Adele Bloch-Bauer, la musa di Gustav Klimt.

Questa è la storia di Adele Bloch-Bauer, la musa di Gustav Klimt. ❤️
Adele Bloch-Bauer era una bellissima donna, che aveva sposato a diciotto anni, Ferdinand Bloch, più vecchio di lei di diciassette anni.
Insofferente ai limiti che il rigido ambiente dell’aristocrazia viennese le imponeva e tormentata dall’impossibilità di avere figli, la giovane aristocratica aveva sviluppato una natura malinconica e complessa che aggiungeva attrattiva e mistero alla sua persona.
Adele associava ad un fascino non comune il dono di un’intelligenza brillante che l’aveva portata ad apprendere da autodidatta il francese e l’inglese, ad appassionarsi allo studio della musica, della filosofia e della cultura classica. Insieme con il marito, aveva deciso di dedicarsi ad un’intensa attività di mecenatismo che la portava ad entrare in contatto con i più celebri intellettuali del periodo.
Klimt conobbe la donna durante alcuni ricevimenti che la famiglia Bloch-Bauer dava regolarmente. L’idea di ritrarla fu di suo marito Ferdinand che, nel 1903, commissionò a Klimt un quadro a figura intera avente per soggetto Adele, e che sarebbe dovuto essere un dono per i genitori di lei.
Egli sviluppò una vera e propria passione per il soggetto, arrivando a ritrarlo più di una volta: per tale motivo, si parla spesso della Bloch-Bauer come della musa ispiratrice del secessionista viennese. Si è perfino ipotizzato che i due fossero amanti, anche se nelle lettere del pittore non vi sono tracce di una relazione con la donna.
Nel 1925, quando era ancora giovane, Adele venne colpita da una forma violentissima di meningite, e morì in pochi giorni lasciando Ferdinand vedovo.
Nelle sue ultime volontà, la donna chiese al marito di donare tutte le opere di Klimt, compreso il ritratto, alla Galleria del Belvedere.
Ma nel 1938 il quadro è uno dei tesori artistici trafugati dai nazisti alle famiglie ricche di Vienna: l’opera cambia titolo e prende il nome di “Woman in gold” per nascondere l’origine ebraica del soggetto che sarebbe stata evidente dal cognome.
Ferdinand Bloch è costretto a scappare in Svizzera, alla sua morte, nel 1945, l’uomo lascia tutti i suoi beni ai suoi eredi, compreso il celebre ritratto della moglie.

Lascia un commento