Niente da fare: anche ieri è successo. D’estate è una vera tortura perché, viaggiando e andando a messa in altre città, mi capita spesso.
Cosa?
Sentire delle omelie disarmanti, noiose, pesanti, scontate e, per di più, moralistiche in modo vergognoso.
Sarà che nella mia diocesi ci sono alcuni sacerdoti bravissimi nel predicare e potrebbe anche essere che sono abituata troppo bene. Ma oramai, quando mi allontano dalla mia città, aspetto l’omelia con quel senso di resa di chi sa che l’attende l’ennesima predica pallosa.
La speranza è che quei dieci minuti (o a volte venticinque, come è successo ieri dove il religioso che parlava si è fatto prendere dal sacro fuoco spirituale, passando da santa Chiara ai divorzi per traghettare infine nei meandri di internet) passino velocemente.
Io mi ci arrabbio tanto per questa storia, perché per la maggior parte delle persone lì presenti, quelle omelie sono le uniche chances che hanno, di sentir parlare di Gesù da un prete. E vedere i volti annoiati e distratti è come toccare con mano un’occasione perduta. Continua a leggere Sulle omelie noiose e sulle opportunità perdute