Miryam, la mia amica con un mistero dentro più grande di ogni idea

“Prof è qualche giorno che sto male, mentalmente, tantissimo: Male per ciò che le persone che credevo vere si stanno rivelando. Sono crudeli ed accusano me di essere egoista…. io mi sento inutile in questo preciso istante! Pensi poi che son persone che ho ormai da più di 10 anni affianco. Stamattina è stato un caso che ci siamo fermate al suo incontro e mi serviva proprio! E’ capitato a pennello quest’appuntamento sull’autostima… Quindi grazie

Posso mandarle una “canzone/preghiera” che ascolto e che mi dà molta forza? Sono sicura che le piacerà. Non le dico di chi è, almeno non si fa giudizi affrontati, ma è da brivido!”

Dopo cinque minuti Luna, la mia alunna sempre piena di dolcezza per tutti, mi manda quest’altro messaggio:

“Canzone mandata su whatsapp  Io son di parte…ma questo canto è la preghiere più bella che abbia mai sentita alla Vergine”

Sono curiosa e vado a vedere di che si tratta. Riconosco subito il gruppo: i tre ragazzi de “Il volo”.

Dunque una mia alunna, delusa dalle amiche di sempre e con l’autostima sotto le scarpe, mi racconta che per allontanare la debolezza e sentirsi più forte, prega con questo brano musicale.

La curiosità è grande.

Metto Ave Maria Mater Misericordiae come sottofondo mentre lavoro al pc ma, dopo qualche secondo, smetto ogni faccenda.

La musica è davvero bella, le parole sono poesia e il titolo è tutto una promessa.

Ave Maria Mater Misericordiae

https://www.youtube.com/watch?v=1rRv3qz8mk8

 

La luce dell’Est brilla in te, nel tuo sguardo senza età.

La dolcezza è verità, armonia profonda.

C’è un mistero dentro te, che è più grande di ogni idea.

E va oltre la realtà, come un’onda di marea, da cui nasce il canto. 

Ave Maria, canta l’anima mia.

Come un’aquila nel vento, si affida e va, vola. 

Tu sei la voce che io sento, nel deserto, intorno a me.

Sei l’antidoto all’assenzio dei miei giorni fragili.

E per questo adesso io canto. 

Ave Maria, canta l’anima mia.

Come il fiume chiede al mare l’orizzonte che non ha. 

Per te Maria, Mater Misericordiae.

Per chi chiede quell’amore che è il senso della Vita.

 

All’età di Luna io ero lontanissima dalla Madonna. Le manifestazioni devozionali mi stavano strette e quel rosario così ripetitivo mi annoiava. Mi ci è voluto del tempo per lasciarmi conquistare da quella donna. Poi, un giovane sacerdote da cui ero andata a confessarmi, più che come madre me la fece vedere come amica.

Ricordo che mi disse: Da come mi parla, ho capito che lei ha delle amiche molto presenti. Mi meravigliai per come, in pochi minuti e da poche parole, avesse capito quelle che per me sono pietre miliari della vita: le amiche “presenti.

Poi continuò con una frase che mi colpì: Perché non diventa amica della Madonna? Inizi un rapporto di amicizia con lei”.

Da quel momento cominciai a vedere la Madonna come Miryam, l’amica con un mistero dentro, più grande di ogni idea”. Un’amica da cui imparare a guardarel’orizzonte che non ho ed a cui rivolgersi per sfogarmi e riprender forza.

Pian piano vedevo la donna che, duemila anni fa, aveva camminato su sentieri di fede difficilissimi e che poteva capirmi nei miei alti e bassi. Era stata una donna avvolta da Dio ma intrisa di realtà terrena.

Non poteva ritirarsi dentro una grotta a pregare perchè c’era da affrontare un fidanzato che sarebbe rimasto ferito di fronte ad una gravidanza a lui estranea.

Non poteva permettersi una spiritualità astratta perchè c’erano i pannolini da tessere per fasciare il Signore del cielo e della terra.

E dopo ci sarebbero stati trent’anni di cammino fatto giorno per giorno, proprio come facciamo noi. Trent’anni di monotona quotidianità, da gestire con fiducia in Dio.

Dicono che Bernardette Soubirous, dopo una serie di splendide apparizioni mariane, fu inghiottita dal silenzio. All’improvviso il Cielo tacque fino al giorno della sua morte. I biografi scrivono che, con il passare degli anni, giunse perfino a mettere in dubbio la sua memoria e l’obiettività dei suoi ricordi.

Dopo tanta luce, era difficilissimo sopportare il buio. Quando siamo stati introdotti nel mistero della meraviglia divina, è difficile reggere il silenzio che la segue.

Immagino quindi Miryam dopo la luce dell’angelo nell’annunciazione… dopo l’ebrezza dello Spirito Santo nel concepimento… tornare nella “normale” penombra del “giorno dopo giorno”.

La immagino passare anni strapieni di quotidianità. Lì, in quegli attimi così opachi rispetto allo splendore delle antiche promesse, Miryam avrà rischiato di vedere paralizzate le sue speranze. Penso alle ore, ai lunghi giorni, ai mesi e poi agli anni. La prova del logorio dell’ordinaria quotidianità. Proprio come tutti noi.

Ci alziamo, ci laviamo, colazione e via. Lavoro. Spesa. Prendere i figli a scuola. Preparare la cena. Lavare i piatti. A letto. E poi si ricomincia.

Ogni giorno senza vedere nessuna luce luminosa se non quella piccola della sveglia che ogni mattino ci ridice: Alzati che si ricomincia!”.

Ed anche Maria ogni mattina avrò dovuto ricominciare. Con trepidazione avrà osservato quel figlio che, ogni giorno, lavorava nella bottega del padre, mangiava, pregava… e niente di più.

Per trent’anni (guarda che sono tanti!) a fare gesti normali di donna. Come tutte noi.

Avrà impastato il pane, attinto alla fontana, parlato con le vicine, rammendato vestiti. Avrà riversato lo sguardo su quel presente così apparentemente banale rispetto allo splendore della promessa e, per rifocillare la sua fede in Dio, avrà ripensato tante volte a quell’antica promessa: “Sarà grande! Sarà chiamato Figlio dell’Altissimo!”.

Chi, meglio di lei, può capire di quanta forza abbiamo bisogno per ricordare anche noi, nei nostri giorno per giorno l’antica promessa “Io sarò con voi ogni giorno, fino alla fine del mondo”? (Mt 28,20)

Mai fermarsi al silenzioso presente.

Dio, circa ottocento anni prima, aveva detto a Mosè:Io sarò con te (Es 3,12)

Quel dire” di Dio, quella Parola di Dio è venuta al mondo per ribadire la Sua promessa Io Sono con voi.

Miryam ci ha scommesso per trent’anni…e oltre.

A noi darà la forza di fare altrettanto.

A Luna che per ricevere incoraggiamento ascolta l’“Ave Maria Mater Misericordiae”, ancora di più.

 

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