “Oggi vi è nato nella città di Davide un go’el, cioè un riscattatore”. A quei poveri pastori, come ai poveri beduini di oggi, come a noi uomini occidentali all’apparenza tanto sazi ma interiormente non meno fragili e incerti quando ci interroghiamo sul senso del vivere e sul nostro destino, Dio si propone come quell’uomo-Dio che dilata dalla terra al cielo il progetto di umanità riuscita: dal momento in cui Dio s’è fatto uomo, l’uomo ha saputo del suo traguardo divino. Una visita nelle grotte dei pastori ti fa respirare l’essenziale della vita!
Q… come “quinto vangelo”: il lieto annuncio storico-geografico che è la “terra d’Israele”. Ti rendi conto che sei in quel campo dove è nascosto il tesoro prezioso per il quale vale la pena di vendere tutto!
R…come Rinnovare le promesse matrimoniali a Cana, perché la miglior tappa del matrimonio è il presente! E’ ciò che abbiamo fatto. Bisogna camminare, andare avanti e «dimenticare il passato e proteso verso il futuro» (Fil 3,13). Quindi se è finito il vino nel matrimonio, c’è ancora una speranza: il vino nuovo che è opera di Gesù.
S… come Santo Sepolcro, la chiesa che racchiude in sé la morte, la sepoltura e la risurrezione di Gesù. All’interno, salendo una ripida scala di pietra, eccomi al Calvario. Tutti si inchinano sotto l’altare per toccare la roccia del Calvario…per toccare la roccia che ha visto la nostra salvezza. Ecco, al piano terra, il luogo dove Gesù fu deposto e finalmente… il Santo Sepolcro. Una cappella angusta, in cui possono entrare solo quattro persone per volta. Ormai si fa sera; assistiamo alla cerimonia di chiusura della Basilica, le guardie chiudono tutte le porte e ogni confessione religiosa lascia all’interno un suo rappresentante (la chiesa appartiene a sei confessioni diverse). Tutti abbiano bisogno di Dio e il sepolcro vuoto è la nostra speranza!
T… come Tabor. Su questo monte troviamo Gesù con Mosè (prototipo della legge) e con Elía (prototipo dei profeti). L’Antico e il Nuovo Testamento che si incontrano! Se Gesù vive l’esperienza del Tabor prima di quella del Calvario, è perché nessuno può andare alla sofferenza e alla croce se prima non ha sperimentato l’amore di Dio. Poiché non ci può essere Pasqua di resurrezione se non c’è Calvario, non ci può neppure essere Calvario senza un Tabor, dove spinti dall’esperienza dell’amore personale di Dio, prendiamo la decisione di fare la volontà dal Padre, qualunque essa sia.
U… “Uno ama quando si sente amato”, diceva Sant’Agostino; vi auguro di venire qui per scoprire l’amore di Dio, e ripartire come fratel Charles de Foucauld che, nel 1888, venuto a visitare Nazaret, vi ripartì con l’idea di “ricercare sempre l’ultimo posto“, poichè qui aveva intuito fino a qual punto di condivisione si era spinto l’amore di Dio per lui.
V…come Viziati: lo siamo e non ce ne accorgiamo. Ho imparato a risparmiare acqua in questo periodo perché in fin dei conti noi non ce ne rendiamo conto ma ne sprechiamo parecchia, anche solo per lavarci i denti ne buttiamo troppa. Per loro è quasi sacra, infatti è molto costosa. Inoltre ha un sapore particolare che non a tutti piace. Da parte mia ho cercato, nonostante il sapore amaro dell’acqua, di assaporare tutto di questa terra, per entrare a pieno nella vita e nelle usanze della gente… e come potevo se non facevo mio anche il gusto della fonte di vita maggiormente apprezzata in questo posto desertico?
Z…come zavorra. Rivado con la mia mente al centro del Lago di Genèsaret e mi prefiggo di togliere dalla mia mente tutte le zavorre mentali che non mi permettono di vedere chi è che guida davvero la barca della mia vita: Iehoshua (che poi vuol dire “Iahveh salva“), Gesù! Ripenso che il lago di Genèsaret era il centro commerciale più importante di quella regione. Proprio in quel luogo Gesù annuncia la Parola di Dio. Ciò indica che Gesù porta la Parola di Dio lì dove la gente è impegnata e lavora. Mi piace togliermi la zavorra mentale che fa vedere Dio all’opera principalmente nei luoghi ufficialmente ritenuti sacri. Domani, il luogo dove lavoro, sarà per me il mio Lago di Genèsaret. Dio è con noi, sempre!
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