Storia di un miracolo

locandina_jpegEra il 13 ottobre 2013 e quel giorno il Palazzetto dello Sport di Fabriano avrebbe ospitato una Giornata Eucaristica Mariana.

Un gruppo di persone piene di buona volontà, aveva lavorato per mesi per preparare quel momento.

L’impalcatura di quella giornata si reggeva non su prediche ma su testimonianze, non su progetti umani ma sull’adorazione eucaristica.

A me chiesero due cose: intervistare gli “ospiti” e coinvolgere alcune alunne disposte a dare il “benvenuto” alle persone che sarebbero giunte dalle città vicine. Insegno in una scuola ad indirizzo “turistico” e le nostre studentesse sono abituate a fare le hostess”.

384342_4881232310445_192784883_nMa quella volta, per loro, fu diverso ed io mi ritrovai dentro una Giornata Eucaristica Mariana con una ventina di alunne cristiane e musulmane insieme.

Fu fantastico!

Le domande piovevano da ogni dove e la loro curiosità era altissima.

adorazione“Prof, ma che è la messa?”

“Dunque noi dovremmo accompagnare il sacerdote sulle scalette del palazzetto, perché tutti devono mangiare quella cosa rotonda?”

“Ma perché tutti si mettono in ginocchio di fronte a quel calice che il prete ha in mano?”

“Ma quella donna è andata a Lourdes ed è guarita dopo aver fatto il bagno in una piscina? E che acqua è?”

Quello che vi sto per raccontare è la storia di un miracolo. Una guarigione miracolosa avvenuta nel 1989, riconosciuta come “inspiegabile” dalla Commissione Medica Internazionale di Lourdes il 19 novembre 2011 e danila-castelli-lourdes-2riconosciuta come “prodigiosa” dalla Chiesa, il 20 giugno del 2013.

Il nome della protagonista di questa storia è Danila Castelli, l’ospite che io avrei dovuto intervistare quel 13 ottobre 2013.

foto_139_26963Piccola nell’aspetto e grande nel cuore.

Esile nel corpo e robustissima nella fede.

Danila, di fronte ad un Palazzetto immerso nel silenzio, raccontò la sua storia di miracolata. Parlava con la sua bocca e sorrideva con tutto il suo corpo. Tutto era semplice entusiasmo per Dio, per la vita e per Maria.

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Di quell’intervista ricordo che più le domandavo i fatti della guarigione, più lei mi parlava dei cambiamenti interiori e della guarigione dell’anima. Più io chiedevo di lei e più lei mi raccontava di suo marito.

insectos500Tutte le sue parole dicevano: “Non vi fermate all’improvvisa scomparsa della malattia; concentratevi sulla rinascita mia e di mio marito!”

Ma andiamo per ordine ed entriamo in questa storia.

Danila (che è arrivata alla Casa del Padre il 9 ottobre 2016) la riassumerebbe così: “una storia personale tra me e Dio, vissuta con gioia anche nella malattia” e la intitolerebbe Dio e me”.

donna-farfallaNella vita di Danila, la malattia si presenta nel suo momento più sereno. In famiglia avevano risolto tanti problemi ed il marito aveva detto: “Finalmente ora si respira”.

Nel momento in cui tutto sembrava aprirsi, è entrata la malattia e tutto si è chiuso.

Ma Danila, mentre racconta anche gli aspetti più dolorosi di quegli anni, ribadisce continuamente: In apparenza, tutto sembrava portare la parola fine, ma non era vero. Gesù era presente più che mai”.

gesu_sempre_con_teArrivò a dire che, durante la malattia, la presenza di Gesù era diventata quasi fisica.

Un compagno con cui chiacchierare e condividere ogni secondo ed ogni passo.

Ed effettivamente Danila, mamma di quattro figli, aveva davvero bisogno di una forza grande per affrontare una malattia che l’avrebbe devasta per più di dieci anni. All’inizio si era presentata come un nemico sconosciuto e poi mal conosciuto (perché la diagnostica del tumore neuroendocrino, in quegli anni, era limitata).

Vintage background with dried red rose in vaseL’impatto con il dolore è stato bruttissimo. A trentaquattro anni Danila diventa vittima di crisi ipertensive spontanee e gravi, spesso sottovalutate ed incomprese dai medici.

Danila è messa alla prova anche dal punto di vista psicologico, perché neanche i medici capiscono questa sofferenza. Frasi come: Ma dai!!! Te lo sei immaginato!” sono come colpi che aggiungono dolore a dolore.

Nel frattempo questa patologia rara e complessa, fa moltiplicare le cellule tumorali in tutto il suo corpo. Tutti i gesti più normali della vita (mangiare, avere rapporti con il marito, andare in bagno…) in lei scatenavano crisi mortali. La pressione saliva con una violenza estrema e tutto l’organismo era a rischio di morte. Niente, nella sua vita, era più normale fare.

201418I medici allora, per salvarle la vita, iniziarono a toglierle i “pezzi” dove la malattia entrava.

Nel 1982 Danila subisce sia isterectomia che annessiectomia, seguite da un’asportazione parziale del pancreas; l’anno dopo una scintigrafia conferma la presenza di un tumore nella zona rettale, vescicale e vaginale. Seguono altri interventi chirurgici (fino al 1988) nella speranza di eliminare i punti scatenanti le crisi ipertensive. Ma niente. Nessun beneficio.

13167434_1613494592302104_907865832_nDanila, ricordando quegli anni, dirà: «È possibile vivere la sofferenza nella gioia: il Signore mi ha fatto questo dono quando ero malata, perché lui sa fare l’impossibile»

Nel 1989 i medici si arrendo ed ammettono: Non c’è più nulla da fare”.

Poi i fatti si susseguono con sorprese strapiene di effetti speciali.

Una partenza improvvisa per Lourdes, organizzata da un marito che mai aveva amato quel luogo.

teaserbox_42534301Un bagno nelle sue acque e due richieste ben precise: che lei avesse avuto la forza di accettare la morte e che il marito avesse avuto la forza di perdonare tutto (soprattutto i medici poco professionali che avevano incontrato nel cammino).

Era un bagno fatto desiderando che la forza interiore e la guarigione del perdono si espandessero intorno a loro.

osho-immagine7_n-960x360In quel maggio 1989, nelle acque delle piscine di Lourdes, tutto cambia. Tutto! Sia spiritualmente che fisicamente.

Subito dopo il bagno, in lei arriva una gioia senza limiti. Poi la raggiunge il marito, pacificato fino all’estremità dell’anima e con una decisione miracolosa in pugno: non avrebbe più denunciato i medici che avevano peggiorato quei dieci anni. Fine del rancore.

il-saluto-di-gioacchino-e-santanna-particolare-giotto-600x856E poi la guarigione fisica improvvisa, segno che tutto quel che loro due provavano “dentro”, era un regalo del Signore dell’universo.

Lo stesso Signore che tutti i giorni, circonda anche noi, di “straordinario”.

Spalanchiamo gli occhi come bambini. Meravigliamoci.

Ritroviamo, nella nostra anima, lo spartito dell’eterno canto che sa riconoscere i miracoli intorno a noi. Perché ci sono due modi di vivere la vita. Uno è pensare che niente è un miracolo. L’altro è pensare che ogni cosa è un miracolo (A. Einstein)

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E sulla seconda ipotesi, io ci scommetto!

 

P.S. Per chi volesse ascoltare la bellissima testimonianza di Danila Castelli, può cliccare qui e godersi un po’ di vicinanza di Dio https://www.youtube.com/watch?v=cEnT6ek6BiI

 

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