Abbiamo tutti un angelo

«Ho un angelo che si prende cura di me.
Quando morì mio padre, avevo un esame. Ero riuscito a studiare soltanto Spinoza, per filosofia, e Virgilio, in latino.
Sa cosa mi domandarono?».

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Lezione a scuola, fatta ad una prof

Prima ridono i suoi occhi e poi la sua bocca.☺
Abil (lo chiamerò così) è arrivato ad anno scolastico già iniziato e si è fatto subito largo nel cuore dei compagni.
Simpatico, gioioso, ironico senza mai offendere.
Poi in classe è scoppiato “il caso”.
Niente di grave.
Tutto risolvibile.
Ma si sa com’è l’adolescenza: il mondo è diviso in bianco e nero e se qualcuno non è dalla parte giusta, è spacciato. Così, ogni tanto, bisogna lavorare insieme a loro per ricominciare a vedere anche le sfumature della vita.
Na pazienza!????
Eppure è stato proprio in una di queste discussioni di chiarimento (tra l’altro fatta in DAD, quindi una specie di miracolo cosmico) che ho intrasentito una frase di Abil.
Quasi sottovoce, con lo sguardo profondamente consapevole (della serie: “Ho visto cose che voi umani…!”) ha detto: “Tutti devono superare problemi nella vita, ma non bisogna fermarsi lì” ????

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Storia vera di un volo misterioso avvenuto in un cimitero

“Prof, come sta?”

Iniziano sempre così le lettere ed i messaggi che gli studenti (ed ex) mi mandano. Poi, in genere, mi lasciano con lo stupore addosso, per quello che leggo. Alunni contro prof: 1 a 0.

Ogni tanto, questi loro racconti, li posto.

Con il loro permesso.

Con quel sesto senso che mi dice: “Potrebbe servire a qualcuno, sapere!”

Ma, soprattutto, con quel piacevole patto sottinteso con cui ci lasciamo alla fine dei cinque anni trascorsi a scuola: “Se ci dovesse accadere qualcosa che ci sembra abbia fragranze di Cielo, ce lo racconteremo. Perché l’avventura della ricerca spirituale, continua. Per tutta la vita”. 

Quello che state per leggere è uno di questi colloqui.

Il racconto è vero come i vostri occhi che ora stanno leggendo.

Sull’accaduto ho delle foto che mi sono state inviate. Qualcuna ne pubblico, dopo aver nascosto quegli elementi che potrebbero non tutelare la privacy.

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Sollevami e consacrami ancora!

«Prima di formarti nel grembo materno, ti conoscevo, prima che tu uscissi alla luce, ti avevo consacrato» (Geremia 1,5) 

Ripetimelo ancora Signore 

Dimmelo quando mi sembra che Tu non mi capisca.

Dimmelo quando Ti sento lontano e indifferente a me.

Dimmelo quando mi sembra di conoscermi meglio di Te, e ti spiego, ti spiego, ti spiego… Continua a leggere Sollevami e consacrami ancora!

Insegnaci a pregare come gli alberi

Signore insegnaci a pregare.

Come gli alberi colorati ed i gigli del campo, come l’acqua di un laghetto e la luce che fa tutto brillare. Loro pregano semplicemente vivendo. Salmeggiano con la loro esistenza e cantano inni con i loro colori.

Anche io voglio pregare così: senza parole ma semplicemente vivendo.

Gesù, non cerco formule o preghiere da ripetere. Voglio solo stare di fronte a Dio come ci stavi tu. Sempre. Giorno e notte.

Vorrei tanto riattaccare la terra al cielo e santificare il suo nome dappertutto. Continua a leggere Insegnaci a pregare come gli alberi

Nella prova, sii la mia ombra e proteggimi dalla paura!

Davvero Signore sei sempre con me?
Anche quando sento la tempesta che si avvicina e vorrei scappare da Gerusalemme?
Perché io vorrei essere proprio come te: sicura che il Padre c’è, anche quando la prova è dietro l’angolo.
“Niente paura, mio Signore”
Voglio dirlo a me stessa ed a chi mi sta vicino.
“Niente paura!”
Tu sei sempre con me ????

E quando la mia angoscia andrà a briglie sciolte e griderò: “Ma come può essere? Dove sei?”
E quando sentirò dire alla mia anima incerta: “Il tuo Dio non esiste, altrimenti non farebbe accadere tutto questo!”
Anche allora io sarò testarda e urlerò verso Te: “Salvami dai dubbi, Signore! Non voglio pensare come tutti, ma come Te”.
Voglio seguirti perché voglio vivere.
Voglio dirlo a me stessa ed a chi mi sta vicino.
Tutto ha un senso!
Tu sei sempre con me ????

Signore della vita, io lo so che tu hai fatto creature piene di talenti.
Siamo un lunghissimo corte di figli con tuoi doni addosso.
In questo corteo io unirò il mio colore a quello degli altri.
Voglio entrare anche io nell’immenso disegno pitturato con la tua fantasia.
Volentieri annullerò il mio ego, per far parte dei doni di tutti.
Prenderò la mia croce guardando l’orizzonte e la risurrezione che certamente ne verrà.
Voglio dirlo a me stessa ed a chi mi sta vicino.
“Siamo fatti della stessa sostanza dell’amore”.
E Tu sei sempre con me ???? Continua a leggere Nella prova, sii la mia ombra e proteggimi dalla paura!

Siamo vivi grazie all’utero di Dio che ci contiene e protegge!

Lo so, non siamo abituati a pensare Dio anche al femminile.
Ogni tanto citiamo il famosissimo versetto di Isaia e poi accantoniamo il discorso.
Ma se ci soffermassimo un po’ di più…
Se solo potessimo intuire quel grande amore che ci contiene tutti, come un utero materno al di fuori del quale non c’è vita…
Se solo pensassimo alla Misericordia come all’atto materno per eccellenza…
Se solo ci ricordassimo sempre che la parola “Misericordia” ha la sua etimologia nella parola ebraica “utero”
Che grande panorama ci si aprirebbe davanti ai nostri occhi!
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Oltre l’apparenza c’è una saggezza meravigliosa!

Ieri mattina mi è rimasto impresso il post di un amico.
Breve.
Interessante.
Inquietante.

“Veder giocare a basket in un campetto,
prendere del “vecchio di merda domani muori”
per aver fatto presente che non si può.
Me mancava, il vecchio di merda”

Istintivamente mi sono chiesta cosa avrei fatto io, al posto del protagonista della triste vicenda.
Mi sono immaginata usare l’ironia (è sempre efficace per svergognare la maleducazione di bassa lega).
Oppure sfruttare il silenzio accompagnato da uno sguardo valevole più di mille parole (anche questo funziona spesso e bene)
O anche un sano e sbrigativo “Oh deficiente! Ma ci stai con la testa? Chi sono i tuoi genitori, dimmi un po’!” che fa sempre il suo sporco ed efficace lavoro.
Ma mentre mi immaginavo nei vari panni, mi è venuto in mente un fatto.

Una volta mi trovavo a pranzo con un uomo anziano.
Stavamo parlando quando, in tivù, passò la notizia di un ragazzo che aveva ucciso entrambi i genitori.
Lui si fermò con la forchetta a mezz’aria.
Ascoltò concentratissimo.
Poi una lacrima gli solcò il viso ed il dolore avvolse il suo sguardo.
Io ero ferma.
In silenzio.
Non osavo dire niente.
Fu lui ad interrompere il mio imbarazzo, sussurrando mentre guardava il vuoto: “Mi dispiace tanto. Mi dispiace davvero tanto”.
Io pensavo si riferisse alla morte violenta dei due genitori.
Ed invece…
“Quando ascolto notizie così, provo un dolore enorme per chi si rovina la vita facendo un male così grande! Uccidere i propri genitori. Poveretto. E’ proprio una povera creatura umana. Ha perso i suoi genitori ed ha perso sé stesso. Poveretto. E’ povero di cuore, di anima e di futuro. Che angoscia la sua vita!”.
E mentre tutto il mondo stava provando pena per le vittime, lui provava pena per l’assassino.
Tutto era invertito nel suo cuore.
Non che giustificasse il figlio.
Anzi!
Ma proprio perché non lo giustificava affatto, provava ancora più angoscia nel guardarlo.
Io non capivo proprio bene bene.
Un attimo prima del suo lacrimare mi sembrava tutto chiaro.
Le vittime erano da una parte e il colpevole dall’altra.
Ora invece stavano vicine.
Stavo vedendo tre vittime.
Vedevo una specie di dolore che poteva allargarsi, partendo dai due genitori uccisi fino al figlio uccisore.
Qualcosa “dentro” mi incoraggiava: “Non ti fermare al primo passo. Vai oltre”
Ed ho visto tre vittime.
Tre persone morte.
Due fisicamente ed una spiritualmente. Continua a leggere Oltre l’apparenza c’è una saggezza meravigliosa!

La santità è lasciarsi amare da Dio

Seguo da tempo la tua pagina su Facebook e questo tempo sta coincidendo con un percorso interiore iniziato anni fa. Un percorso lento e faticoso ma che sta andando avanti. Più per caparbietà di Dio che mia, lo devo ammettere.

Ci sono giorni in cui mi frulla in testa una domanda che forse può apparire sciocca, ma che torna spesso a presentarsi nei miei pensieri. Così ho pensato di girarla anche a te.

Ti capita mai di voler pregare per qualcosa, per qualcuno o per te stessa e non trovare le parole? Cosa si fa in questi casi?

Pensa che ti ripensa, l’unica risposta che sono riuscito a darmi è che, dato che il Signore legge nei nostri cuori, allora Lui sente e ascolta anche le preghiere che, per chissà quale ragione, noi non riusciamo ad esprimere con le parole giuste.

Penso che sia così.

Spero che sia così.

Lo spero perché tante volte è così grande il peso che dobbiamo portare addosso che, non riuscire neppure a pregare o a trovare conforto nella preghiera, è un po’ triste. Almeno per me.

Scusa per lo sfogo e per il disturbo. In fondo neanche mi conosci.

Grazie per le bellissime cose che condividi nella tua pagina e Dio ti benedica per tutto quello che fai!!!

Caro Marco, mi chiedi se mi capita mai di avere la sensazione di non pregare nel modo gusto?

Certo!

Se mi venga mai il dubbio di parlare senza il giusto trasporto con Dio, fino a dubitare di essere ascoltata?

E certo!

Ma ti dirò di più. A te capita mai di distrarti, di annoiarti, di non aver voglia…?

Insomma Marco; siamo tutti nella stessa barca.

E’ la fatica del cammino spirituale dei figli della Luce, in lotta con la fragilità e con le nostre paranoie.

Ma non mi pento dei problemi che mi sono creato, perché mi hanno portato fin dove desideravo arrivare ha scritto Paulo Coelho.

Chiedersi “Ma sono ascoltato da Dio?” e poi cercare tenacemente una risposta significa non voler perdere di vista l’orizzonte del Cielo. Ed è lì che tutti noi vogliamo arrivare (coscienti o meno).

Ma a volte, per arrivarci, dobbiamo fermarci.

Riposarci.

Rientrare in noi e rimettere daccapo il film della nostra esistenza. Continua a leggere La santità è lasciarsi amare da Dio

Le grandi anime hanno buona volontà; le deboli si fermano ai propositi

Ogni tanto i miei ex alunni tornano a scuola a trovarmi e ne approfittano per fermarsi ad assistere alla lezione. Dove capita, capita. Questa è una lettera che mi ha scritto una mia ex studentessa, pochi minuti dopo essere uscita da una di queste lezioni. Buona lettura.

mano-che-scrive-982x540“Sicuramente prof non avrà tempo di leggere subito tutto quello che le sto scrivendo, con tutti gli impegni che ha, ma non importa; lo leggerà quando avrà tempo. Io intanto glielo scrivo perché sento che è venuto il momento per me.
Sono solo pochi minuti che non ci vediamo ma oggi, durante tutta la sua lezione, sono riuscita solo a pensare al fatto che, fondamentalmente, io non mi sono mai fatta conoscere sul serio da lei (anche se ci sono sempre state molte cose da dire e molti momenti in cui avrei voluto farlo).

Ma adesso sento che è arrivato il momento di farmi veramente conoscere, vt_due_margheriteperchè il nostro rapporto professoressa-studentessa non esiste più. E proprio per questo spero che continueremo a sentirci, perché vorrei crescere “professionalmente” con lei. 
D’altra parte ho iniziato cinque anni fa a crescere con lei, con le sue lezioni che non dimentico e che ancora mi sono di grande aiuto. Non cerco consigli perché penso di essere arrivata ad un punto di equilibrio. 61370ecf8a44ab8aef08c18815daae7dVoglio solo farmi conoscere, anche perché (come dice lei) le persone non si incontrano mai per caso, nella vita. E poi penso che lei abbia intuito quel “qualcosa” che c’è in me.

A 6 anni i miei genitori si sono separati in malo modo. Io non ricordo neanche un momento passato tutti e tre insieme. Ho sempre sentito l’uno sparlare dell’altro (e ancora oggi lo sento).  Mio padre non ha mai avuto molte attenzioni per me e ci vediamo molto raramente (in genere quando mia nonna organizza cene o pranzi di famiglia). Ma devo ammettere che, ultimamente, forse il nostro rapporto sta migliorando.

madre-e-figlia-camminanoMia madre, con tutte le difficoltà che ha dovuto passare, è sempre stata un po’ anaffettiva nei miei confronti, Ma ha fatto tanto per me, svolgendo sia il ruolo sia di madre che quello di padre. E poi, vabbè, gli errori li fanno, ma lei è stata comunque fondamentale.

Sono stata per tre anni con un ragazzo. All’inizio tutto andava bene ma poi ha cominciato a trattarmi male. Mi sminuiva sempre, buttava a terra la mia persona e la mia autostima era finita sotto i piedi per colpa sua (ed io neanche me ne ero accorta).  Continua a leggere Le grandi anime hanno buona volontà; le deboli si fermano ai propositi