E’ il primo pomeriggio del 4 gennaio 2016 e nessuno (a parte il vescovo di Rieti) sa che Papa Francesco sta per arrivare al Santuario francescano di Greccio.
Il Santo Padre vuole pregare in quel cantuccio selvatico, nascosto ed amato dal santo di Assisi.
Desidera immergersi nell’intimità di
una preghiera personale nel luogo dove san Francesco volle “vedere” l’Amore Infinito, venuto sulla terra vestito di umanità.
Il Papa è sceso in quella grotta scavata nella roccia e ha baciato commosso il piccolo altare sul masso che servì da mangiatoia in quel primo presepe vivente della storia, fatto nel Natale del 1223.
Francesco d’Assisi aveva due eventi della vita di Gesù scolpiti nella sua contemplazione: l’umiltà dell’incarnazione e l’amore della passione.
Li memorizzava, vi si introduceva dentro il più possibile e difficilmente riusciva a pensare ad altro.
In questa sua perenne commozione trovava posto Greccio e questo famoso Natale, vissuto tre anni prima della sua morte.
Nella zona di Greccio c’era Giovanni, uomo nobile e buono, tanto amato dal santo.
Proprio a lui, circa due settimane prima del 25 dicembre, si rivolse san Francesco per chiedergli di preparare alcune cose per festeggiare il Natale.
Aveva le idee chiare su quel che avrebbe voluto: desiderava far “vedere” a tutti coloro che sarebbero arrivati a Greccio, il bambino nato a Betlemme, rendendo visibile i disagi e le difficoltà che avevano accolto il bambino Gesù.
La greppia su cui era stato adagiato, il freddo, l’asino e il bue… tutto doveva diventare il più visibile
possibile.
Giovanni ascoltò attentamente tutte le direttive dell’amico amatissimo ed iniziò subito a darsi da fare per organizzare questo Natale speciale. Continua a leggere 25 dicembre 1223: perfino il fieno guarì le persone