





L’inizio.
“Pronto? Prontooo??? … Ragazzi, silenzio che non sento!!!”
Provate voi ad ascoltare un interlocutore qualsiasi, stando su un pullman con 55 quindicenni che scalpitano per l’entusiasmo. Sono felici. È tutto l’anno scolastico che racconto loro storie di cadute e di rinascita ascoltate a San Patrignano e finalmente oggi, 2 maggio 2019, è arrivato il loro turno di partire con me.
“Pronto? Mi scusi sa…sono in viaggio con i miei studenti…ora la sento…mi dica”
“Buongiorno Maria Cristina, è l’ospedale. La chiamo perché, in seguito alla mammografia che ha fatto il 19 aprile i medici hanno deciso di farle fare un’ecografia per ulteriori accertamenti”
“Va bene. Mi dica pure la data”
“L’aspettiamo il sei maggio alle 15.00”
“Perfetto! Grazie per avermi chiamato”
Le mie colleghe mi guardano con l’aria un po’ preoccupata ma non osano commentare. Io sorrido e dico: “Non è niente. Anche dopo l’ultima mammografia mi hanno poi richiamata per fare un’ecografia. Sono molto scrupolosi in quel reparto”
E ricomincia la gioia del viaggio.
1.
Lunedì sei maggio 2019. La dottoressa “giovane&gentile” fissa il monitor dell’ecografo come ci fosse il documentario più interessante del mondo. È concentratissima. Passa e ripassa quella specie di sonda sul mio seno ed i suoi occhi sono tutti per quegli ultrasuoni che formano immagini strane sullo schermo.
Io sono tranquillissima. Dopo pranzo mio marito mi ha salutata ed io non gli ho neanche detto che avevo un appuntamento all’ospedale. Non mi è proprio venuto in mente. Ho messo la telefonata del due maggio nel file “scrupolosità di routine” del nostro eccezionale reparto di senologia.
La dottoressa “giovane&gentile” viene raggiunta dalla dottoressa “affascinante&scrupolosa”. Questa volta sono in due ad essere concentratissime su quel monitor. Io continuo ad essere tranquilla ma inizio a sentire dei piccoli punti interrogativi che si affacciano nella mia mente.
C’è qualcosa che non va?
Ma no! Anche nell’ultima ecografia è successa la stessa cosa.
Alla fine azzardo la domanda: “Ma…c’è qualcosa di strano?”
Mi rispondono con tono tranquillo. Però mi parlano di calcificazioni…di qualcosa che meriterebbe un approfondimento …
Ecco eh! Ecco che la parola che mi mette tanta paura arriva.
La parola “ago”!
Me lo sento che sta arrivando.
Non so perché ma il mio terrore degli aghi me lo porto appresso da sempre.
“Guardi” mi dice la dottoressa “affascinante&scrupolosa” “io credo sia il caso di fare un agoaspirato perché…”
Tutto il mio mondo interiore va in stato di allarme! Continua a leggere Ho vinto io!
Ma che mi succede?
Non capisco perché mi scendono le lacrime.
Fermi tutti: io non sono così!
Non mi sono mai interessata di corpi di defunti, per alimentare la mia fede in Dio.
Mi sono tenuta accuratamente fuori dal dibattito sul corpo di Carlo Acutis esposto ad Assisi.
La fede poggia su ben altro che non un corpo di un defunto donato agli occhi di tutti.
Intendiamoci: so che per i cristiani cattolici ed ortodossi un corpo defunto rimasto “incorrotto” (questo è il termine per parlare di una salma poco o per nulla decomposta) può essere un segno di Dio che ci parla di una persona speciale. Ma non ho voglia di entrare nelle inutili polemiche tra chi tifa per ogni possibile spiegazione scientifica e chi tifa per la fede in Dio a tutti i costi.
Quindi sono entrata nella Chiesa della Spogliazione, ad Assisi, nel modo più distaccato (e un po’ incuriosito) possibile.
Tuttavia è successo.
Quando mi sono trovata di fronte a quel ragazzo con le sue scarpe da tennis, i jeans ed una semplice felpa addosso, il suo viso sereno e la gente silenziosa, la commozione è entrata in me senza permesso.
Eppure prima di arrivare davanti a lui, avevo fotografato con calma l’arte meravigliosa presente sui muri della chiesa, avevo girovagato tra un altare e l’altro come una turista qualsiasi ed infine (solo infine) mi sono diretta da Carlo.
Quindi tutto nella norma spirituale.
Se non fosse che, una volta lì, il mio cuore ha ceduto all’emozione ed ho pianto.
E’ stato un po’ come quando ti parlano tanto di una persona e poi, all’improvviso, quella stessa persona la vedi e lei passa dal file “mito” al file “lui c’è”! Continua a leggere Ma allora sei esistito sul serio!
Ogni giorno… Ogni mattina… Nasco! Continua a leggere Per ogni giorno: grazie!
Quello che vedete è il pavimento della Cattedrale di santa Maria in Fiore, a Firenze.
Quando ci si cammina sopra, non ci si rende conto della bellezza sotto i nostri piedi.
Ma dall’alto è tutta un’altra cosa.
Si vede tutta la sua minuziosa bellezza.
Chissà che la nostra vita non sia proprio così?
Un’opera d’arte meravigliosa vista dall’alto.
Un pavimento, vista dal basso. Continua a leggere Guardare dall’alto la nostra vita
Continua a leggere Ti direi: “Spegni la luce che il Cielo c’è!”
Me la ricordo bene.
Aveva un viso dolcissimo ed un modo di fare rasserenante.
Eravamo sedute su un muretto di una antica città umbra e mi raccontava la sua storia personale, con gli occhi che le brillavano ancora per l’emozione passata ma mai sopita.
Avrà avuto allora circa cinquant’anni. Sto parlando di una decina d’anni fa.
Ricordo che l’ascoltavo, grata alla vita per avermela fatta incontrare.
“Avevo circa cinque anni… mi ero ammalata gravemente ed il medico del paese non era riuscito a farmi guarire…c’era povertà in ogni dove … il mio cuore aveva smesso di battere.. mi avevano vestita ed iniziato la veglia di preghiera prima del funerale… loro piangevano ma io ero in un’altra dimensione…ricordo amore e luce in ogni dove…ricordo che era come ritornare a casa…ricordo una gioia sconfinata…poi il miocuore che ricomincia a battere ed io che torno nel mio corpo…rammento che…”
Mi fermo nei particolari del suo racconto, che lei mi porgeva con umiltà e pacatezza, senza nessuna forzatura a convincermi.
Mi fermo perchè certi particolari hanno bisogno della viva voce dei protagonisti e non di un semplice post.
Però mi rimase impressa una sua frase: “Siamo fatti di luce. Esistiamo grazie alla Luce e sempre la cerchiamo… dopo quell’esperienza fatta da bambina, mi capita di vedere la luce che è in tutti. Qualcuno però possiede in sé stesso più luce rispetto ad altri. Più amore. Più spiritualità. E quando siamo bambini abbiamo ancora le antenne alte verso la Luce. È come se sapessimo meglio da Chi e da Cosa proveniamo” .
Pensavo a tutto questo quando Giulia si è messa a fissare lo sbrilluccichio dell’acqua del lago. Poi è venuta da me e mi ha detto felice ed affascinata: “Quella luce mi sembra che mi chiami!”
“Lo so Giulia, siamo fatti della stessa sostanza della Luce”.
“Le persone sono come le vetrate.
Scintillano e brillano quando c’è il sole, ma quando cala l’oscurità rivelano la loro bellezza solo se c’è una luce dentro”
(Elisabeth Kubler-Ross)
P.S. Quella splendida signora mi disse un particolare che non sapevo se scrivere o no. Alla fine ho deciso di aggiungerlo. Ogni lettore poi potrà usare questo “particolare” come meglio crede il suo cuore.
“A volte vedo come dei raggi splendenti che vanno verso il cielo ed altri che, dal Cielo, vengono sulla terra. Un movimento splendido di raggi di luce. Ho capito che sono le preghiere che, dalla terra, raggiungono il Cielo e gli aiuti che dal Cielo, vengono verso di noi” Continua a leggere Siamo figli della Luce
“Con il cuore pesante vi informo che la mia bellissima moglie Kelly ha perso la sua battaglia di due anni con il cancro al seno. Ha combattuto una coraggiosa lotta con l’amore e il sostegno di tante persone. La mia famiglia e io saremo per sempre grati ai suoi dottori e infermieri del Md Anderson Cancer Center, tutti i centri medici che l’hanno aiutata, così come i suoi molti amici e le persone care che sono state al suo fianco. L’amore e la vita di Kelly saranno sempre ricordati. Mi prenderò un po’ di tempo per stare con i miei figli che hanno perso la madre, quindi perdonatemi in anticipo se non ci sentiremo per un po’. Ma sappiate che sentirò il vostro amore nelle settimane e nei mesi a venire. Tutto il mio amore, JT” Continua a leggere Vola farfalla!
Ha gli occhi socchiusi tipici di chi è stato abituato dalla Vita a scrutare l’orizzonte con la massima attenzione e le sue rughe raccontano una vita non facile, ma sicuramente “vissuta”.
E’ seduto davanti a me e mi chiede calmo: “Siete in tre?”
“Sì” rispondo sorridente.
Quest’anno la fioritura di Castelluccio l’ho voluta regalare alle due nipotine più grandi.
Una specie di attestato di garanzia valido per sempre, atto a certificare che la vita è davvero meravigliosa.
Così, per festeggiare il sole ed i papaveri, abbiamo deciso di farci un romantico giro tra i fiori della Grande Piana di Castelluccio, su un carro trainato da fieri cavalli.
Il signore dagli occhi socchiusi e dallo sguardo penetrante, ci accompagnerà.
Ho una specie di sesto senso per le persone.
Mi accade spesso.
Incontro una persona per caso, in circostanze assolutamente fortuite e “sento” con misteriosa certezza che da lei potrò imparare qualcosa di prezioso.
Il 30 giugno 2020, alle 14.30, sotto il sole cocente della grande Piana, ho “sentito” che valeva la pena ascoltare Gilberto (mi dirà il suo nome solo alla fine del giro quando, oramai scesi dal carro, gli ho chiesto il permesso di scrivere almeno un po’ del tesoro di esperienze che mi ha raccontato nella mezzora di passeggiata a cavallo).
Tutto è nato con la mia domanda iniziale, ispirata dal ritmo antico degli zoccoli dei cavalli: “Mi scusi, ma lei è nato qui?”
E poi sono stata catapultata nel film storico di Gilberto. Continua a leggere La guarigione dello sguardo