Siamo tutti pellegrini verso cieli e terra nuovi

10891623_10205801763994189_4696864111329200789_n“Proffiiii!!!!!Oggi la lezione sia con don Umberto che con Benedetta sono state davvero molto interessanti! Mi potrebbe dire come fa di cognome Benedetta così la cerco su facebook? Grazie!!! Il buddismo mi ha affascinato sul serio, tanto, e soprattutto si vedeva proprio che Benedetta é felice, è emozionata della scelta che ha fatto…anche se, comunque, penso che più che una religione, il buddismo sia uno stile di vita che si riavvicina anche a quello nostro; nel senso che anche nella nostra religione noi dobbiamo “in teoria” rispettarci 10888758_10205801762674156_1212925004429459104_ntra di noi e rispettare anche la terra…Non so se mi sbaglio o se forse qualcuno se lo sia dimenticato…però brava prof! Ripeto: mi è piaciuto davvero tanto oggi stare ad ascoltare cose nuove e, sì, è bello conoscere persone che, come lei, non perdono la speranza, vanno avanti e sono coraggiose!Un bacio proffiii!!!”cuore

E’ Serena quella che mi scrive, la mia dolcissima alunna di poche parole “fuori” ma di tante emozioni “dentro”. Lei fa parte di una delle tante classi che questa settimana, durante la mia ora di religione, hanno ascoltato Benedetta.

3159_1107456057497_7599566_nQuando l’incontrai la prima volta, Benedetta era una ragazzina di 14 anni con gli occhi che le brillavano di curiosità, anche se stava in silenzio.

Negli anni delle superiori in cui io sono stata la sua insegnante, abbiamo fatto spettacoli teatrali, organizzato viaggi, affrontato dialoghi traboccanti di domande antiche come l’uomo, con tentativi di risposte lontane il più possibile dall’ovvietà.

1000711_10200648830237539_399965852_nPoi io mi trasferii in un’altra scuola e Benedetta, col suo grande desiderio di immergersi nel mondo del teatro e del musical, fece il quarto ed il quinto anno insieme. Il risultato di quell’esame di maturità anticipato, fu un bel 100 e lode.

E poi ecco arrivare il Natale del 2014.

Un giorno mi arriva un messaggio: “Cri, sono tornata da Londra e sarò per qualche settimana in Italia. Ci vediamo? Ho tanta voglia di stare un po’ insieme a te!” Qualche sms scambiato con un affetto mai venuto meno e poi…eccola là.

Nell’appuntamento al centro della città quasi non la riconosco.

10527889_10203230210186347_1976685350_nVabbè, lo ammetto: rispetto a sei anni fa la mia vista mi sta inesorabilmente abbandonando. Ma c’è anche un altro motivo: Benedetta è diventata ancora più bella e, soprattutto, più donna.

C’è una cosa, però, che è uguale ad allora: lo splendore spontaneo del suo sorriso.

Il suo abbraccio pieno di Come sono felice! Che gioia riabbracciarti!” mi entra nell’anima, rammentandomi come sono fortunata a fare il mestiere dell’insegnante.

Poi un bar accogliente, un the caldo, un mio amico attore e regista che si avvicina incuriosito dalla vitalità di Benedetta e ci offre il nostro the e poi… tanti racconti.

monaci-buddisti-in-preghieraI ricordi del passato, l’aggiornamento sul presente e le speranze del futuro si intrecciano nei nostri discorsi, fino a sfociare nel suo annuncio più importante: “Cri, sono diventata buddista!”

E mentre lei mi spiega con la sua gioia traboccante, i motivi della sua scelta, io penso: “Questa giovane donna la devo sfruttare vergognosamente. Chi, meglio di lei, potrà spiegare il Buddismo a scuola?” Iniziare un argomento con un’esperienza vera al posto del tradizionale libro di testo, è come bagnarsi con l’acqua della vita che incuriosisce ed apre la mente. E’ la preparazione ottimale per poi acquisire le informazioni scolastiche che creano il sapere.

Benedetta al MoreaIl primo giorno di scuola di ritorno dalle vacanze di Natale, Benedetta è al mio fianco. Nel gruppo “segreto” che con i miei studenti abbiamo su Facebook, l’arrivo della mia ex alunna buddista l’avevo già annunciato. Benedetta è gioiosa ed emozionata all’idea di poter comunicare ad altri, la sua tenace ricerca della felicità e la sua scoperta di sentieri interiori nuovi.

Racconta della sua bellissima famiglia (una mamma catechista, un papà impegnato fortemente in diocesi, due sorelle curiose verso questa scelta della sorellina maggiore) e narra dei suoi viaggi in giro per l’Europa e degli incontri che l’hanno portata a scoprire quello che, secondo lei, era da sempre nel suo cuore.

Benedetta e il buddismoI ragazzi la seguono curiosi e non le risparmiano domande e dubbi.

E’ bellissimo vedere i miei alunni musulmani chiederle: “Ma scusa, se tu non credi che esista Dio, il mondo come è venuto fuori? Dal nulla?” e le allieve cristiane domandarle: “Quindi noi saremmo tutti possibili reincarnazioni?”. Ed anche i più lontani da qualsiasi esperienza religiosa, chiedono, domandano, vogliono vedere da vicino quella strana cosa somigliante al rosario cristiano…

RitoManiGiunteNella scuola, pian piano, c’è il tam tam: “Nell’aula dove fa lezione la prof di religione, si può ascoltare una ragazza buddista che spiega la sua esperienza!”

Insieme a lei, ci sono anche altri esperti (che altro non sono se non miei carissimi amici che amando i ragazzi e l’educazione, vengono gratuitamente a scuola per incontrarli). I ragazzi sanno che quella settimana ci sarà don Umberto (che farà vedere le foto fatte la settimana Alunni 2014. 2015prima in Terra Santa e spiegherà la geografia biblica); il dott. Setaro (un pedagogista che, parlando della dislessia, allarga il discorso fino al ben-essere che si dovrebbe provare a scuola); don Alberto (che da vent’anni studia il fenomeno della Massoneria ed apre gli occhi dei ragazzi su questo mondo non limpido); Fabio (il mio ex alunno oramai attore e regista, che con la scusa del teatro, spiega anche i sentimenti umani e la comunicazione non verbale di ognuno di noi)…

E’ stato così che Benedetta ha passato la prima settimana scolastica, di ritorno dalle vacanze natalizie, con me! Un po’ per parlare lei ai ragazzi, un po’ per ascoltare gli altri “esperti”.

curiosità_aIl risultato? L’aula dove io, in genere, faccio lezione, ha la LIM, è grande ed è capace di accogliere molti studenti. Il 7 gennaio, in quell’aula, c’erano 7 classi ad imparare, insieme. Se mi chiedessero qual è la cosa più importante che la scuola dovrebbe far crescere nell’animo dei ragazzi, non avrei dubbi sulla risposta: la curiosità!

La curiosità crea interesse ed ascolto, scaccia i preconcetti ed allunga la vita di ogni ora di lezione, proiettandola anche nel pomeriggio.

La curiosità allarga la limitata e personale visione delle cose, aprendo la porta al resto del mondo.

Ed ogni volta che sento un alunno che mi dice: “Prof, abbiamo un’ora di sostituzione. Possiamo stare anche noi con lei, così ascoltiamo la lezione con…”, io farei il doppio salto mortale, srotolerei il tappeto rosso ed urlerei gioiosa: “Ma pregooo!!! E’ una vita che vi aspetto!!!”. Invece, con grande nonchalance, rispondo pacata e calma: “Se anche il prof che vi fa sostituzione è d’accordo, potete venire anche voi”. Lo so, sono fortunata. Lavoro in una scuola fantastica con ragazzi in gamba e colleghi che sono un sogno di gentilezza e collaborazione.

dialogoQuando Benedetta spiegava il Buddismo, è stato molto bello far notare ai ragazzi i punti in comune e le differenze sostanziali con il cristianesimo. Non abbiamo fatto un minestrone sincretista ma un dialogo vero e proprio.

E devo ammettere che i ragazzi, in un clima di tranquillità, sono perfettamente capaci di parlare, senza abbandonarsi alle “politically correct restrictions”, più figlie di una certa ipocrisia adulta che non di una vera volontà di rispetto.

Mi tornano invece in mente le parole di Giovanni Paolo II nel suo messaggio all’incontro di Lisbona del settembre 2000:  

scuolamultietnica“Il dialogo non ignora le reali differenze, ma neppure cancella la comune condizione di pellegrini verso nuove terre e nuovi cieli. E il dialogo invita tutti altresì a irrobustire quell’amicizia che non separa e non confonde. Dobbiamo tutti essere più audaci in questo cammino, perché gli uomini e le donne di questo nostro mondo, a qualsiasi popolo e credenza appartengano, possano scoprirsi figli dell’unico Dio e fratelli e sorelle tra loro.”

Sono andata a rileggermi un’intervista fatta a Padre Angelo Campagnoli, su Zenit, (  http://www.zenit.org/it/articles/vivendo-con-i-buddisti-ho-capito-meglio-il-cristianesimo ) a proposito della sua esperienza di vita con i buddisti. In quel racconto, intitolato  “Vivendo con i buddisti ho capito meglio il cristianesimo”, alla fine lui dice:

“Il dialogo inter-religioso è un’esperienza difficile e delicata, siamo ancora ai primi passi in questo cammino”.

10349886_401922773306533_7940330374602075728_nE conclude raccontando un’immagine che usava il grande guru Buddhadasa: “La vetta a cui vogliamo e dobbiamo arrivare è unica, le vie di ascesa sono diverse e ciascuno pensa che sta salendo per quella giusta”. Ma, dico io, conclude Angelo, se Chi sta sulla vetta mi grida giù: “Guarda che questa è la via maestra, la direttissima, la garantita”, io non posso che voltarmi verso l’amico che sta salendo per un’altra via e trasmettergli quel grido dall’Alto. E se lui continua imperterrito la sua faticosa salita, non mi resta che alzare il capo e gridare verso Colui che sta sulla vetta: “Signore, dai una voce più chiara anche da quella parte!”. E con la mia voce magari un po’ strozzata, affidare al vento dello Spirito un “Arrivederci sulla vetta, amico buddista”. E questo non è relativismo, ma la speranza di incontrarci tutti al termine del nostro cammino poiché noi sappiamo che la salvezza di Cristo arriva a tutti, anche a quelli che non lo sanno”.

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