Vinci la paura, con la fede!

la-luceBuongiorno prof, volevo dirti che sono in un momento di grande confusione. Da una parte ringrazio il Signore perché in questi mesi mi sono avvicinata tanto a lui e ogni giorno scopro cose che mi fanno capire quanto abbia di Lui e quanto Lui sia grande. In altri momenti invece mi dispero e mi chiedo come mai Dio non abbia pietà di me e non aiuta le persone che mi sono così care… piango spesso per loro e ho paura per il loro futuro… Ho paura di avere paura e che la mia debolezza non mi permetta di affrontare con gioia, la vita.

Prima passavo il mio tempo a pregare Dio prima di ogni controllo medico…ora invece per me è più importante leggere testimonianze che mi avvicinino a Lui…quasi volessi toccare con mano la vicinanza di Gesù. Certe storie mi danno questa certezza.

Poi invece ci sono i momenti in cui mi dò della stupida, per non aver capito nulla prima dell’affacciarsi della malattia, per non essere stata sufficientemente felice e aver fatto i capricci quando i veri problemi non esistevano. Alterno quindi momenti in cui mi sento  vicina a Lui a momenti in cui mi sento lontanissima…e questo è terribile.

Nella pratica poi faccio fatica a cambiare la mia vita. Cerco di sforzarmi cercando di fare opere buone molto più spesso di quanto facevo prima…ma dovrei vivere in modo buono sempre… Niente arrabbiature, niente litigi, tanto amore sempre, rinunciare a ciò che è mio per darlo a chi ha assolutamente più bisogno …

È normale quello che mi sta accadendo? Prego tanto il Signore perché mi dia la forza per cambiare di più.

Io ci credo a Lui davvero, ma le persone a cui voglio bene qui sono ancora per me così importanti… Scrivo a te perché sento che puoi comprendere il momento che sto passando e mi sento capita… Scrivo a te, ma scrivo anche a Lui per avere l’appoggio e una mano che mi aiuti a salire. Un abbraccio. Francesca

tempesta-sedata E Gesù disse loro: «Perché siete voi così paurosi? Come mai non avete fede?» Marco 4:35-41

Ogni volta che leggo questo rimprovero di Gesù, qualcosa di tranquillo entra in me.

Questa sgridata di Gesù ai discepoli, mi tranquillizza tanto.

Pensiamoci bene: quel giorno c’era una fortissima tempesta e la barca stava per rovesciarsi. I discepoli mica avevano svegliato Gesù per una quisquilia, una mania di persecuzione o un eccesso di zelo. Eppure Gesù ha sgridato i suoi discepoli perché avevano paura.

letempestenonmifanno-intSappiamo anche che non li avrebbe mai rimproverati per qualcosa in cui non potevano far niente. In realtà la paura è una scelta.

Senza accorgercene, noi accettiamo la paura come fosse un normale aspetto della vita.

Non voglio dire che la paura non faccia parte delle normali reazioni dell’essere umano. Ma non possiamo diventarne prigionieri, perché le conseguenze sarebbero nefaste.

TPM-Yoda“La paura è la via per il Lato Oscuro. La paura conduce all’ira, l’ira all’odio; l’odio conduce alla sofferenza. Ah…io sento in te molta paura! ” dice Yoda nel film “Guerre stellari. La minaccia fantasma”.

 

FIDUCIA_IN_DIONon dobbiamo aver paura e Gesù ci ha detto come fare. Possiamo vincere la paura con la fede.

Ma dobbiamo avere molto tatto nei confronti di chi sperimenta la paura, e non dobbiamo vergognarci se siamo noi ad aver paura.

 

La paura, infatti, è un tormento. Nell’amore non c’è paura; anzi, l’amore perfetto caccia via la paura, perché chi ha paura teme un castigo. Quindi chi ha paura non è perfetto nell’amore” (1Giovanni 4:18)

1409845424-syria-report-4x3La paura che Dio non ci ascolti, non ci aiuti…

La paura che Dio si sia allontanato da noi disgustato dai nostri peccati…

slide_9La paura di non aver pregato abbastanza o abbastanza bene, per meritarci la sua protezione…

La paura di non essere stati abbastanza bravi da esserci conquistati l’amore di Dio…

La paura è un vero martirio che, spesso, ci diamo noi stessi.

Pensiamo solo alla lotta che facciamo sul piano dei pensieri. E’ una vera e propria battaglia interiore contro i pensieri che provengono dalle nostre insicurezze, dall’immaginazione, dalle preoccupazioni, dalla mentalità che ci circonda, oppure dal Nemico.

slide_9In questa lotta ai pensieri che ci turbano, ci spaventano o ci scoraggiano, dobbiamo opporre i pensieri che possano confortarci e ristabilire in noi la pace. In previsione di questa lotta, «beato l’uomo che piena ha la faretra» di quelle frecce che sono i buoni pensieri, vale a dire quelle solide convinzioni basate sulla fede, che nutrono l’intelligenza e fortificano il cuore nel momento della prova.

slide_13Quindi, pur sapendo tutti i meccanismi istintivi che fanno nascere la paura umana, quando vogliamo consolare qualcuno non è necessario accettare e sostenere la paura come una cosa normale.

Gesù non ha fatto così.

 

slide_6Un qualsiasi cristiano di oggi avrebbe detto ai discepoli: Va bene ragazzi, so come vi sentite.

Gesù invece ha detto: Qual è il vostro problema? Perché non avete fede?

La differenza di attitudine di Gesù nei confronti della paura e quella del cristiano medio di oggi, è il motivo per cui tanti di noi stanno vivendo molto al di sotto di quello che Gesù ha preparato per noi. Lui è morto perché potessimo essere liberi dalla paura di ogni male e questo include la povertà, la malattia, la morte e anche la solitudine.

danzaPer Lui tutto ciò che non è una vita cristiana felice e vittoriosa è anormale. Vuole che viviamo liberi dalla paura.

Gesù ha detto chiaramente che la fede è l’antidoto contro la paura. Leggere il vangelo significa leggere in continuazione: Non abbiate paura!”

Fede e paura non possono e non devono coesistere. Sono nemici e due forze opposte. Se la fede è forte, scaccerà via ogni paura.

Hanno avuto paura i personaggi della Bibbia; l’hanno avuta i santi e l’abbiamo noi. Ma se tu nutri la tua fede, le tue paure moriranno di fame.

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Uno dei modi per dare nutrimento alla fiducia verso Dio è proprio quella che stai facendo tu: leggere le testimonianze degli altri. Conoscere storie realmente accadute. Guardarsi intorno e vedere che Dio non si è lasciato chiudere in nessuna sagrestia, ma è davvero vicino a noi. 

 

 

cuore2“Il Signore è mia luce e mia salvezza: di chi avrò timore? Il Signore è difesa della mia vita: di chi avrò paura?…

Se contro di me si accampa un esercito, il mio cuore non teme; se contro di me si scatena una guerra, anche allora ho fiducia…

Sei tu il mio aiuto, non lasciarmi, non abbandonarmi, Dio della mia salvezza… Spera nel Signore, sii forte, si rinsaldi il tuo cuore e spera nel Signore.”

Salmo 26 (27)  

Cara Francesca, una storia vera tutta per te…per me…per noi tutti!  

412z2bUow0LFrate Angelus Marie assomiglia a un benedettino studioso. La sua aria trasognata gli ha valso il nome angelico. Questo tecnico informatico placido e tranquillo ha resistito a lungo alla chiamata di Dio perché era terrorizzato dall’idea di vivere nel Bronx. Era andato a trovare la comunità dei francescani e vi si era trovato come il più felice degli uomini. Ma non poteva entrarvi; tutta la sua persona si ribellava. Si immaginava colpito a morte da bande selvagge a colpi di mazza da baseball lapidato, martire, contro un muro coperto di graffiti. “No Signore – pregava – chiedimi tutto quello che vuoi, ma non di vivere in quel ghetto”.

Un giorno, mentre recitava il rosario, senti una voce: “Va, torna a New York”. Nel suo appartamento non c’era nessuno, aveva forse sognato? Qualche minuto dopo, la voce si fece sentire di nuovo: “Torna a New York!”. Era la voce di Dio – racconta Angelus Marie – e dovetti confessare a me stesso che rifiutavo di rispondere alla sua chiamata perché avevo paura del Bronx! Dio era ricorso ai mezzi estremi, si era servito degli altoparlanti! Non potevo resistergli più a lungo.”

Telefonai a frate Glenn per prendere un appuntamento, supplicando: “Dove vuoi tu, Signore, ma non nel Bronx!”. Glenn mi invitò a passare 4 giorni alla Farm, l’eremo della comunità. Potemmo parlare molto liberamente. Gli confessa quella fifa incredibile. Mi rispose che era normale, che molti frati l’avevano provata: “Non bisogna avere paura della paura – disse Glenn – bisogna affidarla al Signore e offrire piccoli atti d’amore che a poco a poco apriranno il tuo cuore e cacceranno la paura”. Il maestro dei novizi mi incoraggiò anche a visitare altre comunità, ma non vi trovavo la pace che sentivo dai francescani. Tornai a passare le feste di fine anno da loro. La mia decisione era quasi presa. Restavano due ostacoli: la mia paura del Bronx e il mio appartamento. Dovevo disfarmene per entrare nella comunità (la regola della povertà è precisa al riguardo) ma io non volevo liberarmene. La mia famiglia aveva bisogno di quell’entrata economica. Ma eravamo in piena crisi immobiliare.

Pubblicai un breve annuncio in un giornale, indicando il prezzo desiderato, molto alto rispetto all’andamento del mercato. Non mi facevo troppe illusioni. Gli amici non mi nascondevano i loro scetticismo: “Lo valuti al prezzo massimo, mentre il mercato immobiliare è in ribasso. Stai sognando?”. Anche se rispondevo: “Vedrete, Dio mi manderà un compratore”, il mio era un ottimismo di facciata. Cominciai una novena con questa intenzione: “Signore, se vuoi che mi faccia frate, risolvi tu la faccenda!”; ed ecco che il nono giorno qualcuno rispose all’annuncio. Gli feci visitare l’appartamento. L’acquirente firmò immediatamente un compromesso di acquisto alle condizioni fissate, senza nemmeno discutere il prezzo. Avvertii immediatamente un sentimento di pace e di gioia, come quello di chi ha incontrato la donna della sua vita. La mia richiesta di ammissione nella comunità fu accolta. Quanto alla paura del Bronx, è scomparsa vivendoci, quando ho scoperto la bellezza dell’anima dei nostri vicini di quartiere”.   

(Tratto da DIO NEL BRONX)

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