Anoressia? Ragazze affamate d’amore

anoressia Buonasera prof., sono Davide e vorrei continuare la lezione di stamattina. Premetto che mentre le scrivo mi stanno tremando le mani perché sto parlando di una ragazza a cui voglio un bene enorme: mia sorella.

All’inizio dell’inverno del 2013 decise che era ora di perdere qualche chilo. Siccome era “qualche” chilo non andò dal dietologo ma cominciò semplicemente ad eliminare i carboidrati. Ma siccome, dimagrendo, riceveva i complimenti di tutti (“Ma come stai bene!” “Ma quanto sei carina!”), lei ci prese gusto e continuò la “sua” dieta. Arrivò a perdere dieci …poi quindici chili.

In casa ci accorgevamo che c’erano tante cose che non andavano. Si vedeva che centellinava il cibo, quasi avesse paura di mettere in bocca qualche caloria in più. Ci diceva che non faceva più la dieta per dimagrire, ma io mi accorgevo che correva e si muoveva in modo forsennato per il timore di re-ingrassare. Però mi sembrava così serena che volevo convincermi che fossi io a crearmi dei problemi.

Oggi mia sorella pesa poco più che quaranta chili e quando si confida con me mi fa paura! Lei si fida di me perché fin da piccoli siamo stati un fratello ed una sorella unitissimi. Così a me è chiarissimo quanto sia perfetta e drammatica la sua finzione. E’ come se si fosse creata una spaccatura tra ciò che lei prova e ciò che di lei appare.

Oramai, fosse per lei, non mangerebbe più. Per mangiare deve sforzarsi.

depressioneNon parliamo poi di quel che le passa per la testa. Si sente sola, non ce la fa più, è convinta che nessuno si preoccupi per lei, che la sua vita fa schifo e niente sta andando come lei avrebbe voluto. Crede di essere brutta ed anche il mio parere di fratello maschio non conta niente. Ciò che le dico le entra da un orecchio e le esce dall’altro.

E’ così piena di complessi che io credo non riesca più a riconoscersi quando si guarda nello specchio. Crede che la sua vita sia inutile come lei ed è convinta (ma a questo punto lo sono anche io) che il suo problema sia nel cervello. Dice di essere cambiata. Vede tutto nero ed è convinta che la sua vita sia destinata ad andare sempre peggio. Dice che vorrebbe qualcuno che la amasse per quello che è, che la facesse star bene.

Io vorrei far leggere i suoi messaggi a mamma e papà ma  loro sono tendenzialmente ansiosi ed ho paura che se venissero a sapere quel che passa nella mente di mia sorella, riuscirebbero solo a peggiorare la situazione.

Mia sorella vorrebbe sentirsi amata ma, contemporaneamente, si è chiusa a riccio e non permette a nessuno di avvicinarla. Ha paura di essere poi abbandonata o di rimanere delusa perché, secondo lei, solo questo fino ad ora ha provato. Io non so come aiutarla. Che faccio?

Io ho paura e credo che lei abbia già capito di “cosa” io abbia paura. Che posso fare?”

japan-autumn-leavesCaro Davide, stamattina a scuola, il tuo sguardo attento e concentrato non mi era sfuggito.

Sei un ragazzo fuori dal comune perché non tutti i fratelli sanno “ascoltare” le proprie sorelle. E visto che sai osservare e capire, avrai certamente intuito che l’anoressia è una malattia dell’amore. Non è una mia personale convinzione ma un dato acquisito da chi ha molta esperienza in questo campo.

109154-DeClercqDONNEIVISIBILI300dpi-275x431Se vuoi capire ed aiutare concretamente tua sorella, ti consiglio intanto di leggere due libri di Fabiola De Clercq (una grande donna, guarita dai suoi disordini alimentari): “Donne invisibilieTutto il pane del mondo”.

 

L95552-DeclercqTUTTOILPANE300dpieggendoli comprenderai che le malattie (perché di malattie si trattano!) dell’appetito, sono malattie dell’amore. Un amore che non è stato ricevuto o non è stato dato, nel modo giusto.

D’anoressia e di bulimia si muore.

Dall’anoressia e dalla bulimia si guarisce.

Questa è la bella notizia.

Ad un patto però: si deve capire la vera causa!

296946_968803047_buioooo_H234013_LIn apparenza, infatti, sembra che tutto il problema ruoti intorno al cibo, ma in realtà non è così. Un cibo fagocitato, vomitato, cercato ossessivamente o gettato caparbiamente. Un cibo sempre presente. E accanto all’ossessione per il cibo, cresce parallelamente quello per il peso ed il corpo. Ogni pesata sulla bilancia assomiglia ad un verdetto divino.

Ma ciò che si vede non è che il sintomo invadente di un grido interiore che urla inascoltato: “Ho un disperato bisogno di amore! Ho paura degli altri perché ho il terrore di n on essere apprezzata, stimata, amata!”

L’anoressia e la bulimia sono il sintomo di un dolore interiore nascosto anche per anni; segno di una crepa nella memoria e/o nella famiglia.

gatto-su-un-albero,-malus,-rami,-foglie,-gatto-nero-144856La tua sorellina è come il gattino piccolo che ho nel giardino: si arrampica come un razzo sull’albero più alto, per fuggire alla grande paura del cagnolino che ogni sera entra nel giardinetto. Da lassù lo vede abbaiare e lui si accomoda sempre più su quel ramo. Da lì si sente così protetto e gli sembra di tenere tutta la situazione sotto controllo. Guarda quasi con sufficienza il pericolo.

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Proprio come certe ragazze anoressiche che ogni tanto incontriamo nel cammino. Le riconosciamo a colpo nudo; avanzano ossute e senza sorrisi, ostentando il loro corpo eroso dal digiuno e perennemente in lotta con il cibo per poter avere tutto sotto controllo.

 

Ad un certo punto, però, sono come il gattino che vorrebbe scendere dall’albero ma non sa più come tornare sul prato della vita normale. Inizia così a fare sforzi immani gato-en-un-arbol-172338per restare in equilibrio sul ramo perché la caduta potrebbe essere mortale. Se poi scendesse; apriti cielo! Il cagnolino potrebbe rifarsi vivo!

Le ragazze anoressiche e bulimiche sono perennemente sotto sforzo perché per loro, la malattia è, in realtà, una scelta ed una cura.

Il controllo sul cibo dà loro la sensazione di poter condurre una vita all’insegna della purezza, del distacco e dell’autonomia assoluta. Chi riesce a non mangiare pensa di non aver bisogno di nulla e si illude di non aver bisogno di nessuno. Come il gattino sull’albero, si illude di non aver bisogno di normali relazioni di amore e di una vita quotidiana serena.

bulimia3Ma poi basta un piccolo problema che tutto il castello crolla. Il ramo scricchiola e il rifiuto del cibo si trasforma nella voglia di possedere tutto il cibo del mondo. Tutto viene divorato e poi eccolo che arriva: il senso di colpa!

Via di corsa, allora, a ripristinare il controllo della vita! Gettiamo fuori il cibo e che il vomito indotto porti via con sé quel momento di debolezza personale. E avanti di nuovo col digiuno, il controllo, il distacco, il perfezionismo…

C’è bisogno di anestetizzare il dolore. C’è bisogno di fermare l’urlo di dolore che vuole uscire dall’anima.

Per questo quello che ti scrive tu sorella è importantissimo: sta facendo uscire, pian piano (anche se solo con te) la sua voglia di sentirsi amata.

Il suo bisogno di essere l’unica per qualcuno.

Intanto ti indico il sito dell’ABA http://www.bulimianoressia.it/: lì potrai trovare consigli, numeri verdi e tutto quel che serve per aiutare al meglio tua sorella.

Poi i libri che ti ho indicato sopra, dopo averli letti, regalali anche a lei. Dalle modo di potersi auto-analizzare; se ti scrive che ha bisogno di amore vuol dire che sta capendo che stare per sempre sul ramo dell’albero, non è vita. C’è bisogno di altro. 

i-magi-cercatori-di-senso-cercatori-di-verita-L-haNzg3Caro Davide, ricordi la lezione sulla ricerca della verità? Ebbene, la verità è che ogni creatura umana è una cercatrice di verità.

La Verità!

Gira e rigira, alla fine si torna sempre a quella Verità; abbiamo bisogno di Vita e di Amore.

Il Padre dell’universo è proprio questo: Vita e Amore. E noi che siamo suoi figli, non possiamo stare lontani dalla vita e dall’amore. Se lo facciamo lo scotto daimgres1 pagare è dolore, sofferenza, senso di solitudine, cinismo…

Aveva ragione Madre Teresa: “La peggiore malattia oggi è il non sentirsi desiderati né amati, il sentirsi abbandonati. Vi sono molte persone al mondo che muoiono di fame, ma un numero ancora maggiore muore per mancanza d’amore. Ognuno ha bisogno di amore. Ognuno deve sapere di essere desiderato, di essere amato, e di essere importante per Dio. Vi è fame d’amore, e vi è fame di Dio”.

 

In giro c’è una terribile fame di Dio! Sia fra coloro che le danno il nome giusto che fra coloro (immense moltitudini) che la avvertono ma non sanno, o non vogliono sapere, cosa sia.

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«Come la cerva desidera i corsi d’acqua, così l’anima mia anela a te, o Dio. L’anima mia è assetata di Dio, del Dio vivente; quando verrò e comparirò in presenza di Dio?» (Sal 42:1-2).

 

 

 

Ognuno di noi può e deve dissetarsi alla fonte della Vita ma, pur volendolo fare, spesso ci ritroviamo a bere liquido torbido da cisterne screpolate.

acqua-sporca«“O cieli, stupite di questo; inorridite e restate attoniti”, dice il Signore. “Il mio popolo infatti ha commesso due mali: ha abbandonato me, la sorgente d’acqua viva, e si è scavato cisterne, cisterne screpolate, che non tengono l’acqua» (Ger 2:12-13).

Rivolgiamoci invece a Colui che può far entrare acqua viva in ogni nostra cellula, facendo scintillare di vita la nostra anima.

7435811-passaggio-della-bibbia-dio-e-amore« Gesù stando in piedi esclamò: “Se qualcuno ha sete, venga a me e beva. Chi crede in me, come ha detto la Scrittura, fiumi d’acqua viva sgorgheranno dal suo seno”. Disse questo dello Spirito, che dovevano ricevere quelli che avrebbero creduto in lui» (Gv 7).

Quindi Davide, prega per la tua sorellina. Entra in contatto con Colui che è capace di guarire ogni anima in crisi d’astinenza di amore. E Lui la guarirà.

Guiderà la sua vita verso incontri positivi; le darà il coraggio di aprirsi a bravi terapeuti e l’aiuterà ad alzare lo sguardo verso il Cielo.

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«Ogni cosa è compiuta. Io sono l’alfa e l’omega, il principio e la fine. A chi ha sete io darò gratuitamente della fonte dell’acqua della vita» (Ap 21:6)

 

 

 

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