“Ciao, piacere, mi chiamo Chiara e frequento la quinta ragioneria a Roma. Sto leggendo il suo libro e ogni volta ripenso che vorrei avere un’insegnante anche io così …. Le scrivo perché ho passato molti momenti bui fino ad ora (sono nata con una malattia rara alla milza, poi la separazione dei miei, i problemi di alcol di mia madre e poi me). Quando parlo di me intendo dire che sono figlia unica, non ho mai avuto una storia seria con un ragazzo e non mi sono mai ritrovata nella vita che stavo vivendo, compresa la scelta della scuola superiore che non la sento mia. Le mie passioni più grandi sono gli animali, la storia e la vita. Davanti agli altri faccio sempre finta che non mi importi nulla della vita, dico che odio la maternità e i figli, che odio le cose romantiche e i fidanzati e mi mostro dura. In realtà io non so bene cosa sono e cosa mi piaccia, ma dentro di me c’è sempre la volontà di aiutare gli altri, chiunque essi siano. Mi piacerebbe poter andare all’università ma il vero dilemma è che temo una scelta sbagliata come tutte le altre. Non so in quale facoltà potrei ritrovarmi. So solo che faccio schifo in matematica ed economia! Ultimamente da quando i miei genitori hanno smesso di riprovarci, dopo la separazione, io non riesco più a concentrarmi e studio molto poco. Diciamo che guardo la mia vita e penso che lo studio venga dopo. Non ho un bel rapporto coi miei, ma loro a livello materiale mi accontentano sempre e spesso sono io a fermarli quando mi viziano troppo. Dopo un passato travagliato (anche per colpa mia nei confronti di mia mamma) ora ho voglia di passare il tempo con lei e mi piacerebbe vivere da lei. Ma lei mi prende solo se mio babbo paga (cosa che non fa) e quindi io mia mamma la vedo quasi ogni pomeriggio, ma la sera devo sempre tornare a casa di mio babbo. Io non ce la faccio più. Questa famiglia che rappresenta le mie radici e da dove vengo, mi confonde. Ci sarà un posto anche per me in questo mondo? E quale sarà questo posto? Quanto valgo? Per quale Università valgo? Le lancio questa sfida prof, premettendo anche che non sono religiosa e non credo nel destino o in cose simili. Grazie un abbraccio!
Carissima Chiara, che bella la tua lettera! E’ un concentrato di montagne da scalare, ma con annessa la voglia di farlo. Se tu non avessi avuto voglia di vedere il panorama che c’è oltre le tue difficoltà, non mi avresti mai scritto.
Partiamo dalle ultime tue righe con quelle quattro domande che sono come i muri portanti della tua vita:
Ci sarà un posto anche per me in questo mondo?
E quale sarà questo posto?
Quanto valgo? Per quale Università valgo?
Mark Twain diceva che “I due giorni più importanti della vita sono quello in cui sei nato e quello in cui capisci perché”.
Ma come si capisce il “perché”?
Probabilmente la risposta è in una bellissima canzone di Lucio Battisti in cui, ad un certo punto, riferendosi alla sua storia d’amore appena nata, si chiede: “Chissà che sarà di noi, lo scopriremo solo vivendo”.
Quel “lo scopriremo solo vivendo” mi è sempre sembrata una gran bella poesia esistenziale!
Viviamo, proviamo, cambiamo, ricominciamo… e pian piano scopriamo “perché”.
Perché ogni attimo ha un senso: si tratta solo di coglierlo.
Ogni scelta apporta il suo tassello al nostro castello interiore.
Anche i nostri errori entrano a pieno titolo nel nostro cammino verso la felicità.
Roberto Baggio nel 1994, dopo aver sbagliato il rigore contro il Brasile, disse: “I rigori li sbaglia solo chi ha il coraggio di tirarli”.
È praticamente impossibile, infatti, vivere senza sbagliare mai. A meno che si scelga di vivere in modo talmente prudente da essere come bloccati in un’acqua stagnante. Praticamente ci si ritrova a non vivere.
Ed invece tu, Chiara, hai il diritto di vivere. Come tutte le creature umane.
Perché se esistere è alla portata di tutti, vivere invece è per coloro che cercano la felicità, guardandosi intorno e provando.
Ti piacciono gli animali, la storia e la vita?
Inizia ad informarti sulle possibili vie universitarie ed immaginati camminare in qualcuna di quelle vie.
Segui il tuo cuore e la tua curiosità, senza imbrigliare il tuo spirito d’iniziativa nell’insicurezza costruita sui “Ma poi… e se…”.
E poi…anche dovesse accadere che sbagli scelta universitaria, che sarà mai! La cambierai. A tutto c’è un rimedio.
Ho un amico che aveva scelto ingegneria e, dopo averla frequentata per due anni, si è arreso finalmente al suo desiderio più profondo: voler fare il medico. E così, allontanate da sé tutte le aspettative familiari, si è ripreso in mano la sua libertà (con annessa anche la consapevolezza che in quei due anni, comunque, aveva imparato).
Sicuramente sei una figlia amata ma, essere sballottolata da un genitore all’altro, non aiuta di certo.
Ma anche questo potrà diventare la tua forza. Un giorno tutte le sensazioni che ti sono entrate dentro in questi anni, ti saranno maestre per farti capire ed amare meglio quel “tutto” che si avvicinerà a te.
Quando veniamo feriti, infatti, la nostra cicatrice ci rende più attenti al mondo interiore degli altri.
Io non so dove tu andrai nei prossimi anni, ma la tua voglia di aiutare ti regalerà un “senso” ed un “perché”.
Chi, come te, nasconde agli altri tanto del proprio mondo interiore, ha la forte esigenza (a volte neanche tanto conscia) di riprendersi in mano la libertà interiore e la felicità.
Recitare la parte della “dura” con un cuore che è all’opposto, dopo un po’ stanca.
Dire “Non me ne frega niente” quando vorresti gridare “Mi importa tanto”, è sfinente a lungo andare.
Mettersi addosso un ruolo che non ci appartiene, ci costringe a concentrarci più sulle esigenze della recitazione che non su quelle della liberazione.
Liberazione, tanto per iniziare, dalla paura di sbagliare.
E poi dal timore di non essere all’altezza.
E poi ancora …
L’elenco sarebbe lungo.
Siamo prigionieri di tante corde che ci limitano i movimenti.
L’insicurezza, l’avarizia, la gelosia, le paure, la solitudine, la pigrizia, la testardaggine, i sensi di colpa, l’istinto, l’ingordigia, la resa, l’aggressività, la disperazione, il pessimismo cronico…
Cara Chiara, rilassati e buttati nella vita.
Cosa sarà di te?
Lo scoprirai solo vivendo!
- Alzati ogni mattina con un senso di privilegio addosso! Non dare mai per scontata l’alba che ha aspettato con pazienza il tuo risveglio. Pochi giorni fa ho letto in una classe l’ultima lettera scritta da Rossano prima di morire per leucemia. Una lettera struggente da cui, poi, è nata l’ADMO. Poche righe preziosissime che abbiamo letto con una musica di sottofondo e le tapparelle dell’aula abbassate, per creare un’atmosfera intima. Alcune mie alunne piangevano per la commozione. Se ti va leggila https://admomarchesato.wordpress.com/lettera-di-rossano-bella/ . Poi sii grata alla vita che ti sta regalando tantissimi “oggi” da vivere. Ragazza fortunata!
- “Ad ogni giorno basta la sua pena” ha detto una volta Gesù. E quanto aveva ragione! Scriviti questa frase su un biglietto e poi attaccalo su uno specchio che usi quotidianamente … e sorridigli. Stai serena e tranquilla. Non fare l’errore a cui ci istiga la nostra insicurezza: cioè aggiungere alla pena del giorno pure quella di ieri e l’altra ancora domani. Spesso ci lamentiamo di soffrire troppo senza renderci conto che a volte siamo noi ad essere un po’ masochisti. Come se la pena del giorno non bastasse da sola, ci aggiungiamo anche i rimpianti per il passato e le preoccupazioni per il futuro. Dobbiamo imparare invece (e prima possibile) ad affidarci con serenità alla vita. Lei sempre ci aspetta! Ci ascolta, ci guida, si nasconde dietro alle coincidenze e ci aiuta a farci scoprire perché siamo al mondo. Non siamo in balìa del nulla. Dietro le quinte c’è lei: la Vita! Mettiti come sottofondo la meravigliosa canzone di Fiorella Mannoia “Che sia benedetta” https://www.youtube.com/watch?v=u6fbLKY6IfI
- “Voglio continuare a essere folle, vivendo la vita nel modo in cui la sogno e non come desiderano gli altri” ha scritto Paulo Coelho. Che dici Chiara? Vuoi far entrare un po’ di follia nella tua vita? Vuoi ascoltare i tuoi sogni e trasformarli in progetti? Hai mai ascoltato l’ultima lezione tenuta dal prof. Pausch, poco prima di morire, intitolata “Realizzate i Vostri Sogni d’Infanzia“?
Il 18 settembre 2007 presso la Carnegie Mellon University il prof. Paush fece la sua “Last Lecture”. Si trattava di una specie di tradizione di quell’università, in cui si domandava ad ogni professore del campus: “Cosa comunicheresti ai tuoi studenti, se sapessi di avere a disposizione solo un’ultima lezione?”.
Il prof. Paush fece una lezione sui sogni dell’infanzia: “Really Achieving Your Childhood Dreams“. Meravigliosa! https://www.youtube.com/watch?v=hgk9ksoyjWw
Guardala ogni volta che avrai un po’ di tristezza addosso.
Ti aiuterà a sorridere.
Se poi arriverai anche a ridere, meglio pure!
Buona vita Chiara!
P.S. Queste sono alcune frasi del prof. Paush che credo possano aiutarti a vivere con tanta serenità addosso!
“L’esperienza è ciò che ottieni quando non sei riuscito a ottenere ciò che volevi”.
“Ogni ostacolo, ogni muro di mattoni, è lì per un motivo preciso. Non è lì per escluderci da qualcosa, ma per offrirci la possibilità di dimostrare in che misura ci teniamo. I muri di mattoni sono lì per fermare le persone che non hanno abbastanza voglia di superarlo. Sono lì per fermare gli altri”.
“Mi lamentavo con mia madre di quanto fosse difficile quell’esame all’università, e di quanto fosse spaventoso. Lei si inclinò verso di me, mi diede un buffetto sulle spalle e mi disse: «Sappiamo bene come ti senti, tesoro, ma ricorda, tuo padre alla tua età combatteva contro i tedeschi»”.
“Sto per morire e mi sto divertendo. E continuerò a divertirmi ogni giorno che ancora mi resta da vivere. Perché non c’è un altro modo per farlo”.
“Non si può arrivare in cima da soli. Qualcuno deve aiutarti. Io credo nel karma. Credo che si riceve ciò che si è dato”.
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