“Prof, parliamo di Maria incinta di Gesù. Mi fa strano credere che una donna possa rimanere incinta senza avere rapporti sessuali…ma com’è possibile?”
Hai ragione Mara: com’è possibile?
Ed in effetti anche quella giovanissima ragazza ebrea di nome Maria, ha fatto all’angelo la tua stessa identica domanda. Ma proprio uguale, sai?!
Di fronte all’angelo che le diceva: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù…» lei risponde molto realisticamente: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?».
Gli esegeti (cioè gli studiosi della Bibbia che cercano di capire i significati dei testi antichi) sono concordi nel dire che il verbo “conoscere” nel testo sacro, va ben al di là del “conoscere” razionale e intellettuale, così come lo intendiamo noi oggi.
Conoscere è un atto di intimità, di confidenza reciproca, è comunione, è totale apertura e trasparenza…e molte volte, nella Bibbia, significa anche far l’amore.
Un esempio? «Or Adamo conobbe Eva sua moglie, la quale concepì e partorì Caino” (Genesi 4).
Capisci quindi che la domanda di Maria può benissimo essere tradotta così: “Come può succedere che io aspetti un bambino, se non ho fatto l’amore con nessun uomo?”
Lo stesso tuo dubbio.
La Madonna si è posta il tuo stesso dilemma: com’è possibile questa cosa?
E l’angelo risponde.
Le ricorda un concetto che, se solo lo facessimo entrare bene nella nostra mente e nel nostro cuore, non avremmo più paura di niente.
Le dice: «Nulla è impossibile a Dio».
Di fronte ai nostri dubbi umani, di fronte ai nostri ragionamenti limitati, l’angelo sorride e dice chiaramente: “il Dio che tutto ha creato, tutto può”.
Semplice.
O Dio non esiste. O se esiste, esiste da Dio!
Nulla è impossibile a Lui.
Kierkegaard ha detto: “La Strada non è impossibile, da quando L’Impossibile si è fatto nostra Strada”
Ed in effetti, tutti coloro che si sono avvicinati al futuro nascituro di quell’adolescente ebrea, hanno visto realizzare l’impossibile nella loro vita.
Abbiamo tantissime testimonianze in questo senso!
Sembra che l’Onnipotenza Divina non sia gelosa di se stessa, ma ami agire in chiunque a Lei si appoggi.
Missionari che, pur di non abbandonare gli ultimi della terra, si fanno ultimi loro stessi…
Donne che, in una vita quotidiana desolante, non smettono di fidarsi di Dio …
Monache senza studio e preparazione, che insegnano al mondo intero i segreti delle erbe…
Santi amanti dell’educazione che, per testimoniare la presenza vicinissima di Dio, si affidano in tutto e per tutto alla Divina provvidenza…
Genitori che sorridono al Cielo, insieme a quel loro bambino malato…
Giudici che, contro tutto e tutti, continuano fino alla morte ad essere affamati di giustizia…
Ragazzi che muoiono strapieni di serenità…
Adulti che vanno incontro al martirio, colmi di coraggio…
Da quando “l’Impossibile si è fatto nostra strada”, ogni strada è diventata possibile!
E’ per questo che l’Arcangelo Gabriele pronuncia, all’inizio, una frase. La ricordi?
“Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te».
Chaîre: Rallegrati, Maria; sii felice!
La gioia sta entrando in te, insieme alla fiducia che hai avuto in Dio.
La senti la paura che se ne sta andando?
Avverti che la tua fede sta spostando le montagne?
Intuisci che sarai beata per sempre?
Comprendi che, alla fine, saranno gli umili a rialzarsi, mentre i potenti si rovesceranno dai loro troni?
Sei felice Maria?
Lo devi essere. Rallegrati!
«Non devi temere, perché hai trovato grazia presso Dio. Concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande, verrà chiamato Figlio dell’Altissimo… e il suo regno non avrà fine».
L’impossibile agli uomini non c’è più, perché sta arrivando l’Onnipotenza di Dio.
E tu stai diventando “vergine madre, figlia del tuo figlio”. Guarda bene: ogni termine è il contrario dell’altro. Metterli insieme nella stessa donna, è stata un’operazione tutta Divina.
Questa famosissima frase del sommo poeta, dà i brividi.
Quel “figlia del tuo figlio” gronda Mistero Onnipotente da ogni sillaba.
L’anima strapiena di fede di Maria, dopo la paura iniziale (“Alle parole dell’angelo, ella fu molto turbata”), si rallegra ed esulta in Dio.
Capisce tante cose e non ha più timore di niente.
Lo confida a sua cugina Elisabetta, che prontamente le risponde: «Beata te perché hai creduto» (Lc 1,45).
Anche noi possiamo riempirci di fede e, proprio per questo, diventare felici. Ce lo ha promesso Gesù: «Beati quanti crederanno» (Gv 20,29).
Credere fa bene. Dio apporta felicità.
In ognuno di noi c’è una beatitudine pronta a sbocciare e la fede è una promessa di felicità.
E’ come sentirsi a casa: protetti e contenti di esserci.
E’ come dilatare il cuore fino a Dio.
E’ come moltiplicare le occasioni di gioia.
E’ come riposare tra le braccia di un padre, sapendo che dove non arrivi tu, arriverà Lui.
E’ poter dire con serenità: “Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola”. Qualsiasi cosa succeda, io so che sta succedendo il meglio.
“La fede è un affidarsi a Dio che vince l’angoscia: non è un bagaglio di nozioni che esige un faticoso indottrinamento, è il bene più grande e liberante per l’uomo”
(Carlo Maria Martini)
P.S. Ti voglio far conoscere una storia. Una delle tante storie di fede, che circolano sulla terra. Leggila Mara e rallegrati!
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Come vorrei poter dire quel “Sì” ogni giorno con fiducia e con abbandono a Dio; ma in questo periodo, non ci riesco; altre volte, sì.
Sarà perché vedo che i “miei progetti” non decollano: eppure ne ho parlato anche con Dio e non mi sembrano così contrari alla sua volontà. Certe volte non so che pensare..
Carissima Tania, Louis Evely (sacerdote cattolico e scrittore belga) diceva che “La fede è un intreccio di luce e di tenebra: possiede abbastanza splendore per ammettere, abbastanza oscurità per rifiutare, abbastanza ragioni per obiettare, abbastanza luce per sopportare il buio che c’è in essa, abbastanza speranza per contrastare la disperazione, abbastanza amore per tollerare la sua solitudine e le sue mortificazioni.”
E’ una camminata non semplice quella della fede.
Ma la sua fatica, vale la candela.
E, soprattutto, la sua fatica condivisa con altre persone che fanno lo stesso cammino.
Vale davvero la pena.
Ieri sono andata a tenere un incontro sulla gioia della fede, quando si attraversano i periodi bui della vita.
Avevo deciso di raccontare la mia esperienza.
Ho pensato che non volevo che anche loro diventassero stanchi (come me alla loro età) di sentire relazioni e convegni e blablabla. Così ho raccontato…e mentre raccontavo rivivevo e vedevo il filo conduttore…ed alla fine una ragazza ha raccontato per la prima volta il suo difficilissimo cammino in mezzo a problemi di salute gravi, vissuti insieme ai problemi di salute della sua mamma.
La sera mi ha mandato un bellissimo messaggio.
E’ la vita ad essere un vangelo.
E’ la tua vita ad esserlo.
Un giorno capiremo tutto, abbracciati dal padre che ci ha chiamati alla vita.
Per ora, lo sforzo che dobbiamo fare, è intuire che non siamo abbandonati al destino o alla fortuna/sfortuna.
Ogni cosa sarà superata.
Ti abbraccio tantissimo!
Cara Cristina, grazie come sempre perché la tue parole mi incoraggiano e mi fanno sentire in compagnia in un percorso fatto di luci ed ombre.
Ho capito cosa mi fa stare male: io vorrei essere una cristiana perennemente gioiosa, ma mi accorgo che non sempre è possibile, almeno per ora.
Quando anni fa iniziai il mio percorso di conversione, immaginavo che avrei avuto “tutto e subito”. Invece, la conversione e il cammino di fede sono, appunto, un cammino; le contrarietà della vita servono e mi servono a migliorare e a non prendermela troppo né con me né con Dio se le cose non vanno come mi aspetto.
Ed è soprattutto grazie ai tanti “vangeli” che siamo, come dici tu, che vado avanti: soprattutto grazie ai racconti e alle testimonianze dei momenti “no”, letti qui sul blog e sul libro; da lì traggo forza.
Ps allora a presto potremo leggere un’altra delle tue esperienza di vita vera? 🙂
Cara Cristina.
E’ da un pò che mi interrogo sui miracoli. Non so se questo è il post giusto, ma dal titolo pare di sì.
La mia domanda è: perché è così difficile crederci? Credere soprattutto che ancora oggi esistono?
Ad esempio, nel caso del miracolo che fece Gesù nel ridare la vista ai ciechi, a volte l’ho interpretata come una vista spirituale; ma da bambina credevo veramente si trattasse della vista fisica.
Nello stesso tempo,però, non credendo nei miracoli, non si “sminuisce” un pò l’operato di Gesù? Certe volte ho cercato di dare una spiegazione umana e razionale, ma così ho tolto la “divinità” a Gesù e così rischio di mettere in dubbio ( non so se è il termine giusto), anche sulla verginità di Maria e tutto quello che è Gesù.
Eppure, se guardo alla mia vita, anche io in passato ho ricevuto dei “miracoli” o “grazie”.
Ho dato un’occhiata anche ad Amici Domenicani, ma mi piacerebbe un’illuminazione tra amiche.. 😀
Grazie, Cristina! Un baciotto!
Cara Tania, questa volta ti rispondo con un pezzo nel blog! E’ troppo interessante quel che contiene le tue poche righe. Non so quanto tempo dovrai aspettare per la risposta, visti i tanti scritti che ricevo ed a cui rispondo sempre in ritardo…ma ti assicuro che lo farò!
Grazie eee! ???? non vedo l’ora! Smack!