QUANDO GLI STUDENTI INCONTRANO I DETENUTI …

Questa volta non ci sono foto dell’incontro e non esistono immagini dell’esperienza fatta da quasi 100 ragazzi del quinto anno del Liceo Scientifico Vito Volterra – Fabriano
Ne potete vedete solo un paio, fatte quando oramai eravamo fuori, usciti da un incontro di ore con i detenuti e le detenute della Casa Circondariale di Villa Fastiggi, il carcere che si trova nei pressi di Pesaro.
Saremmo dovuti uscire a mezzogiorno ed invece siamo usciti non prima delle 13.45.
Neanche la fame li ha fatti desistere dalle tante domande che continuavano a porre.
Non riuscivamo più a portar via i nostri studenti dall’incontro con la realtà dei “brutti, sporchi & cattivi” (così si sono ironicamente definiti i detenuti, spiegando ai ragazzi il loro mondo, i loro errori e le loro speranze).
Potrei fare un post lunghissimo se solo mi mettessi a raccontare le loro storie; magari lo farò in seguito. Sono convinta, infatti, che la vita reale insegni più dei romanzi.

Tra tanti feedback positivi ricevuti dai nostri alunni, ne condivido uno per tutti: “Prof, ho trovato più vita qua dentro, che fuori!”.
Francesco, il mio alunno sensibilissimo, mi ha poi spiegato come, dentro le mura di un penitenziario, vi abbia scovato una ricerca testarda di libertà e vita, nonostante tutti i “passati” sbagliati.
Fuori” spesso si è distratti da quello che essenziale non è; con le persone detenute, invece, si ritrova il DNA della vita umana: la preziosità del tempo che ci è concesso su questa terra, la libertà di scegliere e la ricerca del motivo per cui siamo nati.
Il Comandante, il secondo giorno, ha permesso ai ragazzi di visitare anche le celle in ristrutturazione: mai opportunità fu più utile! I ragazzi si sono messo a leggere, frase dopo frase, i libri scritti dai detenuti sui muri.
Sono ricerche disperate di amore e di liberazione.
Una frase ci è rimasta particolarmente impressa: “Perdonami mamma per la mia vita sbagliata”. Credo sia la più tenera supplica che si possa leggere su quelle mura. Una preghiera laica scritta tra la disperazione e la speranza. 🌾
Un immenso “grazie” a tutti coloro che hanno contribuito a farci avere il permesso per fare quest’esperienza e che poi hanno cooperato per renderla fortemente formativa.
Un’esperienza che i ragazzi non dimenticheranno mai più.
Abbiamo salvato qualcuno da un possibile futuro pericoloso?
Chi lo sa.
Quando si semina, l’importante non è vedere poi il raccolto, ma immaginarlo di già, a prescindere.
Qualcuno la chiama “Speranza Educativa”.❤️
P.S. Un “grazie” a tutto quel piccolo/grande esercito di insegnanti del Liceo Scientifico che, accettando di accompagnare 550 studenti tra San Patrignano ed i vari Penitenziari, hanno reso possibile queste esperienze didattiche commoventi e coinvolgenti. Un “grazie” particolare alla prof.ssa Sandra Girolametti che, in quanto responsabile dell’Educazione Civica del nostro Liceo, ha fortemente collaborato alla realizzazione di tutto questo, diventandone il motore propulsore.
E per ultimo, spiego il motivo per cui vedete la foto di un solo gruppo di studenti in visita: con l’altro abbiamo ritardato talmente tanto all’appuntamento con l’autista che era fuori in attesa da ore, che se ci fossimo messi pure a fare la foto di gruppo…😁
Ed ora si sta avvicinando il turno delle classi quarte, con la loro attesissima visita alla Casa Circondariale di Montacuto e del Barcaglione.

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