L’amore in un quadro

Matteo (lo chiameremo così) aveva sempre amato la sua Beatrice (anche lei la chiameremo così).
Due figli, tanti anni passati l’uno accanto all’altra e tanta energia positiva in tutto ciò che facevano.
Poi Beatrice, alla soglia dei suoi cinquant’anni scopre qualcosa che non va.
All’inizio è una camminata affaticata ed un po’ impacciata, poi è un verdetto atroce che arriva senza permesso: malattia neurologica degenerativa.????

Boom!????
Come una bomba, tutto esplode e tutto si sgretola.
I progetti per il futuro, i viaggi da fare insieme, la spesa di tutti i giorni, l’appuntamento con la parrucchiera, la passeggiata rigenerante…
Tutto, ma proprio tutto, si allontana.
I gesti che prima erano a portata di mano, diventano ostaggio della fatica.
E con la fatica arriva anche la consapevolezza dell’inevitabile peggioramento.

Beatrice per circa dieci anni lotta come una leonessa contro la malattia che la vorrebbe arresa e pronta a consegnare le sue fragili armi al nemico.
Dieci anni in cui cercherà di camminare con la dignità e l’indipendenza sempre a portata di mano.
Ma poi…
Poi il drago le arriva sempre più vicino.
Azzanna il suo corpo e, da lì in poi, Beatrice avrà come compagno di viaggio il suo letto.
Sempre peggio…
Sempre peggio…
Sempre peggio…
In questa situazione atroce Matteo, oramai diventato pensionato, le tiene la mano.
No, non è una frase poetica la mia.
Proprio letteralmente Matteo, ogni giorno, le tiene la mano, la cura e le parla.
Matteo non lascia la sua Beatrice neanche per un attimo.
La loro camera matrimoniale diventa la camera di Beatrice. Lì deve starci tutto: flebo, farmaci salva vita, macchinari medici e la sedia per Matteo.
Il loro amore diventa un fiore in crescita.
Il loro matrimonio arriva a quel “saranno una sola carne” nel modo più vero possibile.
Insieme sono un inno all’amore.
Matteo le racconta tutto, le parla.
Beatrice è sempre più prigioniera del suo corpo e lo guarda.
Matteo le tiene la mano e la pettina.
Beatrice è sempre più una bambina inerme, bisognosa di tutto.
Matteo la ama e la protegge.
Beatrice guarda il vuoto e lo ama.????

Passano altri dieci anni di cure, carezze e chiacchierate infinite.
Matteo è sempre in casa con lei e, per lei, inizia a fare una cosa meravigliosa: dipingere!
Mai lo aveva fatto prima ma per la sua Beatrice, lo fa.
Passa da Kandinsky a Raffello, da Picasso a Michelangelo Merisi.
Dipinge e poi porta il quadro alla sua Beatrice.
E’ in quelle occasioni che il cuore di lei batte più forte ed il suo sguardo vuoto si illumina di emozioni antiche.????

Gli anni passano e, nel frattempo, un nipote di Matteo e Beatrice scopre l’arte e studia a Milano in questo campo.
E’ davvero molto molto bravo!
Anche questo ragazzo è capace di far battere forte il cuore di nonna Beatrice ad ogni sua visita.????

I medici si meravigliano che lei sia ancora viva.
Non sanno che a casa ha tutta una famiglia intorno a lei ed ha Matteo che la tiene per mano tutti i giorni.????????

Arriva la primavera del 2019 e, con lei, arriva anche il compleanno di Beatrice.
Il suo corpo, dopo vent’anni di malattia terribile, è oramai ridotto ad un lumicino.
Beatrice passa il suo compleanno sulla terra e poi, al tramonto, la lascia per volare verso il Cielo.
Matteo l’ha accompagnata fino al suo ultimo respiro, tenendole la mano.
L’amore della sua vita è andato “più in là”.
Lo scopo dei suoi giorni l’ha preceduto in Paradiso.

Matteo, da quel giorno, non ha più dipinto.
Ha provato.
Sì che ci ha provato.
Ma non c’è più riuscito.
Aveva iniziato a dipingere per la sua Beatrice malata.
Ha smesso di dipingere quando la sua Beatrice è volata via.
Così.
Naturalmente.
Come un dono che è arrivato quando doveva,
e se n’è andato quando non era più necessario.
Un dono.
Tutto qui.
Quello che vedete è l’ultimo dipinto fatto da Matteo, prima dell’ultimo compleanno della sua Beatrice.
Un’opera d’amore!????????????

P.S. L’opera originale è di Giovan Battista Salvi, detto Il Sassoferrato e si chiama “Madonna col Bambino e San Giovannino”.

 

 

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