“MAESTRO, È BELLO PER NOI STARE QUI”

Signore, quanta Luce sei!
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Luce viva che non ha paura di andare a Gerusalemme e compiere tutto.
Luce potente che incoraggia, risorge e fa vedere l’Invisibile Presenza.
Luce che invita a partire verso speranze nuove e terre mai esplorate prima.
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Signore, sei Tu che ci inviti su alti monti!❤️
Lì, dove si posa il primo raggio di sole e vi indugia l’ultimo, Tu ci sei.
Lì, dove è più facile fermarsi e contemplare, Tu ci aspetti.
Lì, dove invece che fustigare le ombre ci lasciamo baciare da Dio, Tu ci ami.
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Signore, sei Tu che mi parli ogni attimo!❤️
Scenderò dal monte con l’eco dell’ultima parola: “Ascoltatelo!”
Tornerò alla pianura con la fiducia di chi ha sbirciato per un attimo il Tuo Regno.
Camminerò in questo minuscolo pianeta, sapendo che tutto è Tuo e Tu non abbandoni niente.
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VOLTI E MANI DEI SANTI

Chi è Vladimir Denshchikov?
È un artista ucraino noto soprattutto per il suo singolare hobby delle icone religiose.
Le fa incredibilmente dettagliate e realizzate con il filo di lino annodato con la tecnica chiamata macrame (o macramé).
Solo i volti e le mani sono dipinte su tela; tutto il resto è fatto da milioni di nodi di lino!
L’artista non utilizza strumenti come aghi o uncinetti per fare i nodi.
Tutti sono creati direttamente a mano!
Vladimir prende un pezzo di stoffa in puro lino (un tessuto associato alla Fede ortodossa), lo immerge in acqua poi sfila i fili, uno alla volta.
Uno alla volta!
Poi utilizza quei fili di lino, lunghi tra i cinquanta e i due metri.
Impiega dai tre ai sei mesi per completare una singola opera grande 40 x 50 cm.
Ma com’è nata questa sua pazienza?
E qui la storia diventa ancora più…più❗️

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Più è alta la montagna …

“Ricorda che tanto è alta la montagna e va verso il cielo, tanto è anche profonda e sprofonda nella terra”
E’ l’alba e sto lavorando per il libro su Etty Hillesum.
Nel girare in rete alla ricerca di una cosa, mi è capitata questa frase.
L’ha scritta don Epicoco.
Mi è piaciuta molto perché mi sembra ci parli della nostra realtà quotidiana.
È un modo efficace di dire che i grandi talenti sono spesso accompagnati anche da altrettante grandi fragilità.
Ricordarci questo ci rende tutti più umili.
Siamo umani.
Siamo fragili.
E Dio di noi non butta via niente.
Ricordarci questo ci rende tutti più sereni.

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Quando lei mosse gli occhi a Fabriano (e non solo)

Torna indietro nel tempo, fino al 1796.

Napoleone ha 27 anni ed è nel pieno delle sue conquiste.

La campagna d’Italia, iniziata proprio quell’anno, gli sta facendo collezionare tante vittorie e il generale francese sta dimostrando le sue grandi capacità di stratega e di condottiero.

Dal 1796 al 1797 Napoleone instaurerà il dominio francese, su gran parte dell’Italia settentrionale e centrale.

E Fabriano è nell’Italia centrale.

Per la precisione fa parte dello Stato Pontificio.

E poi, come se non bastasse il problema francese, i fabrianesi stanno anche affrontando una grave crisi economica; una crisi che ha indebolito fortemente il popolo rendendolo facile preda di nemici ed invasori.

Tutto sembra andar male.

Tutto sembra in decadenza.

L’industria della carta, che aveva reso noto il nome della città in tutta Italia, era in declino.

Basti pensare che le fabbriche, da 27 che erano nel 1711, si erano ridotte a 8 nel 1777.

E non finisce qui perché, dal 1778 al 1783 (cioè in soli 5 anni), le fabbriche rimaste saranno soltanto due.

Due!

Alla gravissima crisi della carta si è aggiunta un’altra crisi: quella delle concerie.

A proposito: lo sai che proprio questa era la zona delle Conce? La zona più povera della città.

Nel 1796  anche l’economia delle concerie era oramai in rovina, soprattutto a causa del Papa. Infatti Clemente XI, nel 1703, con un decreto, aveva tolto a Fabriano il compito di rifornire l’esercito pontificio delle divise militari.

Insomma: un periodaccio!

Per risolvere la situazione e risanare le finanze vengono perfino tassati i luoghi religiosi.

In questo contesto è facile comprendere come fosse la popolazione fabrianese di allora: povera, ignorante, analfabeta, superstiziosa… Una popolazione ingenua e facile preda di coloro che, negli anni a seguire, combatteranno per il predominio sulla città.

E’ in questi tempi difficili che arriva quel mercoledì 13 luglio 1796.

Due donne (madre e figlia) si sono alzate presto e sono uscite di casa, non immaginando neanche lontanamente quel che, di lì a poco, avrebbero visto.

Stanno transitando nella Contrada dei Tintori.

Camminano lungo la sponda del fiume Giano e stanno passando davanti a un umile locale adibito a magazzino (per l’appunto, la chiesa della Madonna delle Grazie di oggi).

Lì c’è un ponte; il ponte del Salnitro.

Quel ponte è l’unico ingresso per i contadini che, con i birocci, portano le derrate alimentari ed i loro prodotti agricoli nelle cantine dei signori che vivono nella parte di Castelvecchio.

Non potevano passare per Via Marimengo (chiamata poi, dal 1864, via Cialdini) perché poi al Ponte dell’Aèra si sarebbero dovuti fermare. Al di là di quel ponte ci abitavano i signori. Tanto per capirci, per andare a fare una visita alla Madonna del Buon Gesù, uno si doveva vestir bene.

Qui invece, in questa zona, i contadini passavano vestiti di povertà e con i loro birocci carichi di merce.

Attraversavano il Ponte del Salnitro.

Avanti e indietro.

Questa stessa gente semplice aveva pensato bene di mettere l’immagine della Madonna sul muro di quel magazzino, posto proprio vicino a quel ponte di passaggio.

Un magazzino semplice, simile ad una capanna. Su un muro esterno ci stava una specie di sportello che si apriva e si poteva vedere il dipinto della Madonna.

Loro passavano, vedevano lo sguardo della Madonna su di loro e speravano (probabilmente ne avevano la certezza) che Lei li avrebbe seguiti e protetti.

E’ in quest’atmosfera di lavoratori sudati, affaticati e sporchi, che accadde un fatto strano.

E’ mercoledì 13 luglio 1796. Continua a leggere Quando lei mosse gli occhi a Fabriano (e non solo)

Abbiamo tutti un angelo

«Ho un angelo che si prende cura di me.
Quando morì mio padre, avevo un esame. Ero riuscito a studiare soltanto Spinoza, per filosofia, e Virgilio, in latino.
Sa cosa mi domandarono?».

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Siamo bisognosi di amore anche quando non ce ne accorgiamo

Ogni vittima tende a rivedere, passo dopo passo, la sequenza che l’ha vista coinvolta.
A questo punto cerca le ragioni per cui è diventata vittima e, contemporaneamente, inizia ad avere dei dubbi su se stessa.
Ed ecco quel tremendo senso di colpa che nasce dal timore oscuro di aver fatto qualcosa di sbagliato che ha indotto il persecutore a fare quel che ha fatto.
Siamo esseri complessi.
Non solo facciamo fatica a perdonarci quando sbagliamo ma, addirittura, facciamo fatica a perdonarci anche quando siamo noi le vittime.
Quanto bisogno di amore abbiamo! ❤
M.C. 🌻

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LA MANO DI DIO NELLA LUCE DORATA, DANTE NELL’ARTE MODERNA E I PESCI NELLA CRIPTA!

“Nonna, io mi metto seduta per fare meditazione” dice Giorgia, la piccolina.
La lascio fare 😊
Anche perché i bambini, prima ancora di capire con la razionalità, danno il via libera all’intuizione e all’immaginazione.
Ed è bellissimo farlo anche da adulti! 🥰
“Secondo voi cos’è quella mano in alto in alto?”
“Secondo me è la mano di Dio, perché è nella luce della parte dorata. E dove c’è Luce…!”
Semplice, no?! 😉
Giulia, la più grande, chiede, chiede, chiede…!
Fotografa, fotografa, fotografa!🤦‍♀️
Se andate a sant’Apollinare in Classe con dei bambini, fate fare loro un gioco.
Nella parte destra, al centro, c’è una parte del pavimento mosaicato originale. Fateglielo vedere da vicino, facendo fare attenzione ai pezzettini di pietra.
Poi fateli allontanare un passo per volta, per far gustare loro la magia di un mosaico.
Contate i passi indietro finché non si vedranno più le singole pietre ma solo il disegno.
Quanti passi ci vogliono?
A voi la scoperta!😁
È un po’ come la vita: quanti anni ci vogliono per vedere l’intero disegno fatto da noi, sulla terra?❤️

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IL MIO CUORE TI ASPETTA! 

Tu, mio Dio, sei il Signore della storia.
Di ogni storia
Anche della nostra. ❤

In Te c’è il passato.
Davanti a Te c’è il presente.
Con Te c’è il futuro. ❤
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BACIAMI ANCORA! 

Quando mi nascondo dietro i cespugli, stanca dei miei ripetuti sbagli; baciami ancora! 🙏

Quando mi sento in balìa di un destino avverso, sperduta nel buio; baciami ancora! 🙏

Quando sono tanto felice e, quasi quasi, mi dimentico di Te; baciami ancora! 🙏

Quando ti prego, senza crederci più di tanto; baciami ancora! 🙏

Quando ascolto più l’ansia che la speranza, e i pensieri mi travolgono; baciami ancora! 🙏
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Buonanotte Signore di tutte le albe!

Anche camminassi in una palude, io penserò all’asciutto che mi aspetta ❤
Anche fossi nella notte buia, io crederò nell’alba che mi attende ❤ .
Anche dovessi essere sola, io saprò che Tu mi proteggi ❤

Presenza di Luce,
avvolgimi nel tuo abbraccio,
nutri la mia fede,
e non farmi mai dubitare
dell’alba che arriverà
dopo la notte.
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