La vita è adesso!

Lei ha un viso bellissimo. 
Nella foto non lo vedete, ma fidatevi!
L’ho vista per la prima volta a 14 anni. Era seduta su un banco dell’aula del primo superiore, con i suoi occhioni stupendi ed il suo sorriso leggermente timido. Insomma: la dolcezza in persona.

Passano gli anni ed arriva il diploma.
Non ricordo precisamente in quale colloquio avvenne, so che ad un certo punto arrivò con la mamma e mi regalò uno stupendo centrino fatto a mano. Bianco, rotondo, con dei fiori ed un uccellino al centro.
Ancora ce l’ho nella mia cucina per ricordarmi l’affetto nato tra me e lei.

Passano gli anni e la ritrovo.
Lavora presso un grande ospedale italiano, ha due figli stupendi ed un marito orgoglioso di lei.
In questi giorni mi ha scritto spesso.
“Prof, piano piano ci stiamo infettando tutti. Ieri l’ennesimo infermiere positivo. Spero solo di superarla bene…quando sarà…perché così sarà. Sono sicura!”.

Mi rimangono impresse le sue ultime parole: “Sono sicura!”
Le prime erano state: “Qui è un inferno”.
Le ultime: “Sono sicura!”.
Deve essere questo il coraggio: guardare l’inferno in faccia e non farsi intimidire. 

Il nostro coraggio viene messo alla prova in questo periodo e ognuno reagisce a seconda dell’inferno che riesce a focalizzare con il suo sguardo.
Per qualcuno il problema più grande è convincere il mondo che può andare a correre e passeggiare senza sentirsi per questo condannato; per altri il problema più grande è guarire il mondo per non fargli rubare il futuro da un virus invisibile
E, a seconda delle nostre priorità, ne stiamo uscendo cambiati in meglio o in peggio.

L’allenamento interiore è trovare un senso “a tutto” e “in tutto” per accorgerci che la vita è comunque bella.
Con i passi del “significato” si diventa capaci di cambiare direzione, lasciandoci guidare dalle coordinate della sapienza.
Se rimarremo vincolati ai lamenti, agli imbarazzanti egoismi o alla straripante voglia di avere sempre e comunque ragione, ne usciremo malconci.
Vivi “fuori”, ma malridotti “dentro”.
Stiamo avendo una grande occasione: passare dalla teoria fatta di frasi fatte ed aforismo ganzi alla pratica fatta di volontà ed intelligenza. 

Ieri, nelle corsie del nostro ospedale, ho incontrato una mia cara amica. Tutta coperta per proteggersi dal nemico invisibile. Non potendoci abbracciare come al solito, ci siamo parlate a due metri di distanza. Ma neanche la barella che era tra noi è stata capace di distanziare l’affetto.
Mi parlava di un suo familiare strapieno di paura per ogni malattia. Figuriamoci per questo coronavirus.
Mi raccontava delle sue crisi di panico, dei suoi gesti per proteggersi da un eventuale contagio, del suo timore diventato come un carceriere interiore.
Allora, spaesata anche lei di fronte a questa reazione, è arrivata all’ultima sponda delle soluzioni possibili: “Se vuoi lascio il lavoro. Se questo può aiutarti, io faccio anche questo per te”
La risposta è stata commovente: “No. Tu vai al lavoro perchè io sono tanto orgoglioso di te”.
Forse il coraggio è proprio questo: guardare l’inferno negli occhi e non scappare. 

Ieri pomeriggio ero alla finestra e guardavo il netturbino che passa tutti i pomeriggi. Come ogni giorno si è fermato qualche secondo a giocare con Akira. Oramai è una meravigliosa routine.
Lui gli fischia, Akira si fionda al cancello e si fanno festa vicendevolmente. Una volta, da dietro la finestra, li ho anche fotografati. Quell’incontro mi sembrava l’emblema della tenerezza gratuita.
In questi giorni stiamo ringraziando tutti (giustamente!).
Abbiamo iniziato con il personale ospedaliero, ma poi abbiamo continuato con i camionisti, gli operatori ecologici…
Forse il coraggio è proprio questo: stare in mezzo all’inferno, sentire il suo terribile sguardo ma continuare a fare, senza testimoni, le cose giuste che abbiamo sempre e comunque fatto. 

Pochi giorni fa una persona mi alimentava la forza interiore con queste parole: “Mi ricordo mia nonna, classe 1892: 2 guerre, epidemia Spagnola, vedova a 37 anni con 6 figli, niente pensione né lavoro, crisi economica del 1929…. Mi mancano i suoi racconti di vita”
Forse il coraggio è attraversare l’inferno con una fede immensa nel paradiso, sapendo che la propria schiena potrà sopportare il peso di ogni scelta faticosa e che ognuno, in questa vita, ha la sua parte da fare.
La vita ci è stata regalata e noi possiamo esserne all’altezza.
Da oggi.
Non da domani quando cominceremo di nuovo a…
La vita è adesso. 

“Ho sorriso senza accorgermene, dev’essere così che si ricomincia” 
Buona giornata a tutti!

 

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