Caro san Giuseppe, ho una cosa urgente da chiederti!
Ho messo sotto la piccola statua che ho in casa, un bigliettino con il nome di una persona.
Lo so che tu non sei una statua, ma proprio per questo ti scrivo e ti parlo.
Tu sei l’uomo che ha fatto parte della foresta che cresce in silenzio.
Tu sei il ragazzo che ha protetto e nutrito la Parola di Dio, senza che alcuno ti dicesse “grazie”.
Ti guardo e ti immagino ascoltare le nostre preghiere più nascoste e bisbigliate di notte.
Ti parlo e ti vedo restare ammirato da coloro che seminano in silenzio un amore testardo.
Forse è per questo che tu li ascolti.
Li capisci.
Ci capisci.
Siamo noi.
Quelli che si alzano ogni mattina con mille dubbi e mille entusiasmi.
Quelli che pregano perché un lavoro si trovi o che resti.
Quelli che ti affidano una situazione disastrosa e senza speranza.
Quelli che vorrebbero ascoltare i sogni di Dio e crederci.
Passeggia con noi, nelle nostre case.
Ogni giorno.
Anche oggi.
Caro san Giuseppe, ho una cosa urgente da chiederti: ascoltami!
M.C.