Quanto sarei voluta esserci a Nazareth quel giorno in cui Tu, Gesù, hai parlato di Te.
Il giorno in cui, nella sinagoga, hai sgombrato ogni dubbio: eri venuto per farci fiorire tutti!
Mi sarebbe piaciuto tanto ascoltare dalla tua viva voce
che ogni creatura dalla visione misera di sè
poteva sperare in Te.
Dio che fasci le piaghe dei cuori spezzati.
Quanto sarei voluta essere ai tuoi piedi e guardarti negli occhi
mentre ci accarezzavi l’anima proclamando la libertà agli schiavi
e la liberazione ai prigionieri.
Ed io, prigioniera spesso di un sacco di cose,
avrei certamente avuto il coraggio di buttare quelle stesse cose
dalla mia mongolfiera
ed alleggerire il mio volo verso il Tuo orizzonte.
Ma poi, Signore risorto, se mi metto in silenzio e chiudo gli occhi,
mi pare quasi di sentire la mia anima che esulta
nel percepirTi al mio fianco.
Intuisco che sta dicendo anche a me,
creatura dei nostri tempi,
“Gioisci, esulta in Dio, indossa le vesti della salvezza,
avvolgi il manto della giustizia intorno a te,
perché IO SONO. Ancora e sempre!”
Oggi, mio Signore, mi adornerò con i gioielli di Cielo
e con il diadema di Speranza.
Poiché, come la terra produce i suoi germogli
e come un giardino fa germogliare i suoi semi,
così tu, Signore del mondo, farai germogliare la giustizia
Intorno a me ed io ti loderò davanti a tutte le genti.
Dammi la mano, Signore, che per fede in Te mi sto rialzando!
M.C.