L’Afghanistan ha aperto la coscienza di tanta gente che non vuole fermarsi solo a “guardare i passi della paura” o a “contare le lacrime del dolore”.
Molti si chiedono: cosa possiamo fare ora? Noi che non siamo nelle stanze del comando, come possiamo essere concretamente e subito, di aiuto?
Ci sono dei modi
La guerra fa schifo e non esiste guerra che sia giusta.
Non so se l’umanità ci arriverà mai a capirlo, visto l’inclinazione istintiva che abbiamo verso l’aggressività.
Il cervello va in tilt e poche creature rimangono lucide abbastanza per continuare a stare dall’altra parte della barricata. Quella che sognava Martin Luther King, Francesco d’Assisi, Ghandi, mons. Romero … un elenco lunghissimo che arriva fino a noi. Sì, fino a noi; ogni volta che decidiamo di non arrivare allo scontro, trovando altre vie più giuste e belle (anche nella vita di tutti i giorni).
Riguardo alla giustizia calpestata dalla guerra, credo che la frase di Fadel Fadele Zimam ne spieghi bene l’assurdità: “Una bomba che costa 100 mila dollari, lanciata da un aereo che costa 100 milioni e che vola con il costo di 42 mila dollari all’ora, per uccidere gente che vive con meno di un dollaro al giorno. Questa è quella merda che chiamano guerra.”
Volete sapere quante guerre di merda ci sono attualmente nel mondo? Cliccate qui: https://www.documentazione.info/conflitti-attualmente-in-corso-nel-mondo
Riguardo la bellezza schiacciata dalla guerra, possiamo far conoscere al mondo intero Shamsia Hassani detta Shamsia, la prima artista di strada femminile dell’Afghanistan.
Shamsia è graffitista e professoressa di scultura all’Università di Kabul.
Quello che fa riflettere dei suoi disegni sono i visi delle sue donne: solo occhi, ma senza naso per poter respirare e senza bocca
per poter parlare.
La sua bella arte denuncia tanto. Facciamola conoscere.
Ogni dittatura (di destra, di sinistra, bianca o rossa o nera, marxista o capitalista….) detesta non poter tener sotto controllo la libertà dell’arte, di una poesia o di una frase breve dall’impatto totale.
Facciamogli un dispetto utilizzando ogni forma di libera arte
Ma la dittatura detesta anche i feriti ed i deboli.
Attualmente, in queste prime ore terribili Afghane, ci sono delle associazioni che rimangono testardamente lì. A curare, ad aiutare, ad abbracciare.
Ne cito soltanto due. Ma chiunque conosca dell’altro, può aggiungerlo ai commenti.
Fare una donazione (magari mensile e fissa!) a queste associazioni significa non limitarsi solo a commentare da una comoda poltrona di casa, ma diventare tutti un po’ più vicini al pianto di una bambina o ad una madre terrorizzata dal futuro o ad un uomo che pensa di essere oramai pronto solo a morire.
Michele Bertelli, addetto stampa di Emergency Internazionale, poche ore fa ha detto: “Emergency rimane attiva a Kabul, mai come ora c’è bisogno del nostro lavoro nel Paese. Abbiamo ridotto il personale allo stretto necessario ma l’attività nei nostri ospedali procede a pieno ritmo” .
I numeri dei feriti aumentano di ora in ora.
In questo link ci sono tutte le modalità per aiutare i medici di Emergency: https://sostieni.emergency.it/donazione-regolare/…
Robert Mardini, direttore generale del Comitato Internazionale della Croce Rossa, che da anni opera anche in Afghanistan, ha detto: “Ci aspettano decenni di aiuti umanitari, siamo determinati a rimanere al fianco delle comunità”
Ma poi ci sono ragazzi incredibili che aiutano nei luoghi di guerra e che hanno creato strutture magnifiche! Uno per tutti? Nicolò Govoni! Se non lo conoscete, rimediate subito! Sarà piacevole conoscere un ragazzo che non dorme neanche la notte per creare scuole per bambini che hanno conosciuto solo fame e bombe. Ha creato un’associazione meravigliosa: “STILL I RISE”! https://www.nicologovoni.com/
Per chi volesse iniziare da ora, a fare qualcosa, c’è da scegliere, no?
Il bene va avanti a piccoli passi, ma avanza!