Mio padre picchiava mia madre, ma io sarò diverso

brunettefashiongirlhairhidingfavimcom176885Lei piange.

Lui piange.

Loro piangono.

Lacrime, paura, ansia, dolore…

Quante parole ci vogliono per parlare del cuore lacerato di un bambino, costretto ad assistere alla violenza in famiglia?

bambina-piange-2Quanto tempo ci vuole ad una bambina, per rammendare la sua anima strappata dalla paura delle urla e delle botte tra i genitori?

Quante volte dovrò ancora abbracciare alunni od alunne che, ormai grandi, piangono come bambini, al solo ricordare violenze antiche?

violenza-bambiniQuante volte dovrò sentire ancora: “Io mi rannicchiavo da una parte e mettevo le mani nelle orecchie…poi un giorno mio padre ha bruciato anche la macchina di mia madre perché lei non voleva più tornare con lui…le crisi di panico mi vengono all’improvviso …le urla sono terribili da sentire…”

Un bambino è troppo debole per poter capire cosa fare per difendersi da quelle urla.

violenze-domesticheAllora le prova tutte. Cerca di evitare il contatto con il genitore violento, nella speranza che così non si inneschi la miccia. Spera che, facendo così, non sia schiacciato da quel senso di colpa che gli dice: Perché non fai niente? Corri! Fa qualcosa per farli smettere! Se continuano e succede qualcosa, è anche colpa tua! Pensa! Pensa! Pensa a cosa puoi fare! Fai!”

La sua impotenza lo mette all’angolo, distrugge il suo piccolo cuore, mette la paura in ogni suo pensiero e lo fa sentire responsabile per non essere riuscito a far smettere le botte.

slide_14Altri bambini provano altre strategie e si identificano con il genitore violento. E’ difficile accettare l’idea che (in genere) un padre possa essere così cattivo con la propria mamma. Meglio capirlo e giustificarlo. In fondo è bravo. In fondo ci vuole bene. A pensarci bene, se mamma non lo avesse fatto innervosire con quella minestra troppo bollente, lui non avrebbe mai fatto quel che ha fatto. La nostra famiglia è bella. Basta eliminare la minestra troppo calda e la nostra famiglia tornerà ad essere bella.

Tutto si fa, pur di rendere la propria vita familiare più sopportabile.

separati-genitoriIl bambino non sa ancora leggersi “dentro”. E’ un cucciolo d’uomo. Non conosce ancora i suoi diritti e non sa cosa gli resterà dentro, dopo quelle violenze.

Ma noi adulti, sì: lo sappiamo. E non possiamo girare la testa dall’altra parte!

immagineLa violenza “guardata” in famiglia, può provocare disturbi nell’apprendimento, nel comportamento e nello sviluppo delle capacità cognitive e relazionali.

Ma non finisce qui. Un bambino che cresce in un contesto familiare dove si parla un alfabeto fatto di botte e di urla, impara a comunicare con lo stesso alfabeto. Come un tristissimo effetto domino, la violenza passa di generazione in generazione. Tutto finchè non nasce un figlio che ha il coraggio di dire: Basta! Stop! Mai più! Io no!

10425380_10153019497820783_1088817211276705851_nIl 29 novembre, alle due di notte, un mio alunno mi ha scritto un messaggio su whatApp. Per la prima volta ha raccontato la sua storia di bambino cresciuto con un padre violento.

Questa lettera sarebbe rimasta tra me e lui, se non fosse stato proprio lui, Davide, a dirmi (il giorno prima della presentazione del libro “In te mi rifugio”) : Prof, ci ho pensato. Domani legga la mia lettera. Potrà servire a qualcuno”.

Sei sicuro Davide?”

“Sicuro prof. Basta che tuteli la mia privacy con un altro nome. Non voglio che mia madre soffra, capendo che sono io. Lei verrà alla presentazione del libro

maxresdefaultDavide non sa che tre anni fa, in occasione dello spettacolo teatr
ale “Storie di dolore e di rinascita” che feci con circa 200 miei studenti, io e la sua mamma passammo un pomeriggio intero in un bar a parlare della sua rinascita. Mi raccontò una storia da film che mi lasciò tanta ammirazione per lei.

maxresdefault-1Tre anni dopo, la lettera di Davide ha chiuso il cerchio: la mia ammirazione si è estesa fino a lui!

Lui è il ragazzo che ha detto: Basta! Stop! Mai più! Io no!”  

 

girasole_getty“Buonasera prof. Mi perdoni per l’ora. So che non ho parlato molto a lei della mia vita e dei miei pensieri e, sinceramente, non so perché lo sto facendo ora. Anche perché di certe cose non parlo più di tanto. Ma vorrei raccontarle alcune cose, anche per aiutarla a capirmi. Poi, leggendo il suo libro, vedo che, in qualche maniera, aiuta anche chi sta molto peggio di me… In questi giorni la mia anima non è fonti-rinnovabili-semi-girasolemolto tranquilla, né tantomeno felice. Sto tirando fuori dal profondo dell’anima ricordi di ciò che ho vissuto e che mi hanno segnato la vita per sempre. Come se, in qualche modo, rivivessi quei ricordi. Soprattutto oggi, durante l’assemblea sul femminicidio (infatti, ad un certo punto, non ho retto più e mi sono allontanato – cosa girasole_appassitoche non mi era mai successa-). Leggendo capirà. Tutto questo è straziante, ma non capisco perché sto così male! Sono cose passate!!! È vero che fanno parte di me e che mi hanno segnato nel profondo dell’anima, ma non ha senso riviverle a 19 anni!!! Vabbè, tante cose in questo mondo hanno poco senso. Per esempio qualche giorno fa ho incontrato un mio amico d’infanzia. Quando eravamo piccoli avevamo gli stessi problemi: genitori che non andavano più d’accordo, padre violento… ma vederlo, parlarci e capire come questa cosa l’aveva cambiato, mi ha fatto riflettere molto… È diventato bullismoegoista, si sente il padrone del mondo e non mi ci è voluto molto a capire che a scuola è il bullo, che fa del male a persone che non fanno nulla di male…Insomma: è diventato come il padre. Ma io, ingenuo come il solito, gli ho chiesto: “Perché sei diventato così?” E lui: “Beh con un’infanzia come la mia come volevi che crescessi?”…

Appena ho sentito questa risposta, ho sentito una fitta in pieno petto… Come me, no? (Ovviamente non gliel’ho detto questo).

Perché tutte le persone che hanno avuto infanzie difficili, si trasformano in persone violente? Non gli è bastato tutto quello che hanno subìto da piccoli?
Vogliono che anche altra gente provi ciò che hanno provato loro? Non ha senso!!!

10083017-girasole-campo-tutte-in-bianco-e-nero-ad-eccezione-di-un-unico-fiore-archivio-fotograficoBoh, ormai inizio a pensare che sono io a non avere senso in questo mondo. I miei ragionamenti non hanno senso in questo mondo… Come posso avere senso, se tutte le persone che hanno avuto un’infanzia difficile diventano “cattivi”?

Che razza di eccezione sono io?!

Vabbè, continuo sennò vado troppo oltre…

All’inizio del mio messaggio, ho scritto dell’assemblea generale, per un motivo. Oggi mentre si parlava di femminicidio nei rapporti tra ragazzi, ad un certo punto un’insegnante ha fatto un intervento dicendo che queste cose succedono anche nelle famiglie e che lì è peggio perché ci sono anche i figli che vengono condizionati da quello che succede in famiglia…

728px-prune-sunflowers-step-5Comunque in quel momento ho iniziato a ricordare… colui che mi ha concepito che nemmeno mi voleva… la sua violenza su di me ma, soprattutto, su mamma… la disperazione di mia madre…

Da quel momento in poi non ce l’ho fatta più e me ne sono andato in classe, da solo, a pensare, nella speranza che mi passasse.

La mattina avevo portato a scuola un dolce preparato da mamma e, dopo l’abbuffata fatta con i compagni prima di scendere in aula magna per l’assemblea, ne era rimasto solo un pezzo. Quel pezzo l’ho mangiato in due secondi, per riempire il senso di vuoto che sentivo dentro!

Mentre stavo lì, continuavo a ripensare (è un brutto vizio
vangogh16pensare) e mi è venuto un “flash”. Ho iniziato a rivivere un episodio della mia “cara” infanzia.  Sto in camera mia, sento mamma in soggiorno urlare e piangere nello stesso momento, c’è anche mio “padre” di la, capisco subito cosa sta succedendo (tanto succedeva ogni sera) ma questa volta è diverso. Sento che c’è qualcosa di diverso. Mi sento male per lei. Non so che fare: vado di là o no? Io sono solo un bambino (mi sembra di aver avuto, sì e no, 5/6 anni, non mi ricordo), Comunque mi faccio coraggio e vado in soggiorno per cercare di fermarli come ogni sera. Esco dalla mia camera e vado. Appena entro in soggiorno, vedo lui sul divano a guardare tranquillamente la TV e mia madre con un coltello… che questa volta mi sembra più grande di me… puntato sulla pancia e cerca di spingere per farla finita. Si! Voleva suicidarsi!. Io piango tanto. Vado da lei e l’abbraccio (quella volta arrivavo all’altezza delle gambe). Lei appena mi vede butta via il coltello e mi abbraccia fortissimo!

violenza-minoriNon faccio in tempo a ricordare tutto questo che già piango come un bambino appena nato… Smetto di raccontare perché sennò rimango tutta la notte sveglio a scriverle, e non credo che abbia voglia di stare a leggere il poema di un ragazzo insensato.

Comunque, mentre stavo ripulendo la cattedra sporca a causa del dolce, entra una compagna di classe che mi aveva visto andare via e, tra un abbraccio ed una chiacchierata, mi calmo.

abbraccio-2Penso che se ci fosse stato qualcun altro al posto mio, per sfogarsi avrebbe dovuto distruggere tutto ciò che avrebbe incontrato…a me è bastato un abbraccio e tutto è finito. Che cosa insensata anche questa! Per sfogarmi da tutto quello, mi è bastato un semplice abbraccio…

Buonanotte prof”

 

due-girasoli-15506215P.S. La mamma di Davide era presente alla lettura della lettera del figlio. Ha pianto. Ma non di dolore. Di gioia e di orgoglio per questo suo ragazzo. Il giorno dopo mi ha scritto un messaggio. Per me è stato come il felice epilogo di cinque anni, passati con uno studente raro ed una mamma dalla mente d’oro e dal cuore intelligente.

 

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