Il vincitore sei tu!

La biologia dice che dopo il rapporto sessuale, l’uomo deposita circa 200 milioni di spermatozoi; tutti iniziano a nuotare verso l’alto, dentro il sentiero, per trovare l’ovulo;
Di tutti i milioni che vengono depositati, in realtà solo tra il 300 e il 500 arrivano sul posto (altri si stancano per strada, perché non è una corsa facile).
Di quelli che riescono a raggiungere l’ovulo, solo uno fertilizza l’uovo e, in questo caso, il vincitore sei tu!

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La Terra santa è vicina!

E’ un po’ che quest’adolescente mi è entrata nel cuore.
E il bello è che lei non lo immagina nemmeno.
Anzi: neanche mi conosce.
Però mi sta insegnando a vivere.????
Lei si chiama Maddalena (la chiamerò così), è giovanissima, è malata molto seriamente e oramai da mesi è stata costretta a cambiare tutta la sua vita.
Sua zia è una mia carissima amica e l’ama più di sé stessa.
Per questo ogni tanto mi racconta.
L’ultima volta è accaduto pochi giorni fa, mentre ero pronta per iniziare la giornata a Gerusalemme.
Drin…
L’alert dei messaggi mi avverte ed io ancora non so che sto per aprirne uno preziosissimo.
Commovente.
Sono quelle storie che mi fanno sperare in meglio, in modo quasi miracoloso!
Perché se esistono sulla terra creature così, allora posso sperare che la fine del mondo si sposti un po’ più in là.????????
Maria (chiamerò così sua zia, nonché mia amica) mi scrive:
“Buongiorno Cristina! So che stai bene e stai vedendo tante cose belle….sono felice per tutto questo!
Ieri ho trascorso un pomeriggio bellissimo: Maddalena mi ha chiamata dicendo che sarebbe venuta a casa Runa, la cagnolona che fa Pet Therapy nell’ospedale dove è seguita… ora Runa va anche a domicilio se la si vuole.
Mi sono precipitata e sono stata con Maddalena, la sua mamma ed il proprietario (anche addestratore) di Runa!!!”????
Maria mi allega una foto dolcissima di Maddalena con Runa, un Labrador bianco che farebbe innamorare anche i sassi con quel suo sguardo affettuoso!
Poi mi manda un video in cui Runa è allungata sul pavimento e tante mani l’accarezzano! La felicità delle carezze che riceve è proporzionale agli sguardi d’amore che lei ridà.
“Cri, ho visto cose meravigliose! Ho visto come un cane comprende una situazione di sofferenza e come la trasformi in gioia. Runa va anche nelle carceri, negli asili e nelle scuole elementari…
Maddalena era felicissima.
Ma lei lo è sempre!????
Partita Runa siamo andate a passeggiare per le campagne di *******. Maddalena aveva con sé il sacchettino dei croccantini per i gattini… quei mici abbandonati, scheletrici, che appena la sentono arrivare le corrono incontro… e lei con dolcezza li chiama per nome e li accarezza tutti!”❤️
Guardo le foto della bellissima Maddalena, oramai senza capelli da tanto tempo, eppure con delicato amore per ogni forma di vita.
Vedo Maddalena accarezzare i micetti, coccolarli, sfamarli ma, soprattutto, chiamarli per nome.
Ad ognuno lei ha dato un nome.
In una foto è con Nino, il micetto con cui condivide un affetto fatto anche di baci delicati sul collo.
Maria mi racconta: “Alla fine ieri non c’era Pinna Gialla, un gattino che lei chiama così… Allora mi ha detto: “Lasciamo due croccantini da parte, sennò se arriva e non ho niente ci rimane male”❤️

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Il guerriero della luce crede. Proprio come credono i bambini. (Paulo Choelo): le NDE

Ero in viaggio e su quel treno diretto a Milano ero in compagnia di un solo signore. Alto, con la barba curatissima ed un pizzetto signorile che, insieme ai suoi capelli argentei, gli conferiva un’aria molto elegante.

Io avevo con me un libro. Lui pure.

Il viaggio era lungo ma i nostri libri ci tenevano concentrati

C’era un bel silenzio calmo nel nostro scompartimento.

Ad un certo punto quel signore alzò lo sguardo verso di me e mi chiese cosa stessi leggendo. Poi lui mi fece vedere il suo libro.

E’ iniziato tutto così.

La mia passione per gli studi sulle NDE (Near Death Experience) è iniziata con un incontro casuale, su un treno, con un professore universitario dall’aria affascinante.

All’arrivo nella caotica stazione milanese, lui mi lasciò sorridendo, con un: “Buona giornata Maria Cristina. Ti voglio regalare questo libro. Mi hai detto che non hai mai sentito parlare di NDE. E’ giunto il momento di sopperire a tale mancanza. Goditi la lettura di questo volumetto!”.

Mi sentivo un po’ una privilegiata per il fatto di avere tra le mani, gratuitamente, quel libro mai incontrato prima nel mio cammino.

Quel giorno ancora non sapevo che quella lettura sarebbe stata solo l’inizio!

L’inizio dei miei studi e del mio ascolto di decine e decine di esperienze di NDE.

Quel libro era: “La vita oltre la vita” del dott. Raymond Moody.

Allora non sapevo che poi avrei acquistato, negli anni, decine di libri sull’argomento, che poi avrei ascoltato testimonianze anche io e che … ma andiamo per gradi.

Per alcuni anni non ne ho mai parlato, consapevole che potevano essere esperienze un po’ “avanti” per taluni. L’ho sempre tenuta come una mia passione intima e profondamente spirituale.

Ma ora che il tempo passa, credo che debba fare anche io il mio piccolo passa-parola per chi vorrà.

Perché io lo ricordo quando ******** (scusate se mantengo la privacy), nei suoi ultimi istanti di vita, dopo che la malattia l’aveva trasformata da donna prosperosa in un’anziana pelle e ossa, improvvisamente riprese come le forze e, spalancando gli occhi, iniziò a parlare con il marito, deceduto anni prima.

Improvvisamente lei diceva di vederlo.

Improvvisamente aveva ripreso entusiasmo e vita.

Improvvisamente parlava e raccontava di una Luce che era lì, nella sua camera.

L’infermiere, chiamato da mia zia che le stava facendo assistenza ospedaliera, disse: “Non so se sono illusioni o allucinazioni. So solo che spesso, lavorando con i malati giunti alla fine, mi è capitato di vedere questo strano fenomeno: dicono di “vedere” qualcosa o qualcuno che noi non vediamo. Chissà …”

Dopo alcuni attimi ********* morì con il sorriso.

E ricordo quella bambina che, oramai morente per un tumore, un 26 dicembre chiuse gli occhi di fronte al medico che era lì con lei ed ai suoi genitori. Quest’ultimi uscirono dalla stanza distrutti, per piangere tutte le lacrime del mondo. Quel medico (tra l’altro neanche credente), era rimasto accanto a questa piccola paziente che, nelle ultime settimane, le era oramai entrata nel cuore. Stava preparandosi a redigere l’atto di morte (eravamo negli anni ’80 e non c’era ancora la nostra informatizzazione) quando quella bimba riaprì gli occhi.

Davanti a lui.

Il medico esterrefatto la vide sorridergli felice ed ascoltò emozionato le sue ultime parole: “Dottore, può dire a papà e mamma di non piangere? Il paradiso è bellissimo ed io sono tanto felice di andare!” Continua a leggere Il guerriero della luce crede. Proprio come credono i bambini. (Paulo Choelo): le NDE

Il mondo invisibile e misterioso vicino a noi!

Seconda ora di lezione.
Stiamo parlando del momento in cui a Patch Adams viene uccisa la sua ragazza amatissima, da un paziente schizofrenico.
Stiamo parlando di come affrontiamo il dolore, barcollando tra la disperazione e la risurrezione.
Stiamo parlando della lotta interiore di Patch Adams, strattonato dalla tentazione di farla finita e dalla voglia testarda di continuare a realizzare il suo sogno.
Poi il video.
Bellissimo!
In aula c’è la concentrazione perfetta.
Patch Adams pone a sé stesso e a Dio, le stesse domande che tutti ci portiamo dentro quando la vita picchia duro sulla nostra anima.
Poi arriva una bellissima farfalla che, dalla sua borsa contenente gli attrezzi medici e il suo sogno, vola sul suo cuore ferito.
Già; una farfalla.
Tempo prima, in una sera che sapeva più di altre di intimità, la sua ragazza amatissima gli aveva confidato il motivo da cui scaturiva la mole di paure che si portava appresso. Da bambina era stata molestata ripetutamente da un adulto. Questo l’aveva cambiata, destabilizzata, ferita, schiacciata fino a farla diventare simile ad un porcospino dagli aculei pungenti, pronti a difenderla dal mondo.
Quella sera lei, tra le lacrime, gli aveva confidato: “Mi sento sempre come una farfalla mai riuscita a volare”
Ed ora eccola lì; una farfalla meravigliosa e tenacemente appoggiata sul suo cuore.
Un caso che una bellissima farfalla proprio in quel minuto…?
E proprio sul suo cuore…?
Alla fine di questo video Marta (la chiamerò così) ci racconta: “Prof, io vorrei raccontare un fatto che è successo alla mia famiglia. Quando è morto mio nonno, al cimitero, sulla sua tomba, si è posata una bellissima farfalla azzurra che non se ne è andata finché è durata la cerimonia. Volava tra noi nipoti e poi si riposava sulla tomba. Quel giorno ci siamo convinti che fosse nonno a darci un segno della sua presenza.
Un po’ di tempo dopo è morta nonna. Al cimitero, questa volta, sulla tomba, ce n’erano due di farfalle. Una azzurra ed una arancione.
Anche questa volta tutte e due ci hanno fatto compagnia, posate sulla tomba, per tutta la durata della cerimonia e delle preghiere.
Alla fine sono volate via insieme”
In classe c’è grande attenzione e rispetto per questo misterioso pezzettino di vita.
Alla fine dell’ora, durante la ricreazione, Beatrice (la chiamerò così) si avvicina e mi dice: “Prof, le posso raccontare una cosa?”
Ha due incantevoli occhi celesti e lo sguardo di chi è già entusiasta all’idea di poter condividere una cosa bella.
“Da piccola mi è stato regalato un cagnolino. Con lui io sono cresciuta. Con lui ho visto la tivù, Con lui ho pianto ed ho riso. Con lui mi sono confidata. Con lui ho dormito. Era il mio cane adorato! Poi lo scorso anno è morto.
Quest’estate io sono andata in vacanza in Calabria.
Quel giorno stavo andando in spiaggia da sola. Per arrivarci bisognava fare un sentiero ripido e con gli scalini affatto sicuri. Ad un certo punto ho messo un piede male ed ho perso l’equilibro verso sinistra, dove c’era un dirupo e la roccia.
E’ stato una frazione di secondo.
Mi sono sbilanciata verso sinistra e mentre stavo per cadere sui sassi appuntiti ho sentito chiaramente una zampa di un cane che mi si è posata sul fianco sinistro permettendomi di non cadere e di riprendere l’equilibrio.
Prof, io mi sono girata di scatto perché mi sono detta: “Oddio, dov’è il cane?”.
Ma non c’era proprio nessuno.
Era il primo pomeriggio ed io ero solissima.
Ma quella zampa io l’ho sentita e non mi h fatto cadere.
Glielo assicuro.
L’ho sentita!”

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Cri ha raggiunto il Cielo!

Sto scrivendo questo post con le lacrime agli occhi.

Lo scrivo per chiarire di quale “Maria Cristina” stiamo parlando (prima che qualcuno, nella pagina facebook o nel blog, la scambi per me) e per condividere un tesoro prezioso capitatomi tra le mani circa otto anni fa.

Avevo da poco iniziato a scrivere nel mio blog “In te mi rifugio” quando un giorno mi arrivò una lettera delicatissima da parte della donna che sarebbe poi diventata l’angelo custode della mia vita.

Mi rimase subito impresso il suo avvicinarmisi in punta di piedi, per non rischiare di “entrare” nella vita altrui senza il dovuto rispetto.

Leggevo pensieri profondissimi. Mi faceva dono del suo cammino nei sentieri della fede, raccontandomi i suoi legittimi dubbi ed il suo profondo desiderio di incontrare fortemente Dio.

Una violetta delicata che potevi anche schiacciare, tanto lei te lo avrebbe permesso pur di non farti del male. E, comunque, ti avrebbe lasciato un po’ del suo profumo.

Mi rimase impresso ance il suo nome: Maria Cristina.

Come me.

Quel giorno le risposi con calma e con rispetto.

Ma mai avrei immaginato che quell’angelo sarebbe diventato la mia stampella ed il mio sole.

La vita ci aveva fatto incontrare e, pian piano, ne intuii anche qualche motivo.

Non avevamo solo il nome uguale, ma anche tante esperienze di vita che poi sarebbero arrivate. Persino il mio tumore scoperto ad agosto del 2019 si andava ad accomunare al suo tumore scoperto un po’ di anni prima di me.

Il giorno in cui mi diedero il referto medico, lei mi mandò un vocale stupendo: “Grazie di tutto sai Cri! A me lascia sempre un po’ senza fiato questa nostra accomunanza di vita e di cammino…quante ne abbiamo rilevate da quando ci conosciamo e…così…abbiamo ricevuto in dono anche questa; quella della malattia…andiamo avanti, andiamo avanti insieme! Che insieme siamo una forza doppia, una forza maggiore! E chissà che un giorno non ci abbracceremo anche, ci guarderemo negli occhi, per dircele di persona tutte queste cose! Intanto sentimi davvero vicina sai! Perché sei presentissima, sei presentissima! Nel mio nulla, ti accompagno…ti voglio bene…andiamo avanti…andiamo avanti. Il Cielo c’è! E’ sempre sopra di noi. Sempre. E quindi, avanti tutta Cri! Evviva la vita! A prestissimo! E grazie ancora di tutto!” Continua a leggere Cri ha raggiunto il Cielo!

I quattro pilastri del benessere

Dite la verità: qual è l’immagine che scegliereste per il muro esterno della vostra casa?
“E che te lo dico affà” direbbe una mia amica! ????
Ora, ammettiamo che quella casa siete voi.
Come scegliereste di essere?
“E che te lo dico affà”, ridirebbe sempre la mia amica! ????
Eppure, qualche volta, preferiamo rimanere monotono come l’immagine in alto.
Invece di scegliere il benessere, le felicità, l’energia …, scegliamo di vivere in modo pigro, negativo, angosciato.
Perché?
Sto leggendo il libro (bellissimo!) di Richard Davidson “La vita emotiva del cervello” e sto entrando a piè pari nel mondo delle neuroscienze con lo studioso n.1 nel mondo.
E’ un libro che ti prende e ti porta per mano nel mondo interiore.
Se sei curioso di sapere cosa accade nel tuo cervello quando sei triste o euforico, arrabbiato o ottimista, oppure quando hai a che fare con gli altri, questo è il libro che fa per te.
Anni fa la ricerca psicologica si alleò con la ricerca neuroscientifica per conoscere non solo quello che accadeva nella nostra testa (ossia le funzioni cognitive) ma anche quello che succedeva nel nostro cuore.
Wow!????
Già una ventina di anni fa il libro di Goleman “L’intelligenza Emotiva” mi aveva aperto un mondo; ma ora quest’altro libro… !
Io lo farei leggere a tutti con un DPCM speciale.
Ricapitoliamo: negli anni Settanta alcuni studiosi intrapresero una serie di ricerche pionieristiche che avrebbero portato alla nascita delle cosiddette «neuroscienze affettive». Oggi Richard Davidson, in questo libro, ci racconta come “ragione&sentimento” non sono polarità inconciliabili.
Anzi!
Pensate per un attimo se tutto questo lo capissero bene bene bene tutti gli insegnanti, tutti gli imprenditori, ogni allenatore, i genitori, i poliziotti, i medici, il fruttivendolo sotto casa, l’amministratore di condominio, i colleghi della scrivania accanto …
Ma soprattutto, pensate cosa potrebbe accadere alla nostra vita, se fossimo noi stessi a conoscerci bene bene bene, imparando come raggiungere il nostro benessere.
Il cervello non è una scatola impenetrabile e immutabile.
Può cambiare.
In meglio!
E le nostre emozioni non vengono da Marte.
Si fondano su precise basi neuronali.
Possiamo capirle.
Meglio!

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C’è fuoco e fuoco

Quella che vedete a destra è una bellissima foto scelta dal National Geographic nell’aprile del 2010.
È stata scattata in Laos da John Stanmeyer.
In questo paese il nuovo anno si festeggia a metà aprile ed il fotografo ci ha regalato questa rasserenante immagine: una donna che pone la sua offerta infuocata sul fiume Mekong, noto ai laotiani come “la madre delle acque”.
La foto a sinistra, sempre tratta dal National Geographic, raffigura un altro festeggiamento per un nuovo anno.
Questa volta siamo a Sydney nel 2000 e la fotografa si chiama Annie Griffits. Quelli che vedete sono venti tonnellate di fuochi d’artificio fatti esplodere sul porto.
Per una come me che adora i fuochi d’artificio, la foto sotto non può che essere strabiliante.
Eppure la foto sopra mi affascina ancora di più ????
Mi racconta qualcosa che ha a che fare con la meditazione.
Con un camminare volutamente “lento” e profondo.
Con un vivere senza la bulimia di continui picchi di adrenalina, ma con la saggezza del vivere a braccetto con la gratitudine ed il rispetto.

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Ho vinto io!

L’inizio.

“Pronto? Prontooo??? … Ragazzi, silenzio che non sento!!!”

Provate voi ad ascoltare un interlocutore qualsiasi, stando su un pullman con 55 quindicenni che scalpitano per l’entusiasmo. Sono felici. È tutto l’anno scolastico che racconto loro storie di cadute e di rinascita ascoltate a San Patrignano e finalmente oggi, 2 maggio 2019, è arrivato il loro turno di partire con me.

Pronto? Mi scusi sa…sono in viaggio con i miei studenti…ora la sento…mi dica”

“Buongiorno Maria Cristina, è l’ospedale. La chiamo perché, in seguito alla mammografia che ha fatto il 19 aprile i medici hanno deciso di farle fare un’ecografia per ulteriori accertamenti”

Va bene. Mi dica pure la data

L’aspettiamo il sei maggio alle 15.00”

Perfetto! Grazie per avermi chiamato

Le mie colleghe mi guardano con l’aria un po’ preoccupata ma non osano commentare. Io sorrido e dico: “Non è niente. Anche dopo l’ultima mammografia mi hanno poi richiamata per fare un’ecografia. Sono molto scrupolosi in quel reparto”

E ricomincia la gioia del viaggio.

1.

Lunedì sei maggio 2019. La dottoressa “giovane&gentile” fissa il monitor dell’ecografo come ci fosse il documentario più interessante del mondo. È concentratissima. Passa e ripassa quella specie di sonda sul mio seno ed i suoi occhi sono tutti per quegli ultrasuoni che formano immagini strane sullo schermo.

Io sono tranquillissima. Dopo pranzo mio marito mi ha salutata ed io non gli ho neanche detto che avevo un appuntamento all’ospedale. Non mi è proprio venuto in mente. Ho messo la telefonata del due maggio nel file “scrupolosità di routine” del nostro eccezionale reparto di senologia.

La dottoressa “giovane&gentile” viene raggiunta dalla dottoressa “affascinante&scrupolosa”. Questa volta sono in due ad essere concentratissime su quel monitor. Io continuo ad essere tranquilla ma inizio a sentire dei piccoli punti interrogativi che si affacciano nella mia mente.

C’è qualcosa che non va?

Ma no! Anche nell’ultima ecografia è successa la stessa cosa.

Alla fine azzardo la domanda: Ma…c’è qualcosa di strano?”

Mi rispondono con tono tranquillo. Però mi parlano di calcificazioni…di qualcosa che meriterebbe un approfondimento …

Ecco eh! Ecco che la parola che mi mette tanta paura arriva.

La parola “ago”!

Me lo sento che sta arrivando.

Non so perché ma il mio terrore degli aghi me lo porto appresso da sempre.

Guardi” mi dice la dottoressa “affascinante&scrupolosaio credo sia il caso di fare un agoaspirato perché…”

Tutto il mio mondo interiore va in stato di allarme! Continua a leggere Ho vinto io!

Ma allora sei esistito sul serio!

Ma che mi succede?

Non capisco perché mi scendono le lacrime.

Fermi tutti: io non sono così!

Non mi sono mai interessata di corpi di defunti, per alimentare la mia fede in Dio.

Mi sono tenuta accuratamente fuori dal dibattito sul corpo di Carlo Acutis esposto ad Assisi.

La fede poggia su ben altro che non un corpo di un defunto donato agli occhi di tutti.

Intendiamoci: so che per i cristiani cattolici ed ortodossi un corpo defunto rimasto “incorrotto” (questo è il termine per parlare di una salma poco o per nulla decomposta) può essere un segno di Dio che ci parla di una persona speciale. Ma non ho voglia di entrare nelle inutili polemiche tra chi tifa per ogni possibile spiegazione scientifica e chi tifa per la fede in Dio a tutti i costi.

Quindi sono entrata nella Chiesa della Spogliazione, ad Assisi, nel modo più distaccato (e un po’ incuriosito) possibile.

Tuttavia è successo.

Quando mi sono trovata di fronte a quel ragazzo con le sue scarpe da tennis, i jeans ed una semplice felpa addosso, il suo viso sereno e la gente silenziosa, la commozione è entrata in me senza permesso.

Eppure prima di arrivare davanti a lui, avevo fotografato con calma l’arte meravigliosa presente sui muri della chiesa, avevo girovagato tra un altare e l’altro come una turista qualsiasi ed infine (solo infine) mi sono diretta da Carlo.

Quindi tutto nella norma spirituale.

Se non fosse che, una volta lì, il mio cuore ha ceduto all’emozione ed ho pianto.

E’ stato un po’ come quando ti parlano tanto di una persona e poi, all’improvviso, quella stessa persona la vedi e lei passa dal file “mito” al file “lui c’è”! Continua a leggere Ma allora sei esistito sul serio!

Per ogni giorno: grazie!

Ogni giorno… Ogni mattina… Nasco! Continua a leggere Per ogni giorno: grazie!