“Prof, io penso che il Ramadan non abbia senso se non lo si vive con il cuore. Cioè…
voglio dire che, durante il giorno, la fame e la sete che provi, devono ricordarti che, nel mondo, ci sono persone che quei morsi li sentono tutto il giorno, senza poter sperare di mangiare poi la sera. Per questo mamma dice che dopo ogni Ramadan dobbiamo diventare migliori ed aiutare ancora di più gli altri”
“L’altro giorno, prof, ho incontrato una persona povera e gli ho lasciato l’euro che avevo in mano. Quando sono tornata a casa l’ho detto a mamma e lei mi ha risposto: «Non lo dire a me. Non occorre. E’ un gesto che deve rimanere tra te ed Allah. Lui sa ed è contento di tutto ciò che fai con amore»”
“Prof, sa qual è la frase che più mi è rimasta impressa quando Benedetta è venuta a parlarci del buddismo? «Chi fa del male soffre in questo mondo e nell’altro. Chi fa del bene gioisce in questo mondo e nell’altro». Non le sembra tanto vera?”
“Io invece mi sono scritto sul diario questo pensiero buddista: «Con la mancanza di collera si vinca la collera; con la bontà si vinca la cattiveria. Con la generosità si vinca l’avarizia, con la verità si vinca il menzognero» La trovo fantastica.”
“Prof, io penso che la risposta che Gesù ha dato a Ponzio Pilato contenga tutto il mistero del mondo! Quando leggo «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù» mi viene facile sentire vicina un’altra Dimensione, quella Divina.”
“Scusi, ma se Gesù dice: «Io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce» … allora vuol dire che Gesù stesso è la Verità… giusto?”
Spesso, spessissimo, durante le mie lezioni di religione, di fronte alle tante domande dei ragazzi, mi viene una curiosità fortissima. Me la porto dietro anche quando esco da scuola e mi avvolge la mente nei momenti più disparati. 
E’ una curiosità che aveva anche padre Padre Christian de Chergé ed infatti l’ha scritto nel suo testamento spirituale, con parole meravigliose che io ora gli rubo con entusiasmo.
Padre Christian intuiva che sarebbe stato ucciso ed in effetti, nella notte tra il 26 e il 27 marzo del 1996, lui e altri sei monaci trappisti saranno rapiti dal monastero di Tibhirine, in Algeria e, due mesi dopo, verranno ritrovati morti.
Poche settimane prima, scriveva queste meravigliose ed indimenticabili parole:
“Evidentemente, la mia morte sembrerà dar ragione a quelli che mi hanno rapidamente trattato da ingenuo o da idealista: “Dica adesso quel che ne pensa!”. Ma costoro devono sapere che sarà finalmente liberata la mia più lancinante curiosità. Ecco che potrò, se piace a Dio, immergere il mio sguardo in quello del Padre, per contemplare con lui i suoi figli dell’islam come lui li vede, totalmente illuminati dalla gloria di Cristo, frutti della sua passione, investiti del dono dello Spirito, la cui gioia segreta sarà sempre lo stabilire la comunione e il ristabilire la somiglianza, giocando con le differenze.”
Leggere questa frase e cercare di comprenderla, è come far l’amore con la saggezza interiore di Dio.
E’ come essere ospiti d’onore al Gran Ballo del Re e sentire che c’è un’unica eterna melodia, anche se poi la danziamo con ritmi musicali diversi.
E’ un entusiasmo spirituale vero e proprio che provo ogni mattina nell’ascoltare le diverse prospettive con cui, i miei studenti, guardano Dio. Adoro conoscere i loro ragionamenti che sanno di ricerca della verità e non di abitudini religiose passivamente accettate.
Nella mia scuola tutti i ragazzi frequentano l’ora di religione e questo mi ha allenata a capire la frase di Erri de Luca: “il dialogo non è un interrogatorio”. Una frase un po’ forte per dire che qualche volta, il silenzioso ascolto è più efficace del chiarimento imposto. In questi anni ho fatto un po’ tesoro di questo stile.
Quando ero più giovane volevo cambiare il mondo e chiarire la Verità che manda avanti l’universo. Ora ho ridimensionato i miei obiettivi, per due motivi.
Il primo è che ho capito perfettamente che è già tanto se riuscirò a cambiare me stessa. Il secondo è che ho compreso che le persone (compresi gli studenti) sono disposti ad ascoltarti sul serio (e non per finta) solo se hanno la certezza di non essere giudicati.
Eccolo il problema! Troppo spesso, per dialogo interreligioso, intendiamo far comprendere agli altri che abbiano ragione noi. La tentazione di mettere al primo posto la teologia invece che l’amore, è sempre lì, a portata di mano.
Charles de Foucauld (un profeta del dialogo interreligioso che voleva essere povero come Gesù tra i poveri amati da Gesù) diceva che, quando l’annuncio cristiano è difficile da fare, dobbiamo “gridare il Vangelo” non a parole, ma con la vita. In questo periodo storico i cristiani sono chiamati a testimoniare con la vita, la Verità che dà la gioia di vivere.
Chiediamo a Gesù la forza interiore di non “pensare ad una fratellanza da laboratorio”. Perché “la sapienza è la grazia di poter vedere ogni cosa con gli occhi di Dio… vedere il mondo, le situazioni, le congiunture, i problemi, tutto, con gli occhi di Dio” (dal discorso che Papa Francesco ai partecipanti alla Plenaria del Pontificio Consiglio per il Dialogo interreligioso).
I miei studenti mi hanno insegnato che il sincretismo religioso è sciocco e superficiale; 
mantenere la propria identità è bello ed entusiasmante.
Certo: c’è bisogno di tempo, pazienza, cultura, amore, fede ed una spiritualità profonda, ma ne vale la pena!
La convivenza rispettosa della diversità, allontana la tentazione dell’omologazione ad un pensiero unico neutrale e spalanca la porta alla vera libertà religiosa!
La storia, purtroppo, ci ha offerto tanti esempi di intolleranza e fanatismo ma a me è sempre rimasto impresso che il termine “fanaticus” significa “posseduto da uno spirito maligno“.
Lupi feroci travestiti da pecore.
Noi siamo figli della Luce e non delle tenebre.
Abbiamo un unico Padre che, secondo dopo secondo, ci sostiene in vita tutti quanti! Abbiamo un unico Spirito Santo che, attimo dopo attimo, ispira scelte di amore e non di morte! Abbiamo un’unica Parola che, giorno dopo giorno, ci proteggerà sempre dal male, fino al suo ritorno sulla terra.
Ed io non vedo l’ora che inizi la danza eterna, quando potremo vedere Dio in tutti noi, finalmente fratelli capaci di riconoscersi come tali!
“E quando tutto gli sarà stato sottomesso, anche lui, il Figlio, sarà sottomesso a Colui che gli ha sottomesso ogni cosa, perché Dio sia tutto in tutti” (1 Cor 15,28)
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