Dite la verità: qual è l’immagine che scegliereste per il muro esterno della vostra casa?
“E che te lo dico affà” direbbe una mia amica! 
Ora, ammettiamo che quella casa siete voi.
Come scegliereste di essere?
“E che te lo dico affà”, ridirebbe sempre la mia amica! 
Eppure, qualche volta, preferiamo rimanere monotono come l’immagine in alto.
Invece di scegliere il benessere, le felicità, l’energia …, scegliamo di vivere in modo pigro, negativo, angosciato.
Perché?
Sto leggendo il libro (bellissimo!) di Richard Davidson “La vita emotiva del cervello” e sto entrando a piè pari nel mondo delle neuroscienze con lo studioso n.1 nel mondo.
E’ un libro che ti prende e ti porta per mano nel mondo interiore.
Se sei curioso di sapere cosa accade nel tuo cervello quando sei triste o euforico, arrabbiato o ottimista, oppure quando hai a che fare con gli altri, questo è il libro che fa per te.
Anni fa la ricerca psicologica si alleò con la ricerca neuroscientifica per conoscere non solo quello che accadeva nella nostra testa (ossia le funzioni cognitive) ma anche quello che succedeva nel nostro cuore.
Wow!
Già una ventina di anni fa il libro di Goleman “L’intelligenza Emotiva” mi aveva aperto un mondo; ma ora quest’altro libro… !
Io lo farei leggere a tutti con un DPCM speciale.
Ricapitoliamo: negli anni Settanta alcuni studiosi intrapresero una serie di ricerche pionieristiche che avrebbero portato alla nascita delle cosiddette «neuroscienze affettive». Oggi Richard Davidson, in questo libro, ci racconta come “ragione&sentimento” non sono polarità inconciliabili.
Anzi!
Pensate per un attimo se tutto questo lo capissero bene bene bene tutti gli insegnanti, tutti gli imprenditori, ogni allenatore, i genitori, i poliziotti, i medici, il fruttivendolo sotto casa, l’amministratore di condominio, i colleghi della scrivania accanto …
Ma soprattutto, pensate cosa potrebbe accadere alla nostra vita, se fossimo noi stessi a conoscerci bene bene bene, imparando come raggiungere il nostro benessere.
Il cervello non è una scatola impenetrabile e immutabile.
Può cambiare.
In meglio!
E le nostre emozioni non vengono da Marte.
Si fondano su precise basi neuronali.
Possiamo capirle.
Meglio!
Per esempio ieri spiegavo ai ragazzi che le neuroscienze hanno individuato nella meditazione uno strumento molto potente per modificare le strutture cerebrali, sfruttandone la neuroplasticità.
I grandi mistici avevano capito tutto, prima ancora dei nostri studi.
Come?
In concreto, come trasformare una triste parete in un vivace quartiere colorato?
Come trasformare il nostro mondo interiore, da angosciato e triste in positivo e sereno?
Il prof. Richard Davidson parte da un assioma: il benessere è un’abilità, e quindi può essere migliorato con la pratica.
E’ un po’ come imparare a suonare il violino: se ti eserciti, migliorerai.
Non puoi imparare a suonarlo, solo leggendo un libro.
E’ necessaria molta pratica.
E’ come la danza: non puoi imparare a ballare, semplicemente leggendo la descrizione delle coreografie.
Devi ballare!
Lo stesso vale per il benessere.
Quindi, se noi saremo così in gamba da mettere insieme le neuroscienze e le tradizioni contemplative della spiritualità umana, troveremo i quattro pilastri del benessere (pilastri che cresceranno con l’allenamento, ovviamente).
Mi fermo su una cosa: LA CONNESSSIONE.
Parliamone.
Ed in modo particolare parliamo di gratitudine.
In questo periodo possiamo cogliere l’occasione per valorizzare le persone che stanno rendendo la nostra vita migliore.
Gli addetti ai supermercati, i medici, chi ci consegna il cibo a casa…
Ce lo dice anche la scienza: salutare qualcuno per la strada, sorridendo e magari augurandogli di stare in buona salute, modifica il nostro cervello, apre il nostro cuore, cambia il nostro sistema biologico e la salute arriva anche a noi.