“Salve prof, non so se si ricorda di me: sono un suo vecchio alunno (dei tempi dell’ITIS però). Da un po’ di anni a questa parte sto iniziando a pensare a qualcosa che mi affligge; il problema è che questo “qualcosa” non è di natura materiale, né di natura… risolvibile (se così lo possiamo definire). Sempre più frequentemente mi ritrovo a riflettere sulle cose belle che ho nella vita: una ragazza, una famiglia, degli amici, degli hobby, degli interessi, delle opportunità, la vita stessa…ma subito dopo arriva il “problema”, ovvero: una volta che tutto ciò finisce? Una volta che si muore?…”
Eccoci di nuovo a chiacchierare insieme. Gianluca!:)
Nella prima parte della mia risposta abbiamo parlato del Giudizio Particolare (e guarda che, nonostante sia una verità di fede, non tutti i cristiani lo conoscono ma lo scambiano per il Giudizio Universale); ora daremo un’occhiata all’Inferno.
E’ stato Gesù stesso a consigliarci di farlo, perché ci rendessimo conto della spaventosa possibilità di essere per sempre lontani dall’Amore!
Tante volte, nel Vangelo, Gesù ne parla (e certamente molte più volte ne avrà parlato ai suoi Apostoli!) e non credo che volesse fare il burlone, inventandosi una dimensione che in realtà non esiste. Gesù non aveva voglia di organizzare una specie di “Scherzi a parte” planetario, per arrivare poi a cantarci ironicamente: “C’hai creduto, faccia di velluto!” come facevano i miei figli da piccoli, quando si prendevano vicendevolmente in giro per qualcosa.
Da sempre, queste affermazioni “forti e chiare” di Gesù, hanno creato un certo imbarazzo in alcuni cristiani (preoccupati di dover conciliare l’Amore di Dio con l’Inferno).
E siccome l’Inferno non si poteva negare come realtà di fede (non dimenticarti che Gesù ha parlato di se stesso come della “Verità” in persona!), si è trovato un escamotage, decidendo che “l’Inferno c’è, ma sarà vuoto!”.
Ricordo ancora quando, ventenne, fui invitata ad una conferenza tenuta da un famoso teologo, dove la tesi era: “Non possiamo negare che l’Inferno ci sia, visto che ne ha parlato Gesù direttamente, ma oramai abbiamo capito che sarà vuoto! Quindi non preoccupatevi! Dio perdonerà tutti e tutti ci ritroveremo in Paradiso!”. Mancava lo “yyhhheeaaaa!!!” finale con la “ola” dalla curva sud!
Io ero giovane e non mi sognavo nemmeno di andare al microfono a controbattere, ma tra me e me pensavo ad un passo ben preciso del vangelo:
«Se la tua mano ti scandalizza, tagliala: è meglio per te entrare nella vita monco, che con due mani andare nella Geenna, nel fuoco inestinguibile. Se il tuo piede ti scandalizza, taglialo: è meglio per te entrare nella vita zoppo, che essere gettato con due piedi nella Geenna. Se il tuo occhio ti scandalizza, cavalo: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, che essere gettato con due occhi nella Geenna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue» (Mc. 9,43-48).
E mentre riflettevo su quelle parole mi chiedevo: “Ma se l’inferno sarà vuoto, perché allora Gesù ci ha detto quelle parole tremende? Voleva essere un avvertimento inutile? Una perdita di tempo ad uso e consumo degli amanti dell’horror?”
A distanza di anni, con studi, riflessioni e racconti di mistici alle spalle, ho dedotto che quelle parole di Gesù sono state un profondissimo atto d’amore nei nostri confronti, per riportarci alla consapevolezza dell’importanza delle scelte che facciamo su questa terra.
Un po’ come quando si prende per il bavero una persona che sta facendo delle cavolate pazzesche e la si sbatte sul muro, gridandogli in faccia: “Ma sei fuori di testaaa? Se continui così ti rovinerai la vita!!!”
E così prendo la palla al balzo per chiarire subito il punto di partenza giusto quando si affronta l’argomento “Inferno”: Dio “vuole che tutti gli uomini si salvino”! (1 Tim. 2, 4).
Cristo Dio si è fatto uomo ed è morto in croce perché nessuno vivesse la sua eternità all’Inferno! Lui stesso ha parlato chiaramente del motivo principale della sua venuta sulla terra:
“Io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori a convertirsi” (Luca 5,32).
E S. Paolo ribadisce:
“Questa parola è sicura e degna di essere da tutti accolta: Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori e di questi il primo sono io” (1 Tm 1,15).
Non è Dio a creare l’inferno e a rimpinguarlo di abitanti! Sembra incredibile, ma è l’uomo che sceglie testardamente e caparbiamente il male. Già su questa terra, possiamo vedere le conseguenze di tale scelta e sperimentare l’inferno!
Scrive I. Iparraguirre, (un famoso teologo gesuita nel suo libro “Alla luce del tuo Volto”): “L’inferno è frutto del peccato. È l’uomo a entrarvi di sua volontà (contro la volontà di Dio). …Il Cielo (il paradiso) è già iniziato per noi dal nostro battesimo, ma cominciamo a goderlo solo dal giorno della morte. La stessa cosa accade dell’inferno: nel momento in cui uno commette il peccato mortale, l’inferno già penetra in lui: l’inferno non è altro che la privazione di Dio. Col peccato io creo l’inferno… “.
Gesù, sapendo benissimo che stava giocando una partita fondamentale, il cui scopo era portarci tutti dove è Lui (cioè in Paradiso), non si è risparmiato neanche la croce, facendola diventare la zattera di salvataggio su cui salire, per superare indenni le tempeste della vita!
Caro Gianluca, ora ti elenco alcune frasi di Gesù. Ti premetto: ero indecisa se calcare così la mano. Volevo finirla qui. Ma non posso tacere quel che Gesù ha detto. Non posso annacquare il suo messaggio, scrivendo solo le cose politicamente corrette ed accettabili da tutti.
Credo siano quanto mai attuali le parole di S. Caterina da Siena: “Ahimè! Non più tacere! Gridate con cento, con migliaia di lingue! Veggo che per tacere il mondo è guasto!”
Nel febbraio del 2008, un prete sveglio, fece questa domanda direttamente a Benedetto XVI (c’era l’incontro con i preti e lui ne approfittò):
«Il 25 marzo 2007 Lei ha fatto un discorso a braccio, lamentandosi come oggi si parli poco dei Novissimi (cioè dell’aldilà e di ciò che ci aspetta dopo la morte; nota mia!). In effetti, nei catechismi della Cei usati per l’insegnamento della nostra fede ai ragazzi … mi sembra che siano omesse alcune verità di fede. Non si parla mai di inferno, mai di purgatorio, una sola volta di paradiso…. Mancando queste parti essenziali del credo, non Le sembra che crolli il sistema logico che porta a vedere la redenzione di Cristo? Mancando il peccato, non parlando di inferno, anche la redenzione di Cristo viene a essere sminuita. Non Le sembra che sia favorita la perdita del senso del peccato e quindi del sacramento della riconciliazione e la stessa figura salvifica, sacramentale del sacerdote che ha il potere di assolvere e di celebrare in nome di Cristo? Oggi purtroppo anche noi sacerdoti, quando nel Vangelo si parla di inferno, dribbliamo il Vangelo stesso. Non se ne parla. O non sappiamo parlare di paradiso. Non sappiamo parlare di vita eterna. Rischiamo di dare alla fede una dimensione soltanto orizzontale oppure troppo distaccata, l’orizzontale dal verticale…»
Benedetto XVI rispose poche parole e chiare: “Lei ha parlato giustamente su temi fondamentali della fede, che purtroppo appaiono raramente nella nostra predicazione…. Quando non si conosce il giudizio di Dio, non si conosce la possibilità dell’inferno, del fallimento radicale e definitivo della vita, non si conosce la possibilità e la necessità della purificazione…. Lei ha ragione: dobbiamo parlare anche e proprio del peccato come possibilità di distruggere se stessi e così anche altre parti della terra…he proprio il giudizio ultimo di Dio garantisce la giustizia….. Noi crediamo in questa risurrezione della carne, nella quale non tutti saranno uguali. Oggi si è abituati a pensare: che cosa è il peccato, Dio è grande, ci conosce, quindi il peccato non conta, alla fine Dio sarà buono con tutti. È una bella speranza. Ma c’è la giustizia e c’è la vera colpa. Coloro che hanno distrutto l’uomo e la terra non possono sedere subito alla tavola di Dio insieme con le loro vittime. Dio crea giustizia. Dobbiamo tenerlo presente. Perciò mi sembrava importante scrivere questo testo anche sul purgatorio, che per me è una verità così ovvia, così evidente e anche così necessaria e consolante, che non può mancare».
Che dire oltre? Ha detto tutto lui!:)
Lo so che la Chiesa, nei secoli passati, tante (troppe!) volte ha usato il deterrente dell’Inferno per utilizzarne la paura conseguente, al fine di soggiogare la gente; ma questo suo errore ora è diventato l’opposto: non si parla più di Inferno.
Lo si nasconde come la polvere sotto i tappeti; c’è ma non si deve vedere. Tabù.
Quindi ti prego di seguirmi fino alla fine, in questa discesa nel Male: poi mi rifarò quando ti parlerò del Paradiso: c’è da innamorarsene!!!:) Dopo a te la scelta se crederci dando fiducia a Gesù o se vederlo come la più grande e fantasiosa illusione umana. La fede deve sempre essere abbracciata in libertà, attraverso un serio cammino personale!
Ed ora, riprendo la palla al balzo per la seconda volta, per porre le due domande fondamentali, quando si affronta l’argomento “Inferno”: Dio punisce? Da cosa nasce l’inferno?
La risposta più semplice e popolare è questa: alla fine Dio premierà i buoni e punirà i cattivi. Sulla stessa linea di pensiero della mentalità giuridica romana e germanica, questa idea ha giocato per secoli una. parte molto importante nella teologia.
Oggi siamo maggiormente consapevoli del limite di questa idea e l’immagine (più antropologica –cioè ispirata ad atteggiamenti umani – che divina) di un Dio che col martelletto e la sua scrivania giudiziaria, ci aspetta al varco, non esiste più.
Pian piano (perché a noi uomini ci occorrono un po’ di secoli, per capire il modo di agire di Dio) abbiamo cominciato a percepire non più l’inferno come punizione, ma come conseguenza sostanziale del nostro agire!
In poche parole: ce la siamo cercata e l’abbiamo voluta!
È Dio che dà origine al Paradiso ma è la creatura ribelle che dà origine l’inferno. Siamo liberi di autodeterminarci! Tragicamente liberi di scegliere tra il fallimento eterno o la corona della vittoria. E’ per questo che il Catechismo parla dell’inferno come «stato di definitiva auto-esclusione dalla comunione con Dio e con i beati»
Chiara Lubich, parlando dell’inferno, si esprime con molta efficacia e con un linguaggio profondamente “moderno”:
«Ognuno sarà pazzo perché solo e parlerà con se stesso, non potrà giammai comunicare con l’altro e, se comunicherà, sarà per dir improperi che aumenteranno la disunità. Che terribile l’Inferno!».
Per questo Gesù desiderava ardentemente che ci innamorassimo di Lui, ricambiando il suo amore di Sposo dell’umanità!
Ha cercato di farci intravedere lo splendore del paradiso (dove Lui sarebbe andato a prepararci un posto) ed ha scacciato il male in tutti i modi (guarendo i malati, liberando i posseduti, parlando della misericordia di Dio, descrivendoci la festa immensa del suo regno…); è morto dopo essere stato torturato, pur di convincerci del suo amore ed infine è risorto (facendoci sentire protetti da un Dio più potente di ogni male ed amante della vita!) Voleva che tutti dicessimo proprio come Francesco Saverio:
“Faccio il bene non perché in cambio entrerò in cielo e neppure perché altrimenti mi potresti mandare all’inferno. Lo faccio, perché Tu sei Tu, il mio Re e mio Signore!”
Qui, sulla terra, tanti amanti di Dio hanno camminato, raccontandoci il loro appassionato innamoramento di Dio!
Conosciamo Santa Teresa d’Avila e la sua esperienza dell’Amore di Dio (al punto che il Bernini, dopo aver letto la descrizione che la santa ne fa, ha creato il più bell’esempio scultoreo di amore mistico e sensuale insieme)…e chi non ha letto “Le confessioni” di sant’Agostino? E San Francesco d’Assisi? E…potrei continuare un elenco pazzesco!
Chi non ha studiato nei libri di storia i cristiani morti ammazzati i primi secoli? E chi non sa che, nel secolo scorso, i cristiani torturati ed uccisi per il loro amore verso Gesù, sono stati milioni! E quanto scalpore ha fatto l’intervento di Massimo Introvigne (in qualità di Rappresentante dell’OSCE – Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa-) quando, in un grande evento organizzato dalla Presidenza ungherese dell’Unione Europea al Castello Reale di Gödöllo, presso Budapest, sul tema del dialogo interreligioso fra cristiani, ebrei e musulmani, ha detto (dati alla mano!) che ogni anno i cristiani uccisi nel mondo per la loro fede sono 105.000, cioè uno ogni cinque minuti!
Nonostante tutto questo, presso alcuni è ancora predominante l’idea di una religione infantile ed utilitaristica; perfino Margherita Hack pare che affermasse con orgoglio: “Noi atei crediamo di dover agire per un principio morale, non perché ci aspettiamo una ricompensa in paradiso”.
Premetto che ho un grande rispetto per le scelte etiche che possono fare gli atei. Anzi; Gesù stesso ci avverte che in Paradiso avremo delle grandi sorprese: vi troveremo gente che neanche avremmo immaginato, mentre altre persone di Chiesa (che avranno anche fatto miracoli in suo nome – Mt 7,21-23) saranno assenti. Quindi lungi da me il dividere il mondo tra i credenti (come i salvati) e gli atei (come quelli che resteranno fuori). Ma proprio per questo mio rispetto verso la lettura “atea” del cristianesimo, mi chiedo come mai sia così difficile comprendere che il rapporto con Dio è tra innamorati! Non è di convenienza!
Giudicare i cristiani come persone che scelgono il bene solo per fini utilitaristici e non per amore verso Gesù, mi sembra quanto meno riduttivo!
Dell’inferno non si ha paura quando si è conosciuto Gesù e il suo amore! Della morte non si ha timore quando sappiamo che è l’appuntamento con l’Amante dell’universo!
Si cerca di amare non per paura dell’inferno, ma perché amando, si vive vicino a Dio e si è più felici. L’Amore non convive né con la paura, né con calcoli utilitaristici!
Ma ora lascio la parola al vangelo! Ti ho avvertito: Gesù per descriverci l’esistenza e l’orrore dell’inferno ha usato immagini violente e spietate e tieni conto che qui riporto solo qualche esempio:
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A coloro che usano i doni di Dio per fare del male, grida: “Se la tua mano o il tuo piede ti è di scandalo, tagliali e gettali via da te: è meglio per te entrare nella vita con una sola mano e un solo piede, che avere due mani e due piedi e essere gettato nel fuoco.
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A coloro che si dicono cristiani, ma vivono da pagani, dirà: “Non vi conosco” (Matteo 25,12).
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Gesù bollerà così ogni cristiano che non ha utilizzato i talenti ricevuti: “Servo malvagio e infingardo!… gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti” (Matteo 25,26-30).
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Al giudizio universale “dirà a quelli che saranno alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, al fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi seguaci… E se ne andranno questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna” (Matteo 25, 41-45).
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S.Giovanni (l’apostolo dell’amore!) scrive: “Il fumo dei loro tormenti salirà per i secoli dei secoli” (Apocalisse 14,11).
Ed ancora:
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“Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello, sarà sottoposto a giudizio. Chi poi dice al fratello: stupido, sarà sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: pazzo, sarà sottoposto al fuoco della Geenna” (Mt 5,22); la Geenna era la “valle di Hinnom” a sud di Gerusalemme dove, sotto i re Manasse ed Achaz , si facevano sacrifici umani al dio Moloch. Il re Ezechia la trasformò nella discarica pubblica dove sempre ardeva il fuoco e dove vi si portavano anche i corpi delle vittime della peste.
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“E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; temete piuttosto colui che ha il potere di far perire e l’anima e il corpo nella Geenna” (Mt 10,28).
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Come dunque si raccoglie la zizzania e si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti gli operatori dì iniquità e li getteranno nella fornace ardente dove sarà pianto e stridore di denti”
«Lasciate ogni speranza, voi ch’entrate», aveva scritto Dante dell’inferno nella Divina commedia.
Per l’eternità, ogni cosa e persona che sarà all’inferno, griderà disperata: “ero stata creata per amare ed ora non potrò mai più farlo!” Il grido diventerà disperazione solitaria e la paura sarà come una gramigna che non ci potremo mai più scrollare di dosso. La nostalgia della protezione divina ci corroderà l’anima e il dolore ci ucciderà pur senza ucciderci definitivamente. E nell’assenza totale dell’Amore, la nostra rabbia sarà verso noi stessi, gli altri e Dio, trasformando in odio ciò che Gesù ci aveva insegnato come la via per il Paradiso: “Ama Dio, ama gli altri ed ama te stesso: fai questo e vivrai!”
Caro Gianluca, se per caso tu volessi saperne un po’ di più su questa dimensione chiamata Inferno, ti linko due articoli interessanti. Li ho scelti appositamente per te: così non ti faccio perdere tempo a fare tante ricerche.
Uno si intitola: “Parlare dell’inferno è un atto d’amore! Viaggio tra gli scritti dei santi che all’inferno, per ordine di Dio, ci sono stati davvero. Per ricordarci che l’inferno esiste, e non è vuoto. E c’è anche Lucifero” Se volessi addentrarti nelle descrizioni dell’inferno che ne fanno i mistici, questo è l’articolo giusto. http://www.papalepapale.com/develop/santi-allinferno-una-discesa-negli-abissi-infernali-con-i-santi-che-ci-sono-stati/
Il secondo è un meraviglioso scritto di Chiara Lubich, intitolato: “All’infinito verso la disunità: considerazioni sull’inferno alla luce del pensiero di Chiara Lubich” Leggerlo fa bene per acquistare saggezza! http://nuovaumanita.cittanuova.it/contenutoNU.php?idContenuto=333421
Ciao Gianluca, il prossimo appuntamento è con la terza parte della mia risposta: ci addentreremo in Purgatorio!:)
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