“Vuoi vedere un miracolo figliolo? Sii il tuo miracolo”

“Cara Cristina, è da un po’ che mi interrogo sui miracoli. La mia domanda è: perché è così difficile crederci? Credere che ancora oggi esistano?

Ad esempio, nel caso del miracolo che fece Gesù nel ridare la vista ai ciechi, a volte l’ho interpretata come una vista
spirituale; ma da bambina credevo veramente si trattasse della vista fisica.


Nello stesso tempo, però, non credendo nei miracoli, non si “sminuisce” un po’ l’operato di Gesù? Certe volte ho cercato di
dare una spiegazione umana e razionale, ma così ho tolto la “divinità” a Gesù e così rischio di mettere in dubbio (non so se è il termine giusto), anche la verginità di Maria e tutto quello che è Gesù.

Eppure, se guardo alla mia vita, anche io in passato ho ricevuto dei “miracoli” o “grazie”.

Grazie, Cristina!”

 

Cara Roberta, una volta ero a passeggio per Montecarlo con alcuni miei studenti. Ad un certo punto incrociammo una signora anziana. Era italiana. Hai presente la protagonista (nella versione anziana) di “Titanic”? Ecco: sembrava di aver incontrato quel meraviglioso paio di occhi azzurri!

Le serviva una traduzione in francese per una cosa che doveva chiedere al bar e, sentendoci parlare in italiano, ci chiese aiuto. I miei ragazzi, incuriositi da questa donna dai modi delicati ed eleganti, le chiesero se fosse
in vacanza, lì.
Lei rispose che era solo di passaggio. La sua meta era Lourdes.
Allora uno dei miei studenti, sorridendo, le domandò: Va a chiedere un
miracolo?
. E quella signora, con un tono dolcemente calmo ma deciso, si voltò, lo guardò dritto negli occhi e gli disse: Ricordati, tesoro, che i miracoli ce l’abbiamo sempre intorno. Basta saperli vedere.

Più tardi quel gruppetto di studenti, ripresero il discorso con me e dissero: Prof, quella signora ha ragione.

Ti voglio raccontare una cosa. Quando stavo dando uno degli esami di Sacra Scrittura all’università, mi misi a studiare in modo particolare Il miracolo del mare (quello riportato nel cap.14 del libro dell’Esodo e che noi chiamiamo, tradizionalmente, Il passaggio del Mar Rosso).

Chi di noi, leggendo Le acque formavano come un muro alla loro destra e alla loro sinistra (14:22,29) non ha immaginato (complici anche certi film ed alcune opere d’arte) quei due muri d’acqua laterali?

Noi occidentali e moderni, facciamo fatica a cogliere il linguaggio poetico ed iperbolico che si usava nei tempi antichi, per raccontare un evento. Siamo troppo abituati al nostro linguaggio “storico” e/o “giornalistico, per apprezzare e capire quell’esagerazione poetica. Noi raccontiamo gli eventi così come si sono succeduti: “Alle ore…in via…un uomo vestito con… quando improvvisamente sulla destra…”. In passato non era così.

Più che il resoconto storico e preciso dei fatti, era importante il significato dell’evento stesso. L’esprimersi con toni poetici aiutava a concentrarsi sul messaggio centrale del racconto: Dio stesso li aveva salvati!

Nel passaggio delle acque lo stile poetico (dovrei parlare di tradizione sacerdotale o elohista, ma non voglio complicare troppo il discorso) serviva per dire: Scruta bene con gli occhi, memorizza ed impara: è Dio che ci ha aiutati a passare quelle acque!”

Probabilmente. quei due muri di acqua, non ci sono mai stati. Quei Laghi Amari (yàm-suf, “mare di giunchi”) e paludosi, forse sono stati superati “semplicemente” grazie ad un vento fortissimo di cui parla, per esempio, anche Alexander Tulloch (un generale inglese di stanza in Egitto nella zona del Lago Tanis e morto nel 1864). Pensa che lui riportò nel suo diario un evento straordinario che aveva visto con i suoi occhi.

Dopo una notte di vento fortissimo proveniente da est, tutto il lago (che nutriva un grandissimo canneto) si era totalmente prosciugato. Solo dopo un po’ di ore, l’acqua era tornata ai normali livelli di sempre.

Era lo stesso vento di cui si parla nell’Esodo? Quel vento che, da est, prosciugò le acque dello yàm-suf in una notte, permettendo agli ebrei di attraversarlo tutto sull’asciutto?

 

Oppure ci sbagliamo a voler forzatamente spiegare il tutto con supposizioni naturali e quelle due mura fatte di acqua (o qualcosa di simile) ci furono sul serio?

Nel museo di Ishmajljia (in Egitto) si trova una stele (chiamata l’Iscrizione di El-Arish) dove vi si narra una storia che sembra ricopiata dal racconto dell’Esodo. Un popolo che serviva un dio straniero ed avversario degli dèi egizi, uscì dall’Egitto guidato da un non meglio identificato Principe del Deserto (il Mosè biblico?) e si accampò in una località chiamata Pi-Karroti ( = Pi-Hachirròt -Es14,2). Poi, ripartito da Pi-Karroti, quel popolo proseguì il viaggio nel corso del qualeuna grande massa di acque venne tagliata in due”.

Ma allora queste due mura di acqua, ci furono davvero? 

Cosa si dovrebbe dire su questo “passaggio del Mar Rosso“?

 

Guarda che fortuna sfacciata! Proprio quella notte, quando noi eravamo terrorizzati perchè gli egiziani ci stavano per raggiungere…proprio in quelle ore notturne è arrivato un vento dall’est! E proprio quando gli egiziani stavano per raggiungerci…proprio in quei momenti, è tornata l’acqua e noi ci siamo salvati!”

 

Oppure si dovrebbe dire: Guarda cosa fa il nostro Dio per noi. Proprio quella notte ci ha mandato un vento dall’est e noi ci siamo salvati! Dio ci ha guidati con mano potente.”

 

 

Quando nel film Schindler’s List”, una ragazzina ebrea viene trovata afflitta e piangente da Schindler nel suo piccolo ufficio, lui l’abbraccia e la consola. La ragazzina era oramai convinta che non ce l’avrebbero mai fatta a salvarsi. Era distrutta dalla paura di morireSchindler le sussurra all’orecchio: “Ti sei dimenticata che tu fai parte di quel popolo che fu liberato dalla schiavitù dell’Egitto? Quello stesso Dio, anche questa volta vi libererà”.

La Bibbia racconta tanti miracoli (naturali e non) intrisi di storia umana.

Dio agisce sempre: sia che vediamo due muri di acqua, sia che assistiamo ad un vento che asciuga il “mare di giunchi” in una notte.

Dio ed i suoi miracoli, sono in ogni “dove” ed in ogni “quando”. 

Un po’ come la famosa frase di Albert Einstein: Ci sono due modi di vivere la vita. Uno è pensare che niente è un miracolo. L’altro è pensare che ogni cosa è un miracolo”.

Noi, con il nostro sguardo che arriva a pochi metri, ci fermiamo alle cause seconde, la fede biblica ci porta a vedere la causa prima di tutto: cioè Dio.

Perchè tutto è un miracolo!

I miracoli riconosciuti come inspiegabili dalla scienza (con storie meravigliosamente strane), servono ad incoraggiarci. A dirci (come ha fatto Schindler con la ragazzina ebrea paralizzata dalla paura del futuro): Tu sei figlia di quel Dio che ha fatto quel miracolo. E’ un Dio potente che sta anche vicino a te, ogni minuto. Non aver paura!”

E la Pasqua serve per dirci ancora più forte: Tu sei figlia di quel Padre che ha fatto risorgere Gesù. Non stare più seduta all’ombra del sepolcro. Gesù non è lì. E’ vicino a te!

 

Ed i miracoli di tutti i giorni servono per dirci ogni mattina: Sii tu il miracolo di Dio!”

 

 

“Bruce: Erano così tanti, che gli ho solo dato quello che volevano.

Dio: Già… Ma da quando in qua le persone sanno quello che vogliono?

Bruce: E allora che faccio?

Dio: Dividere la minestra non è un miracolo, Bruce, è un trucchetto. Una madre sola che deve fare due lavori e che trova ancora il tempo di accompagnare il figlio a scuola di calcio, quello sì che è un vero miracolo. Un adolescente che dice di no alla droga e dice sì all’istruzione, questo è un miracolo. Le persone vogliono che faccia tutto io e non si rendono conto che sono loro ad avere il potere. Vuoi vedere un miracolo, figliolo? Sii il tuo miracolo.

Bruce: Aspetta, che fai, vai via?

Dio: Sì, penso che tu sappia cavartela adesso.


Bruce
: E se ho bisogno di te, se devo farti delle domande?

Dio: È un tuo problema, Bruce, è il problema di tutti quanti. Continua a guardare in alto!”

 

 

(Tratto dal film “Una settimana da Dio”)

 

 

 

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15 commenti su ““Vuoi vedere un miracolo figliolo? Sii il tuo miracolo””

  1. Semplicemente, GRAZIE!
    Ora non mi resta che “impegnarmi” per scorgere i miracoli ogni giorno. Cosicché potrò “partecipare” anch’io alla Resurrezione di Cristo.

    1. È questa la scommessa più grande. “Scommettiamo che sono dentro un miracolo chiamato VITA? E scommettiamo che io sono un miracolo vivente?”
      Oh yyyhhheeeaaa!!!

  2. Cristina…nulla di più bello ed emozionante da leggere in questo venerdì Santo dove si rinnova il Miracolo più grande…l immenso e straordinario AMORE di Dio Padre per ognuno di noi. Che Dio ti Benedica e …Buona Santa Pasqua.

  3. Buongiorno Cristina e auguri di Santa Pasqua nel Signore Gesù!
    In merito all’esempio del passaggio del mare, esistono delle ricerche storiche straordinarie che suffragano proprio la tradizione biblica dell’apertura del mare. Esiste un punto ben preciso nella penisola del Sinai dove la terra d’Arabia è collegata con la costa Est del Sinai da un ponte di terra sottomarino (parecchie decine di metri sotto l’acqua ma con fossati molto più profondi ai 2 lati) dove sarebbe passato il popolo di Israele.
    Il vento in quel caso non sarebbe bastato a dividere le acque se non per intervento prodigioso del loro Dio.
    La cosa straordinaria è che a quel tempo nessuno poteva sapere di questa “stranezza” geologica e che quel punto non si trova sulle vie carovaniere per cui il popolo è stato veramente portato lì su direttive dell’Eterno! Esplorando anche il fondale marino sono state trovate ruote, archi e altre presenze di carri da guerra Egiziani del tempo dei faraoni…più decine e decine di altre evidenze. Tutto ricercabile su Youtube in italiano e davvero molto molto interessante .
    Saluti a tutti

    1. Carissima, grazie per questo messaggio! Tante volte, mentre studiavo (e studio) Sacra Scrittura e la sua esegesi, mi sono chiesta: “Ma non sarà che nella nostra smania di capire e decodificare tutto, alla fine, di simbolismo in simbolismo, di stile letterario in stile letterario, di mito in mito (direbbe Bultmann) ci scordiamo che quel che c’è scritto, è vero! Una volta padre Bartolomeo Sorge, mi ha detto che una volta, in un ritiro per sacerdoti, aveva detto loro: “Noi preti parliamo come se Dio ci fosse. E invece c’è!”

    1. Da quando padre Sorge me l’ha detta, non me la sono più dimenticata! Perchè è proprio così: alcuni preti sono diventati professionisti del sacro, dimenticandosi che la fede va coltivata non a colpi di cultura ed omelie (spesso anche banali o moralistiche, mi si consenta) ma a minuti passati cn la Parola che tutto ha creato. Quella frase, racchiude un mondo di riflessioni!
      P.S. Padre Sorge me la disse, sorridendo ironicamente e serenamente, non certo per puntare il dito sui sacerdoti. E’ un uomo di Dio che sa vedere i limiti umani, senza vestirsi da “moralizzatore”. Lui sa amare tutti. Non so come fa, ma emana amore rassisurante!

  4. Ho capito cosa vuoi dire e cosa intende Padre Sorge.
    Conosco un sacco di sacerdoti di varie parrocchie della mia città e molti di loro sembrano più dei “burocrati” che dei “pastori di anime”, quindi meno disponibilità all’ascolto di noi pecorelle. Lo denoto anche dal commento del Vangelo della domenica: alcuni di loro fanno bei discorsi, ma è come se mancasse qualcosa.
    E’ anche vero che molti di loro, almeno qui, devono gestire più parrocchie, quindi non sempre hanno il tempo materiale di stare dietro a tutto.
    Però, da qualche mese, ho scoperto una piccola parrocchia di quartiere gestita da un sacerdote “speciale”: le sue omelie e catechesi nascono dal cuore e al cuore arrivano. E’ indescrivibile. Ed è inevitabile non farsi rapire dalle sue parole e dai suoi modi: esprimono Amore per Dio e per la missione che compie. 🙂
    Anche tra i suoi parrocchiani traspare un clima di serenità, pace e fratellanza; infatti, domenica mattina, non appena entrata in Chiesa, molti di loro si sono avvicinati a me per gli auguri, pur non essendoci mai presentati e mi sono sentita accolta, una di loro, una della parrocchia.
    E’ stato bello! 🙂

  5. Ho appena rivisto una settimana da dio alla tv stasera, in questo periodo delicatissimo per tutti noi e voglio esprimere qua tutta la mia voglia di essere un miracolo, nel senso che spero che anche nel mio piccolo angolo possa servire davvero a rendere le cose migliori. Da questo articolo ho tratto uno spunto importante, la mia fede ha preso più vigore di prima e voglio provare a vedere con la luce negli occhi ogni cosa per poter scorgere le potenzialità che ogni situazione che mi si presenta può portare e così coglierle. Capisco che devo lavorare tanto dentro di me e sapere che non sono solo, ci proverò con tutte le mie forze. Grazie mille per l’articolo ????

  6. In questi giorni in cui sono meno impegnata,mi concedo il piacere di rileggere il tuo blog.
    A proposito di quello che scrivi qui sui miracoli quotidiani,segnalo questo brano dal film “L’albero degli zoccoli”,è la scena dell’omelia.
    Il prete,commentando un eclatante miracolo della Vergine (lacrimazione) verificatosi qualche centinaio di anni prima (il miracolo in questione evitò che il paese fosse raso al suolo convertendo il cuore del generale nemico) ricorda ai fedeli “i miracoli di tutti i i giorni”,i miracoli che danno all’uomo “la forza che non ha ” e che fanno si che il mondo vada avanti (che è poi lo spirito del film.Non ha caso l’audio di quella scena l’ho ritrovato su un sito che raccoglie podcast di preghiere
    https://www.preg.audio/p/57b72690020686b77c2f9020
    Buon Natale 2021

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