LA BASILICA DEL SANTO SEPOLCRO

La prima volta che ho visitato la Basilica del Santo Sepolcro sono rimasta a bocca aperta.
Io mi aspettavo una chiesa…una basilica…un silenzio…una calma…e invece mi sono ritrovata dentro una cosa simile ad un bailamme di umanità, di religioni, di candele, di profumi, di arte, di pietre, di litanie, di confini …
Ricordo che ero stordita e mi guardavo intorno meravigliata e incuriosita.
Ora, sarà che qui mi aspetto sempre il peggio in termini di file e folle, che ancora non ci credo che siamo entrati al Santo Sepolcro per due volte di seguito nell’arco di pochi minuti o che siamo saliti al Golgota nel bel mezzo di una preghiera tranquilla di alcuni frati e monache.
Questo è stato l’aspetto sorprendente di questo pellegrinaggio: abbiamo incontrato (quasi) sempre il momento giusto.????
La Basilica si trova all’interno delle mura della Città Vecchia, al termine della Via Dolorosa, e ingloba sia quella che è ritenuta la «collina del Golgota», luogo della crocifissione, sia il sepolcro scavato nella roccia, dove il Nuovo Testamento riferisce che Gesù fu sepolto, sia la grotta di sant’Elena.
Come non bastasse, la Basilica è anche la sede del Patriarcato greco-ortodosso di Gerusalemme, il quale, al centro della chiesa vi ha il proprio Katholikon, ossia la propria cattedrale, e la propria cattedra.
Aggiungete anche la chiesa dove possono celebrare i cristiani cattolici.
Metteteci anche…
Insomma: questa Basilica io l’ho sempre vista come un grande quartiere spirituale…un grande mercato di religioni…un luogo di preghiere e liti, di buone intenzioni e di vergognose contraddizioni …e qui, proprio qui, il Re dell’Universo è stato ucciso e sepolto.
Proprio qui, in mezzo alle incoerenze umane, il Cielo ha raggiunto la terra facendo risorgere con un’esplosione di Luce Colui che gli uomini avevano appena ammazzato.
Non a caso il grande Mario Luzi quando scrisse la Via Crucis del Venerdì santo del 1999, volle che il libriccino si intitolasse: “Il cammino dell’uomo verso la Luce”.????

Siccome l’emozione è tanta nel raccontare il Santo Sepolcro e le parole giuste non mi vengono, è giunto il momento che io lasci la parola al poeta.
Solo un poeta come l’immenso Mario Luzi poteva “dare” la parola alla Parola che ha creato il mondo.
Qui, al Santo Sepolcro, luogo che ingloba le coordinate geografiche degli ultimi aliti d’amore di Gesù per tutti noi, do la parola alla poesia.
PADRE MIO????
“Padre mio, mi sono affezionato alla terra
quanto non avrei creduto.
E’ bella e terribile la terra.
Io ci sono nato quasi di nascosto,
ci sono cresciuto e fatto adulto
in un suo angolo quieto
tra gente povera, amabile e esecrabile.
Mi sono affezionato alle sue strade,
mi sono divenuti cari i poggi e gli uliveti,
le vigne, perfino i deserti.
E’ solo una stazione per il figlio tuo la terra
ma ora mi addolora lasciarla
e perfino questi uomini e le loro occupazioni,
le loro case e i loro ricoveri
mi dà pena doverli abbandonare.
Il cuore umano è pieno di contraddizioni
ma neppure un istante mi sono allontanato da te.
Ti ho portato perfino dove sembrava che non fossi
o avessi dimenticato di essere stato.
La vita sulla terra è dolorosa,
ma è anche gioiosa: mi sovvengono
i piccoli dell’uomo, gli alberi e gli animali.
Mancano oggi qui su questo poggio che chiamano Calvario.
Congedarmi mi dà angoscia più del giusto.
Sono stato troppo uomo tra gli uomini o troppo poco?
Il terrestre l’ho fatto troppo mio o l’ho rifuggito?
La nostalgia di te è stata continua e forte,
tra non molto saremo ricongiunti nella sede eterna”
(Meditazioni sulla Via Crucis composta da Mario Luzi nel 1999, per accompagnare la processione del Venerdì Santo guidata da Giovanni Paolo II)
Ora gustatevi le foto.
Gustatevi ogni pietra.
Vedrete buio e luce.
Viaggerete tra dubbi e fede.
Alla fine, auguriamoci di poter dire come Tito:
“Ma adesso che viene la sera ed il buio
Mi toglie il dolore dagli occhi
E scivola il sole al di là delle dune
A violentare altre notti
Io nel vedere quest’uomo che muore
Madre, io provo dolore
Nella pietà che non cede al rancore
Madre, ho imparato l’amore”
(Fabrizio de Andrè)
M.C. ????

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